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Autore: HacchanADL    11/08/2013    3 recensioni
Shampoo e Mousse dovranno affrontare cose che mai avrebbero immaginato. Per Mousse, questi eventi riaffermeranno soltanto il suo amore per Shampoo, ma per lei... potranno questi avvenimenti aiutarla a scoprire a chi davvero appartiene il suo cuore?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mousse, Shan-pu
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa fanfiction non è opera mia, ma è stata scritta da un autore di fanfiction.net, Dr Facer. Tutti i diritti appartengono a lui, compresi i personaggi di sua creazione. Il mio impegno è stato quello di tradurla per condividerla col pubblico italiano, ovviamente dietro suo consenso.
Qui potete trovare il secondo capitolo in lingua originale: http://www.fanfiction.net/s/3217138/2/La-Saga-de-Shampoo-y-Mousse
 
Ranma ½ e tutti i suoi personaggi sono proprietà della Star Comics e di Rumiko Takahashi.
La maggior parte della storia si sviluppa in Cina e, pertanto, molti dei dialoghi sono in cinese e per questo motivo Shampoo quasi non utilizza il suo giapponese storpiato nel parlare.
 


Capitolo 2
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Shampoo finì di preparare le sue cose e s’infilò il pigiama; la giovane era ancora infastidita a causa della missione che le aveva inviato il consiglio, ma doveva compierla affinché non venisse espulsa dal villaggio delle amazzoni. Dopo aver sfatto il suo letto, Shampoo cercò di calmarsi. Detestava andare a dormire irritata, le causava sempre degli incubi.
«Però quelle vecchiacce me la pagheranno per questo» mormorò la giovane amazzone prima di prendere sonno.
Mousse aveva preso la situazione molto meglio di Shampoo, dato che non solo aveva l’opportunità di trascorrere molto tempo da solo con la sua amata, ma sarebbero stati inoltre molto, molto lontani da Saotome e ciò significava che se avesse giocato bene le sue carte, avrebbe potuto finalmente dimostrare a Shampoo chi fosse in realtà l’uomo della sua vita!
«Alla fine, il destino mi ha dato l’opportunità di far sì che le cose siano come debbano essere, farò vedere a Shampoo che sono io l’uomo col quale dovrebbe sposarsi!».
Intanto, al piano di sotto, Cologne e il padre di Shampoo erano seduti insieme a un tavolo del ristorante e bevevano un po’ di sakè, come normalmente facevano tutte le notti della domenica.
«Non avrei creduto che la mia piccola ricevesse la sfida così prematuramente» disse il padre di Shampoo.
«Ha già sedici anni e presto compirà i diciassette, è ora che affronti la sfida» rispose Cologne, «sembra che ti sia dimenticato che tu e sua madre affrontaste questa prova quando avevate la loro stessa età».
«Questo fu parecchio tempo fa, Cologne».
L’anziana s’incupì. «Credo ancora che sia stata colpa tua se mia nipote fallì la prova».
«Ancora con questa storia?» esclamò lui. «Perché dice così?».
Cologne sospirò un po’ seccata dal ricordo. «Come se non lo sapessi» gli rispose. «La corteggiasti fino al punto che non accettò le tue avances mentre vi trovavate da soli nel labirinto. Non avevi pudore allora e non ce l’hai neanche ora».
«Sua nipote non si è mai lamentata di questo» replicò il padre di Shampoo dopo aver bevuto un sorso di sakè. «Difatti, credo che sia stata molto felice con me».
Cologne si limitò a borbottare la sua delusione.
«D’altronde, sono riuscito a vincere sua nipote in combattimento, Cologne; mi ci saranno voluti più di trecento tentativi, ma alla fine ce l’ho fatta».
Cologne tornò a borbottare la sua disapprovazione.
«Anche se…» cominciò lui, «non so che pensare. Mai avrei immaginato che la mia Shampoo avrebbe dovuto affrontare questa missione».
«La sfida del labirinto esiste per una ragione» affermò Cologne. «Il suo obiettivo è purificare il corpo e la mente di tutte le giovani amazzoni».
«Allora perché la nostra famiglia è l’unica di Joketsuzoku a doverla intraprendere?».
«Non sei ancora pronto per saperlo» rispose l’anziana che, dopo aver terminato il suo sakè, si diresse verso le scale. «Credo di aver bevuto a sufficienza per oggi, buonanotte!».
«Già, buonanotte» disse lui e cominciò a pulire i tavoli.
Il giorno seguente…
«Barca essere uno schifo!» piagnucolò Shampoo alla vista dell’imbarcazione sulla quale avrebbe viaggiato in rotta per la Cina.
