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Autore: Maumivu    16/03/2008    4 recensioni
Lei:Eleonora. Una ragazza come tante che cerca di scappare dalle delusioni del proprio passato. Lui: Andrea. Cambia spesso città, ha paura di affezionarsi, di dover dire di nuovo addio. Cosa succede quando due ragazzi così presi dal proprio passato si trovano a vivere il presente? insieme?! E poi ci sono loro Guido, Lena e Daniela, amici fidati da una vita, ma un equilibrio del genere può davvero durare per sempre? Vittorio, il classico bello e stronzo, per il quale, tutte, almeno una volta perdono la testa. E c'è lei: Ludovica, senza freni, senza paura, disposta a mettere tutto in gioco quando si tratta di vincere. Storia a due voci, la conclusione di una giornata con la febbre a 38 xD potrete perdonare il mio delirio?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e Te : Insieme



Lei : Eleonora, cerca di dimenticare un ragazzo che le ha fatto troppo male, lui Andrea, cerca di inserirsi nella nuova scuola, senza affezionarsi troppo alle persone, perchè sa che presto dovrà andare via di nuovo, cosa succede se due persone troppo prese dal loro passato si trovano travolte dal proprio presente,insieme!?.

Poi ci sono loro : Vittorio, un passato che torna a fare male ogni giorno, Ludovica, una ragazza pronta a tutto pur di essere sempre la migliore, Guido, Lena e Daniela, amici fidati da una vita, ma un equilibrio del genere può davvero durare per sempre?
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Stroria a due voci, la conclusione di une giornate con la febbre a 38 xD potrete perdonare il mio delirio?
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Eleonora

La classica noia da ore di lettere si era diffusa in classe, Leda accanto a me era del tutto presa a rimettersi la matita agli occhi, Guido, il ragazzo seduto nel banco dietro il mio sfogliava un fumetto distrattamente, mentre la sua ragazza Daniela si limava le unghie.
Ennesima lezione sulla poesia della fine del 1800, questa volta avevo proprio esaurito le idee, mi ero già rifatta il trucco, avevo già sfogliato riviste, limato unghie e controllato il cellulare. Quella mattina ero davvero a corto di passa tempi, quando la porta della classe venne aprta di botto.

