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Autore: Faffy    19/02/2008    4 recensioni
Fanfiction confusa, molto strana, direi. Non anticipo i personaggi, perchè so già che quando la leggerete mi odierete a morte. Nata mentre scrivevo "Don't phunk with my heart". Come nasce il fuoco.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura, Touya/Toy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Da Touya

Da Touya

 

 

Se Sakura aveva voluto suicidarsi, e questo era decisamente chiaro, era stata davvero molto stupida a farlo in quel modo. Da quanto avevo capito aveva tentato di strangolarsi da sola, ma aveva perso i sensi molto prima dell’effettivo pervenire della morte che pareva agognare. Voleva sembrare… poetica? Romanzesca?

L’oro rabbuiato e marcio del tramonto gocciolante nella nebbia di macabre armonie cromatiche era la sinfonia di violino perfetta per la sua dipartita. Dolce, sfumata, cupa, soffocata nel buio! Oh! Soffocata! Che parallelismo Sakura, sei la solita megalomane.

Mia sorella era sempre stata così: troppo trasognata e originale per accontentarsi della normalità, o anche solo di quello stupido cinesino del cavolo. La notte non aveva fatto in tempo ad incombere possente scivolando come pioggia sui tetti polverosi, che avevo ritrovato la mia sorellina a terra.

Aveva lividi sul collo a forma di dita, era svenuta e subito dopo aveva ripreso a respirare regolarmente. Al massimo in quel modo, forse, aveva ottenuto di essere diventata una disabile sbavante per casa, per via della prolungata mancanza di ossigeno al cervello. Splendido, sorella, sei un genio! Non sapevo neanch’io perché l’avevo abbracciata dato che l’odiavo. Era una stupida romantica… ottima scenografa, avrei dovuto ammettere, ma non aveva troppo sale in zucca. Stavo aspettando che si risvegliasse, in quel momento, per vedere cosa le era successo.

Sakura aveva tentato di baciarmi. Anzi lo aveva fatto. Quella sciocca. Forse stavo pensando quelle cose orribili per il disgusto. L’umiliazione. Che diavolo ne so. Con le tenebre e le ombre qualcosa era calato sulla mia testa e la mia gola come un martello che preme per schiacciare il chiodo. L’aria in camera di Sakura era irrespirabile e forse, in quelle condizioni, sarei soffocato anche io. Sarei diventato un cretino su una sedia a rotelle, strabico e balbettante. Immaginai per un attimo la scena con una smorfia di ribrezzo.

Touya-Touya tu sei pazzo! Cantilenai in un sussurro. Da piccolo sognavo sempre la festa della fioritura: sognavo i giardini e i ciliegi in fiore. Gocce di pioccia lenta mi inumidivano il volto uniti alla cascata di petali che gli alberi piangevano malinconicamente.

Se mi fossi messo a girare su me stesso avrei riempito la mia testa dell’azzurro firmamento, del vorticare dei petali e del loro profumo. Mi sarei spezzettato in cento sensazioni dimenticando chi ero.

Per sempre.

Poi c’era una Geisha con una maschera che le copriva gli occhi, un abito lungo riccamente ricamato che mi offriva da bere dalla sua mano acqua piovana. Poi sentivo stridere nelle mie orecchie. Fracasso di croci mi aveva suggerito il mio cervello, quando provai, da sveglio, a darne descrizione. Ecco. Fino a quattordici anni avevo amato la mia Geisha, benché Yukito mi prendesse regolarmente in giro. Poi con lui fu diverso anche se poco serio a dire il vero: il pudico rossore si univa al sudore in strani giochi che l’adolescenza ci aveva imposto come impellenti bisogni. Ma avevano, infondo, una forma così concreta tali momenti furiosi quanto delicati? Se tu fossi morta sorella… saresti stata la solita inutile stupida…

Quando vidi che stava riaprendo gli occhi mi alzai e uscii dalla camera.

Ragazzina ringrazia la tua sorte.

Falena mietitrice di sangue.

Le soleil s’est couvert d’un crépe. Comme lui,

O Lune de ma vie!Emmitoufle-toi d’ombre ;

Ricordai a memoria.

Dormi, fuma a piacere, sii muta, opaca e affonda.

Intera nella noia dei tuoi recessi bui.

Charles Baudelaire, Le Possédé: l’ossesso, la prima cavolo di quartina, ripensai accendendomi una sigaretta in cucina, mentre il vento della finestra scuoteva le tende.

“Je t’aime ainsi!” aggiunsi con un guizzo divertito, senza accorgermi che Sakura aveva scostato la porta scorrevole facendo debolmente capolino.

Ti amo così!

Tradussi intimamente con profonda malinconia.

Ti amo così perché non faccio che cercare gli amori più erronei sai?

Più…

“Touya…”

…Maledetti!

“Non sei molto intelligente, davvero!” mormorai.

Era così sensibile quella ragazza: ogni parola aveva il potere di scuoterla, così come il solo sfiorar l’acqua ne tormenta la limpida superficie.