«Certo appare molto squallida» aggiunse Mousse dopo aver inforcato i suoi occhiali.
«No potere Shampoo viaggiare in barca migliore?» domandò la ragazza.
«No, tutto questo fa parte della sfida» spiegò la vecchia amazzone.
«Però…» cominciò la giovane amazzone.
«Basta così, Shampoo! Andrai su questa barca e non si discute!» le urlò Cologne, cosa che l’anziana non faceva quasi mai. «Sali una buona volta!».
Imprecando silenziosamente, Shampoo salì sulla nave. Camminava lentamente e senza entusiasmo, ignorando le occhiate lascive dei marinai. Sospirando, la ragazza arrivò alla coperta e si sedette sulla sua valigia.
Mousse, che non stava indossando le sue lenti, finì per essere portato sull’imbarcazione dal padre di Shampoo; una volta a bordo, il ragazzo decise di incontrare la sua amata. Da quando la nave era salpata e Mousse cominciò ad ascoltare ciò che dicevano i marinai, non poté evitare di sentirsi furioso. La maggior parte dei membri della ciurma commentava quanto bella potesse essere Shampoo nuda. Al giovane maestro delle armi occulte non piaceva per niente, cosicché, controllando il desiderio di prendere a calci nel sedere tutti i marinai del vascello, continuò a cercare Shampoo.
Diverse ore più tardi Shampoo, che da allora era rimasta seduta sulla sua valigia, si domandò per prima cosa dove fosse Mousse; si sentiva annoiata e aveva voglia di chiacchierare con qualcuno, ma il suo compagno di viaggio non era nelle vicinanze. Senza niente di meglio da fare, Shampoo continuò a fissare le onde del mare. La ragazza era talmente seccata da non accorgersi neppure quando un gruppo di marinai, dodici in tutto, si avvicinò alle sue spalle.
«Ciao, bambolina» la chiamò uno dei marinai, utilizzando un rozzo dialetto mandarino. «Non ti senti sola soletta?».
Shampoo si girò è squadrò i marinai che la circondavano; la giovane sorrise maliziosamente, la situazione poteva farsi interessante.
«No, sto bene» rispose Shampoo passando dal giapponese al cinese. «Potete anche andare» disse loro tornando a rivolgere il suo sguardo al mare.
«Però, bambolina, volevamo solo farti compagnia» disse un altro marinaio.
«Sì, buona compagnia!» fecero eco gli altri uomini.
Shampoo incrociò le braccia. «Beh, io non voglio che voi mi stiate attorno».
«Non puoi rifiutarti» risposero i marinai che avanzarono verso la ragazza con occhi pieni di lussuria.
Shampoo rimase immobile, aspettando che i marinai facessero la prima mossa. Non dovette aspettare molto, il più audace del gruppo si avvicinò e tentò di toccarle il seno. Facendosi beffe della sua stupidità mentre schivava le mani del marinaio, la giovane amazzone colpì violentemente il petto dell’avversario col suo palmo, rompendogli tre costole e lasciandolo incosciente allo stesso tempo.
«Volete ancora farmi compagnia?» chiese loro Shampoo.
I marinai vacillarono un istante, non capendo come quella ragazzina fosse capace di fare qualcosa come quella appena vista.
«Che vi succede?» domandò Shampoo, «non volete più giocare?».
Uno degli uomini, quello che a prima vista sembrava il leader del gruppo, fece un passo avanti. «Ascoltate ragazzi, è solo una bimbetta, ha avuto solo fortuna, ecco tutto!».
«Certo!» gridarono gli altri.
«Non avrà possibilità contro tutti allo stesso tempo!» gridò il leader.
«Le daremo una lezione!» esclamarono i marinai.
«Prendetela ragazzi!» urlò il leader e attaccò Shampoo. Gli altri marinai seguirono l’esempio del loro capo e si lanciarono contro la giovane, alcuni brandendo coltelli, altri scope mentre uno di loro una fune.
«Ti insegneremo a non metterti contro di noi!» urlarono mentre attaccavano.
La giovane amazzone schivò la prima ondata di attacchi per poi saltare alle spalle dei marinai.
«Come siete lenti. Non siete altro che un branco di ubriaconi pervertiti!». La ragazza si prese gioco di loro e si mise in posizione d’attacco, aspettando il seguente assalto avversario, il quale arrivò immediato.
