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Autore: LadyDenebola    16/08/2013    2 recensioni
"In quel momento sollevò il capo nella loro direzione, e Marina avvertì su di sé uno sguardo scuro e luminoso passarle da parte a parte". I nani di Thorin giungono a Minhiator, piccola città a ovest di Erebor, per liberarla dagli orchi e rafforzare l'amicizia fra i due popoli. Marina è una giovane assetata di avventure e leggende, diversa dall'immagine di donna umana che i nani hanno sempre avuto. Ambientato prima dell'arrivo di Smaug.
I personaggi e le ambientazioni appartengono in buona parte all'incommensurabile genio di Tolkien, io mi limito ad aggiungere il mio tocco (sperando di non fare casini). ^___^
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balin, Dwalin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tom, Rio, Will e Marina fecero rapidamente colazione e seguirono Alex su per la collina, diretti al palazzo del Sovrintendente.
La cittadina di Minhiator si sviluppava in altezza, su per una collina coltivata ai cui piedi scorreva un ruscello, minuscolo affluente del Fiume Fluente. Tutto attorno si estendeva la foresta e, più a est, si scorgeva la Montagna Solitaria, la vetta più alta visibile a miglia di distanza e che incuteva non poca soggezione.
A quell’ora la città iniziava a svegliarsi. Le botteghe aprivano i battenti e iniziavano a sentirsi i primi rumori tintinnanti di ferro battuto o i crepitii dei primi fuochi nelle fornaci, mentre nelle stradine laterali venivano allestite bancarelle di frutta e verdura.
Il palazzo del Sovrintendente era una struttura a tre piani, che dominava tutti i lati della collina e si affacciava in particolare su uno strapiombo alto decine di metri, nel quale rimbombava il cupo ruggito del ruscello che deviava proprio lì sotto.
I ragazzi superarono rapidamente le alte siepi e i nodosi pini che occupavano buona parte del giardino, ed entrarono in un immenso corridoio in legno scuro. Alex li precedette oltre un alto portone di quercia che li immise in una lunga sala semicircolare, anch’essa pavimentata in legno e sempre di legno erano le travi sul soffitto, ma lungo le pareti correvano robuste colonne di pietra grigio-perla che attenuavano l’aspetto rustico dell’ambiente, rendendolo più principesco.
In fondo alla sala, oltre un tavolo posto su un lato, c’era un piano rialzato sul quale si ergeva un’alta poltrona foderata di cuscini cremisi. Vi sedeva un uomo con folti capelli corvini, alto e robusto, vestito con un semplice paio di pantaloni scuri, una camicia e un gilet di pelle. Accanto a lui stavano ritti alcuni uomini molto più anziani che scrutarono i nuovi arrivati con un cipiglio severo, e, a tratti, quasi di sufficienza.
<< Avete saputo qualcosa di nuovo? >>esordì Tom senza tante cerimonie né badando agli sguardi scandalizzati e irritati degli anziani consiglieri. Anzi, Marina avrebbe giurato che Tom si divertiva, ogni volta, a usare quel tono confidenziale con suo cugino in presenza dei consiglieri, che non avevano mai approvato il fatto che il Sovrintendente continuasse a usare quei modi con i suoi amici di infanzia. Ma, fortunatamente per tutti gli altri, Philip non aveva la minima intenzione di assumere un atteggiamento più altero solo perché adesso era Sovrintendente.
<< Ci sono squadre di orchi che marciano da sud, in numeri che vanno da cinquanta a trecento e armate fino ai denti >>rispose Philip.<< Avevo inviato dei perlustratori che sono tornati stanotte. I gruppi più vicini si trovano ancora a qualche centinaio di chilometri da qui, ma già hanno devastato tutti i villaggi che hanno incontrato. Nessuno ha avuto il tempo di mandare messaggi d’aiuto, e pare che qui a nord ancora non si sia diffusa la notizia >>
<< Volevamo mandare dei messaggeri a Dale ed Erebor >>continuò Alex sfogliando alcune mappe sparse sul tavolo.<< Sono gli alleati più vicini che abbiamo, e se gli orchi continuano a marciare a questo ritmo, nel giro di due giorni ce li ritroveremo addosso >>
<< Ma di solito non viaggiano di notte? >>si intromise Marina.
