Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: Exceed_96    17/08/2013    2 recensioni
La storia è ambientata al termine del World Duel Carnival.
Un nuovo studente si è iscritto alla scuola di Yuma e compagni, ed ha un passato con cui dovrà fare i conti; contemporaneamente inizia la guerra contro il Mondo Bariano... Inoltre, un nuovo torneo mondiale è alle porte: riusciranno Yuma ed Astral ad affrontare sia il torneo che l'invasione Bariana?
Questa è la mia prima storia in assoluto, quindi siate clementi please :)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole stava tramontando sulla città, e le attività lavorative, nonché quelle scolastiche si erano concluse.

Tutti i ragazzi e ragazze stavano tornando a casa, e Yuma e Kotori non facevano eccezione; i due, come loro solito, percorrevano insieme la strada che li avrebbe riportati alle loro rispettive abitazioni, e nonostante le loro conversazioni siano solitamente allegre, quel giorno erano decisamente prive di ilarità…

“Wow… Quello che è successo oggi a scuola ha dell’incredibile…”, disse Yuma, quasi parlando tra se e se.

“Devo darti ragione… Saryuu sembrava davvero abbattuto prima di andarsene da scuola, nonostante la splendida rimonta fatta contro Tetsuo…”, disse di rimando Kotori guardando per terra.

La conversazione dei due venne però interrotta da Astral, che come suo solito svolazzava al fianco di Yuma, rimanendo perlopiù in silenzio.

“Se volete il mio parere”, disse Astral, catturando l’attenzione dei due, “quel ragazzo ha qualcosa da nascondere…”

“”Sì lo sappiamo Astral, lui riesce a vederti, ma non è di questo che ci stiamo preoccupando ora…”, rispose Yuma con un po’ di sdegno, tanto che Kotori gli tirò una gomitata sul braccio in segno di rimprovero.

“Non mi riferivo a quello, almeno non ancora…”, disse di nuovo Astral, che non sembrava essersela presa.

Yuma e Kotori, nell’udire ciò, guardarono entrambi lo spirito astrale con sguardo interrogativo.

“Che intendi dire?”, domandò stranito Yuma.

“Che la tristezza di Saryuu è sicuramente dovuta a qualcosa di più profondo, e sicuramente il giuramento che ha menzionato è implicato in tutto ciò…”

“Quindi stai dicendo che c’è qualcosa che lo rattrista?”

“Più o meno, ma finchè non sapremo cos’è, dovremo investigare il più possibile: dobbiamo sapere tutto il possibile su di lui”

“La tua mi sembra un’ottima idea Astral! Troveremo Saryuu e gli faremo capire che siamo suoi amici, così sarà a suo agio e ci dirà tutto!”

“… Non era esattamente questo quello che avevo in mente…”

“Ehm, scusate voi due…”, la voce di Kotori spezzò la discussione che era nata tra i due, che volsero la loro attenzione a lei.

“Non che la tua idea sia sbagliata Astral, ma sai quanto è testardo Yuma… Sai benissimo che non demorderà finchè non dirai che la sua è l’idea migliore,  quindi penso sia meglio evitare di opporre troppa resistenza, non credi?”

Astral ci pensò su per un po’, e poi rispose a Kotori.

“Credo di doverti dare ragione: combattere contro la testardaggine di Yuma è veramente troppo anche per me…”

Kotori ed Astral fecero una risatina, e Yuma non potè fare altro che sentirsi preso in giro.

Finita la risatina, Astral tornò serio ed incrociò le braccia al petto.

“Scherzi a parte, dovremo essere cauti attuando il tuo piano Yuma: se Saryuu non si troverà a suo agio mentre cercheremo di farcelo amico, potremmo non avere una seconda occasione…”

“Aaah, non preoccuparti Astral! Vedrai che andrà tutto bene!”, esclamò Yuma, che non sembrava affatto preoccupato di una possibile mal riuscita del suo stesso piano.

Tra una chiacchiera e l’altra, Yuma e Kotori arrivarono al punto di strada in cui solitamente dovevano dividersi per poter tornare alle loro rispettive abitazioni, e così fecero: si salutarono ed ognuno andò per la sua strada…

Arrivato a casa, Yuma si tolse subito le scarpe infilandosi poi le pantofole, corse subito in camera sua e si tolse l’uniforme scolastica per indossare il pigiama; fatto questo tornò al piano di sotto e si diresse in cucina, dove trovò sua sorella e sua nonna, intente a mettere gli ultimi piatti in tavola.