Alla fine, a Shampoo occorsero meno di trenta secondi per finire i suoi avversari; diversi calci, un paio di ganci e tre pugni furono tutto quello che le necessitarono per sbaragliare il gruppo di marinai. Quando la lite terminò, non aveva neppure sudato. L’unico marinaio rimasto in piedi era il leader del gruppo, poiché Shampoo lo aveva tenuto in serbo per il finale.
«Datti una calmata, reginetta! Volevamo solo giocare con te!».
«Ma davvero?» disse Shampoo mentre si avvicinava al marinaio, gli occhi pieni di furia.
«Per favore!» gridò lui. «Non farmi del male!».
Shampoo era giusto di fronte al marinaio e lo fissava tagliente. «E cosa pensavate di fare, tu e i tuoi amici ubriaconi, con me?» gli domandò. «Non credi che anche questo avrebbe potuto farmi male?».
«No… perché tu… tu sei una donna… questo dovrebbe piacerti e…!».
WHOK!
Il marinaio non poté finire la frase, che un poderoso calcio di Shampoo al suo inguine gli tolse le parole di bocca e lo lasciò raggomitolato al suolo. Senza poterlo evitare, l’uomo cominciò a piangere e urlare in preda al terribile dolore.
Shampoo afferrò il marinaio per il collo e lo sollevò per guardarlo negli occhi. «Sei un porco» sibilò, «dillo, di’ che sei un porco».
Nonostante il dolore fra le sue gambe e la mancanza d’aria, il marinaio s’infuriò. Come poteva una ragazzina trattarlo così? Chi si credeva di essere?
Shampoo strinse la presa e l’uomo sentì che il suo collo era sul punto di rompersi. «Di’ che sei un porco» gli ordinò.
«Chi… sei… tu?» domandò il marinaio.
«Sono un’amazzone e tu sei lurido porco» rispose lei aumentando la pressione sul suo collo. «Lo dici, sì o no?».
Il marinaio lottava per respirare e, come sentì pronunciare la parola “amazzone”, cominciò a tremare di paura. Aveva ascoltato storie terribili sulle amazzoni cinesi e ciò che erano solite fare con i loro nemici. Sudando freddo, cominciò a temere per la sua vita.
«Sono… un… porco…» riuscì a proferire e, quasi immediatamente, la pressione sulla sua gola scomparve. Senza forze, l’uomo cadde di schiena, tossendo come un disperato.
«Non era poi tanto difficile, no?» disse Shampoo mentre sollevava la sua valigia. «Non sottovalutare mai più una donna, non hai idea di quanto pericolose possiamo diventare» e con questo avvertimento la giovane amazzone lasciò la coperta.
Mousse riuscì finalmente a uscire dalla sala macchine, detestava quando i suoi gravi difetti visivi gli causavano questo tipo di problemi. Era finito per inseguire un marinaio dai capelli lunghi pensando che fosse Shampoo fino a quando non furono entrati nella sala macchine dove il marinaio, stanco di essere pedinato, domandò a Mousse se non avesse “particolari inclinazioni”. Mousse, allora, cercò di giustificare il suo errore con una scusa stupida che non fece altro che far infuriare il marinaio e ben presto tutto si risolse in una lotta che il giovane maestro delle armi occulte vinse facilmente.
«Sei lì!» gridò Mousse quando scorse qualcosa che gli sembrava la chioma di Shampoo. Il ragazzo corse in quella direzione e abbracciò con tanta forza ciò che aveva visto da romperlo con uno scricchiolio. Perplesso, Mousse si domandò come ci fosse finita una scopa rotta fra le sue mani.
Shampoo si portò una mano alla tempia quando avvistò Mousse. L’idiota aveva appena rotto una scopa e la cosa più offensiva era che sicuramente l’aveva confusa con lei. La ragazza gli si avvicinò e gli tirò una forte sberla sulla testa. «Credi forse che io somigli ad una scopa?!» gli urlò con rabbia.
Mousse si girò e s’infilò i suoi occhiali. «Shampoo!» esclamò lui. «Ero così preoccupato per te!».
«Giù le mani» disse Shampoo tirando una pedata in faccia a Mousse per evitare che la abbracciasse.
«Ma ti sto cercando da ore!» protestò il ragazzo.
«Probabilmente non ti sei sforzato molto!» ribatté lei ricordando l’incidente con i marinai. «Adesso seguimi e cerca di non perderti!».
«Per chi mi hai preso? Per Ryoga?» replicò Mousse cercando di fare una battuta.
Shampoo, tuttavia, non ne colse l’ironia. «Ryoga è un uomo molto migliore di te!», gli rispose senza contenersi.
