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Autore: _Juddy_    14/09/2013    2 recensioni
[scritta a quattro mani con Yssis]
Una nuova magica ed entusiasmante avventura!!
Con l’intervento di due buffe fatine un po’ pasticcione per Kidou e Gouenji, i nostri protagonisti, incominceranno i guai! Tra risate, incomprensioni, allenamenti e sorprese, saranno in grado di uscire indenni da uno “scambio d’identità”?
Durante il Football Frontier si apre il sipario sulle simpatiche e buffe peripezie che i due giocatori dovranno affrontare prima di riuscire a capire che cosa desideravano davvero!
::Dal prologo::
La sfera sul tavolo si illumina per la seconda volta. Juddy sbuffa rumorosamente vedendo tutti quei bagliori luccicanti disperdersi nella stanza.
- Uffa! Non siamo nemmeno al primo giorno e questa maledetta sfera si è già illuminata due volte!-
La mora accanto a lei tenta di calmarla come può.
- Certo che i quattordicenni terrestri non hanno molta originalità in fatto di desideri. Anche lui vuole una vita diversa, più riposo, più calma, meno stress. L'altro invece voleva un'esistenza più imprevedibile.-
Sissy scuote la testa sconfortata.
- Si, sono parecchio strani. Come potremmo fare per realizzare il loro desiderio?-
La mora riprende a parlare, strizzando l'occhio alla compagna.
- Domani mattina avranno una bella sorpresa!-
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axel/Shuuya, Jude/Yuuto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

- Juddy, vieni qui.-
Una ragazza con gli occhi cerulei si avvicina all’uomo che ha parlato.
- Si, signore?-
Questo la squadra da cima a fondo tanto che la castana si sente quasi spogliata dal suo sguardo.
- Il periodo di addestramento è finito! Sei perfettamente in grado di esaudire i desideri degli umani da sola ma, come sai, dovremo affiancarti una compagna in modo che possiate formare una squadra efficiente e attenta a tutte le esigenze.-
Un’ altra ragazza, più o meno della sua stessa età,  si avvicina alla scrivania dove è seduto l’uomo. E’ abbastanza alta con un taglio sfilato di un castano scuro, e con un ciuffo; gli occhi buoni e bruni.
Uno scambio di sguardi da entrambe le parti.
- Sarebbe lei la mia nuova compagna/aiutante, signore?-
L’uomo annuisce, serio.
- Esattamente! Ti presento Sissy. Avrete comunque modo di conoscervi meglio! In fondo quattro occhi sono meglio di due, no? Sono sicuro che vi troverete benissimo insieme! Su, andate ora...-
Le due annuiscono e insieme escono dalla stanza avvolta dalla penombra.
C’è veramente tanto lavoro da fare.


