Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: My Pride    09/08/2013    5 recensioni
~ Raccolta di flash fiction e one-shot incentrate sulla coppia ZoSan ♥
» 7. Moment like this
Le ragazze si erano soffermate ben poco nella ressa della locanda, quindi Sanji adesso era il solo ad essere rimasto lì ad osservare le fiamme rosse ed oro di quel camino. Anche volendo, però, non sarebbe comunque riuscito a dormire, dunque aveva optato per starsene da solo con i propri pensieri.
[ Sanji Centric ~ Zoro/Sanji with little Bromance ]
[ Partecipante alla «The Seasons Challenge» indetta da Jadis_ sul forum di Efp ]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Do one, melt one, love one'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5_Five (cold) kisses Titolo: Five (cold) kisses
Fandom: One Piece
Tipologia: One-shot [ 1468 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji Black-Leg
Rating: Giallo
Genere: Generale, Sentimentale, Fluff
Avvertimenti: Shounen ai, Alternative Universe
Tabella/Prompt: Inverno › Spazzaneve
12 Storie - #03 Ricorrenze: #04. Inverno
The season challenge: Inverno › Freddo
Una ficcy... al prompt: 44. Film Disney › 88. Droga alternativa › 94. Manga 


ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.

    Il rumore dello spazzaneve era diventato assordante.
    Avvolto in un plaid in camera sua, con il gatto che gli dormiva ai piedi e la televisione accesa a basso volume sul Re Leone, Sanji tentava in tutti i modi di ignorare quel fastidioso ronzio e di leggere il suo manga in santa pace, per quanto non ci riuscisse da una buona manciata di minuti. Aveva riletto tre volte la stessa pagina e non aveva tuttora capito nulla, e sinceramente era quasi tentato di aprire la finestra - con tutto che l'aria fuori era gelida e avrebbe rischiato di morire assiderato in un peto secondo - e urlarne quattro a quel tipo al volante. Okay che doveva liberare la strada, ma era lì davanti casa sua da una vita, accidenti a lui!
    Sanji lanciò il manga sul comodino e si coprì la testa con il cuscino, muovendo così bruscamente le gambe che Bepo, il suo gatto, gli soffiò contro prima di acciambellarsi nuovamente ai piedi del letto come se nulla fosse, stiracchiandosi sotto lo sguardo scettico del padrone. Lui sì che faceva la bella vita. Non era costretto ad andare a scuola, non doveva faticare per portare bei voti a casa e non doveva dar peso a tutti i piccoli problemi della vita, genitori in primis. Oh, lui voleva bene ai suoi vecchi, per carità. Ma a volte si aspettavano così tanto da lui che non riusciva a sostenere il peso di quelle responsabilità. Voleva diventare un cuoco famoso e lavorare a Tokyo, anche se per adesso seguiva unicamente le lezioni di economia domestica a scuola e un corso di un paio d'ore da tutt'altra parte. Ne aveva di strada da fare, e non sempre era facile. Fortunatamente i suoi genitori lo appoggiavano nelle sue scelte - almeno per quanto potessero - e lo lasciavano fare ciò che voleva, per quanto ci fosse una piccola cosa - e nemmeno tanto insignificante - che non era riuscito a dir loro. Chi ci sarebbe riuscito, in fondo? Persino lui stentava a crederci!
    A quel suo stesso pensiero, Sanji imprecò a denti stretti, sentendo l'assoluto bisogno di una sigaretta. Aveva ricominciato a pensare a quella cosa, maledizione. Scosse il capo e abbandonò il cuscino sul letto, afferrando il pacchetto di sigarette per dirigersi alla finestra; il vento gelido lo fece rabbrividire e gli solleticò i capelli, ma non era così terrificante come aveva immaginato al principio. Si accese la stecca e, portandosela alle labbra, incrociò le braccia sul davanzale per guardare giù, dove il tipo dello spazzaneve sembrava bestemmiare contro chissà cosa. La ruota posteriore si muoveva a vuoto e sollevava un mucchio di neve, simbolo che si era bloccata - probabilmente colpa del ghiaccio, chi poteva dirlo - e non aveva intenzione di staccarsi. Oh, ecco perché quel maledetto coso era ancora lì.
