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Autore: kiyomizu    27/08/2013    2 recensioni
"Misunderstandings" è una one-shot di due capitoli incentrata sul pairing Rei/Nagisa. Rei è ancora vincolato al suo passato e Nagisa, se vorrà rivedere il sorriso sulle sue labbra, dovrà cercare di mettere da parte per un po' il suo carattere esuberante per comprendere Rei fino in fondo.
— Pairing: Reigisa/Nagirei
— Tipologia: Shounen-ai, yaoi accennato.
— Capitoli: 2. In corso...
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Buona lettura!
© kiyomizu.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Buon giorno a tutti
Dunque, spero che la mia storia sia di vostro gradimento; potrebbero esser presenti errori di vario genere, per questo mi scuso in anticipo.
La dedico a tutte le fan di Free!, ma soprattutto a chi ama la coppia Reigisa, che personalmente adoro. 
Per questa one-shot ho preso degli spunti da un sito di ff inglese, quindi non tutta la storia è farina del mio sacco!
Buona lettura-! » 

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M i s u n d e r s t a n d i n g s
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Parte 1 - Ritorno al passato.

 

Ormai non poteva andare diversamente, no?
Per l'ennesima volta Rei stava cercando di trattenersi, mentre Nagisa come al solito stava esagerando nel prendersi gioco di lui. I due si trovavano nel soggiorno di Haruka, seduti intorno ad un tavolo, in attesa dell'arrivo degli altri membri del club di nuoto. Haruka e Makoto erano stati interpellati urgentemente da Gou, a quanto pare c'era qualcosa da modificare nel piano degli allenamenti settimanali.
Nel frattempo il biondino, come al solito, aveva trovato un altro buon modo per importunare il povero Rei: il divertimento che provava sembrava non finire mai. Ogni occasione era ottima per farlo arrabbiare, soprattutto quando c'era un paio di occhiali da vista in questione. Non capiva come il piccoletto fosse tanto ossessionato dai suoi occhiali, sperava solamente che lo scherzo durasse poco. Rei però non era mai stato tanto fortunato da sfuggire dagli scherzi di Nagisa con tanta facilità. Il suo umore, inoltre, non era dei migliori. I risultati dell'allenamento non si vedevano e sicuramente l'ultima cosa che voleva era sentirsi preso in giro, anche se si trattava degli scherzi dell'innocuo, piccolo Nagisa. Il morale era a terra e difficilmente avrebbe sopportato la situazione.
I suoi nervi ormai erano a fior di pelle.

Makoto e Haruka nel frattempo erano già sulla via del ritorno e dopo una dozzina di minuti arrivarono a destinazione. Haruka fece strada, dirigendosi poi assieme al compagno nel soggiorno. Poteva ben udire gli schiamazzi di Nagisa, probabilmente stava torturando il povero Rei come di consuetudine; aveva permesso loro di precederli, del resto non poteva sapere quanto si sarebbero dovuti trattenere nell'edificio scolastico.
Improvvisamente però Haruka sentì dei passi pesanti avvicinarsi dalla piccola stanza e prima di chiedersi il motivo di tanta confusione si ritrovò Rei di fronte, con un'espressione corrucciata in volto.

