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Autore: HeliaComeilvento    02/08/2013    8 recensioni
" Non ti sono indifferente."
" Non hai capito. " sorrido. "Per me non esisti. "
" No?" Mi chiede con quel sorriso sexy dipinto in faccia. Il mio cuore diventa un martello pneumatico.
"Quindi se faccio così..." La sua mano si insinua tra i miei capelli e la nostra distanza si annulla. " non senti nulla?"
"No." Mi trema la voce.
" No?Neanche se faccio così?" La mano libera scende sulla coscia destra.
Dovrei prenderlo a schiaffi e invece me ne sto immobile a fissare quei suoi occhi blu.
" E se ti bacio qui?" Le sue labbra premono sul mio collo.
Respiro a fatica.
Lascia lievi baci sul collo, sulle spalle, all'altezza del seno.
" Niente." Dico a denti stretti.
E chiunque si accorgerebbe che sto mentendo.
Si stacca da me, lasciandomi con il respiro spezzato e lo sento ridere.
" Ma guardati, Azzurra, stai tremando e il tuo cuore corre più veloce di un treno."
" Il tuo invece dov'è?" Chiedo, aspra e insolente.
Lo vedo assumere prima un'aria stranamente seria e poco dopo, il solito sorriso canzonatorio.
" Cercalo, se lo trovi te lo regalo."
Si avvicina un'altra volta.
"Non ti innamorare di me, Azzurra."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ci chiediamo sempre se certe storie possano essere "le nostre" storie.
Se il ragazzo che ci sorride per caso per strada, possa essere "il nostro" vero amore.
Se esiste un vero amore e se bisogna cercarlo.
Ci chiediamo quanto tempo dobbiamo impiegare a rispondere ad un messaggio e dopo quanto tempo, invece, dobbiamo smetterla di aspettarlo. 
Ci chiediamo se siamo noi sbagliate per l'amore o è l'amore che si tiene a distanza debita.
In realtà, non è così.
Non per tutti, insomma.
Ci sono storie che sembrano appena uscite da un libro e altre che non usciranno mai neanche fuori dalla propria cameretta.
Ci sono storie che ti cambieranno la vita e quelle che invece la vita te l'hanno già cambiata, ma nessuno se n'è accorto. 
Ci sono storie come la mia.
E forse come la tua.
 
 
 
 
Accendo la luce.
I miei capelli sono arruffati e rossi. 
Rossi come i papaveri che mi piace guardare d'estate,rossi come il sangue, come l'amore, come la vita.
Sorrido e mi siedo sul letto.
Sulla lampada colorata c'è un biglietto, ma so già cosa c'è scritto, in realtà lo immagino. 
Vivo con mia madre da quando mio padre è morto. 
Leucemia.
Se l'è portato via come un fulmine e non me l'ha più restituito;
mio padre era l'uomo perfetto,un padre perfetto, un amico perfetto, l'amore perfetto.
Aveva i capelli rossi come me e gli occhi neri e mi manca da morire.
Perdere qualcuno di veramente importante, ti fa sentire fragile come una foglia e piccola come una piuma.
E mi mancano le sue battute e la sua voce, mi manca vederlo in canottiera, disteso sul divano, stanco ma felice.
Mi manca vederlo cucinare e giocare con lui in giardino.
E le chiacchiere la sera tardi davanti la televisione e i baci della buonanotte che mi facevano sentire bambina.
Persino i suoi rimproveri e gli orari imposti. 
Di lui mi manca tutto, ma cerco di non pensarci, perché sennò comincio a piangere e se piango, giuro, è la fine.
Lui e mia madre si sono separati quando io avevo nove anni e sono andata a vivere con mio padre, fino a sedici anni.
Adesso ne ho diciotto. 
Mia madre è uscita con Thom e chissà quando torneranno. 
Sempre se torneranno.
Magari decidono di restarsene lì, chissà dove, forse in Cambogia o in Australia o da qualche parte nel mondo. 
