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Autore: FairLady    31/08/2013    1 recensioni
Scarlett e Richie, di nuovo insieme. Questa volta, però, potrebbe essere per sempre.
Ennesimo capitolo di una cosa che doveva nascere e morire in poche righe, ma che si sta trasformando in una specie di Saga.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richie Sambora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Because we can'
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Dall’unica finestra di quella stanza sperduta in un angolo di Boston filtravano fioche le luci della città, che ancora viveva nonostante fosse notta fonda.
Richie, sdraiato supino, accarezzava pigramente la pelle nuda della spalla di Scarlett accoccolata tra le proprie braccia. Stavano in silenzio e fissavano un punto imprecisato di fronte a loro.
Le lenzuola accartocciate ai loro piedi, i loro vestiti stropicciati e abbandonati qui e là nella camera, ma, soprattutto, il loro senso di spossatezza, le labbra gonfie e i respiri ancora leggermente ansanti, erano prove inconfutabili di ciò che si era consumato tra quelle quattro mura, e nessuno dei due sembrava esserne dispiaciuto.
“Dormi?” fu la voce di lui, ruvida, ancora un po’ arrochita dall’eccitazione appena soddisfatta, a rompere il silenzio di quella notte di dicembre stranamente calda.
“Mmm, - mugugnò Scar, provocando nel petto di Richie una flebile, piacevole vibrazione che lo fece sorridere – se non avessi parlato forse mi sarei addormentata.” finì, alzando di qualche grado il viso per cercare i suoi occhi attraverso la penombra.
“Scusa – le rispose, - non volevo disturbare il tuo riposo” ma con i gesti fece intendere esattamente l’opposto. Con la mano libera sotto al suo mento, la guidò verso le sue labbra piene, rubandole un bacio umido e delicato.
“Non preoccuparti, ti farai perdonare.” lo minacciò con un sorriso sornione stampato sul viso mentre, facendo leva con le mani sul suo petto, assunse una posizione più comoda, per poterlo gustare meglio.   
In un attimo fu a cavalcioni su di lui e, per un momento – uno solo -, si stupì di quanto velocemente avesse abbattuto ogni reticenza, ogni pudore. Ogni remora. Le erano bastate quelle due labbra così finemente cesellate e vergognosamente morbide a pochi centimetri, per rendersi conto di quanto tempo avesse perso… e di quanto ne avesse ancora da recuperare.
Si chinò lentamente per raggiungere il suo viso, che in quel momento le stava riservando uno di quei suoi tipici sorrisi rilassati, buoni, genuini. I seni carezzavano sensualmente la pelle nuda del petto di Richie, che era già pronto a riprendere tutto il discorso daccapo.
Lui non poteva credere che, dopo averlo sperato, agognato – e per certi versi, dopo essersi anche rassegnato a non viverlo mai –, lei fosse davvero lì tra le sue braccia. Più la guardava muoversi sopra al suo corpo, arrendersi al desiderio e lasciarsi andare al tocco delle sue mani, più si convinceva che non avrebbe più potuto farne a meno. Come avrebbe fatto quando avrebbe dovuto salutarla e lasciarla lì a nord per scendere e raggiungere di nuovo gli altri e continuare il tour?
Dopo aver assaggiato il tocco di quelle mani delicate esplorarlo in ogni anfratto del suo corpo, come avrebbe fatto a tornare alla vita reale? A guardare gli altri come se non fosse successo niente? A guardare Heather – quando l’avesse rivista – senza pensare a quello che Scar rappresentava per lui, a tutto ciò che non poteva avere?
“Dove sei, Sam?” la voce di Scarlett lo riportò alla realtà “Non te ne andare, resta qui.” e quelle parole uscirono dalla sua tenera bocca rossa come una supplica, un lamento spaventato che lo teneva legato a lei come un palloncino lasciato in balìa del vento sferzante d’autunno.
Un gemito di soffocato struggimento scivolò incontrollato dalle sue labbra e un’enorme voragine gli si aprì nel petto. Lui la voleva per sé e per sé soltanto. E voleva essere suo, dannatamente suo. A quella sprezzante verità, che sembrò presentargli il conto del banchetto che si stava permettendo quella notte, rispose semplicemente stringendo il fragile e perfetto corpo della donna sopra di lui e adagiandola con delicatezza sul letto per invertire le parti e sovrastarla.