Ormai il livello di sopportazione aveva raggiunto il suo limite, purtroppo Rei non era più in grado di trattenersi oltre e per un po', a pugni serrati, se ne rimase zitto.
Rei-chan? A cosa stai pensando?”
Per un attimo Nagisa smise di fare le proprie imitazioni e si rivolse incuriosito all'amico, sorridendo dall'altra parte del tavolo. Sollevando appena il capo, Rei riprese i propri occhiali, risistemandoseli. Schiarendosi la voce, rispose con tono piatto alla domanda. “Nulla, ero sovrapensiero."
Ah, stai sempre a pensare...dovresti rilassarti e divertirti di più, Rei-chan!” Disse Nagisa sorridendo e agitando le mani.
Quindi era così, il biondino aveva ragione. Rei schioccò le labbra, tornando poi a fissare il pavimento. Pensava davvero troppo. Forse era per questo motivo che inevitabilmente, sin dall'infanzia, fungeva da calamita a tutte le persone che volevano prendersi gioco di lui. Nonostante questo, non poteva farci nulla. Lui crebbe vedendo il mondo da un'altra prospettiva, usando solamente la logica per spiegarsi ogni situazione. Forse per ragioni come questa le persone si burlavano di lui. Per tutta la sua carriera scolastica era stato soggetto a scherzi per i suoi voti eccellenti, per la sua natura introversa, per il suo trovarsi a proprio agio con i libri anziché con le altre persone. Lui sapeva che studiando non poteva fallire e proprio nello studio aveva trovato la sua valvola di sfogo.
Quando arrivò alla Iwatobi, Rei sperò di ricominciare con il piede giusto. Le persone sembravano tutte così gentili con lui, riuscì anche ad iscriversi al club di atletica. Grazie ai suoi duri allenamenti era riuscito a creare delle ottime aspettative su di sé e ben presto relazionarsi con gli altri non sembrò più impossibile. Finalmente cominciava a pensare che quel periodo infernale della sua vita fosse terminato...fino a che non conobbe Nagisa.
Ovviamente i suoi scherzi non erano nulla paragonati a ciò che subiva in passato e notò immediatamente che era una sua indole naturale. Faceva lo stesso anche con Haruka e Makoto, anche se i due sembravano non curarsene troppo. Evidentemente perchè erano amici d'infanzia.
Non ci voleva un genio, tuttavia, per capire che Nagisa trovava più soddisfazione a prendersi gioco di Rei. Nel suo modo infantile di fare, il piccoletto adorava vederlo perdere le staffe, ma la povera vittima non riusciva a comprenderne il motivo. Forse perchè sembrava instabile? O peggio, debole? Probabilmente non era questo il motivo, dato che apparentemente la sua corporatura dava l'idea contraria. Forse perchè non aveva perso l'abitudine di passare il suo tempo tra i libri? Nemmeno questo, a pensarci bene: Nagisa non sembrava il tipo da catalogare le persone a seconda delle proprie passioni.
...Forse perchè non gli piaceva abbastanza? Magari non lo considerava un compagno al pari di Haruka e Makoto. Loro tre si conoscevano da molto più tempo e sembrano un gruppo molto unito, insieme a Rin Matsuoka. Effettivamente Rei non poteva affermare di sentirsi appartenente a quel gruppo, non ancora. Forse il modo di agire di Nagisa era per comunicargli che la realtà era proprio quella: Rei era ancora un estraneo per loro.
Rei-chan, tra un po' ci saranno gli esami! Potremmo trovarci a studiare insieme, che ne dici? Reeei-chan?”
Sobbalzando nel sentire il proprio nome, Rei si alzò di scatto. Vedendo il biondino fissarlo con preoccupazione, provò una sensazione di disagio. Si diresse verso l'uscita dell'abitazione senza proferire parola, quando andò a sbattere accidentalmente contro Haruka, il quale, insieme a Makoto, lo stava fissando sorpreso. I tre ragazzi continuarono a fissare l'amico, non riuscivano a spiegarsi quell'atteggiamento, tanto meno Nagisa. Non appena Rei se ne rese conto iniziò a sudare, odiava essere al centro dell'attenzione. L'ha sempre odiato. Imbarazzato riuscì a fare l'unica cosa che sapeva fare bene: scappare.
Raccogliendo le sue cose corse in direzione della stazione; il sole stava tramontando, faceva ancora in tempo a tornare a casa vedendo la strada. Ormai lontano riuscì a sentire ancora le voci dei suoi compagni chiamarlo. Si sentiva così patetico.
Sbuffando, Nagisa tornò a sedersi. “Cosa c'è che non va in Rei-chan? Gli ho solo chiesto se voleva unirsi nello studio...”
Makoto, pensieroso, si sedette accanto al biondino. “Sembrava arrabbiato. Non l'avevo mai visto così prima d'ora...è abbastanza strano.”
Perchè dovrebbe essere arrabbiato? Non gli abbiamo fatto nulla...” Ribattè Nagisa, poggiando il capo sul tavolo. Annuendo, Makoto guardò poi Haruka: sembrava immerso nei suoi pensieri.
C'è qualcosa che non va, Haru?”
Haruka fece scivolare il suo sguardo da Makoto a Nagisa e dopo un lungo silenzio disse la sua, ricordando ciò che udì non appena entrò in casa sua qualche minuto prima. “Penso che Rei non apprezzi essere sempre vittima dei tuoi scherzi, Nagisa.” Disse semplicemente, dirigendosi poi in cucina.
Sia Makoto che Nagisa fissarono Haruka andarsene, non dicendo una parola. Su entrambi poi calò un silenzio di tomba. Makoto capì perfettamente le parole di Haruka, ma Nagisa...
Penso che Rei non apprezzi essere sempre vittima dei tuoi scherzi, Nagisa.
Cosa significava? Il biondino non riusciva a comprendere.