Sarebbe bello non dover pensare più a nessuno, se non a me stessa.
Okay, forse continuerei a pensare a qualcuno.
A Clarisse, a mio padre e a qualcun altro, sicuramente.
Clarisse è la mia migliore amica in un metro e sessanta di simpatia e dolcezza che si mescolano con audacia e coraggio.
Lei ricorda il mare e le margherite, ha gli occhi castani e i capelli color nocciola.
La conosco da tanto tempo ed entrambe abbiamo imparato a tollerarci, ad accettare i nostri cattivi umori e le giornate brutte.
Dice sempre, inoltre, che ogni notte, nel proprio letto, qualcuno ci pensa.
Che se ne sta a rimuginare su qualche parola che abbiamo detto o su qualche sguardo mancato. 
Dice che secondo lei, c'è qualcuno nel mondo, che è praticamente destinato a stare con noi.
Che se solo lo conoscessimo, ci farebbe stare bene.
Ci comprerebbe gelati e ci farebbe vedere film stupendi.
Ci amerebbe insomma.
Il problema è che non lo conosciamo.
E che lui ci ama lo stesso, comunque, in silenzio.
Si, insomma, sembra più una di quelle cazzate preistoriche di pensieri e parole, ma tutto sommato ci credo.
Principalmente perché è bello crederci.
Principalmente perché io sono quel "qualcuno" per qualcuno.
Credere ancora a queste cose, all'amore, alla vita, alla felicità.
Magari evitando di usare la parola "destino". 
Che io al destino non ci credo molto. 
Non è il destino che ha ucciso mio padre, perché sono fermamente convinta che lui non era destinato alla morte;
se il destino esistesse, sarebbe un cosa equa, una cosa dalle giuste proporzioni.
Se sei buono, sei destinato al bene.
Se sei cattivo, sei detinato al male.
Ma mio padre era buono, perché allora è morto?
No, il destino non esiste.
E comunque, la notte non è fatta per dormire.
Durante la notte si sogna, si pensa, si fa l'amore.
La notte esiste per rimarginare le ferite del giorno, o per crearne delle altre.
Da quando Clarisse mi ha detto che qualcuno, durante la notte, mi pensa, non posso far altro che immaginarmelo.
Quel qualcuno, insomma.
Me lo immagino con gli occhi puntati sul soffitto e una braccio sulla testa.
Magari è uno anche figo. 
Magari è più di uno.
Magari adesso sto esagerando.
La scuola è finita da un mese e la mia vita è più noiosa di prima.
Mi ripropongo di renderla migliore, di fare un viaggio, di uscire in bicicletta, iscrivermi al grest o tingermi i capelli di blu, 
ma poi non faccio mai nulla.
La verità è che sono un po' codarda. 
Voglio muovere il mio mare e quando il mio mare si decide a muoversi, io corro al riparo, così mi ritrovo con una vita monotona e troppe cose per la testa.
Sono una di quelle persone troppo tranquille, troppo timide e forse estremamente insicure.
Okay, eliminiamo quel forse.
Nonostante la mia timidezza e il mio stato esagerato di goffagine, riesco comunque ad attirare l'attenzione di parecchi pretendenti.
Non che faccia qualcosa in particolare, intendiamoci, eppure ho un certo ascendente sulle persone.
Sono uscita con parecchi ragazzi e in due giorni erano già follemente innamorati di me, la cosa per niente giusta è che nessuno mi ha mai veramente colpita.
Sono tutti troppo banali e privi di originalità e voglio scappare già dopo il secondo giorno di frequentazione.
Clarisse sostiene che non ho ancora trovato l'amore vero.
Ma anche se credo a queste stronzate, a volte mi chiedo se esista o se è soltanto frutto della nostra immaginazione.
Magari la verità è che non ho ancora trovato nessuno con dei particolari addosso.
Ah, per chi non lo sapesse, i particolari sono le cose belle, le cose che rendono unica una persona e penso che più ne hai, più le persone non possono smettere di guardarti. 
