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Autore: Aagainst    04/09/2013    5 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 19
Tony si alzò. Andò a svegliare Ziva, ma non la trovò nel suo letto. Si allarmò e iniziò a cercarla ovunque, senza riuscire a trovarla. Diede un’occhiata fuori dalla finestra: l’israeliana era seduta per terra, che scrutava l’orizzonte. In mano teneva la collanina di Rabi e muoveva le labbra. Probabilmente stava pregando, ma Tony  non ne era sicuro. Sorrise: la sua piccola ninja era ora così fragile, così vulnerabile. “Sei incredibile.” pensò tra sé e sé. Gibbs lo riportò alla realtà. –DiNozzo! Dov’è Ziva?- chiese. –E’ fuori, capo. E io non so che fare.- rispose Tony. –Lo so io.- affermò Jethro.
-Gibbs!- esclamò stupita Ziva, vedendo il suo capo che si sedeva accanto a lei. –Allora, come stai?- chiese lui. L’israeliana scosse la testa. –Male. Mi sento in colpa. Lui è morto per salvarmi. Ma io l’ho portato in quell’inferno! Io l’ho ucciso nel momento in cui gli ho chiesto di aiutarmi! E’ solo colpa mia! E’ solo colpa mia! Come sempre! Come con Ari, come con Rachel e Alex, come con Tony! So solo fare casini.- si sfogò lei. –Non sono nemmeno riuscita a dirgli quanto è stato importante nella mia vita! Io… Io mi odio!- continuò. Lo schiaffo arrivò, inaspettato e sperato allo stesso tempo. Gibbs abbassò il capo e scosse la testa. Ziva iniziò a piangere, abbracciandolo. Jethro le accarezzò il capo. –Ziva, tu lo sai che non è colpa tua. Ari ha scelto lui la su strada. Rachel e Alex sono state rapite da coloro che dovevano proteggerle. E Rabi ti ha protetta e, anzi, ha acceso il tuo cellulare perché potessimo localizzarvi.-. Ziva si voltò, di scatto. –Come?- chiese, stupita. –Sì, il tuo cellulare era acceso. Zee, non siamo noi a scegliere il nostro destino. Devi smetterla di torturarti. Devi smetterla di pensare a come sarebbe andata se tutto fosse stato diverso.- affermò lui. –Ma io ho delle domande! E sono urgenti! Io voglio capire perché!- esclamò lei. Si guardarono negli occhi. Gibbs le accarezzò la fronte. –Sai, non posso darti io le risposte. Non ne sono in grado. Ma, penso di aver capito una cosa: per ogni cosa che perdiamo ce ne viene data un’altra.- disse. –In che senso?- domandò Ziva. –Guarda me: ho perso una moglie  e una figlia. Eppure ne ho trovata un’altra: te. Ziva, per me sei come una figlia.- dichiarò Jethro, con voce leggermente tremante. L’israeliana lo abbracciò, sforzandosi di non piangere. –Poi.- continuò Gibbs –Hai perso un fratello. Ma hai trovato McGee e Abby. Hai ucciso Ari, ma hai trovato Rachel, Alex e Mitch. Hai perso molto, ma hai trovato Tony.-. A quell’ultima affermazione Ziva scoppiò in lacrime. Tutto il dolore che aveva nel cuore, tutto quello che aveva provato negli ultimi otto anni, tutto quello che aveva dovuto lasciarsi alle spalle, tutto, ma proprio tutto, era ora lì, davanti a lei. Guardò Gibbs, con gli occhi velati dalle lacrime. E, per la prima volta, si trovò davanti all’opportunità di cambiare: non doveva dimenticare, ma semplicemente accettare il presente. –Gibbs, io ho paura.- confessò, più a sé stessa che al suo capo. –E’ normale. Ma non devi permettere che ciò ti blocchi.- la rassicurò lui, con uno sguardo carico di tenerezza. L’israeliana sorrise. No, non doveva permettere alla paura di fermarla. Non doveva permettere che tutta la sua vita ruotasse attorno al terrore di fare qualcosa di sbagliato. –Gibbs, quando mi troverò davanti a Rachel io…- -Tu le parlerai e le spiegherai tutto. Senza dimenticare che Ari era suo padre e tuo fratello. Senza dimenticare che  tu sei stata costretta a scegliere, ma che questo non significa che tu non gli volessi bene. Senza dimenticare che ora c’è lei.-. Ziva annuì. Si asciugò le lacrime con la manica della maglia. Non voleva più piangere. Non voleva più essere debole. Voleva essere forte. E ci sarebbe riuscita, per una buona volta. Si alzò, seguita da Gibbs. I due si abbracciarono. –E ricordati che nessuno se ne va mai davvero. Nessuno.- le sussurrò dolcemente Jethro. Lei lo strinse ancora più fortemente a sé. Quel momento se lo sarebbe ricordata per sempre. Sì, perché durante quella conversazione lei era rinata. Ora doveva solo muoversi e ricominciare a vivere.

