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Autore: Allegra_    04/08/2013    6 recensioni
"Noemi, per tutti conosciuta come Noe, è una sedicenne fiorentina che ha solo un pilastro portante nella sua vita: l'amore che provano verso di lei i suoi amici ed i suoi familiari, i quali la sostengono sempre e la accompagnano in ogni sua mossa.
Ma il suo equilibrio inizierà a rompersi man mano dopo la separazione dei suoi genitori ed il suo trasferimento a Torino, città nella quale Noe imparerà cosa significa amare ed essere amata davvero."
Spero vi piaccia, mi sono impegnata davvero molto per scriverla, quindi lasciate una recensione se avete cinque minuti, ve ne sarò grata
Genere: Commedia, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 38 : Payphone

 

Si, so che è  difficile ricordare 
Le persone che siamo state 
Ed è ancora più difficile da immaginare 
Che tu non sei qui accanto a me 
Hai detto che è troppo tardi per risolvere tutto 
Ma è  troppo tardi per provare?

 
 Sentivo le mani di Stefano scendere sempre di più verso il basso, mentre la sua lingua si faceva spazio nella mia bocca con prepotenza.
Non era ciò che volevo.
Ma dovevo farlo.
Perché?mi ritrovai a chiedermi.
Perché dovevo dargli ciò che voleva se per me era un sacrificio?
Perché non dovevo farlo soffrire quando invece io desideravo soltanto morire e Fra’ probabilmente lo stesso?
Perché stavo lottando tanto contro di me?
Perché mi ostinavo a voler essere la buona della storia seppur infelice?
La verità era che quella ragazza, quella che aveva fatto di tutto per non dire a Stefano la verità, quella che in quel momento si stava lasciando baciare da lui, quella che si sarebbe concessa ad un ragazzo che non amava solo per non dirgli ciò che davvero pensava … quella ragazza non ero io.
Noemi Guardia non era una ragazza perfetta e non lo sarebbe mai stata.
Però aveva ancora un’opportunità per essere felice: correre via e chiedere scusa al ragazzo che amava, che forse sarebbe riuscito a perdonarla, forse no.
Ma com’è che si diceva?
Meglio un rimorso che un rimpianto.
E se non fossi andata da lui in quel momento avrei avuto per sempre il rimpianto di non sapere se mi avrebbe perdonato o meno.
Speravo davvero che Cheryl avesse ragione: era soltanto arrabbiato, ma ciò che provava per me non era cambiato.
Provai a convincermi di quel pensiero mentre, facendo leva sulle sue spalle, provavo ad allontanare Stefano da me.
Riuscii a scostarlo quel poco che bastava per sgusciare via dalla sua stretta.
Da una parte l’idea che fosse ubriaco mi tranquillizzava, perché al suo risveglio probabilmente non si sarebbe ricordato che l’avevo preso in giro per tutto quel tempo, ma dall’altra quella parte di sé iniziava a spaventarmi.
E lo fece ancora di più quando si parò davanti alla porta della camera del privè impedendomi di riuscire.
<< Dove credi di andare? >> mi chiese ghignando, l’alito che puzzava di alcool.
Non gli risposi.
Non volevo parlare con lui e spiegargli tutto, l’avrei fatto il giorno dopo.
In quel momento volevo soltanto scappare da quella squallida stanza e correre da Francesco per riprendermelo, sperando che non fosse troppo tardi.
Stefano fece per baciarmi di nuovo e io mi scansai ancora, spaventata da quella violenta irruenza.
Si avvicinò ancora a me e allora feci qualcosa che non avrei mai pensato: gli assestai un pugno sulla guancia sinistra facendogli voltare la faccia.
Approfittati di quei pochi minuti per aprire la porta e correre via, più veloce possibile.
Non riuscì a raggiungermi, forse non ci provò neppure.
Avrei voluto piangere, urlare, sorridere perché finalmente quell’incubo era finito, ma non feci niente di tutto ciò.
Semplicemente continuai a correre verso la mia felicità.
 

Ti ho dato il mio amore in prestito 
Me lhai dato via 
Non puoi pretendere che io stia bene 
Non mi aspetto che ti interessi 

 

***

Francesco’s  Pov

L’aria iniziava a mancarmi.
Non avevo mai considerato l’idea di essere claustrofobico, ma forse era semplicemente l’agitazione a farmi sentire in quel modo.
Ero appena corso via da quell’insopportabile festa quando quel maledetto temporale era scoppiato.
Non avevo idea di dove andare, così mi ero rifugiato nel primo posto libero che avevo messo a fuoco: quella minuscola e puzzolente cabina telefonica.
E come se non bastasse il mio cellulare era morto e non avevo un soldo per chiamare i ragazzi in modo da farmi venire a prendere.
Dovevo soltanto aspettare che quell’inutile pioggia smettesse di scendere e incamminarmi verso casa: speravo solo che sarebbe successo al più presto.
Guardai il mio polso sperando di individuarvi un orologio, ma l’unica cosa che trovai fu il bracciale che avevo mostrato il giorno prima a Dodo.
Non dovevo pensare a lei, non più.