“Oh, eccoti finalmente!”, disse Akari con tono di rimprovero al fratello minore, “Si può sapere perché devi tardare anche a rincasare, oltre che ad andare a scuola?!”

“Smettila Akari…”, la ammonì la nonna Haru, “Yuma avrà avuto i suoi buoni motivi per tornare tardi, non è vero nipotino mio?”

“Sì è vero nonna!”, rispose Yuma con un sorriso alla nonna, seguito da una linguaccia di scherno ad Akari, che si trattenne di poco dal colpire il fratello minore.

“Voi due smettetela! Siete come cane e gatto: non vi si può tenere assieme…”, sbuffò Haru, fermando così l’imminente zuffa dei fratelli Tsukumo.

“Avanti: è pronto in tavola!”

La tavola era imbandita di tante prelibatezze, ed infatti Yuma non seppe resistere: si sedette ed afferrò le bacchette per cercare di agguantare qualcosa da mangiare, ma la sua mano fu colpita da un violento schiaffo di Haru.

“AHIA! Ma che ti prende nonna?!”

“Non hai ringraziato maleducato…”

Nonostante glielo ricordasse ogni sera, Haru non riusciva a far capire al nipote questa semplice cosa. Yuma si arrese e posò le bacchette vicino alla scodella, per poi congiungere le mani.

“Grazie per il cibo!”

Detto questo, Yuma riprese le bacchette ed afferrò subito il primo boccone.

Poco dopo, Haru ruppe il silenzio che si era creato ponendo la solita domanda a Yuma.

“Allora Yuma, come è andata oggi a scuola?”

“Bene nonna. Oggi mentre cercavo di arrivare in tempo a scuola ho incontrato un ragazzo bizzarro, ed ho scoperto che da ora in avanti sarà un mio nuovo compagno di classe!”

“Oh! Che bello! E dimmi, è simpatico?”

“Certo, ma è anche parecchio misterioso… Dopo aver battuto Tetsuo in un duello se ne è andato senza dire una parola…”

“Può darsi che abbia una vita complicata…”

“Può anche darsi di no, ma è quello che ho intenzione di scoprire… Aaaaaahhh, è tutto buonissimo!!!!”

Yuma smise di parlare per poter assaporare al meglio il cibo che aveva davanti, sotto lo sguardo compiaciuto della nonna, che in cuor suo non poteva far altro che notare che il suo nipotino era estremamente simile al padre Kazuma.

Finito di mangiare, Yuma si alzò da tavola e si diresse in camera sua, precisamente sull’attico dove erano presenti tutte le cianfrusaglie dategli dai suoi genitori e la sua amaca dove era solito dormire la notte.

Yuma soffermò la sua attenzione sulla foto raffigurante i suoi genitori, e la osservò con uno sguardo pieno di nostalgia.

”Mamma...Papà… Dove siete?... Mi mancate tanto…”, pensò Yuma guardando attentamente la foto ed i lineamenti dei genitori, come fosse la prima volta che li vedeva.

“Ehi Yuma…”. La voce di Astral riportò il ragazzo alla realtà.

“Stai pensando ai tuoi genitori, non è vero?”

“Sì… Mi mancano moltissimo…”


“Posso comprendere come ti senti…”
Astral si rese conto che la conversazione aveva preso la solita piega: Yuma guarda la foto e pensa ai genitori, Astral gli chiede a cosa stia pensando nonostante sappia già la risposta, e Yuma ovviamente glielo dice, per poi raccontare un antefatto della sua vita assieme alla sua famiglia. Ad Astral piaceva sentire questi racconti da parte dell’amico, così aveva la possibilità di conoscerlo meglio e sapere qualcosa del suo passato. Ma quella sera Astral decise di evitarlo, dati gli avvenimenti di poco prima.


“Yuma, cosa ne dici di andare a dormire? Domani dobbiamo approfittare del fatto che non si va a scuola per cercare Saryuu...”