    D'un tratto il suo cellulare, riposto sul mobiletto alla sua destra, vibrò e lo fece sussultare, e Sanji si diede mentalmente dell'idiota nell'allungare un braccio verso quello stupido aggeggio e armeggiare con i tasti; quasi gli mancò il fiato, però, nel leggere che gli era arrivato un messaggio da parte di quella stupida alga che portava il nome di Zoro e che sarebbe passato per i compiti che, come al solito, non aveva preso. Aveva proprio un pessimo tempismo, quel marimo. Era lui la piccola cosa che avrebbe dovuto raccontare ai suoi. Certo, all'apparenza sembrava solo uno dei tanti compagni di classe che aveva, però... beh, lui era qualcosina di più; per metterla in termini pratici, erano ormai tre mesi che si frequentavano e non ne avevano fatto parola con nessuno, se si escludeva ovviamente la madre di quel marimo che sapeva praticamente tutto. All'inizio, quando Sanji gli aveva chiesto perché glielo avesse raccontato, lui non si era nemmeno degnato di spiegare, ma alla fine aveva semplicemente detto che con sua madre non aveva segreti e che lei sapeva di quella sua cotta da prima ancora che si mettessero insieme. E la cosa aveva quasi rischiato di far collassare Sanji, giacché non aveva mai minimamente pensato che quel tipo dall'improponibile capigliatura verde stravedesse per lui dalla quinta elementare. Ironico, visto che era stato lo stesso per lui ma non aveva mai voluto fare i conti con se stesso, rifugiandosi nella credenza di essere il cavaliere di ogni ragazza esistente sulla faccia del pianeta. Oh, beh... quello lo credeva ancora, per essere sinceri. E forse lo faceva per preservare la propria sanità mentale. Come avrebbe fatto a dire a quel vecchiaccio di Zeff e alla sua splendida mamma che si era innamorato di un brutto esemplare di homo erectus - definirlo sapiens era un po' troppo, per lui - e che la cosa era destinata ad andare oltre, dato che per lui era quasi diventato una droga alternativa? Oh, accidenti.
    «San-chan! C'è qui il tuo amico Zoro!» Il grido di sua madre lo riportò bruscamente alla realtà e ci mancò poco che ingoiasse la sigaretta, e spalancò gli occhi nel rendersi conto di ciò che lei aveva detto. Zoro... era già lì?! Quel bastardo l'aveva fregato ed era già vicino casa, quando gli aveva mandato quel messaggio? Merda, merda e ancora merda. Non era mentalmente pronto e non aveva intenzione di vederlo - non adesso che gli erano tornati in mente la sua confessione d'amore impacciata e il modo grezzo in cui si erano scambiati il loro primo bacio -, ma, prima ancora che potesse gettare la stecca e chiudere la finestra per fare lo stesso con la porta, quest'ultima si spalancò, rivelando la figura di Zoro. Con quella stazza enorme, quei capelli verdi cortissimi sulla nuca e quei tre piercing all'orecchio, sarebbe potuto passare per un membro di una qualche gang giovanile ed evitato bellamente, anche se l'unica cosa che faceva era praticare kendo.
    «Oi», lo salutò così, alzando semplicemente una mano e richiudendosi la porta alle spalle. Aveva con sé il bokuto e la sacca da palestra, simbolo che era da poco tornato dal suo solito allenamento. E Sanji non sapeva dire se fosse un bene o un male, certe volte. «Hai tutto?»
    «Grazie, marimo, anch'io sono felice di vederti. Oh, certo, sto bene», lo schernì Sanji, facendogli cenno di sedersi sul letto prima di spegnere la sigaretta e chiudere finalmente quella finestra. Sia mai che entrasse la neve anche in camera. «Potevi avvisarmi prima, invece di fare un'improvvisata del genere».
    «Hai bisogno dell'avviso per farmi copiare i compiti?»