-Buon Giorno signora Todi, ragazzi- disse un uomo sulla sessantina varcando la soglia della porta. Si trattava del nostro preside: Julian Yonku, alto non più di 1 metro e 60 , con pochi capelli bianchi, un volto tondo e due occhietti blu.
Improvvisamente tutta la classe si alzò in segno di saluto.
-Salve preside- rispose educatamente l'insegnante, posando il grosso volume di poesia sulla cattedra.
-Sono venuto, come previsto, per presentare alla classe il nuovo alunno- annunciò il preside, e, tra tuttti i miei compagni, si diffusero bisbigli di meraviglia, ovviamente, nessuno si era degnato di informarci del nuovo alunno e, ovviamente, tutti noi ci aspettavamo improvvisamente molto da lui, senza nemmeno sapere chi fosse.
-Andrea Cavatti- annunciò il preside, facendo un cenno alla porta - piò entrare adesso-
In quel momento un ragazzo alto, dai capelli ricci e neri entrò in classe, alzando una mano in un cenno di saluto.
-Andrea viene da Firenze-spiegò il preside - è il figlio di carissimi amici, sono certo che vi troverete bene con lui- proseguì.
Leda si girò dalla mia parte con un rapido movimento, mentre qualche ciocca di capelli rossi le cadeva davanti agli occhi.
-Raccomandato- bisbigliò -ma niente male..-
-Già- intervenne in quel momento Daniela, che venne all'istante fulminata da un'occhiata di fuoco di Guido.
-Andrea, perchè non prendi posto?- propose la nostra insegnate guardando il nuovo alunno.
-Qui c'è n posto, professoressa- intervenne alzando la mano Ludovica, una delle ragazze più odiose di questo mondo, dal fondo della classe.
-Grazie signorina Marì- disse il preside indcando nuovamente il posto al nuovo alunno.
Andrea divenne leggermente rosso, percorse l'intera classe fino ad arrivare al banco vuoto; Ludovica fece ondeggiare i suoi capelli biondissimi e liscissimi e spostò la sua borsetta rosa dal banco.
-Quella è un polipo- dissi io guardandola disgustata
-Non le basta essersi fatta tutti i ragazzi della classe?-chiese Leda con scarcasmo
-Ecco perchè si è fiondata sul povero Andrea, ha bisogno di carne fresca..-commentai io.
-E ti credo, saranno tre anni che esce con le stesse persone almeno una volta al mese...- inervenne Guido
-Tutti tranne te, vero amore?- chiese Daniela con un tono che non avrebbe mai acettato un no come risposta.
-Bè voi state insieme dal IV ginnasio..- fece notare Leda
-E comunque mi dispiace per Andrea, speriamo solo non si lasci mordere dalla vipera..- concluse Daniela fingendo di non sentire i commenti di Leda.
Guido, Daniela e Leda erano i miei migliori amici da sempre; Io, Giudo e Leda ci conoscevamo da quando avevamo unidici anni, eravamo sempre stati compagni di classe, inseparabili... il primo anno di liceo incotrammo Daniela, non si può dire che diventammo amiche alla prima occhiata, lei era la classica ragazza scontrosa, impulsiva e testarda, il guaio era che io e Leda lo eravamo più di lei.
Poi un giorno Guido ci confidò che era stato a casa di Daniela e che stavano insieme, io e Leda inizialmente ci rimanemmo male, ma con il tempo ci rendemmo conto che Daniela non era niente male, noi tre, insieme, ci facevamo mille risate, non lasciaavamo via di scampo a nessuno, professore o alunno che fosse. Diciamo che Guido era, ed è ancora adesso, molto più pacato di noi.
-Sapete che vi dico?! non è il assolutamente il caso che Ludovica la serpe abbia un'altra vittima, insomma solo perchè muove molto il culo e non ha problemi a togliersi le mutande, non è detto che controlli la classe... - disse improvvisamente Daniela con molta foga nella voce.
-A cosa stai pensando?- chiesi io incuriosita
-Non lo so ancora...- disse Daniela picchettando con la matita sul banco.
-Gli porteremo via Andrea!-affermò Leda -Ma non può farlo Dan...- aggiunse dopo
Guido sospirò con sollievo e baciò la fronte della sua ragazza- ti toccherà lavorare solo al piano.. - disse con scarcasmo.
-Taci Giudo, non è un gioco- rispose Daniela attenta a non alzare la voce per non fasi beccare dalla professoressa che sembrava essere intenzionata a ricominciare la sua noiosa lezione sulle poesie.
-Ovviamente-riprese Daniela-Una di voi due dovrà conquistare quel ragazzo, che poi non è affatto male, non dovrebbe essere un problema..-
-Allora Ele ci pensi tu!- intervenne Leda dandomi una leggera pacca sul braccio
-E perchè io?- chiesi avvilita - Passo fin troppo tempo a lavorare sul fronte "Vittorio"...-
-Appunto tesoro, lo facciamo per te, sarebbe ora di dimenticasre Vittorio..- concordò Daniela
-Allora è deciso..- commentò Leda entusiasta della cosa, mi voltai un attimo per guardare il nuovo venuto, ma proprio in quel momento i nostri occhi si incontrarono, nonostante li vidi da lontano e per pochi secondi i suoi occhi mi colpirono, erano di uno strano colore tra il verde e l'azzurro, del tutto impressi nei miei.
Mi voltai di scatto tornando alla discussione con le mie amiche
-Ma io non credo..- cercai di protestare, ma fu del tutto inutile, le mie amiche erano già immerse nel decidere come, dove e quando, Andrea, sarebbe diventato mio.