-Voglio i codici! Ora!- sbraitò Aaron. –E non venire a dirmi che sono su internet! Muoviti, dammi i codici o sparo a tua sorella!-. La diciassettenne si guardò intorno. I giochi erano finiti. Così come il tempo. –Va bene. Sono su questo braccialetto. Mamma li aveva incisi all’interno. Tieni.- disse, porgendo il suo braccio al suo carceriere. Aaron le afferrò il gioiello, poi la scaraventò per terra. Le puntò la pistola addosso. –La pagherai per avermi fatto perdere tutto questo tempo.- sibilò. Poi sparò. Rachel si sentì svenire. –Alex!- urlò, disperata. Si gettò sul corpicino della sorellastra. –Alex, rispondimi! Ti prego, rispondimi! Alex, rispondimi!- supplicò, disperata. –Dovrei averla colpita di striscio, non temere. Ahahahah.-. La risata di Aaron le fece venire i brividi. Avrebbe voluto ucciderlo, distruggerlo, torturarlo. Ma non poteva. –Adieu! Ci vediamo, nipotina!- la schernì, andandosene. –Rachel…- mormorò Alex. –No, non parlare. Ti scongiuro, perdonami. Perdonami.-. La diciassettenne iniziò a piangere, stringendo la mano della sua sorellastra. Era tutta sporca di sangue e c’era un cattivo odore. –Rachel… Mi fa male.- si lamentò la quindicenne. La diciassettenne si strappò un pezzo della sua maglietta e la usò per fasciare il fianco della sorella. –Andrà tutto bene. Te lo prometto. Te lo prometto.- dichiarò. –Scusami. Scusami! Scusami!- urlò. Avrebbe voluto prendere il proiettile e spararselo dentro di sé. Avrebbe preferito morire piuttosto di vedere Alexandra in quello stato. Perché, perché, perché aveva provato ad imbrogliare Aaron? Che cosa aveva credeva di fare? Lei era solo una ragazzina, lui era un ex-agente del Mossad, come sua zia. Già, Ziva. Come avrebbe voluto averla lì. –Rachel…- sussurrò la quindicenne. –Non affaticarti.- si raccomandò la mezza israeliana. –Rachel io ho... Ho freddo.-.

Angolo dell'Autrice

In onore dei cliffi di Ale (AleTiva95, specifichiamo), eccone uno tutto per voi! Mi dispiace aver finito il capitolo così, anzi no! Muahahah! Allora, cosa succederà ora ad Alex? E Rachel? Eh... Sarà una sorpresa. Sappiate che non manca tantissimo alla fine, almeno credo. 
Che ne pensate della prima parte? Un po' più allegra e speranzosa, vero? Sì, lo so, sono cattiva!
Allora, dall'alto della mia malvagità ringrazio
  • AleTiva95
  • Meggie90
  • Scrittrice in canna
  • Alex995
  • TinaTiva99
per le recensioni. Grazie anche a chi legge e a chi ha inserito la storia nelle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo capitolo!
   
 
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