Capitolo
1
Niall sospira e ingoia spasmodicamente una boccata
d'aria, carica del tipico smog londinese mischiato al profumo soffuso
di cornetti appena sfornati.
Poggia il casco e si infila le chiavi della moto in tasca; le sente
tintinnare, il freddo contatto del metallo gli causa i brividi
nonostante ci sia la stoffa a separarlo dalla pelle.
Distrattamente, si
accorge che il freddo del metallo è simile al freddo che
ultimamente lo circonda, freddo che non riesce in alcun modo a placare
indossando un maglione in più.
Quello di Niall è un freddo che gli sta ibernando il cuore,
un freddo che costruisce muri e muri di ghiaccio, che stratificano e
formano una solida barriera.
Perché Niall è così.
Freddo.
Gli altri non se ne rendono conto, pensano che lui sia un ragazzo
normale.
Solare, simpatico e divertente.
Ma quando si guarda e vede il proprio viso riflesso nel vetro della
porta di servizio, Niall vede una sola cosa.
Un freddo, inconfondibile vuoto.
Scuote la testa e si passa una mano tra i capelli, prima di entrare nel
bar in cui lavora da quasi tre mesi.
E' un giorno come tutti gli altri.
Dave sta armeggiando con la macchinetta del caffè e Lisa
volteggia leggiadra tra i tavoli, i capelli ordinatamente raccolti in
uno chignon.
Harry quella mattina non ha voluto un passaggio, ed è
più in ritardo del solito.
Il bar è pieno di gente: clienti abituali, clienti di
fiducia, turisti, universitari.
E' tutto come sempre. Tutti i giorni, per Niall, sono uguali.
Sono un susseguirsi di azioni svolte meccanicamente, un limitarsi a
sopravvivere.
Harry una volta ha detto a Niall che l'essere umano ha una scelta:
quella di vivere o quella di esistere.
Niall sa che, da troppo tempo ormai, lui si sta limitando ad
esistere.
Sa che la sua non è una vera vita, è la vita di
qualcun altro, e lui la sta guardando come se fosse un film.
Ma sa anche che lui si sta limitando ad esistere perché non
c'è nessuno per cui valga la pena vivere.
E' a questo che sta pensando Niall Horan, vent'anni e nessun futuro
felice davanti, quando sente Lisa che gli grida istericamente di
aiutarla con il rubinetto.
Niall si riscuote, come se qualcuno l'abbia appena ridestato da
riflessioni altamente profonde, e si avvicina alla ragazza
bionda.
Osserva il rubinetto con le sopracciglia aggrottate, senza capire il
problema.
"Lavi tu qui?" gli chiede Lisa, frettolosamente.
Niall sa che
non può perdere tempo e annuisce velocemente, mettendosi al
lavoro.
L'acqua gli scorre sulle mani, e il ragazzo pensa che sia una
sensazione rilassante, anche se non gli piace lavare ciò che
gli altri hanno sporcato.
Rassegnato, inizia ad accatastare le tazzine all'interno del lavello e
afferra il detersivo, canticchiando.
Niall sa di essere solo, e sa di essere triste, ma fa sempre in modo
che gli altri non se ne accorgano.
Non vuole che le persone gli stiano vicino per pena, o
perché pensano che abbia bisogno di qualcuno.
Vuole che le persone che lo amano trovino in lui un ragazzo allegro e
vivace, che prende la vita con ottimismo.
Che vede sempre il bicchiere mezzo pieno.
Così ogni mattina, quando si alza, Niall si guarda allo
specchio e si esercita a sorridere.
A fingere di essere felice.
Finge per gli altri.
E forse, sotto sotto, finge anche per se stesso.
Così quando Dave lo saluta allegramente si dipinge in faccia
il solito sorriso, le labbra morte che tentano di interpretare
un'espressione fin troppo viva.
Dave, diciannove anni e tutt'ossa, è solo uno dei tanti
amici di Niall.
Perché Niall, pur di non pensare alla propria tristezza e
alla propria solitudine, preferisce legarsi a tante persone.
In modo superficiale, certo, ma sceglie pur sempre di legarsi a troppe
persone per poter essere davvero amico di almeno una di
queste.
Tutti cercano Niall, tutti parlano di lui, tutti lo vogliono, e lui,
bene o male, si concede a tutti, ognuno di loro, per non
pensare.