Andrea

Da bambino avevo sempre detestato l'idea di cambiare scuola, quando avevo dodici anni, però, mia madre e mio padre mi avevano spedito a vivere a Firenze a casa di uno zio perchè dovevano partire per lavoro.
I miei genitori erano le classiche persone poco presenti, prese dal lavoro con ogni centimetro del loro essere, facevano i ricercatori ed erano più le volte che parlavano del proprio lavoro che del m io futuro.
Ma non era mai stato un problema, certo, quando ero piccolo mi sentivo solo, ma poi nel pieno della mia adolescenza ero entusiasta all'idea di non avere i miei con il fiato sul collo per ogni cosa.
Quando mi comunicarono che sarebbero tornati a Napoli io frequentavo il terzo anno di liceo classico a Firenze, non avevo particolari amicizie o rapporti tanto stretti da provare dispiacere all'idea di cambiare aria.. in realtà a Firenze mi vedevo con una ragazza : Asia, la figlia di un amico di mio zio, stavamo insieme da quando avevo 14 anni, l'idea di trasferirmi fu, però, un sollievo, con Asia era finito da troppo tempo, ma avevo paura ad ammetterlo, se non altro per mio zio.
Mancavo da Napoli da 4 anni, la città però era esattamente come l'avevo lasciata. dire che nel mio cuore c'era sempre stato un posto speciale per questa città sarebbe falso.Avevo imparato da sempre a non attaccarmi nè ai luoghi nè alle persone, meno affetto significava meno dolore al momento della partenza.
Il mio nuovo liceo era decisamente meno pittoresco di quello che avevo lasciato, l'edificio era di un grigio spento, il cortile era leggermente troppo stretto e sempre pieno di motorini, l'interno era stato ristrutturato da poco, ma i corridoi non erano particolarmente larghi e le aule illuminate, ma andava bene così.
-Signor Cavatti- mi sapultò il preside non appena misi piede nel suo ufficio.
-Salve signor Yonku- dissi dentendogli la mano
-Allora come stanno i suoi genitori?- mi chiese
-Non male,grazie , hanno detto che passeranno presto per vederla di persona, mio zio le manda i suoi saluti.. - dissi sorridendo.
Il signor Yonku era stato compagno di scuola di mio zio, sapevo abbastanza di quest'uomo, aveva antenati in Corea, Portogallo e Germania, e tutto, nel suo aspetto, lasciava capire come lui stesso fosse il risultato di un mosaico etnico.
Sin da bambino avevo avuto questo interesse particolare per le persone, mi piaceva osservarle, si può capire molto dal taglio degli occhi, dalla loro luce, dal sorriso, da come si muovono.
-Il buon vecchio Ferdinando!come se la passa a Firenze?- domandò il preside aprendo la porta del suo ufficio e facendomi segno di uscire.
-Bene, gli affari vanno a gonfie vele- dissi, fingendo di saperne molto, quando in verità tutto ciò che avevo imparato su mio zio era che ssi trattava di uno degli uomini più ricchi di Firenze, e tanto mi bastava,
-Ne sono felice- mi disse il preside incammiandosi per il corridoio - La tua classe è la IIF, vedrai, ne sono certo, ti troverai bene, mi hanno detto che sei un ragazzo studioso e si vede che sei una persona educata, non avrei problemi!-
Soirrisi, la mia vecchia scuola era un istituto privato, andare bene era particolarmente semplice, in realtà non amavo affatto studiare, ma sapevo di non potermi permettere voti bassi.

La IIF mi era sembrata dal primo momento una bella classe, c'erano ciirca 20 alunni, la maggior parte ragazze, ne avevo viste anche un paio niente male.
Sapevo che un nuovo studente destava sempre meraviglia e interesse, ma nonostante il mio carattere potesse far pensare il contrario, non amavo stare sotto gli occhi di tutti in quel modo, sapevo di arrossire leggermente in queste occasioni.
La ragazza che si era offerta di sedersi accanto a me sembrava essere particolarmente interessata alle novità, aveva capelli lunghi e sottilissimi di un biondo quasi bianco, nonostante, forse perchè metà di Settembre, la sua pelle fosse di un colore abbastanza scuro. Mi soffermai sul taglio dei suoi occhi, una forma abbastanza banale, di un azzurro spento, ma le labbra erano carnose e morbide e il fisico perfetto.

-Ludovica- disse porgendomi una mano sottile e abbronzata
-Andrea- risposi
-Allora vieni da Firenze?- mi chiese accavallando una gamba
-Si, ma sono nato a Napoli- spiegai - ecco perchè non ho l'accento toscano- aggiunsi sapendo che sarebbe stata la sua prossima osservazione, ho sempre amato giocare d'anticipo.
-Quindi qui hai già tanti amici.. - sussurrò Ludovica
-No, in effetti i miei amici li ho lasciati che avevano 12 anni..-
-Bè è una fortuna che questo posto fosse vuoto- disse lei - Conosco quasi tutti a scuola e moltissimi locali interessanti, se ti affidi a me , in breve, sarai inserito nel circolo giusto-
Sorrise con uno sguardo accantivante, mi sforzai di non alzare gli occhi al cielo o di non sospirare, le ragazze come Ludovica le conoscevo fin troppo bene.
-Stasera perchè non vieni con me ad una festa? ci sarà mezza scuola- proseguì la ragazza visto che non aveva ottenuto la reazione sperata.
-Perchè no.. - dissi più a me stesso che alla mia compagna di banco - mi sa che ci vengo-
Vidi con la coda dell'occhio Ludovica sorride soddisfatta, ma mi voltai in fretta per non dover rispondere ai suoi sguardi, giusto il tempo di incrociare gli occhi nocciola di una ragazza poco più avanti di me, che mi scrutavano.

  
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