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Autore: Akira14    06/03/2008    4 recensioni
Prima di tutto ci terrei a sottolineare che NON é Twincest; non vorrei creare e dissiludere certe aspettative ;)!
Quando ci abituiamo ad uno status siamo portati a credere che il cambiamento sia per il peggio...E se invece avessimo la risoluzione di affrontarlo e cercare di dargli una forma che s'avvicini a ciò che ci renderebbe felici? La questione 'sta tutta in cosa siamo disposti a rischiare...E se il prezzo fosse troppo alto?
Il difficile dilemma di H&K.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikaru Hitachiin, Kaoru Hitachiin
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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È l’alba di un nuovo giorno, che solitamente per lui vuol dire nuove occasioni per far impazzire il Lord e stuzzicare Haruhi, ma per quanto lo riguarda oggi potrebbe benissimo essere l’inizio dell’Apocalisse

È l’alba di un nuovo giorno, che solitamente per lui vuol dire nuove occasioni per far impazzire il Lord e stuzzicare Haruhi, ma per quanto lo riguarda oggi potrebbe benissimo essere l’inizio dell’Apocalisse.
Sì, è decisamente melodrammatico da parte sua; d’altronde s’è svegliato e Kaoru era già sgattaiolato fuori della camera.
Stropicciandosi gli occhi corre a controllare che le cose di suo fratello siano ancora al loro posto, che non abbia portato via i vestiti a sua insaputa.
Perché se davvero la sua intenzione è quella di dividersi, allora deve farlo alla luce del sole.
Tira un sospiro di sollievo: è ancora tutto lì.
Poi una morsa lo prende allo stomaco. Non sarà ancora per molto.
Anche se lui ora lo affrontasse e gli dicesse che non c’è n’è bisogno, che possono crescere insieme e spronarsi a vicenda… sarebbe inutile. Che non ne senta lui la necessità non vuol dire che debba essere lo stesso per il gemello.

Un altro, l’ennesimo, punto di rottura. Mai si sarebbe immaginato che l’altro potesse desiderare cose diverse rispetto a lui, che questo avrebbe portato attriti tra loro.
Ciò che più lo spaventa, in questo momento, è che le mezze misure non sono mai state una caratteristica degli Hitachiin.
Ha paura che Kaoru decida di tagliare ogni ponte, sebbene sappia che per la natura del loro rapporto questo non è possibile. Potrà allontanarsi quanto vuole, ma continueranno sempre a pesargli quei sedici anni vissuti quasi come un’unica entità. Niente al mondo potrà cancellare il fatto che sono gemelli.
Eppure che l’ignoto continui ad addensarsi intorno alla persona che dovrebbe conoscere meglio al mondo, o così ha sempre pensato, fa sì che sia in preda alle più assurde paranoie.
Sente bussare fuori dalla camera, e per qualche strana ragione chiude l’armadio in fretta e furia – come se si vergognasse di avervici frugato dentro – e si nasconde nuovamente sotto le coperte.
Non risponde, ma la porta si apre comunque.
“Hikaru? Hikaru sei sveglio?” Ecco, se fosse stato nel letto accanto e l’avesse aspettato come fa di solito si sarebbe potuto risparmiare questa domanda idiota.
“No. Parlo nel sonno. Borbotta nel cuscino.
“Beh, vedi di mangiare anche colazione nel mondo dei sogni, perché se non ti sbrighi ad alzarti arriveremo tardi a scuola. E non ho intenzione di perdere mezz’ora di lezione a causa tua. Richiude la porta, ed il fratello maggiore è quasi tentato di rimanersene a letto giusto per vedere se il gemello l’avrebbe aspettato davvero.
Vorrebbe dire che c’é ancora speranza. D’altra parte fare colazione insieme è un’ottima occasione per continuare il dialogo della sera prima, vedere se dopo averci riflettuto una notte Kaoru abbia scoperto che avere anche il parere di Hikaru non sarebbe stata una cattiva idea.
Ed così, alzandosi e vestendosi per raggiungere Kaoru, che si scopre anche inguaribile ottimista.