Soltanto che alcuni sono nascosti e ci vuole un po' di più, per scoprirli.
Ogni persona ne ha qualcuno.
I miei particolari sono i capelli rossi e la voglia a forma di cuore che ho sul ginocchio sinistro.
Quelli di Clarisse sono la cicatrice sulla spalla e le mani.
I miei pensieri vengono interrotti dalla suoneria dei Sum41 che proviene decisamente dal mio cellulare.
Rispondo ancora mezza addormentata.
" Clarisse!" 
" Buongiorno Azzurra."
" Buongiorno! "
" Come stai?"
" Come sempre. Mia madre e Thom se ne sono andati, di nuovo. "
" Estonia?"
" Africa, credo."
" Tua madre ha più soldi di un politico."
" E anche più faccia tosta, se è per questo." Mi metto a ridere e lei mi segue a ruota.
" Andiamo al pub, stasera?"
" Andiamo dove vuoi! "
"Andiamo dove voglio." Mi dice e io la saluto.
Sistemo camera mia e preparo la colazione. 
Grazie al cielo esiste il cibo.
 
 
 
 
Prendo le chiavi di casa e mi ravvivo i capelli davanti allo specchio.
Il mio viso è semplice, i miei occhi sono castani e il mio sorriso luminoso; ci sono volte in cui mi piaccio e altre invece in cui davvero, mi sento pessima.
I miei capelli non sono mai abbastanza lunghi o lucenti, i miei occhi mai abbastanza grandi, la mia pelle mai abbastanza liscia. 
I miei sorrisi li vedo spenti e la mia voce troppo squillante. 
" Com'è che c'è tutto questo vento? " Mi chiede Alex.
Alex è il mio più caro confidente. 
E' un tornado di emozioni e casini che all'inizio ti spaventano e dopo, ti affascinano.
Ha i capelli cortissimi, biondi e ricci e un paio di grandissimi occhi azzurri. 
Alex ha un sorriso bellissimo e mi piace davvero. 
Mi piace parlare con lui.
" Non lo so, sarà che tra un po'comincia a piovere."
" A Luglio?"
" Io sento il profumo di pioggia."
" Profumo?"
"Si, il profumo." 
" Tu sei matta."
"Perché?" 
" La pioggia puzza."
"Ma non dire stronzate, la pioggia profuma di chiuso e caldo."
" Il caldo non profuma e il chiuso...oddio, come fai a dire che il chiuso profuma?!"
" Ma non è quel tipo di "chiuso". Quello dei vestiti che lasci per un'eternità nell'armadio. E'diverso, è bello."
" E' bello l'odore del chiuso?"
" Il fatto che la pioggia profuma di chiuso."
" Tu sei matta davvero."
" Quand'ero piccola mi immaginavo le nuvole come delle persone; si, insomma, come delle anime. Ogni nuvola aveva un cuore e ogni cuore, batteva.
Allora immaginavo che due nuvole, s'innamoravano. 
Insomma, se ne stavano ore a guardarsi e avvicinarsi e finivano con l'innamorarsi, ma nessuna delle due, poteva dirlo all'altro."
" Perché?"
" Perché la vita è questa."
" E allora?"
" E allora si tenevano dentro i loro sentimenti per così tanto tempo che prima o poi, quelli esplodevano."
" E così nasceva la pioggia."
" Sì, ed è per questo che profuma di chiuso. Profuma di sentimenti chiusi a chiave. E fidati di me, i sentimenti profumano sempre."
Entriamo in un locale e ci sediamo su un tavolino rosso e bianco.
" I sentimenti che profumano? E' più surreale delle nuvole che si amano."
Alex mi ha chiamata ed era quasi stravolto. 
Mi ha chiesto di uscire, perché deve parlarmi e io ho accettato. 
Infondo ero a casa, da sola, con la musica. 
" Allora, cos'è successo?"