“Ok, in effetti sono un po’ stanco…”

Senza ulteriori indugi, Yuma si coricò sulla sua amaca ed in 3 minuti d’orologio cadde in un sonno profondo. Astral rimase ad osservare l’amico finchè questo non cadde addormentato, dopodichè
entrò nella Chiave dell’Imperatore per poter riposare.

La notte passò tranquillamente, fino a quando la luce argentata della Luna non fece posto all’inebriante torpore dei raggi del Sole, che schiarirono il cielo ed illuminarono la città, che iniziava a
svegliarsi. O meglio, QUASI tutta la città…

Yuma, come suo solito, dormiva profondamente, e il suono della sveglia gli era entrato in un orecchio per poi uscire subito dopo dall’altro; neppure Astral, per quanto impegno ci mettesse, riuscì a svegliarlo. Yuma si svegliò solamente quando fece un ruzzolone dall’amaca, cadendo sul pavimento e provocando un tonfo non irrilevante…

“Ahiahiahi…”. Yuma si stava massaggiando la schiena, quando una voce attirò la sua attenzione.

“Ehi Yuma! Quanto ti ci vuole a svegliarti?!”. Era la sorella Akari, che lo chiamava dal piano di sotto, ed aveva una voce insolitamente impaziente.

Yuma, ancora un po’ frastornato per il brusco risveglio, salutò svogliatamente Astral e si tolse il pigiama, dopodiché prese la maglia che era solito portare e la indossò, stessa cosa fece dei suoi pantaloni bianchi, dopodiché indossò il suo bomber rosso e si mise le sue scarpe blu; infine prese il deck ed il duel disk e li sistemò sul retro della sua cintura. Scese le scalette che portavano alla soffitta ed arrivò in camera, da dove poi scese l’altra rampa di scale che lo portò nel soggiorno.

“Eccomi, che bisogno c’era di urlare così Akari?”

“Finalmente! Ti ci vuole un’eternità anche quando non c’è scuola!”

Yuma si stupì quando vide la persona a cui apparteneva la voce: era la sua amica Kotori, visibilmente spazientita dall’attesa subita.

“Kotori?!? Che ci fai qui?!”

“Ma allora ci sei! Dobbiamo cercare Saryuu per ciò che sai tu…”

“Oh accidenti me ne ero scordato… Eheheh…”

Kotori ed Astral si misero una mano sulla fronte al sentire le parole del ragazzo.

“Sei incorreggibile…”, disse infine Kotori.

“Concordo Kotori…”, aggiunse Akari che aveva assistito alla figuraccia del fratello, “In ogni caso Yuma prendi queste.”

Akari prese un pacchetto e lo lanciò al fratello, che lo prese al volo.

“Che cos’è?”

“Sono polpette di riso: mangiale strada facendo, Kotori ha già aspettato a sufficienza…”

Yuma e Kotori, seguiti da Astral, uscirono dalla porta principale ed iniziarono a camminare per strada, mentre Yuma mangiava con gusto le polpette di riso dategli dalla sorella.

“Allora Yuma, come faremo a trovare Saryuu? Hai in mente un piano o qualcosa del genere?”, chiese Kotori all’amico.

Yuma mandò giù l’ultima polpetta e poi rispose.

“No purtroppo, e anche se volessi dove potremmo cercarlo? Si è appena trasferito qui, quindi non abbiamo neanche un indizio…”

“Questo è quello che pensi tu…”, disse Astral ottenendo così l’attenzione dei due. “Il deck di quel ragazzo emana una grande potenza, e riesco a percepirla chiaramente: Saryuu non è molto lontano da qui, vi farò strada io.”

Astral iniziò a farsi strada, seguito da Yuma e Kotori. Percorsero un paio di isolati rispetto a dove partirono, e dopo un po’, lo spirito astrale rallentò il ritmo.

“Siamo vicini…”

Detto questo, percorsero ancora pochi metri e si trovarono davanti ad un casa dalle dimensioni pressochè simili a quella di Yuma, con la differenza che questa aveva un prato più ampio.

“Dev’essere qui…”, disse Astral guardando intensamente la casa.

Improvvisamente, i tre videro la porta della casa aprirsi, e furono colti da una specie di spavento: si nascosero dietro una siepe vicina e stettero a guardare attentamente.