 
E hai sprecato il nostro tempo 
Tutti i nostri ponti sono crollati 
Ho sprecato le mie notti 
Tu hai spento tutte le luci 
Ora sono paralizzato 
Ancora bloccato in quei bei ricordi, 
quando chiamavamo amore quel che c'era tra noi 
Ma anche in paradiso il sole tramonta 

 
Probabilmente in quel momento sorrideva tra le braccia di Ste’, proprio come aveva fatto con me fino a pochi giorni prima.
Non potevo credere che era successo davvero tutto ciò.
Come aveva potuto scegliere lui? Come avevo potuto permetterlo?
Ma del resto, ormai non avrei potuto fare più niente.
Era diventata sua, lo aveva deciso.
Ed io ero soltanto lo scemo che ancora piangeva dietro quei meravigliosi ricordi di noi due insieme.
Naufragavo ancora tra quei pensieri, quando un insistente bussare mi fece rinvenire.
Il vetro di quella maledetta cabina era completamente appannato a causa della pioggia e del freddo, quindi non riuscivo a distinguere nettamente quella figura, ma ero quasi certo che si trattasse di una ragazza.
Peccato per lei, ma non avevo alcuna intenzione di uscire in preda ad una tempesta e lasciarle la cabina!
<< Dannation! Can you open this door, please!? >> sbottò una voce che avrei riconosciuto tra mille.
Ma che cosa ci faceva lei lì?
Non era con Stefano? L’aveva lasciato per me?
Non farti illusioni, Fra’ mi dissi cercando di tornare con i piedi per terra.
Probabilmente avevano fatto una cosa molto veloce e appena finito lei gli aveva detto che sarebbe tornata a casa da sola, ma come me era stata colta da quell’improvviso temporale.
Riuscii a fatica a reprimere la parte di me che spingeva per uscire fuori, abbracciarla e non lasciarla più andare e risi per il suo inglese strascicato.
Da quel che ricordavo, “dannation” non esisteva neppure come parola!
<< Maledetto inglesotto del cavolo!! >> la sentii imprecare << Open please!! It’s so important! >>
Decisi di non farla sforzare troppo ad elaborare frasi di senso quasi compiuto in una lingua che appena conosceva, e senza pensare scrissi sul vetro appannato.
Sono italiano.
Speravo davvero non riconoscesse la mia calligrafia: l’ultima cosa che volevo era farle sapere che ero lì dentro.
<< Ah per fortuna! Ascolta, devo fare una chiamata di vitale importanza! >> spiegò affannando << Ne va della mia felicità, è veramente essenziale! >>
Mi dispiaceva sentirla così stanca, ma d’altra parte la curiosità di sapere cosa ci facesse lì mi stava distruggendo.
Chi?
Scrissi senza rifletterci troppo.
<< Chi devo chiamare? >> chiese lei ed io le scrissi un “Si” tremolante.
<< Beh, vorrei dirti che è il mio ragazzo, ma non è così >> biascicò quasi triste << Diciamo che è il mio ex ragazzo >>
Perché? domandai.
Ma la vera domanda era: perché volevo così tanto sentirmi raccontare cose che già sapevo?
Semplice.
Volevo conoscere la sua versione dei fatti, che sicuramente sarebbe stata differente dalla mia, non sapevo però dire se migliore o peggiore.
<< L’ho perso perché sono una cretina >>
 

Se "E vissero felici e contenti" esistesse 
Io ti abbraccerei ancora in questo modo 
E tutte quelle favole sono piene di queste cazzate 
Ancora una stupida canzone d
amore e mi scoccerei 