Seduti insieme al tavolo sembra che nulla sia cambiato. Hanno ancora gli stessi gusti e mangiano alla medesima velocità, in silenzio, ancora troppo addormentati per iniziare già a complottare ai danni di Tamaki di primo mattino.
“Non voglio fare come dici tu. Rompe risentito la quieta, facendo sussultare il gemello. “Ci dovrà essere un altro modo, meno categorico.”
“Hikaru…” Sospira l’altro, avvilito. “Tornerebbe tutto come prima, lo sai.”
“No, lo sai tu. Che c’era di male nel prima, scusa? Ti svegli una mattina, decidi che non ti va più bene e metti su tutta quella recita con Haruhi. E se a me non andasse bene?” Sbatte le mani sul tavolo, raccogliendo cartella e giacca della divisa. Gli è passato l’appetito.

Il fratello lo ferma, prendendolo per il polso. “Calmati.”
“Calmarmi? IO?” Alza la voce, furioso di non riuscire a liberarsi della stretta.
“Sì. Sta tranquillo. Non ho mai parlato di toglierti il saluto, trasferirmi via di qui cambiando nome e identità. Cerco solo di farti capire che ho bisogno dei miei spazi. Lo lascia andare, ma l’altro non s’allontana.
“Dall’oggi al domani?” Domanda, incredulo.
 Da quando ho scoperto di desiderare qualcosa tutto per me.” Ribatte Kaoru.
 “Allora c’entra Haruhi! Anche tu la ami.” Alla fine si riduceva tutto a questo? Ad una mera competizione per le attenzioni della loro compagna, che tanto non li vedeva più che amici?
 “Lei è stata la scintilla. Annuisce, ma zittisce il fratello con un cenno, facendogli capire che non ha ancora finito la frase. “Per capire che non posso essere la tua ombra per tutta la vita.”

Questa è grossa. Che il loro rapporto stesse togliendo qualcosa al gemello non gli è mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello.
Ecco cosa stava evitando di dire, facendogli credere che si stesse sacrificando per il suo bene.
Lo conforta che si preoccupi ancora di non ferirlo, ma alla fine la verità è venuta a galla lo stesso.
Sempre che questa non sia un’altra strategia di Kaoru per farsi odiare. Capirlo sta diventando pressoché impossibile.
Alza gli occhi, per scorgere qualche indizio in quelli del fratello, ma l’altro sta già uscendo a grandi falcate dalla stanza.

Non poteva credere di averlo detto ad alta voce. E a quel modo poi!
Adesso Hikaru avrebbe pensato che lui lo trovi ingombrante, di ostacolo alla propria crescita come persona. Quando è l’esatto contrario. Gli è insopportabile in pensiero di esserlo all’evoluzione di quest’ultimo.
A lui, tutto sommato, di stare all’ombra della personalità spiccatamente più forte dell’altro va anche bene.

Per il gemello, invece, desidera che abbia l’occasione di farsi conoscere anche al di fuori dell’Host Club, non che torni nel loro piccolo mondo.
Si conosce fin troppo bene: un cambiamento graduale, come quello che suggeriva Hikaru, lo porterebbe a sedersi ben presto sugli allori e finire per essere di peso alla sua indipendenza.
Scappare è da vigliacchi, ma non trova altra soluzione.

A scuola fa scambio di posto con il capoclasse. Pranza con un gruppo di ragazze estasiate di averlo al loro tavolo e poi passa il resto del pomeriggio in biblioteca.
Probabilmente, al Club, l’avranno già dato per disperso. Sequestrato dal Club di Magia Nera per essere usato come vittima sacrificale di qualche strano rito dei loro, tipo.
Non può fare a meno di sorridere, immaginandosi le varie pose drammatiche che deve aver assunto Suou.


In effetti, il biondo presidente non si dà pace dell’assenza.
“L’hanno rapito? Ma chi? Perché?” gli altri componenti scrollano le spalle, disinteressati. Honey ha avuto modo di parlare con il minore dei gemelli Hitachiin quando lo è andato a trovare, all’inizio della rottura tra lui e Hikaru. Non è preoccupato: comprendeva la sua scelta e rispettava i tempi che gli sarebbero stati necessari per capire che non è quello il modo giusto di affrontare la questione. La sua pacatezza, poi, distende l’animo delle clienti.
Kyoya appunta quando sta perdendo il Club per colpa della diserzione di un elemento senza il quale il fratello non perdeva solo la metà del suo fascino… Non è nulla di che, un ragazzo come tanti. Più ricco e più bello della norma, ma banale agli occhi delle ragazze, che preferiscono dirottare le loro attenzioni sul placido Fujioka.
In realtà lei è agitata tanto quanto Tamaki, solo che riesce a non darlo a vedere. La sua preoccupazione non è la stessa – sa che oggi Kaoru ha semplicemente deciso di starsene per conto suo  – ma si sente ugualmente inadeguata ad affrontare la situazione.
Due suoi amici, nel ristretto gruppo di persone che può definire tali, sono ai ferri corti e si eludono l’un l’altro e lei non sa far altro che stare a guardare.