" Mia madre mi ha cacciato di casa."
"Sul serio?"
" Dice che le ho rotto i coglioni. Che torno tardi a casa e me ne frego della casa, di lei e di mio padre."
" E ti ha sbattuto fuori?"
" Si. Mi devi aiutare, Azzurra."
Lo guardo con i miei occhi verdi e non so che dire.
Provo ad immaginare quello che si prova nel vedere una madre incazzata, considerando che la mia non lo è mai stata e non credo sia una cosa positiva.
" Ti presto la mia casa al mare, se vuoi. Fino a quando le cose non andranno meglio."
" Dici davvero?"
" Si. Mia madre se n'è andata di nuovo e sono certa che non lo scoprirà mai."
" Solo che..." mi guarda con aria seria e si spettina i capelli. " ci sarebbe un problema."
" Di che parli?"
" Non vorrei approfittarmene ma mia madre ha sbattuto fuori di casa anche mio fratello Andrea. "
In realtà non conosco affatto questo suo fratello di cui mi parla sempre, so soltanto che tutto sommato, ha la mia stessa età e che non gode di una buona fama.
Alcune ragazze sembrano estasiate a tal punto da starnazzare ogni volta che qualcuno si trova a fare il nome di Andrea Bilson,quasi come se fosse un attore attraente 
e pieno di soldi, altre invece urlano ai quattro venti, che è soltanto un figlio di papà, stronzo e maleducato.
Un sorta di Don Giovanni, insomma.
Guardo Alex e mi interrogo sull'aspetto di questo presunto fratello.
Non mi è mai capitato, ad essere sincera e mi viene da ridere. 
Non provo molta simpatia per i maschi, non adesso, non dopo aver capito che sono tutti una mandria di asini, stupidi e senza cervello, eccezione a parte, ovviamente.
Non mi fido facilmente e preferisco, nella maggior parte dei casi, farmi gli affari miei e allontanarmi da presunti veri amori che si riveleranno automaticamente delle
enormi ciofeche, più avanti. 
Quando un ragazzo ti vuole, tende a volerti subito. 
Insomma, ti vede, gli piaci. 
Ti guarda per qualche minuto, scherza con l'amico, si avvicina, ci prova in silenzio con gli occhi, dice qualcosa e si dilegua. 
Se non ti conosce, due giorni dopo troverà il tuo nome e ti rintraccerà. 
-Ti ho vista, sei carina. Mi daresti il tuo numero? -
Anche i più timidi fanno così. 
Anche i meno socievoli, stronzi, spaventati, spregiudicati, romantici, stupidi, figli di papà, anche quelli che credono prontamente all'amore. 
Più o meno tutti, fanno così.
Quando un ragazzo ti vuole, tende a volerti subito, quindi.
E se tu acconsenti, se per esempio, gli dai anche solo un briciolo di speranza, il ragazzo comincierà a marcare il territorio. 
Lui vuole subito uscire con te, vuole subito tenerti la mano, baciarti.
-Lei è uscita con me, mi ha tenuto la mano, mi ha abbracciato. -
Non è che sia una cosa brutta, anzi, nella maggior parte delle volte può essere piacevole. 
E' solo che noi ragazze siamo diverse. 
Quando ad una ragazza piace un ragazzo, comincia la discesa di poesia. 
Lo vede dentro ad un bar, lo scruta silenziosamente, si fa cinque o sei film mentali su come sarebbe bello se uscisse e le chiedesse il nome e poi corre via a casa.
Le più timide, quelle come me, non si avvicinano minimamente, non si azzardano a lanciare sguardi di fuoco. 
Possono sorridere, al massimo, oppure possono stare per qualche minuto a guardare il profilo del ben amato ragazzo. 
Non saranno seducenti, ma di solito sono tremendamente dolci. 
Le più spregiudicate, invece, tendono a fare le estroverse: magari si avvicinano, sussurrano qualcosa, lanciano certi sguardi che fanno accapponare la pelle. 