 ~ ☆~ ☆~ ☆~

Entro nel cancello di casa, con passo lento e calzante.
Comincia a tirare un vento fresco, e il sole è tramontato da un pezzo.
I suoi lucenti raggi rischiarano ancora il cielo, ma tra un po’ caleranno le ombre della notte.
Uscito dalla palestra , non volevo tornare subito a casa;  così, ho deciso di fare la strada più lunga.
Gli alberi erano stranamente inquietanti, questo pomeriggio.
Oppure erano i miei occhi, che volevano per forza vederci qualcosa di diverso?
Non credo abbia molta importanza, comunque.
Adesso sono a casa, e non devo più preoccupami per nulla.
Non mi è consentito stare tanto fuori; non ho mai capito perché.
Forse è solo per rendermi le giornate più noiose di quello che già sono.
Non è da escludere...
Sbuffo, entrando definitivamente in casa.
- Buona sera signorino. Com’è andato l’allenamento?- mi chiede il maggiordomo, accennando un inchino al mio passaggio.
- Buona sera a lei. La ringrazio per l’interessamento, è andato tutto bene, comunque.- sussurrò lentamente al signore davanti a me, senza dare particolare inflessione alla mia voce.
- Non ho voglia di mangiare niente. Andrò in camera mia.- detto questo, liquido con fermezza il maggiordomo.
Non ho proprio voglia di perdermi in chiacchiere inutili, non adesso.
Salito in camera, mi guardo un attimo intorno.
La stanza è in ordine, e c’è un odore di pulito.
Probabilmente avranno sistemato mentre io ero alla Teikoku.
Lentamente, mi appoggio sul divano, sospirando.
Come mi sento strano, oggi...
Magari sono solo stanco.
Libero le ciocche castane dalla restrizione della coda, ma, al momento di sfilarmi gli occhialini, rimango con la mano sospesa nel vuoto, senza riuscire ad avvicinarla anche di poco al viso.
Con un altro sospiro, faccio ricadere il braccio sulle gambe, e il mio sguardo cade sul televisore davanti a me.
“No, non ne ho voglia...”
Non c’è nulla di nuovo da vedere, ho dei filmati di allenamenti e partite vecchie: errori a cui ho già posto rimedio. Il mio respiro è calmo, regolato, nonostante la lunga passeggiata di poco fa.
L’allenamento praticamente non c’è stato: non ho toccato un pallone.
Ho solo sistemato in maniera definitiva le tecniche che utilizzeremo nella prossima partita.
Nella casa, regna il silenzio più totale.
Mentalmente, attraverso tutte le stanze, tutti i ripostigli e, compiendo il completo giro della casa, mi rendo conto di essere in un castello.
Sorrido lievemente, a quel pensiero: soprattutto da più piccolo, con i miei compagni, ci perdevamo addirittura qua dentro, da quanto ci sembrava grande.
Un castello incantato, dicevo qualche anno fa.
Un castello abbandonato, affermo adesso.
Ho notato infatti come più il tempo passa, più questo posto è silenzioso e inabitato.
Non si sentono più rumori, di nessun tipo.
E’ una situazione terribile… Spaventosa.
Un conto, è visitare un castello abbandonato.
Perché può essere spaventoso, terribile ed inquietante quanto si vuole, ma alla fine, per quanto ci si possa spaventare, si esce da quel castello, e non ci si torna più.
E’ bello andare in quei castelli abbandonati, soprattutto nella notte di Halloween.
E’ un’esperienza particolare, che può spaventare parecchio, se ben organizzata.
Ma… un conto è visitare un castello abbandonato e inabitato, un conto è viverci.
Sussistere in quella particolare condizione nella quale solo il silenzio e la paura regnano intorno a te. Sempre, giorno e notte. E non riuscire ad incoraggiarsi dicendo “Coraggio, non devo avere paura! Tanto poi riuscirò certo ad uscirne…” No. Qui no. Perché è casa mia, ma ci vivo solo io.