<< Dovrebbero >>rispose Philip scrollando le spalle,<< ma questi si muovono troppo velocemente per qualcuno che si sposta solo di notte. Anche quelli che avete incontrato voi ieri >>aggiunse guardando Tom, Rio e Will,<< erano in giro nonostante fosse giorno. Dobbiamo sbrigarci anche noi. I messaggeri per Dale ed Erebor partiranno fra un’ora e ancora dobbiamo organizzare i nostri uomini >>
<< Sei sicuro che Dale ed Erebor risponderanno? >>domandò Rio.
<< Devono. Se non ci aiuteranno si ritroveranno comunque gli orchi sotto casa. Tanto vale combatterli fin da subito e sperare di fermarli qui, no? >>
<< Mio signore >>Un ometto calvo si fece avanti con un profondo inchino,<< non sarebbe invece il caso di avvertire soltanto Dale? Dopotutto, i nani non avrebbero alcuna ragione per combattere gli orchi >>
<< E perché? >>esclamò Tom, precedendo Philip.
L’uomo lo guardò con una vaga smorfia di disgusto mentre rispondeva:<< Re Thror si trova al sicuro nella sua montagna insieme a tutta la sua gente. Probabilmente lascerà che siano gli uomini a fermare gli orchi e interverrà solo nel caso in cui fallissimo. Tanto vale combattere questa battaglia senza di lui >>
Alcuni consiglieri annuirono con un mormorio compiaciuto, ma Philip scosse la testa, la fronte aggrottata.
<< Sarebbe stupido non chiedere anche l’aiuto dei nani >>disse, sfoggiando la stessa schiettezza di Tom.<< I nani di Erebor sono una razza leale che non negherebbe un favore per tutto l’oro del mondo e che non pretende in cambio nient’altro che la stessa lealtà che ha dimostrato ai suoi amici. Hanno il diritto di essere informati. E >>concluse con un’occhiata maliziosa,<< potrebbe essere un’ottima occasione per rafforzare i rapporti con re Thror, consigliere Martens >>
L’ometto chinò la testa in segno di sottomesso assenso, ma il suo sguardo si rabbuiò mentre Philip ordinava di mandare a chiamare i messaggeri e scioglieva quel breve consiglio.
Marina rimase a osservare in disparte Philip e gli altri discutere con un piccolo gruppo di soldati con armature leggere e armati di arco e freccia. I consiglieri stavano lasciando la sala, alcuni discutendo con preoccupazione sulla possibile futura guerra contro gli orchi, altri lamentandosi di essere messi in secondo piano dal Sovrintendente, che pareva dar molto più peso alle parole dei suoi amici.
<< Dovrebbero regnare tutti e quattro insieme >>stava dicendo Martens a un uomo alto con una folta barba bionda, che annuì prima di accorgersi che Marina li stava ascoltando.
I loro sguardi si incrociarono, ma Marina non distolse il proprio. L’uomo si fermò e le rivolse un inchino.
<< Madamigella >>salutò.<< Spero non vi siate annoiata. Non capisco perché il Sovrintendente vi faccia scomodare per partecipare a questi incontri che non hanno nulla di attraente per una giovane come lei >>
<< Si sbaglia, Vermion >>replicò Marina sforzandosi di sorridere serenamente.<< Questi incontri sono davvero interessanti. Apprezzo il fatto che mio cugino voglia rendermi partecipe di quanto accade oltre i nostri confini e di come gestisce la città e i rapporti con l’esterno >>
Vermion e Martens le diedero una rapida risposta ammirata prima di salutarla e lasciarla lì, irritata e costretta a mordersi la lingua per non dir loro quello che in realtà pensava. Erano solo un branco di viscidi servitori che non avevano mai veramente accettato Philip come Sovrintendente e che cercavano ancora di influenzarlo con le loro decisioni. Invece, Philip continuava a dare maggior importanza al pensiero dei suoi più intimi amici e parenti, e questo, naturalmente, non faceva che renderlo inviso a quei consiglieri che volevano allontanarlo da Tom e gli altri.
<< Ehi >>Alex le batté non proprio delicatamente sulla spalla, distogliendola dai suoi pensieri.
I messaggeri stavano lasciando la stanza mentre Philip e gli altri continuavano a discutere fra loro.
<< Phil è preoccupato per te >>disse Alex.<< Vuole che tu resti a dormire qui finché non tornerai a casa, a Longshale >>
<< Che male c’è se resto dagli altri? >>esclamò Marina, stupita e voltandosi verso il suo cugino più anziano, che l’aveva udita e ora aveva alzato lo sguardo su di lei.