Dalla porta uscì un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi del medesimo colore: indossava una camicia rossa a mezze maniche ed a quadri neri, con colletto nero alzato e con le maniche nere ripiegate, aperta davanti e sotto ad essa indossava una maglietta bianca; aveva un paio di jeans neri con una cinta colore blu scuro, ed ai piedi indossava una paio di scarpe rosse e nere dalla linguetta alzata. Inoltre aveva tra le braccia un cesto di biancheria.

“Ehi…! Quello è Saryuu!”, disse stupito Yuma, come se non credesse al fatto che Astral li aveva portati nel posto giusto.

“Ma che sta facendo?”, chiese Astral che sembrava stranito.

“Sta andando a stendere la biancheria che ha tra le braccia non vedi?”, gli spiegò Kotori.

Infatti Saryuu stese una ad una tutte le lenzuola ed i capi di biancheria che si trovavano nella cesta sull’attaccapanni che si trovava in giardino. Subito dopo, dalla porta uscì un’altra persona: era un uomo anziano con i capelli bianchi e con un accenno di barba solamente sul mento.

“Allora? Come va col bucato?”, chiese il vecchietto al moro. Poi si rese conto di quello che il ragazzo aveva fatto e si diede una risposta da solo. “Wow! Che bravo, l’hai già steso tutto!”

“Beh, non che ci voglia un genio per stendere del bucato, sai com’è nonno…”, disse Saryuu sorridendo al vecchietto.

“Cosa?! Quel signore è suo nonno?”, esclamò Yuma quasi urlandolo.

“SSSSHHHH!! Sei impazzito?! Vuoi che ci scopra?!”, disse Kotori ammonendo l’amico.
 
Non si accorse però che il suo piede era vicino ad un ramoscello secco, e nel rimproverare Yuma si mosse rompendolo, e quando se ne accorse arrossì di botto, sperando che quel rumore non fosse stato udito, se non da Yuma ed Astral, ma sperava male: appena udito il rumore, Saryuu si voltò nella sua direzione e vide i due ragazzi nascosti dietro la siepe.

“Scusa… Dicevi?!”, disse Yuma con evidente rabbia.

“Yuma?! Kotori?! Che ci fate voi due qui?!?”, esclamò Saryuu guardando i due ragazzi.

Costretti ad uscire allo scoperto, Yuma, Kotori ed Astral (i primi due rossi in viso) si avvicinarono all’ingresso della casa, sotto lo sguardo di Saryuu e del vecchietto.

“Ci-Ci dispiace molto…”, provò a giustificare Yuma.

“Si può sapere cosa facevate dietro a quella siepe?”, chiese Saryuu scansando le scuse di Yuma.

Yuma e Kotori si osservarono un attimo e poi Yuma prese la parola, “Eravamo venuti a cercarti…”

Saryuu rimase sorpreso da quelle parole: non se lo aspettava affatto!

“E… E come mai?”, chiese Saryuu che sembrava aver perso d’un tratto tutta la rabbia che aveva.

“Volevamo parlare con te, nient’altro…”, disse Kotori  in risposta alla domanda del ragazzo.

“Saryuu, sono amici tuoi questi ragazzi?”, chiese il vecchietto.

“Sì nonno, sono miei compagni di classe…”, ribattè Saryuu.

“E allora perché non li inviti ad entrare? Parlerete meglio dentro casa”, disse prontamente il vecchietto, sorridendo ai due ragazzi, per poi dirigersi verso la porta.

Saryuu lo guardò un attimo, poi sospirò e si girò verso Yuma e Kotori con un sorrisetto.

“Avanti entrate pure”. Saryuu invitò i due ed entrare in casa, e mentre questi si avviavano verso la porta Saryuu ed Astral si guardarono negli occhi per qualche secondo, per poi entrare anche loro.

L’interno della casa era ben arredato: quà e là per le pareti c’erano quadri con delle foto, e in alcune camere c’erano alcuni mobili antichi. La destinazione era il soggiorno, dove trovarono una vecchietta dai capelli grigiastri seduta su una sedia a dondolo, intenta a risolvere un cruciverba su di un giornaletto.

“Ciao nonna!”, disse allegro Saryuu salutando la vecchietta.

“Oh eccovi di ritorno! E questi due ragazzi chi sono?”, chiese l’anziana signora alzandosi dalla sedia per salutare gli ospiti.