E’ raro infatti che mio padre stia a casa tutto il giorno, e i maggiordomi sono talmente silenziosi e rispettosi dell’ambiente che non si sente mai volare una mosca.
E’ tutto così ammortizzato… A volte, penso di avere i sensi anestetizzati.
Potrebbe essere una spiegazione rassicurante: perché vorrebbe dire che sono io che non li sento chiaramente, ma in realtà ci sono.
E invece, no.
Mi alzo con cautela dal divanetto e guardo l’alta libreria davanti a me.
Prendo a caso un libro dallo scaffale; mi rigiro in mano la copertina, e tastando il titolo ad occhi chiusi, senza aprire la pagina, sono in grado di dire perfettamente tutto quello che c’è scritto fra quelle righe.
Ho passato un’infinità di pomeriggi a leggere e rileggere questi libri, fin da quando ero bambino.
La conoscenza mi ha sempre affascinato, ma adesso sono veramente a dei livelli ridicoli.
Non ho mai niente da fare…
“Sono stufo di vivere in questo modo! E’ una vita passiva, ogni giorno è uguale all'altro, non cambia mai nulla. Alla mattina, appena sveglio, so già tutto quello che succederà durante il giorno. Perché tutte le mie giornate, tutte le mie azioni, tutti i miei incontri, sono già programmati e per questo avverranno per forza. Mi regolano la vita, senza che io possa fare nulla per impedirlo. Sono stufo, sono veramente arrivato al limite della mia pazienza! Vorrei solo poter vivere le mie giornate come un ragazzo normale, con le sue sorprese, imprevisti, incontri inaspettati e tutto quello che mi potrebbe fare sorridere.
Sono stufo di dover mascherarmi in continuo, solo perché qualcuno ha deciso che deve essere così.
Vorrei essere padrone delle mie azioni, per qualche giorno; non mi sembra di chiedere nulla di strano…”
Sospiro, regolarizzando i battiti del cuore.
Mi sono sfogato troppo, lasciando correre liberi i pensieri.
Ho imparato a tenere ben strette le briglie, perché capita che molti desideri, pensieri, soprattutto alla mia età, siano impulsivi e poco ragionevoli. Per questo non devo lasciarmi andare, ma devo riflettere sempre con calma e sicurezza. Non devo mai dubitare delle mie azioni, perché è solo da loro che ne consegue il corso della giornata…
Ah! Sono stanco di tutte queste parole, frasi… Frasi iniziate e mai finite.
Frasi con un senso ma che non mi dicono chiaramente cosa vogliono da me.
Non devo fare niente io… Niente.
Tutte queste regole insensate che mi hanno imposto fin da bambino… Ma perché?!
Perché?!
Respiro profondamente, allentando la presa sul libro, che cade lentamente ai miei piedi.
Sono stanco … Sono veramente stanco.
Mi ritrovo costantemente in uno stato di apnea… Come fossi nella nebbia.
Con la nebbia mi rendo conto delle cose intorno a me, ma non le vedo chiaramente.
Per questo, so benissimo cosa sto facendo, so che non tutto è corretto, ma la vista è sempre così appannata, così offuscata … Ma la nebbia non me la sono creata io, me la fanno calare gli altri attorno.
Mi attoniscono, tenendomi all’oscuro di tutto finché non mi ci ritrovo dentro fino al collo.
E a quel punto non posso rinunciare, e devo per forza accettare quelle condizioni, anche se le reputo profondamente ingiuste.
Questo è quello che ho vissuto … Fino ad ora.
Ma non voglio più che sia così. Vorrei poter fare qualcosa.
Vorrei poter cambiare qualcosa.
Ma so che, da solo, non posso fare nulla.
Sospiro, quasi rassegnato.
La testa ha cominciato a battere in modo improvviso e alquanto violento; mi siedo per terra, appoggiando con cautela la testa contro il divano.
E, in quel momento, perdo completamente coscienza, cadendo in un sonno profondo …