“Hikaru, sei sicuro che non ti sia arrivata una richiesta di riscatto?” Continua ‘The King’, passeggiando su e giù in preda all’ansia.

“Ne sono sicuro.” Mormora, guardando fuori dalla finestra distrattamente.
Tamaki corre a prenderlo per le spalle, scuotendolo con forza “Come fai a non essere preoccupato? Potrebbe essere in pericolo. È della tua famiglia che stiamo parlando!”
“Di che pericoli vai parlando? Di quel tipo della sezione D, quello che ha giurato che ce l’avrebbe fatta pagare?” Risponde, con un ghigno sulle labbra.
Il sempai rabbrividisce, prendendosi teatralmente il volto fra le mani. “Ma allora è davvero in pericolo! Dobbiamo salvarlo!”

“Sìììì!” Gridano le ragazzine, credendo che sia un’altra delle recite studiate dal Club.
“No. Kaoru non ha due anni. Sa prendersi cura di se stesso. Se andassimo a salvarlo penserebbe che non lo crediamo capace di farcela da solo.” Respinge la missione di soccorso con tanta decisione da zittire tutti i presenti. “E poi non ha niente che lo minacci, non avrà avuto voglia di stare a sentire le idiozie che escono continuamente dalla tua bocca. Francamente, non lo biasimo.”

Lo biasima eccome, invece, ma non ritiene che altri debbano intromettersi nei problemi tra loro due.

Non capirebbero, comunque. Tanto vale che ne stiano fuori.

 

Per quanto lo riguarda, sta riflettendo sul fatto che così non funziona.
Lo spazio che Kaoru sta cercando di crearsi è forzato a tal punto da far soffrire entrambi. È come essere tornati a due giorni prima.
Forse se gli dicesse che lui è disposto a collaborare andrebbe meglio.
‘Oh!’ Una buona idea si fa strada, finalmente, tra i suoi pensieri.

Immagina dove poterlo trovare, quindi non appena il Lord gli dà il via libera - con gli occhi velati di lacrime per l’ammirevole mutamento della sua posizione sul lasciare gli altri al proprio destino – si reca alla biblioteca.
Aspetta pazientemente. Per circa un minuto.
Poi entra e, non preoccupandosi affatto di disturbare il chiacchiericcio di studenti che fingono di ripassare, si mette a gridare il nome del gemello.
“Che c’è?” Lo sente rispondere, infastidito.
Ah, bel coraggio che c’ha ad essere lui quello scocciato.
“Alzati e vieni qua. Gli ordina, come ad un cagnolino.

“Vieni tu, scusa.” Replica l’altro, non schiodando di un millimetro dalla sua sedia.
“Scusa un corno, sono dovuto già arrivare fin qui!” Sbraita dall’entrata.

“Chissà che fatica.” Constata Kaoru, sarcasticamente.
Sembra uno dei loro finti litigi. Una serie di punzecchiature prive di alcuna cattiveria, atte solo ad darsi noia vicendevolmente. Avrebbero continuato, se non avessero visto il vice-preside sbucare da dietro uno scaffale.
“Si può sapere cos’è questo baccano? Se intendete continuare a bisticciare, siete pregati di farlo fuori di qui. Li ammonisce, voltandosi prima verso Kaoru – più vicino a lui – e poi verso Hikaru.
“Ce ne stavamo giusto andando. Quest’ultimo fa cenno al gemello di uscire insieme a lui.

Una volta fuori lo sorprende, abbracciandolo.
“Mi sei mancato. È ancora arrabbiato con lui, furente a dir la verità, ma non può negare che riaverlo vicino sia come prendere una boccata d’aria proprio quando si sta per soffocare.
Lo sente irrigidirsi, cercare stoicamente di resistere all’impulso di ricambiarlo.
Non può, non ancora.
“Ed è passato solo un giorno. Bisbiglia contro il suo collo, appoggiando la testa sulla sua spalla in segno di resa. Per il momento.
Hikaru gli accarezza la nuca; la rabbia è sbollita con la strana docilità di Kaoru “Hey, sta a sentire cosa mi è venuto in mente…”

 

  
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