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Autore: ehileus    01/09/2013    1 recensioni
Come poteva andare tutto alla perfezione se Harry non era stato onesto con se stesso?
Come poteva Faith amare Harry se Dan era un'anima presente del suo passato e presente?
Come poteva l'underground far svanire tutto isolandoli dalla loro vita?
Ma poteva quel dannato vagone della yellow circle line dare un nuovo inizio? Oppure aveva il compito di finire tutto?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Two.

 

 

 

Quella mattina Haleigh - la sua migliore amica da una vita , la rossa con i capelli più focosi che avesse mai inconrato , un’ottima ascoltatrice e consigliatrice da far paura , ma pettegola e impicciona anche se questo Harry lo apprezzava lo stesso - lo era venuta a prendere sotto casa , si era svegliata prima del previsto e avrebbe preso la metro con lui.

Non gli dispiaceva - certo - ma avrebbe visto la ragazza della metro e se Haleigh avesse capito che la guardava avrebbe fatto mille domande.

Si strinse nel cappotto mentre si avviavano verso l’underground , forse sarebbe riuscito a non guardarla quella mattina.

«Roba da non credere» esclamò Haleigh mettendo un piede e poi l’altro sul vagone della circle line «Joe è andato da Zoe e l’ha baciata , non sai che casino è successo : quei due sono pazzi secondo me.» disse tutto in un fiato , Harry si limitò ad annuire senza nemmeno aver ascoltato gli inutili racconti della sua amica e cercò con lo sguardo la castana.

Eccola lì , seduta a fondo del vagone ; bella e raggiante come sempre  e con il suo libro in mano e il suo fidato caffè.

Portò Haleigh a seguirlo fino a lì e insieme afferrarono il palo , in quell’istante aveva capito che il suo piano barra giochino quel giorno sarebbe saltato.

«ehi , che guardi?» gli chiese e le sue guance per la prima volta andarono a fuoco quando lei alzò lo sguardo verso Harry e strabuzzò gli occhi , cercò subito un altro punto in cui guardare cercando di non farsi vedere e confondersi tra la folla di quella mattina.

«un punto a caso» inventò «è bello vedere scorrere il treno» fece un gesto con la mano e stampò alla sua amica un bacio sulla guancia , distraendola.

Lei invece si stava arrotolando una ciocca di capelli al dito mentre finiva di leggere e quando Haleigh gli parlava lui era intento a scrutare ogni movimento di quella che era la ragazza che lo aveva letteralmente fatto impazzire , ma finì per incrociare il suo sguardo e si sentì di nuovo tremendamente in imbarazzo.

Dio no! Sperava solo non scendesse dalla seconda porta altrimenti sarebbe stata la sua fine.

Harry era uno che quando faceva le promesse le manteneva e lui avevo promesso a se stesso di parlare , anche se ci fosse stata Haleigh o chissà chi.

Lei quel giorno chiuse il libro e cominciò a far vagare lo sguardo , Harry si irrigidì quando notò che un’altro ragazzo la stava guardando , anzi se la stava già portando a letto nella sua testa.

Era geloso di una persona che non era nemmeno sua , si sentiva ribollire più per il fatto che lei stava ricambiando le occhiate di quel tipo.

Con lui non l’aveva mai fatto.

Si sentiva sempre il nulla quando era in metropolitana con lei e ormai da mesi; fuori la sua vita sociale con il sesso opposto era ... era molto positiva : non si vergognava mai ed era anche abbastanza sicuro di se stesso , ma appena metteva piede lì tutto svaniva.

Forse si era reso conto di essere un’altra persona , forse dopo la soglia del quarto vagone era se stesso o forse era la speranza di trovare il suo sguardo a renderlo vulnerabile.

Il ronzio del chiacchiericcio di Haleigh era insopportabile , ma gli teneva compagnia mentre cercava di focalizzare i suoi pensieri.