~ ☆~ ☆~ ☆~
 
- La sfera si sta illuminando, qualcuno ha bisogno di noi!-
La voce di Sissy spezza il silenzio che si era venuto a creare. Juddy si avvicina lentamente a lei. Il loro primo incarico... Quale persona avrebbero dovuto aiutare? E quale sarebbe stato il suo desiderio?
- Guardiamo... Ehi, questo ragazzo che ha bisogno di noi è... Giapponese?!-
Gli occhi di entrambe si illuminano, sprizzando felicità da tutti i pori. 
- Io adoro il Giappone!-
Guardandosi, si rendono conto di aver pronunciato queste parole contemporaneamente e, dopo poco, scoppiano entrambe a ridere sinceramente. 
- Ci assomigliamo molto noi due, neh?-
La ragazza dagli occhi cerulei si scosta con un rapido gesto della mano una ciocca dei corti capelli castani calatale sulla fronte. 
- Questa è per te una grossa credenziale, Sissy! Saremo ottime amiche!- 
L'altra annuisce, felice. 
- Vediamo ora che possiamo fare per aiutare questo povero quattordicenne…!- 
- Sappiamo anche come si chiama?- 
- Sì, Kidou Yuuto...-


~ ☆~ ☆~ ☆~

Come una furia, spalanco la porta di casa.
-SONO TORNATO!!-
-Ben arrivato Gouenji. Vuoi qualcosa…-
-No no! Non ho tempo! Corro a farmi una doccia, e poi devo finire i compiti! Mangerò più tardi!-
Detto questo, lancio la giacca sul tavolo, fiondandomi in bagno.
Sento la governante sospirare, mentre, spogliatomi in fretta e furia, mi butto sotto il caldo getto della doccia.
Mi lavo in modo frettoloso e sbrigativo, e senza neanche asciugarmi i capelli, sono già fuori dalla stanza, da cui provengono vapori caldi della condensa.
-Oh Shuuya! Almeno tamponali un poco con l’asciugamano!- mi sgrida la donna, porgendomi appunto l’asciugamano blu.
Con uno sbuffo torno in bagno, e, tamponate rapidamente le ciocche bionde, eccomi di nuovo a varcare la soglia.
Neanche il tempo di dire una parola, che già sono in camera mia.
-Ah quel ragazzo… Sempre di fretta…!- sento di sotto la governante sospirare.
-Quella donna si lamenta un po’ troppo…!- sbuffo, aprendo il libro di testo.
Lancio un’occhiata alla sveglia sopra la scrivania: ho due ore scarse…
Ce la posso fare.
Svolgo svogliatamente gli esercizi, senza riuscire a concentrarmi.
I miei pensieri sono tutti all’allenamento che faremo dopocena; in effetti sarà piuttosto buio, e farà freddo, ma non ha importanza. Dobbiamo prepararci al meglio per poter vincere anche la prossima partita. 
Con sospiro di sollievo chiudo il libro, e dall’agitazione gli do un colpo con il gomito.
Questo cade dalla scrivania, con un forte tonfo…
Se lo dessi in testa alla prof, magari ce ne darebbe meno, di esercizi…
Rifletto, divertito dal mio stesso pensiero.
Endou lo farebbe, eccome. Qualunque cosa pur di trovare più tempo per gli allenamenti.
Quel ragazzo è formidabile.
Ha un’energia e una forza d’animo davvero invidiabili.
Già da tempo avevo deciso di lasciar perdere con il calcio… E invece, grazie a lui, ho capito che avrei commesso un errore, smettendo di giocare.
Dopo ogni allenamento, vado sempre a far visita alla mia sorellina: e anche oggi non ho fatto eccezione.
Ormai gli allenamenti rubano sempre più tempo, e sto pochissimo in casa.
Quelle poche ore che ci passo, esclusa la notte, c’è sempre un tale baccano…
Sembra che la casa possa venir giù da un momento all’altro.
Non è solo la governante, quando pulisce… Sono anche i vicini.
Giustamente, mi dovevano capitare i più rumorosi e antipatici vicini di casa dell’intero cosmo…!
Ad ogni ora, sembra abbiano intenzione di sfondare i muri. Temo che progettino di fare esplodere una bomba nucleare… E non è affatto da escludere, anzi.
Più passa il tempo, più me ne convinco.
Mi butto con un balzo sul letto, e il mio sguardo si posa sul soffitto.
Tiro un profondo sospiro: ho l’adrenalina a mille…
Se non mi do una calmata, il cuore esploderà…! Batte con talmente impeto…
Prendo nuovamente un profondo respiro, cercando di quietarmi.
“Vorrei avere un po’ di pace, qualche giorno.
Non per sempre, eh. Solo per qualche tempo.
Vorrei potermi stendere nel letto, tranquillo, e riuscire a non avere un pensiero per la testa.
Vorrei potermi annoiare.
Sono un po’ stufo di questa vita che sembra impazzita.
Corro avanti ed indietro, in ogni dove, sempre, in continuo.
Almeno per qualche giorno, vorrei avere uno schema.
Vorrei sapere esattamente cosa farò, dove e quando.
Senza imprevisti, senza impegni assurdi e appuntamenti all’ultimo minuto. 
Vorrei poter trovare dei momenti vuoti, dove posso solo riposarmi, e lasciare libera la mente da qualsiasi altro pensiero che non sia il riposo totale…
E invece no, sono sempre sbattuto da una parte all’altra della scuola, della casa, della città; e scatto come impazzito ovunque, a qualsiasi orario.
Adesso Endou ha avuto anche l’idea dell’allenamento serale… E sono fritto.
Completamente.
Neanche la sera posso riposarmi un attimo!
Un po’ di riposo, un po’ di pace, un po’ di silenzio; non mi sembra di chiedere nulla di strano…!”
Sento dal piano di sotto la governante chiamarmi: sarà pronta la cena… E’ meglio che scenda.
Faccio per alzarmi dal letto, ma la testa comincia a battere in modo impetuoso e incessante.
Sembra un martello che batte violento ed indistruttibile, e non mi lascia pace.
Con respiro più regolare, abbasso nuovamente il capo, e appena i capelli ancora umidi sfiorano il cuscino, sento gli occhi chiudersi, da soli.
E così, contro la mia volontà, mi addormento, cullato dalla brezza serale che soffia fuori dalle finestre spalancate…