“Nonna, ed anche tu nonno, vi presento due miei compagni di classe: Yuma Tsukumo e Kotori Mizuki.”, disse Saryuu presentando i due.

“Salve, piacere di conoscervi!”, dissero allegramente Yuma e Kotori.

“Il piacere è tutto nostro: capita di rado che Saryuu porti a casa degli amici…”, disse la vecchietta.

Subito Saryuu si fece un po’ triste, cambiamento che fu notato dai tre.

“Ahem, cara…!”, la ammonì il vecchietto.

“Ops scusa nipotino…”, rispose mortificata la anziana signora.

Saryuu cercò di tornare allegro il più possibile, “Non fa niente, ci sono abituato”

Il moro rivolse poi la sua attenzione ai due ragazzi, “Allora, di cosa volevate parlarmi?”

“Se possibile, vorremmo parlartene in privato…”, disse Yuma.

“Ma certo, venite con me. Nonna, nonno, andiamo in camera da letto.”, disse Saryuu

“Ok, mi raccomando non combinate guai!”, disse la vecchietta al moro.

Dopodiché i tre, con Saryuu alla guida, salirono una rampa di scale che li portò su un corridoio con tre camere: Saryuu condusse i due ragazzi nella prima sulla destra. Appena i tre furono entrati, Saryuu chiuse la porta alle sue spalle e fece accomodare Yuma e Kotori sul suo letto, mentre lui si sedette sulla sedia girevole che si trovava davanti alla scrivania di fianco al suo letto, mettendosi col busto rivolto allo schienale della sedia.

“Quindi, di cosa volevate parlarmi?”, chiese Saryuu ai due.

Yuma e Kotori erano in imbarazzo: come potevano dirgli che volevano farselo amico per conoscerlo meglio? Fortunatamente, o sfortunatamente, Saryuu non ci mise molto a capire ed iniziò il discorso.

“Immagino che vogliate conoscere il mio passato, dato che col mio comportamento di ieri vi ho incuriosito, non è vero?”

Le parole si Saryuu colpirono Yuma, Kotori ed Astral come avrebbe fatto una freccia al cuore: immaginavano che fosse sveglio, ma non pensavano lo fosse così tanto.

“Dalle vostre espressioni, direi che ho indovinato… Ci avrei scommesso…”. L’espressione di Saryuu si era fatta avvilita e triste, e solo a vederlo così Yuma e Kotori provarono un grande senso di
compassione.

Improvvisamente Yuma parlò con una voce sorprendentemente seria, “E’ vero, volevamo sapere qualcosa sul tuo passato…”

La voce di Yuma destò l’attenzione dei presenti.

“… Ma non era questo quello che volevamo davvero…”

“Davvero? E cos’è che volevate?”

“Che tu capissi che noi siamo tuoi amici!”

Saryuu rimase colpito da quelle parole, ma poi tornò al suo stato di depressione.

“E cosa vi fa credere che io vi creda? Sono state tante le persone che mi hanno parlato così, e tutte, senza alcuna eccezione, mi hanno riso in faccia dopo che gliel’ho detto… Non ho intenzione di ripetere questo errore per l’ennesima volta…”

A queste parole, dall’occhio destro di Saryuu uscì una lacrima che iniziò a rigargli la guancia: davanti alla scrivania c’era una finestra, e dato che la tenda che vi stava di fianco non la ricopriva, alcuni raggi del sole fecero capolino nella stanza, ed alcuni colpirono Saryuu in faccia, risaltando la lucentezza di quella lacrima, che nel frattempo aveva raggiunto il mento ed era in procinto di cadere, ma il moro fece in tempo ad asciugarsela. A questa vista, Yuma e Kotori si commossero, tanto che a quest’ultima iniziarono ad umidificarsi gli occhi: perfino Astral rimase colpito da quella reazione… Tuttavia Yuma era determinato a dimostrare che lui era diverso dalle persone a cui Saryuu si riferiva, e quindi riprese a parlare.

“Quelle persone sono delle sciocche: se ti hanno deriso, è perché non meritavano di essere tue amiche. Ma noi siamo diversi, e ti assicuro che nessuno di noi riderà o penserà male di qualsiasi cosa tu possa dirci… Se non ci credi, guardaci negli occhi: ti sembra che stiamo mentendo?”