La ragazza stava ancora guardando quel tizio quando lui si avvicinò e si presentò «Sono Jonah» e sfoggiò un sorriso pieno e sicuro di se.

Harry attese , senza farsi notare , la sua risposta trattenendo una risata quandò giunse alle sue orecchie.

«e perchè mi dovrebbe interessare?» sputò lei facendo un sorrisino furbo e malizioso , il ragazzo subito si allontanò da lei  con uno sguardo oltraggiato , quasi stupito dell’acidità che aveva avuto nei confronti del figo paura che le si era presentato.

Non gli aveva detto il suo nome così Harry non aveva potuto scoprirlo in anticipo , punto in meno per lui.

Subito andò nel pallone.

E se avesse reagito così anche quando le avrebbe parlato lui? Forse era davvero una cattiva idea , forse avrebbe dovuto continuare a guardarla nel suo  piccolo mondo sotterraneo , forse era fidanzata , innamorata , complicata , forse vedeva lui tutto sbagliato , forse... forse avrebbe accettato di parlargli , ma le probabilità erano scarse dopo la risposta di oggi a Jonah.

Quarta fermata , si alzò e come sempre riportò il libro nella sua borsa , scese di fretta e cominciò a scappare via , l’avrebbe rivista solo due giorni dopo e gli sembrava già troppo tempo.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Faith corse su per le scale quasi arrabbiata , il ragazzo della metro era fidanzato.

VAFFANCULO.

Che cazzo di problemi aveva? No , sul serio.

Un ragazzo carino era venuto a presentarsi e  l’aveva praticamente respinto.

Dio , lei non pensava che sarebbe venuto a presentarsi , scambiarsi un sorriso le sarebbe bastato.

Perchè gli aveva risposto così?

Il ragazzo che vedevo tutte le mattine era pure fidanzato con quella rossa che le pareva bellissima , e a quel punto cosa sperava di ottenere se non la fama di una stronza acida bastarda single a vita per lui?.

Quel giorno il ricciolo l’ aveva guardata , guardata sul serio , ma solo per rendersi conto di quanto fosse stata odiosa , pensava.

Cancellare ogni probabilità con un ragazzo carino : missione compiuta.

Non era nemmeno riuscita a mettere fuori piede dall’underground che gli occhi cominciarono a pizzicare e a scaldarsi.

Non stava davvero piangendo... era ... era l’aria.

I rumori della città sopra la sua testa dopotutto la aiutarono a distoglierla dai suoi pensieri , infatti pensò che Londra era la città giusta per lei e non si sarebbe mai spostata.

Le strade erano sempre gremite di gente a qualsiasi ora del giorno o della notte , era una città allegra , giovane - certo il tempo non è uno dei migliori , ma si tirava avanti anche con il freddo.

Una volta giunta alla maggiore età era subito corsa in cerca di un lavoro decente : per avere una vita da studentessa doveva mantenersi , perchè ormai i suoi genitori non la sostenevano economicamente , così faceva la cassiera allo Starbucks della stazione di Paddington e lo riteneva un lavoro divertente : i suoi colleghi erano simpaticissimi e nemmeno il capo era male , sempre pieno di persone da osservare e da scrutare , cosa che le piaceva parecchio.

Si divertiva a immaginare le vite delle persone che era costretta a vedere ogni mattina ; chi correva a perdifiato per il treno e lei pensava sempre a dettagli del loro carattere che li rendessero goffi e ritardatari , chi invece gli andava in contro con un aria malinconica e lei si divertiva ad intuire le ragioni per le quali lo fossero , chi invece lo raggiungeva talmente felice da non contenere un sorriso e lei immaginava un ragazzo o una ragazza o la famiglia che li aspettavano all’altro capo di un’altra stazioni , chi era arrabbiato , angosciato , turbato , allegro , spensierato , divertito... insomma ne vedeva di tutti e ogni giorno era una scoperta in più.

Le piaceva immergersi nella vita degli altri , talmente voleva evadere dalla sua.