 
<< Credevo che ciò che desiderassi fosse non apparire come una cattiva persona, ma ho capito che non m’interessa, non più >> mormorò << L’unica cosa di cui m’interessa è lui, lo è sempre stato, ma prima d’ora non ho avuto il coraggio di ammetterlo a me stessa >>
Lui ti ama?
Ma che cavolo scrivevo?
Mi sentivo un cretino a domandarglielo, perché la risposta la conoscevo più che bene, eppure volevo davvero sapere che cosa pensasse lei in quel momento.
<< Si >> mi rispose sicura.
Come puoi saperlo?
Benedii quelle pareti completamente appannate che mi permettevano di scriverle senza però mostrarle il mio viso.
<< Non lo so, ma lo spero >> non riuscivo a vederla, ma credevo davvero stesse sorridendo << Spero che non abbia dimenticato tutto ciò che c’è stato tra di noi. Ne abbiamo passate di tutti i colori insieme e certe cose non si possono scordare da un momento all’altro >>
Era vero.
Non avrei mai dimenticato ciò che avevamo vissuto, ciò che avevamo provato.
Tu lo ami?
<< E c’è bisogno di dirlo? >> ridacchiò << Non mi ero mai innamorata prima di conoscerlo, o meglio, credevo di esserlo ma quelle cotte non erano nemmeno paragonabili all’amore. >>
Probabilmente deglutì, per poi continuare.
<< Io lo amo con tutta la mia anima, ed è per questo che sono qui. Ho fatto un casino, ma voglio rimediare >>
Cosa? Come?
<< Stavo per andare con il suo ex migliore amico, ma ad un tratto ho capito che se l’avessi fatto l’avrei perso per sempre, anche se forse è già successo >> ammise << E adesso sono qui per chiamarlo, visto che il mio telefono è completamente scarico e non so dove sia casa sua, ma non posso aspettare domani per parlagli, perché potrebbe essere troppo tardi >>
Allora non era lì per rifugiarsi dalla pioggia.
Era lì per me, per il mio perdono, per tornare insieme.
Ma io sarei riuscito a crederle? A ritornare ad essere quelli di una volta?
Amavo così tanto Noe da riuscire a perdonarla?
Si.
<< Quindi ti prego, so che qua fuori si muore per colpa di questo maledetto freddo e di questa dannata tempesta, ma io ho bisogno di fare questa telefonata e non ci sono altre cabine qui intorno. Ti prego >> supplicò e a quel punto non riuscii più a trattenermi.
 

Sono ad un telefono pubblico, cerco di chiamare casa 
Per te ho speso tutte le monete che avevo 
Dove sono finiti i nostri migliori momenti, tesoro? 
è  tutto sbagliato, dove è finito quel che 
avevamo pianificato per noi due? 


Distrattamente scrissi un’ultima frase.
Ti amo anche io, scema
Aspettai qualche minuto prima di aprire la porta della cabina e uscire fuori.
La tempesta non era finita, ma adesso ne rimaneva soltanto una leggera pioggia.
Noemi mi guardava con gli occhi lucidi dalle lacrime, senza il coraggio di parlare.
Ma forse le parole non servivano in quel momento.
Mi avvicinai a lei lentamente e le presi il viso tra le mani baciandola dolcemente.
Dio, quanto mi era mancato il suo sapore.
Avevo creduto di impazzire senza di lei, ma in quel momento era di nuovo con me, e nessuno avrebbe più potuto separarci.
 
Noemi’s Pov

Non riuscivo a crederci.
Era lui, era lì!
Aveva ascoltato per intero il mio discorso senza senso, e mi stava baciando, mi aveva scritto di amarmi.
Lo strinsi a me più forte che potevo mentre la pioggia bagnava completamente entrambi.
Da sempre nei film le ragazze desideravano un bacio sotto la pioggia, ma in realtà per me l’importante era baciare lui: in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.
<< Promettimi che non ci faremo più del male, Fra’ >> gli sussurrai all’orecchio senza la minima intenzione di staccarmi da lui.
<< Te lo prometto, amore mio >>

Now I’m at a  payphone

 


Piccolo Angolo Di Luce
Hola!!! Allora … eccoci qui con l’ultimo capitolo di questa – pallosa? stupida? carina? bella? – storia!
Devo dire che quando iniziai a scriverla (giusto una vita fa) non avrei mai immaginato di concluderla, e invece eccomi qui!
Devo dire che – attenzione, attenzione! – per la prima volta sono soddisfatta di ciò che ho scritto!
Mi piacciono le frasi della canzone Papyphone dei Maroon 5 inserite qua e la, mi è piaciuto tantissimo scrivere il pov sia di Noe che di Fra’, e mi è piaciuta la loro scena nella cabina.
Adesso sta a voi dirmi cosa ne pensate.
Forse trovate banale che alla fine i due siano tornati insieme?
Trovate stupida la scena della cabina?
Fatemi sapere, è davvero importante per me capire se ho fatto o no un buon lavoro!
Detto questo, mi scuso per il banner tremendo, ma volevo qualcosa di nuovo per questo capitolo e quindi mi sono messa alla prova … (prova che ho fallito decisamente XD)
Ci ritroviamo tra qualche giorno con l’epilogo, un bacino <3
xoxo

   
 
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