    «La gente ha da fare, sai?»
    «Certo, vedo...» ironizzò nel gettare un occhio al televisore e ai manga sparsi un po' ovunque. «Vedere un film della Disney è un grande sforzo, in effetti».
  Sanji gli rifilò un calcio dietro la nuca e, ignorando il suo lamento, si lasciò cadere a sua volta sul letto; Bepo gli saltò improvvisamente addosso e strofinò il viso contro il suo stomaco, ma Sanji sorrise, grattandolo dietro alle orecchie. «Prendi poco in giro, tu».
    Zoro gli rifilò un'occhiataccia, guardando male anche la palla di pelo che non faceva altro che strusciarsi contro il suo padrone. I suoi occhi verdi sembravano farsi beffe di lui e anche i miagolii di piacere ad ogni grattatina lo infastidivano, quindi si chiese quasi se non lo facesse apposta, quella stupida bestia. «Stupido gatto».
    «E adesso che diavolo ti ha fatto?» Sanji sollevò un sopracciglio e guardò il compagno, scorgendo qualcosa che lo fece ridere di gusto sotto il suo sguardo sconcertato. «Sei geloso, marimo-chwan?» gli domandò malizioso, facendo schioccare la lingua sul palato; Zoro arrossì e borbottò qualcosa fra sé e sé, incrociando le braccia al petto.
    «Che cazzate spari? E' un gatto!»
    «Ed è in braccio a me».
    «Questo lo so».
    «E si sta strusciando addosso».
    «Che c'entra?»
    «E gli sto facendo le coccole».
    Quella fu la steccata finale, giacché Zoro parve trasalire e la sua espressione cambiò radicalmente. Senza tanti complimenti, afferrò Bepo per la collottola e lo gettò sul letto, rischiando anche che il gatto, nervoso per quel trattamento ricevuto, si alterasse con lui e lo graffiasse bellamente; sotto lo sguardo sconcertato di Sanji, poi, annullò la distanza che li separava e poggiò le labbra sulle sue, lasciandolo spiazzato. Premette la lingua sul labbro inferiore e lo costrinse ad aprire la bocca per intrufolarsi dentro, sentendolo a poco a poco sciogliersi contro di lui e gettargli le braccia al collo, del tutto preso da quel bacio che li aveva legati così d'improvviso.
    Fu un bacio breve, in realtà, ma parve lasciare Sanji abbastanza ebbro da guardare Zoro con una strana espressione. «Il quinto è sempre il migliore», dichiarò poi in un sussurro ironico, e se in un primo momento Zoro aveva inarcato un sopracciglio, curioso e scettico al tempo stesso, ben presto si ritrovò a sorridere, poggiando la fronte contro quella del compagno.
    «E a quanti siamo, ricciolo?»
    Sanji abbozzò un sorriso, ricambiando il suo sguardo da quella posizione. «Tre», affermò divertito. «Quindi ti conviene rimediare, marimo».
    «Contaci», sghignazzò, gettandosi famelico sulle sue labbra. I compiti avrebbero anche potuto aspettare
.






_Note inconcludenti dell'autrice
Questa flash la dedico alla mia ragazza, che sta sempre a fare compiti di inglese anche in estate! (?)
Scleri miei a parte, come al solito si tratta di una AU, però il pensiero di questi due in un universo alternativo che faccia in qualche modo comprendere la loro vita scolastica mi diverte.
Non sono il tipo che ama molto le commedie scolastiche - insomma, dipende molto da come sono gestite e se non si tratta sempre dei soliti cliché, un po' stile Great Teacher Onizuka, per farla breve... quello si che mi diverte e mi piace come genere -, però se si tratta di questi due e di momenti un po' alla slice of life posso fare un piccolo strappo alla regola ed ecco che cosa ne esce fuori *sclera*
Okay, la pianto di scrivere cose senza senso, anche perché gira e rigira non ho detto nulla di nuovo.
Come sempre, commenti e critiche sono ben accetti
Alla prossima. ♥


Messaggio No Profit
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: My Pride