~ ☆~ ☆~ ☆~

La sfera sul tavolo si illumina per la seconda volta. Juddy sbuffa rumorosamente vedendo tutti quei bagliori luccicanti disperdersi nella stanza. 
- Uffa! Non siamo nemmeno al primo giorno e questa maledetta sfera si è già illuminata due volte!- 
La mora accanto a lei tenta di calmarla come può. 
- Anche lui è giapponese, si chiama Gouenji Shuuya!-
L'altra ragazza annuisce, mentre i suoi occhi passano da un tenue azzurrino a un grigio scuro. 
- Certo che i quattordicenni terrestri non hanno molta originalità in fatto di desideri. Anche lui vuole una vita diversa, più riposo, più calma, meno stress. L'altro invece voleva un'esistenza più imprevedibile.-
Sissy scuote la testa, sconfortata.
- Si, sono parecchio strani. Come potremmo fare per realizzare il loro desiderio?-
Basta uno sguardo, e le due giovani sorridono, soddisfatte dell’idea comune. Nonostante l’essersi conosciute da poco, sono già in perfetta sintonia. 
La mora riprende a parlare, strizzando l'occhio alla compagna. 
- Domani mattina avranno una bella sorpresa!- 
Si battono il cinque; sono proprio una bella squadra!

 
Angolino delle due fatine
 Ciau, Ragazzi!
       *escono da dietro un muretto guardandosi intorno imbarazzate*  
Si, una long insieme. Abbiamo avuto questa brillante idea qualche mese fa ma abbiamo dovuto aspettare un po’ a  causa degli esami. ^^’’
Comunque ora siamo qui e speriamo che questa long vi piaccia a cominciare dal prologo.
Andiamo a spiegarvi come si strutturerà la storia.
I protagonisti sono Yuuto e Shuuya con una piccola parte di storia dedicata a due fatine, Sissy e Juddy (xD), specializzate nel risolvere desideri dei terrestri. Saranno loro infatti a complicare la trama e, di conseguenza, la vita ai due ragazzi.
Beh, non sempre quando si desidera di cambiare si cambia in meglio, neh?
I capitoli saranno divisi in tre parti.
Una parte con la narrazione al presente in prima persona con Kidou. Un’altra parte con la narrazione al presente in prima persona di Gouenji. L’ultima parte, un po’ divisa tra le narrazioni dei due, sarà in terza persona e interamente dedicata alle pericolose (?) idee delle due fatine.
In questo primo capitolo Sissy si è occupata della narrazione di Kidou e Gouenji mentre io mi sono arrovellata per caratterizzare al meglio le due fatine. Ovviamente nei prossimi capitoli ci alterneremo scambiandoci la narrazione di Shuuya e Yuuto facendo una volta per uno.
Speriamo che la nostra storia vi piaccia.
Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui.
Ce la lasciate una recensione piccola piccola? Giusto per sapere le vostre impressioni, eh. ^^
Detto questo... Buona lettura! 
Un bacio fatato (?),

  Sissy e Juddy 
  
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