<< Mi sento più tranquillo sapendoti qui anziché giù al paese >>le spiegò.
<< E cosa cambia? >>
<< Cambia il fatto che ti troverai in un palazzo più robusto e protetto da decine di guardie >>rispose, stavolta, Tom, stupendo ancora di più la ragazza.<< Anch’io penso sia meglio che tu resti qui. Se arriveranno gli orchi, la nostra casa sarà una delle più esposte ai primi attacchi. E poi, se anche noi dovessimo andare a combattere, non potrai certo restartene lì da sola >>
Marina spalancò la bocca, arrabbiata, ma non ne uscì alcun suono tanto l’avevano presa alla sprovvista. Guardò Rio e Will, sperando di trovare supporto, ma i due si limitarono a fissarla con lo stesso sguardo serio. Richiuse la bocca, delusa, e chiese:<< E che vuol dire che dovrò restare qui finché non tornerò a casa? >>
<< Penso sia meglio che tu rientri prima >>disse Philip, senza battere ciglio.
<< Ma dovevo rientrare solo a fine settembre! Manca più di un mese, Phil! >>
Suo cugino sospirò, quel sospiro che voleva dire che stava per troncare il discorso, impedendole qualsiasi altra replica.
<< A casa starai più al sicuro. Dobbiamo ragionare in previsione di una vera guerra. Abbiamo a che fare con degli orchi, esseri con cui si può solo combattere e non ragionare o scendere a patti. Quando arriveranno qui vorranno soltanto distruggerci per passare al villaggio più vicino. Dovremo comunque mettere al sicuro tutte le donne e i bambini >>
<< Se arriveranno qui allora arriveranno anche a Longshale! >>ribatté Marina.<< Che senso ha partire adesso? >>
 << Non voglio discuterne ancora >>Il tono definitivo di Philip smorzò qualsiasi altro tentativo di Marina di replicare, e a lei non restò altro da fare che farsi trascinare fuori da Alexander.
Il sole era ormai alto e l’aria molto più calda. Dalla città veniva un confuso vociare misto a rumori di ogni tipo che, comunque, giungeva attutito dalle siepi del giardino. Marina e Alexander si addentrarono in mezzo a esse, mentre sul lato est del giardino alcune guardie marciavano silenziose. Neanche i due cugini proferirono parola, come se preferissero godersi il lieve frusciare dei rami sulle loro teste o il profumo di qualche arbusto che occasionalmente arrivava ai loro nasi.
<< Il discorso di Philip non ha senso >>sbottò alla fine Marina, incapace di trattenersi un secondo di più.
<< Cioè, chiamare i nani non avrebbe senso? >>domandò Alexander con un’espressione talmente sfacciata che Marina non poté non ridere.
<< Sii serio, Alex! >>esclamò dopo un po’.<< Perché mi volete rimandare a casa? Volete farmi viaggiare scortata? Direi di no, visto che i soldati serviranno tutti qui. E voi non mi lascereste mai tornare da sola, anche se si tratta di meno di quarantotto ore di viaggio, quindi tanto vale che resti qui. No? >>
Alexander rimase qualche secondo soprappensiero, poi sorrise.
<< Non hai tutti i torti >>ammise,<< ma sarà Phil a decidere >>
Entrambi raggiunsero il parapetto merlato sul lato est, lo sguardo puntato sulla Montagna Solitaria. Marina avvertì una sgradevole stretta attanagliarle lo stomaco mentre con gli occhi cercava di seguire la via che dalla città attraversava la foresta fino a Dale ed Erebor. Non voleva pensare a tutti quegli orchi che stavano marciando su di loro, né a cosa Philip avrebbe deciso per lei, perciò si concentrò sulla Montagna Solitaria.
<< Sai >>disse lentamente,<< sono venuta qui un sacco di volte e mi ricordo di essere stata anche a Dale, da piccola, ma non ho mai incontrato un nano >>
<< Sono tipi a posto. Forse un po’ rozzi, ma di compagnia. Tanto per intenderci >>Alexander si lasciò sfuggire un sorrisetto,<< non sono come gli elfi che abbiamo incontrato quando andavamo in giro per i boschi. I nani sono persone schiette che non usano giri di parole, ma ha ragione Phil: sono leali. Penso che Dale sia stata davvero furba a farseli subito amici >>
Marina annuì distrattamente, desiderosa di riportare il discorso sui nani ed Erebor: Alexander doveva saperne molto più di lei, visto che spesso aveva accompagnato Philip laggiù.