Saryuu procedette così ad osservare i loro occhi: prima gli occhi arancioni ed innocenti di Kotori, poi quelli seri e decisi di Yuma, ed infine quelli calmi e bicolore di Astral. Per essere sicuro, diede un
secondo sguardo a tutti e tre.

“… In effetti… I vostri occhi non sembrano mentire, d’altronde, come si dice, “gli occhi sono lo specchio dell’anima”, ma non sono ancora sicuro di potermi fidare completamente…”

“Se hai intenzione di parlare, noi siamo qui e ti ascolteremo”, disse Kotori cercando di convincere il ragazzo.

“Esatto: sta solo a te decidere che fare…”, concluse Yuma.

Saryuu guardò per una terza volta gli occhi dei tre, e per la terza volta notò che contenevano solamente sincerità al loro interno. Saryuu si concesse qualche secondo per riflettere, e alla fine emise la sua sentenza.
 
“… D’accordo, voglio fidarmi di voi, ma spero di non dovermene pentire…”

Saryuu si sedette in maniera regolare sulla sedia e si preparò a raccontare.

“Vi racconterò dall’inizio. Sono nato proprio qui, ad Heartland City, ed ho vissuto per pochi mesi in questa casa, dopodiché per motivi di lavoro, io e la mia famiglia ci siamo dovuti trasferire in Europa, precisamente in Italia, dato che la mia famiglia ha origini italiane… Comunque sia, ho vissuto in quel paese fino all’età di 4 anni, ed eravamo una famiglia molto felice… Poi, un giorno…”. Saryuu non riuscì a trattenere le lacrime: Yuma e Kotori avevano gli occhi lucidi, e la ragazza non riuscì a non versare alcune lacrime di compassione.

Dopo un po’, Saryuu si riprese e continuò il discorso da dove si era interrotto.

“… Scusate, non sono riuscito a trattenermi…”, provò a giustificarsi. “Stavo dicendo, una sera io e la mia famiglia stavamo tornando dal fare delle compere, e stavamo tornando a casa, quando un camion spuntò improvvisamente dirigendosi verso di noi ad altra velocità: non facemmo in tempo ad accorgerci di quanto stesse succedendo che era già avvenuto l’irreparabile…”

Kotori si coprì la faccia con le mani dal dolore all’immaginare la scena, mentre Yuma aveva gli occhi lucidi come non mai e stava stringendo i pugni così forte che gli facevano male le mani.

“… Io ero l’unico che era sopravvissuto, e nonostante mi aspettai di vedere i corpi dei miei genitori a terra, sul terreno non c’erano, e per di più non c’era nemmeno una traccia di sangue. Poco prima che svenissi del tutto, il guidatore del camion si avvicinò a me: purtroppo, riuscii a vedere di lui solo una cicatrice unica sulla sua guancia, ma sentii distintamente le sue parole, “Sei fortunato ragazzino: quando ti sarai ripreso, allenati a duellare, perché ne avrai bisogno…”; dopodiché fece una risatina e si alzò in piedi, e poi non sentii più nulla: non avevo più forze neppure per disperarmi…”

Saryuu scoppiò a piangere per la seconda volta, ed anche Kotori non riuscì a trattenere le lacrime, mentre Yuma ci riuscì a stento.

”Che storia triste… Saryuu ha sofferto davvero tanto… Ed a quanto pare continua ancora oggi…”, pensò Astral che era arrivato a commuoversi.
Dopo essersi sfogato per un po’, Saryuu si asciugò le lacrime e riprese a parlare.

