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Autore: wilderthanthewind    14/08/2013    1 recensioni
[Youthkills]
[Youthkills]Fanfiction scritta insieme a @tearsofsky.
Nel suo sorriso si leggeva quella dolcezza che solo con lei mostrava. Lei, Sophie.
Il volto rigato dall'impotenza, il naso rosso per l'inadeguatezza, le labbra piene d'amarezza.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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HARD TO LOVE

Capitolo 2

Sette del mattino.
Vocalizzi e accordi di chitarra.
Sophie aprì gli occhi, cercando di capire chi o cosa, ma soprattutto perché, l'avesse svegliata. Si stropicciò ripetutamente gli occhi e si alzò leggermente, appoggiandosi sui gomiti. «Andy... che... ore sono?», fu tutto ciò che riuscì a dire, ancora assonnata. «Le sette. Buongiorno, Sophie», rispose allegramente Andy. «E perché?», chiese sbadigliando. «Perché sono le sette, dici?», disse divertito il ragazzo. Sophie indicò la chitarra ed Andy gridò un lungo «Aaah», come se prima non avesse capito. «Ecco, vedi, mi piace quando mi chiedi che ore sono ancora dormendo», poi si avvicinò al letto per darle un bacio sulla guancia. «E poi abbiamo una nuova canzone, volevo fossi la prima ad ascoltarla», proseguì, questa volta dolcemente, con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.
«Oh, Andy. Tu sei pazzo, ma ti amo tanto per questo. E stanotte ho dormito poco»
«Cosa è successo?», chiese preoccupato.
«Oh, niente di che. Qualche pensiero insistente»
«Ti va di parlarne?»
«Niente di speciale, davvero!», rispose sedendosi sulle sue gambe e mettendogli le braccia attorno al collo, con un grande sorriso. «Hey, ma tu devi ancora farmi sentire la nuova canzone!», gridò, cercando di cambiare discorso. Andy si alzò, facendo sedere la ragazza sul letto, e afferrò nuovamente la chitarra. Si sedette e girò qualche chiave, per poi iniziare a suonare una melodia interessante. «Allora, come s'intitola?», chiese Sophie curiosa ed entusiasta. «Non abbiamo ancora deciso, a dire il vero», rispose Andy grattandosi la testa. «Che ne dici di Hard to love?», propose pimpante, come un bimbo che sceglie il nome del suo nuovo pupazzo. Andy si alzò e le si avvicinò soddisfatto, cominciando a baciarla. «Beh, spero che tu non sia hard to love», sussurrò tra un bacio e l'altro, mentre si spogliavano lentamente.
Andy si posizionò sopra di lei, lasciandole una scia di baci che partivano dal collo fino ad arrivare al suo reggiseno di pizzo nero, che le tolse lentamente, stuzzicando poi con le mani e la lingua i seni. Piano piano tornò su, passando ai suoi fianchi, torturando l'elastico degli slip che sfilò, stavolta, velocemente. Lasciò che la ragazza gli togliesse i boxer, vedendoli finire insieme alla loro roba sparsa un po' per tutta la camera, mentre le loro bocche, le loro lingue danzavano giunte ancora una volta, prima che lui entrasse in lei con una spinta decisa ma allo stesso tempo dolce. Istintivamente Sophie cinse il bacino di Andy Jr con le gambe e mise le mani nella sua schiena, gemendo di piacere e mordicchiandosi un labbro ad ogni spinta, ogni volta sempre più veloce, forte, letale. Sentivano il piacere crescere nei loro corpi uniti, caldi, la loro pelle sfregava freneticamente, ansimavano mentre si lasciavano baci sulle labbra, mentre la ragazza si aggrappava alla schiena del suo fidanzato.
«Andy, i-io... sto...» gemette, inarcando la schiena, mossa dal piacere, mentre chiudeva gli occhi.
«S-Soph...» Andy diede un altro colpo e uscì da lei, venendo subito dopo e coricandosi, con un sorriso, vicino al corpo della sua amata. La guardò: era ancora più bella così ansimante, il corpo nudo e perfetto, la pelle chiara, i capelli arruffati, l'espressione un po' vaga e smarrita. L'abbracciò e stettero uniti sotto le coperte a coccolarsi per un po'.