<< Tutte le nostre armi sono state fabbricate dai nani di Erebor, giusto? Dovrebbero andar bene contro gli orchi >>
<< Sì che andranno bene, ma ci servono comunque dei rinforzi. E poi, l’hai sentito anche tu: con questa guerra potremmo rafforzare l’amicizia con Dale e la Montagna Solitaria >>
Un pesante rintocco di campana coprì le ultime parole di Alexander, e sia lui che Marina sobbalzarono, impreparati a udire quel suono che poteva significare solo una cosa: una minaccia incombente era stata appena avvistata vicinissima alle porte della città.
Alexander afferrò senza tante cerimonie la cugina per il braccio e la trascinò dentro, mentre le guardie lungo il parapetto correvano a disporsi fra una merlatura e l’altra, al comando del capitano.
Il suono della campana era perfettamente udibile anche all’interno del palazzo, di colpo come uscito da una sorta di stasi silenziosa. I consiglieri stavano facendo ritorno alla sala principale mentre alcune guardie attraversavano di volata i corridoi, lance e archi in pugno, per andare a coprire i restanti lati del palazzo.
<< Tu fila di sopra da Madeline! >>soffiò Alexander spingendo Marina verso una porta laterale.
La ragazza obbedì subito. Non voleva fargli perder tempo con inutili proteste e voleva togliersi rapidamente di mezzo per non ostacolare gli uomini armati che andavano da una parte all’altra dei corridoi. Chiedendosi se anche Tom e gli altri fossero andati a disporsi lungo il perimetro del palazzo o se fossero scesi verso l’entrata della città, Marina superò la porta laterale.
L’atrio in cui entrò era molto più piccolo dell’ingresso principale, ma ciononostante era molto più illuminato grazie al legno chiaro dei pavimenti e ai candidi drappeggi che correvano lungo le pareti e che proseguivano, alternati a vasi di piante, attraverso un corridoio sul quale si affacciavano un paio di eleganti porte e una scala.
I rumori provenienti dall’ala principale del palazzo andavano rapidamente scemando, e Marina intuì che ormai da quella parte non doveva esserci rimasto più nessuno. Con un certo senso di ansia, si domandò se ci sarebbe stata una battaglia e, soprattutto, contro chi. Incapace di restare lì senza sapere niente, Marina corse su per la scala, al piano superiore dove si affacciavano molte più porte e che era ancora più silenzioso del resto della casa. Non appena Marina ebbe mosso alcuni passi nel corridoio, una porta verso la fine si spalancò lasciando uscire una bella e giovane donna, i lunghi capelli biondi mossi che incorniciavano un viso triangolare e illuminato da un paio di occhi celesti.
<< Sapevo che Phil ti avrebbe mandata su! >>esclamò correndo incontro a Marina.
<< Madeline, che succede? Chi ci sta attaccando? >>
La donna scosse la testa, preoccupata.
<< Hanno detto che sono orchi, ma non ne sono sicura. Non ho fatto in tempo a vedere Phil per informarmi, e qui non è rimasto nessuno che possa dirmi qualcosa di più. So solo che ormai dobbiamo aspettarci quegli orrendi orchi da un giorno all’altro >>Madeline fece segno a Marina di seguirla dentro la sua stanza, arredata con ogni agio, dal letto matrimoniale a baldacchino ricoperto di soffici cuscini in stoffa blu al camino spento al boudoir in un angolo.
Marina si diresse alla finestra e guardò in basso, verso le porte della città da lì ben visibili. Frotte di uomini armati stavano finendo di disporsi oltre i cancelli e sulle mura mentre gli ultimi cittadini rimasti in strada si affrettavano a chiudersi in casa. E, guardando oltre, Marina riuscì a vedere quella che, a primo acchito, sembrava una solida nuvola nera che si spostava sulla terra. Ma, osservando meglio, la ragazza si rese conto che era un piccolo esercito di orchi che risaliva la collina attraverso le querce e gli olmi della foresta.
<< Sono proprio orchi >>mormorò, reprimendo un brivido.
Madeline scrutò fuori da sopra la sua testa, e Marina poté vedere sul vetro il suo riflesso farsi sempre più pallido.