Niall sa di non avere nessun problema.
I suoi genitori sono divorziati, ma non pensa che quello sia un vero
problema, perché non è mai stato legato a nessuno
dei due.
No, Niall davvero non ha alcun problema.
Non gli manca nulla: non i soldi, non gli amici, non un lavoro, non una
casa.
Quello che gli manca è la felicità.
Ma lui prova a fare finta di niente, giorno dopo giorno, indossando una
maschera talmente spessa e ben scolpita che togliendola rischierebbe
soltanto di farsi pù male.
Un fischio interrompe i pensieri bui e sinceri di Niall.
Si volta e vede Harry - evidentemente appena arrivato, visti
il fiatone e e guance arrossate - che prepara un piattino, per poi
poggiarci sopra una brioche alla marmellata.
Niall capisce perché ha fischiato solo quando alza gli occhi
sul cliente che il suo collega sta servendo.
Un ragazzo
moro, con due occhi azzurri e le gote rosse per l'imbarazzo, sta
afferrando il cornetto che ha appena ordinato.
Niall non può fare a meno di ridere e di intercettare lo
sguardo del povero ragazzo.
"Tranquillo, fa così con qualsiasi ragazzo sia di suo apprezzamento, non è vero Harry?" dice, la voce divertita.
Harry si esibisce in un piccolo ghigno, poi si
volta nuovamente verso il ragazzo dagli occhi azzurri, il quale
è ancora terribilmente imbarazzato.
Il riccio lo sta fissando in silenzio, e Niall pensa che il suo
migliore amico non ha mai guardato in quel modo nessuno, nemmeno
lui.
Non può fare a meno di chiedersi se qualcuno, vedendolo per
la prima volta, lo guarderà come il ragazzo dagli occhi
azzurri sta guardando Harry, e come Harry sta guardando il
ragazzo.
Niall maschera i suoi pensieri con una risatina e si allontana dai due,
tirando una pacca scherzosa sul sedere di Harry, che quasi non se ne
accorge.
Sta chiedendo a Louis se quella sera andrà ad una certa
festa in un certo posto.
La cosa dà a Niall un'immensa tristezza, ma, allo stesso
tempo, un'immensa felicità.
E si sente diviso a metà, perché Niall non
è mai in grado di scegliere una sola opzione tra due,
sceglie sempre e solo la via di mezzo.
Guarda Harry da lontano, e si chiede come due persone come loro possano
essere migliori amici.
Harry e Niall sono l'opposto, ma sono anche lo stesso lato di un'unica
medaglia, e Niall non è mai riuscito a capire questa
cosa.
Ci sono aspetti in cui lui e Harry sono completamente identici, e
aspetti in cui non potrebbero essere più diversi.
E, a volte, gli sembrano più gli aspetti diversi a tenerlo
unito ad Harry, che non gli aspetti comuni.
Gli sembrano quelle, le loro differenze, ad averli uniti.
C'è stato un periodo in cui i due non erano uniti solo come
amici, c'è stato un periodo in cui si amavano, se di amore
si poteva trattare.
E' stato Niall a lasciare Harry, sostenendo di non amarlo davvero, di
non voler stare con lui solo per il lato fisico, ma in quel momento,
vedendo Harry provarci spudoratamente con Louis- così si
chiama il ragazzo dagli occhi azzurri - , Niall non può fare
a meno di sentire una morsa stringergli il cuore.
Per un momento, un folle momento, Niall sarebbe felice di avere anche
soltanto il corpo di Harry, le sue mani grandi che un tempo stringevano
le sue dita esili, la bocca che fin troppe volte aveva indugiato sulla
sua pelle, i ricci che gli avevano accarezzato le guance e solleticato
il collo.
Forse è per questo che Niall è profondamente
infelice?
Per Harry? Ma no, non è di certo per lui.
Niall sa di non amare Harry.
Ama solo la sensazione di sapersi amato da qualcuno, perché
lui stesso è incapace di amare.
E ha usato Harry, il povero, catastroficamente innamorato, Harry,
soltanto per sentirsi apprezzato.
E Niall sa di essere una persona orribile - incapace di amare, e che
non può essere amata fino in fondo da nessuno, nemmeno dal
suo Harry - mentre asciuga una ad una le tazzine da
caffè.
Sposta nuovamente lo sguardo sul suo migliore amico, e, quando lo vede
ancora intento a parlare con il ragazzo sconosciuto, sente una fitta al
cuore.