“Adesso capite, come mi sento…? Dimenticavo di dire, che oltre a me anche la mia sorellina che era con noi riuscì a sopravvivere… Ci svegliammo qualche ora dopo, ricoverati in una camera d’ospedale, e sentii i medici parlare del fatto che i nostri genitori non si trovavano, e stranamente neanche il colpevole ed il suo furgone erano spariti. Fummo dimessi dopo una settimana e mezzo, e raccontai di quello che quell’uomo mi disse, e i miei nonni, quelli che avete conosciuto, decisero di correre ai ripari: girai a me stesso che in onore dei miei genitori, non avrei mai perso un duello, fino al compimento della mia vendetta,e dato che avevo delle minime capacità di duello, mandarono la mia sorellina ad una famosa accademia di duellanti su mia richiesta, ed io cercai di imparare il possibile riguardo i duelli, ma purtroppo con scarso successo… Per evitare problemi, io e i miei nonni ci siamo trasferiti molto spesso, anche in altri paesi, e a ciò sono legati i ricordi più brutti che ho: in ogni scuola andassi, appena qualcuno veniva a sapere dell’incidente della mia famiglia, la gente iniziava ad evitarmi, ed alcuni sfruttavano ciò per fare bullismo su di me… Ho dovuto sopportare tutto ciò fino all’età di nove anni, quando mi ritrasferii nella città dell’incidente: anche lì purtroppo sapevano tutto, ed avevo al mio fianco solo il mio migliore amico, che è sempre stato colui che mi ha consolato in ogni caso… Un giorno, il bulletto più temuto della scuola mi sfidò a duello, con lo scopo di mettermi in ridicolo davanti a tutta la scuola: i suoi attacchi erano feroci e senza pietà… Ricordo tutto come fosse ieri, aveva ridotto i miei Life Points a cento, e si stava prendendo gioco di me, quando sentii la voce dei miei genitori: mi dicevano di non arrendermi, di continuare fino alla fine e di non cedere alle provocazioni avversarie; allora, successe una cosa incredibile…!”

Nel pronunciare queste parole, Saryuu iniziò a caricarsi di entusiasmo, e ciò stupì i tre.

“Il mio deck e le carte nella mia mano e nel mio cimitero brillarono, e quando la luce sparì, le carte che avevo a disposizione erano completamente diverse: avevo carte che non avevo mai visto prima, accomunate dal fatto di essere appartenenti all’archetipo Ieratico!”

Questa spiegazione stupì Yuma, Kotori ed Astral, ma quest’ultimo in particolare, che sembrava molto interessato.

“Grazie a quel cambio, feci una grande rimonta e riuscii a battere quel bulletto, e tutti iniziarono a guardarmi con rispetto. Mi trasferii altre volte, ed in ogni scuola tutti mi ammiravano, ma al contempo mi temevano, per le mie abilità di duellante… L’ultimo trasferimento è avvenuto l’altro ieri, e sono tornato qui, ad Heartland City… Questa è la mia storia…”

I tre rimasero senza parole: non immaginavano che il ragazzo avesse avuto una vita tanto movimentata.

“Wow, ne hai passate tantissime…”, riuscì a dire Yuma.

“Lo so…”, confermò Saryuu. Improvvisamente, il moro tornò serio e guardò i tre, “Allora? Che aspettate a prendermi in giro?”

“COSA?!? Quello che ci prende in giro sei tu! Come potremmo farci gioco di te dopo aver capito cosa hai passato?!”, disse Yuma che si sentiva un po’ offeso.

Saryuu nel sentire ciò rimase stupito: era la prima volta che gli dicevano una cosa simile.

“E’ vero! Anzi, la sola idea di prenderti in giro mi fa sentire male al posto tuo”, confermò Kotori con decisione.

La sorpresa di Saryuu aumentò ulteriormente.

“Avrai anche incontrato persone che ti hanno deriso per il tuo passato, ma noi ti rispettiamo: sei riuscito a sopportare tutto quello che ti è capitato con grande forza! Dovresti essere orgoglioso di te stesso!”, esclamò Yuma spronando il ragazzo.

Saryuu non riuscì a trattenere delle lacrime di gioia: aveva finalmente trovato delle persone che lo capivano. Si alzò dalla sedia ed abbracciò i due ragazzi.

“… Grazie… Nessuno mi aveva mai parlato così… Grazie davvero…”

“E di cosa? E’ normale!”, dissero Yuma e Kotori in coro, mentre Saryuu si staccava da loro.

“Saryuu…”, disse Astral catturando l’attenzione dei tre ragazzi. “Vorrei innanzitutto presentarmi, dato che riesci a vedermi: il mio nome è Astral, e sono uno spirito del Mondo Astrale…”

Saryuu guardò Astral per un secondo, poi sorrise e gli rispose. “Piacere di conoscerti Astral!”

Yuma e Kotori si guardarono felici e si sorrisero a vicenda.

“Vorrei chiederti una cosa Saryuu: come mai riesci a vedermi?”, chiese Astral

“Cosa? Perché, non dovrei vederti?”, chiese Saryuu un po’ stranito.