Possono anche scambiare qualche parola o sfiorare "accidentalmente" la mano del tipo. 
Entrambe in ogni caso,Il giorno dopo cercheranno gli stessi occhi nello stesso bar. 
E se per qualche strano scherzo del destino, quel ragazzo sarà nello stesso posto, allora...
allora si salvi chi può.
Noi ragazze dissezioniamo tutto. 
Per qualche tempo quel ragazzo sarà il centro del nostro universo. 
Il che non è normale;
sarebbe più facile cercare il fortunato e dirgli ' ti vedo ogni giorno, sei carino. Stasera che fai? " 
Ma nessuna ragazza, all'inizio lo farebbe mai. 
Parlo per standart personali, certo. 
Noi ragazze costuriremo un enorme castello di sabbia sul ragazzo. 
Carattere, magliettine che indossa, il modo di parlare, i gesti sconsiderati. 
Piano piano scopriremo i luoghi che frequenta, gli amici che conosce, le ragazze che ha avuto. 
Non è stolking, anche se potrebbe sembrare. 
Semplicemente quando non riesci a stare vicino ad una persona, cominci a conoscerla da fuori. 
Lo immagini con le amiche, con i parenti, con gli amici, ti immagini con lui per il suo compleanno, e se ti piace davvero, costruisci un mondo parallelo e non importa quanto sia profondamente infantile. 
Conosci solo due occhi ed è la prova che per una ragazza anche solo uno sguardo, può sconvolgere una giornata. 
Le ragazze quando vogliono un ragazzo, aspettano. 
Non hanno paura che sfugga via, o forse ce l'hanno ma preferiscono sognare. 
Aspettano, conoscono, si innamorano del pensiero che creano. 
Soltanto dopo, magari trovano il coraggio di procurarsi il numero o di chiederlo. 
Noi ragazze siamo diverse. 
I ragazzi non hanno bisogno di studiarci, credono soltanto al giusto. 
Infondo che motivo c'è di girarci intorno?
Noi invece passiamo mesi, giorni, a volte anche anni a studiare due occhi e ricamarci sopra un sentimento. 
E' così che vanno le cose. 
Noi le sognatrici, loro i sogni.
Forse è per questo che non riesco mai davvero a lasciarmi andare con qualcuno.
Non voglio che qualcuno sia il mio sogno, io voglio essere il sogno di qualcuno.
Andrea sarà quasi sicuramente biondo come Alex, di media altezza e neanche troppo carino;
e sarà un idiota come tutti gli altri, ma nonostante questo, voglio bene ad Alex e non posso voltargli le spalle, proprio adesso.
Sorrido e faccio la linguaccia.
" Okay, ma prometti che ti comporterai bene?"
" Sei un'amica Azzurra!"
Si, è proprio vero, sono un'amica. 



Spazio d'autore.
Ciao ragazze. 
Mi chiam Tiziana e ho diciotto anni. (Che me ne frega, vi starete chiedendo ed è effettivamente fate bene)
Sono dell'opinione che quando si scrive una storia, ci si mette sempre un pezzetto di se stessi, ed è per questo che mi presento. Così sapete il pezzetto di quale persone state leggendo. 
(Che ho scritto?)
Okay, a parte tutti gli scherzi, la mia storia sarà incentrata sull'amore. (maddai?)
Azzurra è bella quanto insicura.
Alex è dolcissimo. 
E Andrea?
Chi sarà mai, questo misterioso ragazzo?
Vi consiglio di munirvi di un bel secchio di ghiacchio o acqua gelata, perché ci sarà da scottarsi!
Vi prego di recensire, altrimenti vado in depressione e non riesco più a pubblicare neanche un capitolo.
(Se lo devo leggere soltanto io, che lo pubblico a fare?)
Scusate se questo capitolo è corto, ma dovevo parlare ( o accennare) la vita di Azzurra.
Grazie a chi mi sta leggendo. A presto!
  
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