«Ma tu te lo immagini il giorno del nostro matrimonio?», esordì in un sussurro, accarezzandole l'addome.
«Tu avrai il tuo vestito bianco e la tua coroncina di diamanti»
«E se non mi piacesse la coroncina?», lo interruppe scherzosa Sophie, voltandosi verso di lui e accarezzandogli il volto.
«Non m'interessa, te la metti lo stesso, perché sei bellissima e ti amo tanto. E poi in viaggio di nozze gireremo il mondo, andremo ovunque tu voglia, insieme. E poi avremo tanti figli»
«Solo due», lo interruppe nuovamente, continuando a sorridere.
«Che m'importa, tanto sei tu a partorire», e scoppiarono a ridere.
«Non ci sono parole per esprimere quanto ti amo, Andy»
Un ultimo bacio ed Andy si alzò per iniziare a vestirsi. «Fra un po' iniziano le prove. Ti va di venire?», chiese gentilmente. «Va bene, tanto mi hai già spogliata, mi hai tolto metà del lavoro», rispose Sophie ridendo, per poi avvicinarsi ad un comò; aprì il cassetto e scelse una maglia un po' larga e un paio di pantaloni neri, come piaceva tanto a Andy. Giunti alla sala prove, Sophie si sedette in un angolo dove erano posizionate alcune chitarre, affinché potesse ascoltare senza dar fastidio. Dopo aver provato diverse canzoni, i membri della band si concessero una pausa che la ragazza sfruttò per complimentarsi con quelle che, a suo parere, erano delle stelle nascenti. Non c'era qualcosa che non apprezzasse della musica degli Youthkills: amava ogni nota della tastiera, ogni accordo di James, ogni parola cantata da Andy. Quest'ultimo l'abbracciò e la baciò ovunque potesse, tra i sorrisi di tutti. «Siamo stati bravi?», chiese allegramente. «Non solo in questo siamo bravi», intervenne Tom malizioso, premendo qualche tasto della sua tastiera per noia, e scaturendo le risate di tutti i presenti. «A parte gli scherzi», interruppe Sophie, «siete davvero bravi. Sapessi suonare io così bene uno strumento!». La ragazza ingenua non immaginava quante risate avrebbe provocato con tale esclamazione, almeno finché Tom non sfoggiò nuovamente il suo umorismo. «Ma il microfono di Andy lo sai suonare benissimo», ribatté, e in un istante le morbide gote di Sophie arrossirono, mentre Andy rideva sotto i baffi. La ragazza guardò negli occhi del color del cioccolato di James, in preda all'imbarazzo, il quale cercò di schivare il suo dolce sguardo: alzò un po' la manica della giacca di pelle per vedere l'orologio. «Ehm, devo andare, ho un impegno», mormorò, e stropicciandosi gli occhi un po' lucidi si affrettò a raggiungere l'uscita.
Sophie si precipitò alla porta, con la scusa di «un bisogno urgente», e iniziò a inseguire per le scale James, dicendogli di fermarsi, ma il ragazzo sembrava non ascoltarla. Appena fuori dall'edificio camminarono lungo il vialetto a passo veloce, la ragazza che cercava di affiancarlo ma lui che velocizzava sempre di più la camminata. Arrivati davanti ad una macchina nera, si fermò.
«James, mi vuoi dire che ti prende? Perché sei scappato così? E perché mi eviti?» fece Sophie quasi esasperata, incrociando le braccia al petto.
Il chitarrista si voltò, mostrandole una faccia smarrita e triste, risentita, cupa. Si guardò intorno, prima di guardarla negli occhi per alcuni secondi. Girò i tacchi, salì sulla macchina e andò via, lasciando l'altra spiazzata. Continuava a fissare il punto dove prima era il suo amico, non capendo minimamente ciò che fosse successo. Sospirando esasperata salì su, raggiungendo il suo ragazzo.
 
  
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