Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: someeonelikeu    05/09/2013    5 recensioni
« A tutti i ragazzi,una volta compiuti i sedici anni,che siano del nord,del sud,dell’est o dell’ovest,lo stato cancella la memoria.
Per questo non è permesso avere piu’ di un figlio e per questo facciamo nascere tutti i bambini nello stesso giorno,nessuno deve venire a conoscenza di questa procedura.
Noi vogliamo solo il meglio per i nostri cittadini e speriamo che questi siano capaci di crearsi una propria vita senza l’aiuto dei genitori.
Adesso tu attraverserai quella porta lì infondo,quella bianca,ti verrà cancellata la memoria in modo assolutamente indolore e poi sarai fatta entrare in un’altra porta che ti condurrà in una nuova città.
Sai,Cassandra,vogliamo sempre migliorarci,rinnovarci,questo è il perché sarete tutti mandati via,in modo che le persone piu’ anziane possano avere una dolce morte mentre le vecchie città vengono distrutte per far spazio alle nuove.
Nel giro di un mese la tua città sarà distrutta,ma tu non ricorderai nulla.»
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

One day you’ll understand why 



La luce del mattino attraversò le tende bianche della camera di Cassandra e la ragazza, completamente sveglia, continuava a rigirarsi nel proprio letto.
La sera prima, dopo aver discusso a lungo con Evangeline e Quentin di quella questione - che ancora le sembrava tra il surreale e l’assurdo - la ragazza ci aveva messo un po’ di tempo a prendere sonno, disturbata dalle voci forse un po’ troppo alte di Quentin e Killian che disputavano nella stanza accanto sul fatto che l’attenzione del ragazzo, durante la spiegazione, fosse stata troppo bassa.
Ed era vero,  il ragazzo dagli occhi chiari aveva deciso di non ascoltare le parole di colui che ne sapeva di più, per strafottenza o altro, e Cassandra lo aveva notato, anche perché, per quanto si sforzasse, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Sbadigliò, e in quell’esatto istante sentì un colpetto alla porta. 
Si alzò controvoglia per andare a vedere, ma trovò solamente due grandi scatoloni con un bigliettino attaccato sopra: Stanotte sono andato nelle vostre case a prendervi dei vestiti puliti, quando scende il buio anche gli occhi delle guardie si appannano.
Il tutto era firmato con una “Q”, che stava per Quentin.
Cassandra immaginò Quentin, con i capelli scuri come la notte, mentre si aggirava di soppiatto per la città, carico dei loro vestiti.; aveva rischiato la vita solo per prendere degli abiti puliti a dei perfetti sconosciuti a cui aveva offerto riparo.
Il corridoio era ancora silenzioso, ma la giovane riuscì a sentire delle voci provenire da destra: riconobbe quella profonda di Quentin e la parlantina di Evangeline. 
Cassandra prese gli scatoloni e li portò dentro la sua stanza, aprendo solo il primo da cui estrasse tutti gli indumenti che le servivano; gettò tutto sul letto e si diresse verso la doccia. 

[…]

«Ti sto dicendo che la nostra vita è in pericolo, Killian!»

Killian non potè evitare di guardare divertito il turbinio dei capelli scuri di Evangeline, provocato dalla veemenza con cui parlava la ragazza. La sua voce squillante, che aggrediva i suoi timpani di primo mattino, gli urtava i nervi, ma allo stesso tempo tutta la volontà che Evangeline stava mettendo per convincerlo a interessarsi a qualcosa che comunque lo riguardava, lo intrigava parecchio.
Quentin, intanto, seduto in silenzio a capo tavola, alternava lo sguardo tra i due come se stesse guardando una partita di tennis, con  i capelli lunghi fino alle orecchie perfettamente in ordine. La giovane sbattè un pugno sul tavolo, accompagnando il rumore con un verso di sconfitta.
In quei pochi secondi in cui era riuscito a vedere la mano della ragazza alzarsi, Killian era stato convinto che  il pugno sarebbe arrivato dritto sulla sua testa e, infatti,  quando aveva visto la mano ricadere sul legno del tavolo,  aveva sussultato non solo per il rumore, ma anche per la sorpresa. 
Lo sguardo gli cadde prima sulla mano, che si stava arrossando a vista d’occhio, e poi sul viso della ragazza: gli occhi verdi stavano diventando sempre più lucidi e i denti erano stretti, probabilmente per far evitare che le lacrime fuoriuscissero; con i suoi modi da strafottente, era riuscito a farla innervosire  a tal punto da farle venir voglia da piangere. 
Staccò gli occhi dai suoi quando, facendo rumore con i piedi, la ragazza attraversò la porta d’uscita velocemente.
Killian guardò Quentin che non fece altro che ricambiare lo sguardo silenziosamente, alzando leggermente le spalle.
Il giovane si passò una mano nei capelli e si girò di scatto verso dietro quando un’altra voce femminile attirò la sua attenzione.

«Mi sono persa qualcosa?»

Cassandra, che non era stata degnata neanche di uno sguardo da Evangeline quando le era passata nervosamente affianco, entrò nella stanza e si sedette nel posto precedentemente occupato dall’altra. 
Prese un pezzo di pane e cominciò a mangiarlo, cercando nello sguardo di Killian e di Quentin una risposta alla sua domanda. Invano.
«Vado anche io.» disse Killian sfrecciando via dalla stanza.
Cassandra si girò nuovamente verso Quentin: il ragazzo, ancora una volta, si limitò ad alzare leggermente le spalle, in silenzio.



«Uno… due… tre… quattro…»

Era la quinta stanza? O forse l’ottava?
Killian era ormai arrivato nella zona delle camere da letto, ma non si era degnato di prestare attenzione neanche quando Quentin aveva assegnato le rispettive stanze.
Adesso stava contando il numero delle porte tutte uguali, sperando che improvvisamente gli venisse in mente quale fosse quella di Evangeline. 
Sbuffò per l’ennesima volta e si appoggiò con la schiena a una delle tante porte, con le braccia che gli ricadevano lungo i fianchi.
Chiuse gli occhi, stringendo le palpebre, ma fu costretto a riaprirli quando sentì l’appoggio dietro la schiena venirgli meno e per poco non cadde.
Si girò e si ritrovò davanti agli occhi la figura minuta di Evangeline, con i capelli castani legati in una coda di cavallo e delle tracce di trucco un po’ sbavato sotto gli occhi.
La guardò per un attimo, finchè non ritenne che fosse giusto cominciare a parlare, ma lei lo precedette.
«Ho sentito dei tonfi sulla mia porta.» disse semplicemente e poi abbassò lo sguardo, facendo per chiudere la porta; Killian però bloccò prontamente la porta con un piede.

«Mi dispiace per quello che è successo prima, in sala pranzo.»

Leggeva nel viso di Evangeline che ciò che aveva detto non era abbastanza, ma non sapeva cos’altro aggiungere.
Provò a pensare ad altro da dire, ma  già ammettere che era dispiaciuto per qualcosa gli era risultato difficile, molto difficile.
Si guardò intorno, non riuscendo a reggere il peso dello sguardo di rimprovero della ragazza.
Fece un cenno con la testa e si girò, dirigendosi verso la propria camera.

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: someeonelikeu