“No, non me ne vado. Resto qui. – e l’impeto del bacio che ne seguì fu sicuramente più esplicativo di mille parole, di mille canzoni, qualcosa che sette note non sarebbero riuscite a spiegare appieno – Sto qui – continuò a ripetere mentre ancora esplorava la sua bocca – qui con te.”
La folta chioma mossa di Richie cadeva morbidamente sul viso di Scarlett, chiudendoli in un mondo che apparteneva solamente a loro e che, per quei fugaci attimi che si erano presi il lusso di regalarsi, li avrebbe protetti da qualsiasi cosa avesse provato a ferirli, ad allontanarli.  
Avevano fatto l’amore tutta la notte e a breve il sole sarebbe spuntato, cogliendoli ancora complici, ma nessuno dei due era sazio. Nessuno dei due ne aveva abbastanza. Il chitarrista la prese di nuovo, con dolcezza, con ardore, con la voglia di imprimersi nell’anima le sensazioni che aveva scoperto di riuscire a provare solo con lei. Quella giovane donna che leggeva troppo e che lo aveva fatto sentire in paradiso dalla prima volta in cui aveva affondato le dita minute nella sua coltre di ricci neri.  
Forse a causa della troppa passione – o del troppo sentimento – che li stava torturando, impedendo loro di staccarsi per più di qualche minuto, entrambi consumarono velocemente il breve spuntino che si erano concessi, di nuovo. E mentre Richie si accasciava sul corpo caldo e sudato della sua Scarlett e le braccia di lei lo cingevano stretto – come se volesse incidersi addosso le forme di quell’uomo fragile e appassionato – le parole quasi soffocate di lui fenderono l’aria.
“Torna a casa, Scar. Torna da noi…”
“Non posso – ammise lei, stringendosi ancora di più al chitarrista e nascondendo il viso nell’incavo del suo collo – non posso semplicemente tornare e basta. Non…”
Richie la zittì con l’ennesimo assalto a quelle labbra che erano troppo… Decisamente troppo di troppe cose.
“Perché? Chi lo dice che non puoi? È casa tua. Puoi tornare quando vuoi.” parlava – la implorava – proprio come avrebbe dovuto fare mesi addietro, quando, senza nemmeno salutarlo, era sgattaiolata via da lui per tornare nel Maine. Che avesse finalmente trovato il coraggio necessario per impedirle di scappare?
Negli occhi di Scarlett si susseguirono una serie di immagini, di sentimenti, di emozioni che non avrebbe mai potuto cancellare nemmeno se lo avesse desiderato con tutta se stessa. La tentazione di tornare era enorme, così come la voglia di restare con Richie e vedere se, prima o poi, sarebbe stata lei la prima scelta, anziché il ripiego. Ma c’erano davvero troppe cose che le facevano paura. Prima fra tutte, l’idea che non sarebbe mai successo.
Mentre il suo cervello lavorava vorticosamente sulle variabili di una situazione decisamente non facile, il moro continuava a lambire ogni singolo centimetro della pelle del suo viso candido. Le era praticamente impossibile ragionare lucidamente, stabilire se rientrare con lui, affrontare le chiacchiere – sempre che lui avesse avuto intenzione di parlare di loro a qualcuno – o tornare e fare semplicemente come se nulla fosse successo, potesse essere la cosa giusta da fare.
Quando, però, vide dipinto sul volto dell’uomo il suo solito sguardo adorante e pieno di tacite promesse, capì che la risposta ai suoi quesiti l’aveva già trovata, in quegli occhi scuri pieni di lei.




Note dell'Autrice

Buonsalve gente, (anzi, buonanotte, vista l'ora)
avevo promesso che sarei potuta non tornare a tediarvi con la storia tra Sambora e Scarlett, ma alla fine, eccomi qui.
Complice anche la mia cara amica Chara che mi istiga come poche. xD
Diciamo che questa l'ho scritto un po' anche per lei. 
Spero di non averti deluso, tesoro. :)
Sarò breve perché l'ora e tarda. Vorrei solo farvi presenti gli altri episodi che ho scritto riguardo loro due: 

 
Heart breakin' even

Scar Tissue

Buona Notte! 
Fair




 
   
 
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