“In effetti è strano”, intervenne Yuma, “Nessuno, a parte me, Kotori e pochi altri riesce a vederlo…”

Astral notò il bracciale al polso destro di Saryuu.

“Scusa Saryuu, posso vedere quel braccialetto?”, chiese Astral

Saryuu annuì ed alzò il braccio : Astral esaminò la pietra verde incastonata nel bracciale con molta curiosità.

“Cosa c’è Astral?”, chiese Yuma.

“Come pensavo…”, disse infine Astral, volgendo la sua attenzione a Yuma. “Questo bracciale non appartiene a questo mondo, bensì a quello Astrale…”

Tutti rimasero stupiti nel sentire ciò.

“COOOOOOSA?!? Ne sei sicuro?”, gli chiese Yuma

“Certo; emana la stessa energia del tuo ciondolo: forse è per questo che riesce a vedermi…”, rispose Astral, che poi volse la sua attenzione a Saryuu. “Come l’hai ottenuto?”

“Me lo riportarono da piccolo i miei da un viaggio di lavoro in Giappone: dissero che era speciale, e che portandolo mi sarei sempre ricordato di loro…”

“Capisco…”. Astral rimase a pensare un po’ e poi riprese a parlare. “Non sai nient’altro su di esso?”

“No, mi dispiace ma non so altro…”

“Ehi Saryuu!”. Astral e Saryuu si girarono verso Yuma, per vedere che sfoggiava un gran sorriso, esattamente come Kotori.

“Che ne diresti di venire a fare una passeggiata con noi?”

“Cosa?! Una passeggiata con voi? Ne sei sicuro?”, rispose incredulo Saryuu. “Difficilmente sono riuscito ad uscire con qualcuno che non sia la mia famiglia…”

“Vorrà dire che recupererai il tempo perso: che ne dici?”, chiese speranzoso Yuma.

Saryuu lo guardò sorpreso, ma poi ricambiò il sorriso dell’amico.

“Ok ci sto!”

“Bene!!”, esclamò Yuma iniziando ad aprire la porta della camera, “Allora sbrigati: noi ti aspettiamo sotto”

Yuma, seguito da Kotori ed Astral scese dalle scale e si diresse verso la porta d’ingresso, ma prima di uscire, lui e Kotori salutarono i nonni di Saryuu, che nel frattempo stava scendendo le scale con tutta calma.

“Saryuu, com’è andata? Ti hanno detto qualcosa?”, chiese il vecchietto, che stava seduto su una seconda sedia a dondolo e che, a quanto pare, sapeva già di cosa avevano parlato per tutto il tempo.

“Sì nonno…”, rispose Saryuu, destando la preoccupazione dei due anziani. “Mi hanno detto: “Che ne dici di venire a fare una passeggiata con noi?”…”

I due anziani si guardarono straniti, per poi riguardare il nipote che stranamente stava sorridendo.

“E… E che cosa vuol dire??”

“Che per la prima volta, dopo tanto tempo, credo di essermi fatto dei veri amici…”

Saryuu alzò la mano sinistra e salutò i suoi nonni per poi uscire dalla soglia della porta di casa.

I vecchietti si guardarono per la seconda volta, e subito dopo si sorrisero a vicenda: era da tanto che il loro nipotino non mostrava loro un sorriso così sincero e spensierato…

Curiosi, i due anziani si alzarono dalle loro sedie a dondolo ed uscirono sul cortiletto di casa per guardare il loro nipote camminare in compagnia dei due ragazzi, coloro che ora Saryuu considerava degli amici di cui poteva fidarsi...








Angolo autore:

ciao a tutti! Mi dispiace per aver tardato per più di una settimana nel postare un nuovo capitolo, ma la lunghezza di questo capitolo è il modo di farmi perdonare: inizialmente avevo concepito questo capitolo per essere diviso in due, ma ho deciso di accorparlo per scusarmi del ritardo, e tutto ciò solo per voi lettori ;)
Finalmente il passato di Saryuu è stato svelato, ed ora ha anche degli amici di cui potersi fidare, cosa succederà ora? Leggete il prossimo capitolo per scoprirlo ;)
Spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto: ciao ed alla prossima!
  
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