<< Phil ha mandato a chiamare Dale ed Erebor >>disse cercando di risollevarle il morale.<< E questi orchi sono pochi. Riusciremo a respingerli >>
<< Ne arriveranno altri, però >>sospirò Madeline, guardandola seriamente.<< Tornerai dalla tua famiglia, lo sai? >>
Marina si limitò ad annuire. Non le andava di intraprendere una discussione anche con Madeline, che, dal tono con cui aveva parlato, di sicuro condivideva appieno il progetto di suo marito. Madeline la fece allontanare dalla finestra proprio nell’istante in cui le prime file dell’esercito si buttavano in avanti e gli orchi emergevano dagli ultimi alberi.
<< Dale ed Erebor ci saranno di grande aiuto >>fece Madeline dopo un po’, andando a sedersi su una sedia a dondolo e afferrando un lavoro all’uncinetto da un tavolo vicino.
<< Pensi che Phil farà combattere anche i ragazzi più giovani? >>chiese Marina.<< Intendo, chi non è nell’esercito? >>
<< Lo farà solo se sarà costretto. Phil odia far combattere chi non è destinato a farlo. Perciò >>concluse Madeline lanciandole uno sguardo severo,<< non pensare che ti permetterà di prendere la spada >>
<< Ma andiamo! Per quale motivo ha convinto i miei a farmi imparare a usare la spada se poi non mi lascerà usarla? >>sbottò Marina.
Madeline la guardò sorpresa, bloccandosi nell’atto di tirar via un filo di troppo dal suo lavoro.
<< Pensava che la spada ti avrebbe fatto sentire molto più sicura di te, ma di certo non vuole vederti combattere come un soldato qualunque. E poi >>aggiunse prima che Marina potesse ribattere, arrabbiata:<< non hai mai affrontato un orco in vita tua. Pensi davvero di poter tenere testa a bestie del genere? Ti concedo di usare la spada per difesa personale e di portarla con te quando lasci i nostri confini, ma non metterti in testa di poter andare a combattere quando gli orchi arriveranno >>
<< La terrò comunque con me >>replicò Marina tentando di suonare cortese e non ostinata come una bambina alla quale è stato vietato di giocare. Dentro di sé, tuttavia, esultò: da quello che aveva detto, Madeline sembrava convinta che non sarebbe stata rimandata subito a casa.
Entrambe trascorsero tutta la mattinata in camera. Madeline non si fidava a lasciar andare Marina in giro, sospettando che potesse approfittarne per sgattaiolare fuori dal palazzo, e così la costrinse ad aiutarla con i suoi lavori all’uncinetto fino all’ora di pranzo. E anche dopo Marina dovette restarsene seduta in camera di Madeline a litigare con gomitoli di lana senza riuscire a scorgere nulla di nuovo dalla finestra. Questo finché un’anziana serva non entrò annunciando che i soldati stavano facendo ritorno in città.
Le due donne scattarono in piedi, o meglio, Marina approfittò di quell’attimo di distrazione di Madeline per sgattaiolare al piano terra, dal quale, nel giro di una manciata di minuti, cominciò a provenire un confuso rumore di passi e il brusio di tante voci che si accavallavano. Marina riuscì a scivolare non vista nell’ingresso principale, dove andavano accalcandosi i consiglieri in attesa di suo cugino. Philip entrò quasi subito, seguito da Tom, Rio e Will, tutti e quattro sudati e sporchi di polvere e terra ma, a quanto pareva, illesi. Il consigliere Martens scattò in avanti, ma Philip tirò dritto fino alla sala del trono senza rispondere alle domande dei consiglieri, che gli si misero alle calcagna come in preda a un’irrefrenabile agitazione.
Marina si affrettò dietro di loro, del tutto ignorata, ma non riuscì ad avvicinarsi a suo cugino che subito i consiglieri gli furono attorno.
Tom aveva posato a terra la spada e stava srotolando una lunga mappa. Philip prese una penna e tracciò sulla pergamena ingiallita qualche segno di spunta, dicendo:<< Stamattina, prima di pranzo, abbiamo eliminato tutti gli orchi che ci stavano raggiungendo e ho mandato un paio di esploratori a sud per scoprire se ce ne fossero altri così vicini. Prima che rientrassimo ci hanno informato che qui >>e puntò l’indice a pochi centimetri dalla città, sulla mappa,<< c’è un altro plotone di quaranta o cinquanta orchi. Solo questi, per il momento >>
<< Entro stasera saranno qui, mio signore >>osservò Martens.