Si sforzò di pensare a qualsiasi cosa che non era la metropolitana o il ricciolo o la sua figura di merda , ma ad ogni discorso che tentava di formulare nella sua testa uno dei tre argomenti saltava sempre fuori.

Faith non era una stronza sfacciata ragazza sicura di se che tutti avevano visto in quel vagone , eccola la verità.

Una che cerca di essere forte , decisa , alle volte cattiva , per niente.

Tutto il contrario.

La debolezza era la cosa che la caratterizzava di più , anche se cercava di nasconderla saltava sempre fuori , come le sue lacrime che uscivano ogni qual volta ne avesse bisogno - e spesso -  ma che ci poteva fare? Trattenersi non era mai stato il suo forte.

E poi la maggior parte delle volte era gentile , cortese e se una cosa - o una persona - non le piaceva si sforzava di non farlo vedere , ma perchè in quel fottuto vagone si era comportata così?

Che sperava di fare? Ottenere la sua attenzione? Ma non voleva la sua attenzione!

A volte capiva sul serio perchè ci definiscano strane , confuse e complicate , a noi donne.

Non riusciva a capirsi nemmeno da sola , figuriamoci gli altri cosa avrebbero potuto fare.

Scrollò le spalle mettendo piede nel locale e poggiando la borsa su una delle seggioline marroni , per prendere fiato.

Jodie le venne subito incontro con il grembiulino nero che avrebbe dovuto indossare «tutto a posto?» le chiese dandole poi una pacca sulla spalla , Faith annuì poco convinta : Jodie era la sua migliore amica , ma a volte pensavano di dover essere anche di più : tipo sorelle.

Erano ormai due anni che condividevano l’appartamento e avevano trovato lavoro insieme ; la prima cosa di cui Faith si innamorò furono i suoi capelli biondi e lisci come l’olio che le ricadevano lunghissimi sulle spalle e - ovviamente - i suoi occhi verdi così fermi e decisi che le trasmettevano sicurezza.

Inoltre con il passare del tempo Jodie si era rivelata un’ americana - perchè quelle erano le sue origini - perfetta : precisa , con buon gusto , determinata , educata , razionale , ambiziosa , realista e la cosa che preferiva più di tutte in lei : l’ironia che non mancava mai.

«Ok , mancano venti minuti all’apertura» disse Jodie tirando verso di sè una sedia e sedendosi appoggiando le mani sulle ginocchia «raccontami tutto e subito» la guardò severa , Faith sapeva che l’avrei fatto , perchè lo faceva sempre.

 

 

 

 

«torna a casa Faith , ci penso io a mettere via» le disse Carly cominciando a strofinare il tavolo , forse aveva notato la faccia distrutta della castana.

«Grazie» le sorrise , quindi snodando il grembiule per poi afferrare la borsa e mandarle un bacio prima di uscire e incamminarsi verso la metro.

Erano quasi le dieci e il freddo la faceva gelare come un ghiacciolo , si strinse nel giaccone blu e tirò avanti fino alla porta del quarto vagone della yellow cirle line , il solito insomma.

Era una persona molto superstiziosa quindi si sedeva da due anni e mezzo sempre nello stesso vagone , convinta che gli altri portassero male.

Si sentii un ghiacciolo vero quando vide entrare anche lui , ormai era una cosa snervante.

 

 

Hii ,

è strabiliante il fatto che io ieri abbia postato un os e già oggi torno con un’altro capitolo di Stray Heart.

Personalmente questa long mi piace , forse non la sto scrivendo bene come vorrei ma non fa proprio schifo come invece fanno le altre cose che tiro fuori.

Per essere il secondo capitolo non sono andata troppo di fretta vero?

Beh fatemi sapere che pensate , ci tengo davvero.

Voglio migliorare , esprimermi meglio e se avete qualcosa da consigliarmi siete le prime che dovete farlo.

 

 

Leoncii

 

 

  
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