“Scusa tanto se ti amo!”

Scusa se ti amo puttana…

Non è vero bambina, sei una bugiarda: sei solo una mocciosetta ipersensibile alla ricerca di emozioni e nulla più! Nulla più…

Io? Io non amo davvero, io sono morboso, fondo cellule come un chimico folle. Sai che significa Alchimia?

Al- fa riferimento al divino e origina anche il nome Allah e -chimia sarà certamente una radice o roba simile di chimica: la chimica di Dio, l’assoluta conoscenza. La conoscenza non è di Dio, ma di Satana, Dio ha punito il desiderio di conoscenza di Adamo ed Eva.

Io voglio essere alchimista: conoscitore delle ombre più oscure di questa terra, dei meandri più reconditi e sperduti delle tue viscere e delle tue lacrime amor mio.

Lo sai in che modo amo io? Ce l’hai presente lo sterminio delle streghe? Ecco, quello per me è la più meravigliosa dichiarazione d’amore che gli uomini esposero alle donne a quel tempo. Non si distrugge, forse, quanto si ama?

Io amo distruggendo e tu vieni qui col tuo musetto bagnato di lacrime gridandomi di parlarti perché ti stai maledettamente umiliando, davanti a me e al mio sorrisino scettico.

O mon cher Belzébuth, je t’adore!

Baudelaire era un genio, ma tu inorridiresti a tali strofe bambina.

Sono stato per te il fratello, non istigarmi ad essere per te solo un uomo o perderai la tua anima, piccola falena a pel d’acqua…

Io mi perdo…

“… nei tuoi occhi” riesco a mormorare ridendo di me stesso.

Annego… nelle… tue… lacrime…

“Ancora!”

Hai paura Sa-chan? Sorellina!

Lasciami delirare vampiro dell’anima mia! Fanno ancora ridere i clown quando sono macabri?

No piccola? Non ridi più?

“Sei mia sorella” ridacchiai. “Che ti salta in mente?” bisbigliai imitando l’antico tono fraterno.

Hai tentato di ucciderti per la vergogna di avermi baciato… in tutti questi anni ci siamo visti nudi, abbiamo mangiato e dormito insieme e vissuto giorno dopo giorno, mentre tu nutrivi la mia morbosità ed intanto divoravi il mio spirito.

Ti amo, sì, ma in modo sporco, e mai come so che desidereresti. Perché tu non mi conosci troia…

“Riesci a vedermi come una sorella, e non come una donna?” mi gridò contro.

“Semplicemente…”

“Noto che il fiato ti è tornato in gran carriera” dissi ironico.

“Donna tu? A sedici anni non credo proprio tantomeno dopo che per anni hai tentato di convincermi su assurdità su carte e magia! Sentiti! Donna!”

Ora ero seccato, in più era tardi e dovevamo apparecchiare dato che nostro padre sarebbe rincasato a breve.

“Touya, mi spaventi, non capisco!”

“Beh è ora che tu lo faccia!” sbottai irritato prendendo la tovaglia.

“Sei mia sorella e ciò che hai fatto ed il tuo tentato suicidio…” dissi stendendo la tovaglia.

“… mi disgustano”

Ora fuggi in camera. Non ti ammazzerai: te ne vergogneresti ora te ne accorgi anche tu che sembreresti patetica.

I tuoi occhi verdi e lucenti come il mare, la tua pelle chiara con cui paiono fondersi ed il rosa più accennato delle tue labbra lucide… i tuoi capelli chiari perennemente corti e morbidi al tocco…

Risvegliano solo demoni.

Non pretendere da me.

Io non sono normale Sakura.

Posso esserlo come fratello sognando di notte le violenze sul tuo corpo e sorridendoti la mattina dopo…

Non lo vedi? Sono polvere perduta e sparsa, sono cenere. Mia casa è una statua di un angelo col violino che di notte aprirà gli occhi e sgozzerà gli amanti nel sonno.

Sono pietra Sakura.

Pietra sulla tua pelle e sulla tua anima.

Pietra sarai con me.

Pietra sarai come me.

Anima angelica sed non satiata…

Mi abbracci mentre ti do le spalle insistendo pietosamente.

Rinnegami come Caino!

Rinunzi a Satana?

Rinnegami come Giuda!

Rinunzi a Satana?

RINNEGAMI!

 

                                I tuoi baci ridarebbero vita

                               al cadavere di quel tuo vampiro

 

Rinunzi?

DILLO!
RINUNZI?
DILLO!

“RINNEGAMI” esplosi distrutto.

Sakura si staccò da me spaventata, mentre il battito frenetico del mio cuore mi spingeva, o così parve a me, in aventi la cassa toracica.

Sakura si allontanò terrorizzata.

“… e avrai salva l’anima” completai in un mormorio atono, mentre colei che amavo…

Andava via…

Perduta… e non l’avrei mai avuta.

Addio amore

 

 

 

 

 

  
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