Il giorno successivo fu Mousse a svegliarsi per primo; aveva dormito nella sua forma di papero dentro una gabbia in un angolo della cabina di Shampoo. Rivolgendo lo sguardo al letto, si rese conto che la sua amata dormiva ancora. Sospirando, il papero rovistò fra le sue piume finché non ne estrasse un grimaldello che usò per aprire la gabbia. Diversi minuti dopo, Mousse, ora nella sua forma umana, osservava la bellezza dormiente che era Shampoo. Per un istante, il ragazzo pensò di poterla svegliare con un bacio, ma presto scacciò via quell’idea; la possibilità di essere malmenato duramente già di prima mattina non lo attraeva molto. Di conseguenza, uscì dalla cabina e si diresse verso la coperta. Una volta giuntovi, indossò le sue spesse lenti e, proprio come si aspettava, riuscì a scorgere le coste della Cina all’orizzonte.
Guardandosi attorno, Mousse notò che molti dei marinai zoppicavano e uno di loro non smetteva di massaggiarsi il collo. Il ragazzo decise che qualsiasi cosa avessero fatto i marinai la notte scorsa non gli importava e preferì pensare che ben presto sarebbe stato da solo con Shampoo in un labirinto immenso. Sapeva che dovevano soltanto portarvi quella stupida statua al centro, ma, durante il cammino, molte cose fra loro potevano accadere.
Non molto tempo dopo che Mousse avesse cominciato a immaginare tutto ciò che poteva fare per impressionare Shampoo nel Labirinto Spirale, l’amazzone dai capelli azzurri uscì sul ponte, facendo sì che quasi tutti i marinai fuggissero alla sua vista. La ragazza sorrise, compiaciuta nel notare che quegli inutili ubriaconi avevano imparato la lezione. La giovane amazzone scorse Mousse e camminò fino a rimanergli affianco. Shampoo non disse nulla, dal momento che siccome il suo udito e il suo olfatto erano molto sensibili, Mousse aveva sempre avuto l’abilità di sapere quando lei gli si avvicinava anche se, sfortunatamente, lui non utilizzava mai questa capacità quando si trattava di cercarla.
«Buongiorno» salutò Mousse.
«Buongiorno» rispose lei.
«Presto saremo a casa» disse lui.
«Sì, ne è passato di tempo».
«Sarà fantastico poter rivedere tutti a Joketsuzoku».
«Non andremo al villaggio» puntualizzò Shampoo. «Andremo direttamente al Labirinto Spirale».
«Ma io voglio vedere i miei genitori!».
«Non abbiamo tempo per questo» gli ricordò lei. «Voglio farla finita con tutto questo il prima possibile, hai capito?».
«Sì, capisco».
«Bene» replicò Shampoo, che allora notò che la baia Tong Po era già ben visibile. «Ehi… sbaglio, o la nave si sta muovendo più rapidamente?».
«Così sembra» considerò Mousse. «Mi domando perché».
Nella sala macchine, dodici marinai stavano buttando carbone più veloce che potevano nella caldaia della vecchia macchina a vapore.
«Portate immediatamente più carbone!» ordinò un marinaio con un orribile livido sul collo. «Prima quest’amazzone scende dalla nave e meglio è!».
«Sì, signore!» risposero gli altri marinai.
 


E fuori due! :D Scusate l'attesa interminabile, ma è stato un periodo molto movimentato per me (compleanno mio e di altri, parenti in visita, gite, ecc..). Spero davvero di riuscire a scrivere gli altri capitoli in un tempo più breve e soprattutto con continuità.
In questo capitolo abbiamo visto una Shampoo molto simile a quella del manga, vendicativa e quasi sadica, abbastanza inquietante direi; giustifico il suo comportamento come tipico della stirpe amazzone di cui lei fa parte in una situazione di legittima difesa (o quasi). Mousse, invece, lo trovo molto romantico e sincero, direi quasi più profondo del solito. Del resto, siamo abbastanza lontani dalla comicità quasi demenziale di Ranma 1/2, nonostante non siano state apportate considerevoli modifiche alle personalità dei personaggi, mentre a mio parere l'atmosfera che si respira ricorda un po' quella di Inuyasha, senza però spargimenti di sangue inopportuni.
Un grazie a tutti coloro che hanno deciso di seguirmi e recensire la storia e in particolare all'autore di questa fanfiction, Dr Facer, per avermi dato il permesso di tradurla (olvidé de darte las gracias en el primer capitulo, asi' que estoy haciendolo ahora :) ).
Un abbraccio e al prossimo capitolo!
   
 
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