<< Mio fratello sta guidando centotrenta uomini verso il Passo Roccioso, a metà strada fra noi e gli orchi >>spiegò Philip.<< Nessuno dei nostri è stato ferito, ma dovevo lasciare qualcuno a guardia della città e penso che centotrenta soldati basteranno, laggiù >>
<< Quando pensate che risponderanno Dale ed Erebor? >>domandò un altro consigliere.
Philip e Tom si scambiarono un rapido sguardo prima che Philip rispondesse:<< I nostri messaggeri sono partiti soltanto stamattina, quindi presumo che prima di domani pomeriggio non avremo loro notizie >>
Alcuni consiglieri si guardarono sconsolati, e Martens si azzardò a riproporre di affrontare gli orchi senza chiedere aiuto, suscitando l’assenso di molti colleghi e la perplessità di altri. Dalla sua posizione all’ombra di una delle prime colonne, Marina riuscì a scorgere il viso sconcertato di Philip e quello esasperato dei suoi amici.
<< Ormai i messaggi sono stati mandati, Martens >>replicò Philip con voce decisa. Scrutò uno a uno gli uomini attorno a lui.<< Vi ho spiegato perché ho voluto convocare gli uomini di Dale e i nani di re Thror e so che molti di voi approvano la mia decisione. Quando la notizia dell’arrivo degli orchi è stata confermata nessuno di voi è stato in grado di proporre un’alternativa migliore, perciò sono convinto che vi ricrederete. Potete andare >>
I dieci consiglieri si ritirarono in silenzio, ma Marina non si lasciò sfuggire le smorfie niente affatto convinte o addirittura ostili di alcuni di loro. Martens, dal canto suo, muoveva le labbra in quella che doveva essere una muta invettiva. Quando il portone di quercia si fu richiuso alle loro spalle, Philip si abbandonò sul trono e gli altri su alcune sedie del tavolo.
<< La situazione è più seria di quel che pensassi >>borbottò Philip massaggiandosi le tempie.<< Ci è rimasto poco tempo >>
Quelle parole inchiodarono Marina lì dov’era, nell’atto di uscire allo scoperto, e la costrinsero ad appiattirsi contro la colonna. Qualcosa le diceva che, se l’avessero vista ora, Philip l’avrebbe rispedita a casa in un batter d’occhio, anche a costo di legarle mani e piedi.
<< Devi far mettere al sicuro le donne e i bambini >>disse Rio, gli occhi ancora sulla mappa,<< e far armare tutti gli uomini >>
<< No >>Philip si alzò, sfilandosi i pesanti guanti di pelle,<< ogni famiglia dovrà rifugiarsi nelle proprie case. Qui non abbiamo luoghi sicuri dove sistemare l’intera città. La battaglia dovrà essere combattuta lungo il letto del Saarhin, così forse riusciremo a tenere gli orchi abbastanza lontani. Will, fa’ dare l’allarme. Entro stasera nessuno dovrà lasciare la propria casa finché non ordinerò il contrario >>
Will obbedì e corse via, ma il portone si era appena richiuso che una guardia lo spalancò con impazienza entrando talmente trafelata che Philip e gli altri balzarono subito in piedi, allarmati.
<< Non dirmi che gli orchi sono già qui! >>esclamò Philip.

<< Sono… suo fratello, signore >>ansimò la guardia cercando di riprendersi in fretta.<< Suo fratello, i nostri e gli uomini di Dale e re Thror >>



Angolo dell'autrice:

Rieccoci qui con un capitolo che non ce la faceva più ad aspettare! Spero i personaggi e la storia vi stiano piacendo, ormai le presentazioni sono tutte finite e dal prossimo cap. inizieranno i giochi. Per precisare, Minhiator è una piccola cittadina a ovest e distante da Dale ed Erebor almeno una settimana di viaggio a cavallo (all'inizio avrei voluto ambientare la storia a Dale, ma poi ho pensato che la lontananza fra Erebor e i protagonisti potesse rendere il tutto più interessante).
Ringrazio tutti/e quelli che commentano o leggono soltanto, continuate a sostenerci e ne vedrete delle belle! A presto! ^____^
Marta




 

   
 
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