"Un caffè nero, doppio e senza
zucchero."
Niall si riscuote, stordito da quella
voce.
E' certo di non aver mai sentito una voce più bella di
quella, e pensa che potrebbe accompagnarlo mentre suona la
chitarra.
Poi si rimprovera per quella stupida idea, sollevando la testa e
intercettando lo sguardo del cliente.
Niall non è mai stato un tipo da colpi di fulmine, non crede
nell'amore a prima vista.
Per lui ogni persona ha qualcosa di bello, che lo colpisce e che non
riesce a togliersi dalla testa per un po', finché non
finisce per dimenticarsene appena poche ore dopo.
Tutte le persone colpiscono Niall, e lo lasciano a bocca
aperta.
Niall vede il bello e il buono in tutti, e non può davvero
farne a meno.
Ciò che lo colpisce del ragazzo che gli si trova di fronte
sono gli occhi.
Due profondi occhi castani, quasi neri nel grigiore di quella mattina
di fine ottobre.
Due occhi che paiono brillare e incendiarsi, e allo stesso tempo
morire.
Ma Niall ben presto si accorge che non sono solo gli occhi ad aver
attirato la sua attenzione, perché le sue labbra di quel
ragazzo sono una cosa allucinante.
Niall non può fare a meno di fissarle, mentre si schiudono,
probabilmente per la sorpresa.
Il rosa pallido che le tinge, la loro forma, il labbro inferiore
più pieno di quello superiore, gli fanno desiderare che non
ci sia nessun bancone a separarli.
Vede il ragazzo deglutire, a disagio, e poggiare le mani giunte sul
bancone, in attesa.
Niall prova a non mostrare il suo turbamento, ma le sue mani tremano
quando cerca la cialda per il caffè.
Qualcosa, nello sguardo del ragazzo, lo ha sconvolto.
Niall si arrischia a gettargli un' occhiata di nascosto, e trova il
ragazzo a fissarlo, sul viso un'espressione indecifrabile.
Niall gli volta nuovamente le spalle e si concentra sulla macchina per
il caffè, mordicchiandosi le labbra con fare
nervoso.
Sente il peso dello sguardo dello sconosciuto sulle sue spalle, ma
quando gli porge il caffè, questo sta guardando un punto
indefinito alla sua destra. Niall appoggia la tazza sul bancone, vicino
alle mani del ragazzo, e questi sembra ridestarsi
improvvisamente.
Lo sconosciuto lo guarda per un momento, e Niall riesce a cogliere uno
sguardo smarrito e combattuto prima che il ragazzo si alzi e,
rischiando di far rovesciare lo sgabello, esca velocemente dal bar.
Niall non sa cosa sia successo. Saranno stati i
suoi capelli neri, così ordinatamente spettinati, le sue
dita affusolate e intrecciate sul bancone, le profonde occhiaie che
circondavano i bellissimi occhi del ragazzo, o forse le sue labbra. Non
sa cosa sia stato.
Sa solo che, guardandolo, si è sentito
terribilmente vivo.
-
Dio,
non potrebbe esserci capitolo più personale di questo, ma
pace.
So
di avere in sospeso bad blood, ma la aggiornerò oggi stesso.
So
anche che questa ziall doveva essere una os, ma è diventata
una long da sola, non è colpa mia.
E'
probabilmente la cosa più personale che io abbia mai scritto
e automaticamente la peggiore, perché ho scritto tutto
ciò che mi passava per la testa, senza preoccuparmi
dell'equilibrio di ciascuna frase.
Questo
è il mio vero modo di scrivere, e riconosco che è
davvero pesante, perciò i capitoli non saranno lunghi come
al solito, bensì di una lunghezza su per giù come
questa.
Comunque,
domani posterò il primo capitolo della larry, e, se ci
riuscirò, anche il primo capitolo di una long un po'
più leggera e buttata sul ridere - perché
sì, non scrivo solo cose depresse.
Se
qualcuno fosse interessato basta che visitiate la pagina, come sapete
io sono negata a mettere link.
E,
oh, ringrazio chi è arrivato fin qui.
Siete
forti, davvero, se vi siete avventurati fin quaggiù, io al
posto vostro non l'avrei fatto.
E ringrazio anche chi continua a leggere ciò che scrivo e che mi sostiene, grazie davvero J