∞ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 

 

 


Rei se ne stava fermo ad attendere l'arrivo della metropolitana. Guardando poi l'orologio notò che aveva ancora cinque minuti a disposizione prima dell'arrivo del mezzo pubblico. Sbuffò annoiato, sistemandosi poi la montatura degli occhiali.
Rei-chan! Rei-chan!”
Riconoscendo una voce familiare Rei si voltò in direzione della persona in questione, notando il suo solito sorriso smagliante. Fu proprio quel sorriso a metterlo a disagio, facendolo sobbalzare appena. Non prestando troppa attenzione a Nagisa che si avvicinava sempre maggiormente, Rei tornò a fissare l'orologio.
Buon giorno, Nagisa-kun.” Bisbigliò, sviando lo sguardo innocente del biondino. Difatti non notò la confusione sul volto del piccoletto, il quale con un sorriso rimpiazzò le proprie preoccupazioni.
Perchè ieri te ne sei andato all'improvviso?”
Non mi sentivo bene, tutto qui.” Rispose prontamente Rei.
Con fare curioso Nagisa diede un'occhiata più da vicino al compagno, fissandolo e squadrandolo per un po'. Rei si sentì un po' troppo al centro dell'attenzione, la cosa lo infastidiva. Si allontanò di un passo dal biondino, non incrociando mai il suo sguardo. Solamente si ripeteva di rimanere calmo, qualunque cosa accadesse.
Hmm. Non sembri essere ammalato...” Confermò Nagisa, girandogli intorno lentamente, con passo felpato. “Rei-chan non si dicono le bugie!”
Rei, tormentato ancora una volta dal piccoletto che si aggrappò alla sua uniforme scolastica, si divincolò malamente dalla stretta, andandosene poi in direzione dell'uscita della stazione. Non aveva proprio voglia di stare a sentirlo, tanto meno di essere letto tanto a fondo da Nagisa. Più passava il tempo più si sentiva irritato. Non solo dal biondino, anche da sé stesso. Si sentiva così impotente in queste situazioni e l'unica cosa che gli riusciva meglio era fuggire.

Non prestando troppa attenzione al comportamento di Rei, Nagisa continuò a caricarlo di domande, non smettendo un attimo di assalirlo. Rei ormai era al limite della sopportazione di nuovo, chissà cosa sarebbe successo questa volta.
Sai, Rei-chan, ormai stanno arrivando gli esami...ieri volevo chiederti se ti andava di aiutarci con lo studio. Passi davvero molte ore sui libri

Vuoi chiudere quella bocca per un po', Nagisa?! Puoi studiare benissimo con gli altri, lasciami in pace!! Posso tornarti comodo solo se si tratta dello studio? Non fai altro che prendermi in giro tutto il tempo! Me ne vado.”
Rivolse al biondino tutta la sua rabbia repressa, urlandogli quelle parole dritte in faccia.

Il piccoletto indietreggiò esterrefatto da quell'atteggiamento, i suoi occhi sgranati fissavano ancora il compagno. Rei fece altrettanto, avviandosi poi di corsa nella solita direzione. Quella mattina avrebbe fatto più strada del solito, ma del resto non voleva vedere per un po' la faccia di Nagisa. Non in quel momento, che si sentiva pienamente soddisfatto di quello che era finalmente riuscito a dire dopo anni e anni. Tuttavia, allo stesso tempo iniziò a provare un profondo rimorso dentro di sé. Forse Nagisa non se lo meritava. 




Continua nel capitolo 2...


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(*) N/A: Date le pochissime fonti trovate riguardanti l'infanzia e la pre-adolescenza di Rei, mi sono limitata a scrivere come secondo me potevano essere quei tempi, considerando il suo carattere attuale. Quindi non è detto che Rei subisse maltrattamenti da altri bambini, poteva benissimo essere anche il più figo e ammirato della scuola, LOL. Non è dato a sapersi.(?)
Quindi...avvisati signori
~

  
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