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Autore: Yuchimiki    16/09/2013    2 recensioni
"E quando intendi fare tutto ciò?" Lo guardò incerta, con lo sguardo di chi non capisce.
"Come quando?" Arruffò le ali.
"..."
"Il tempo non conta e il mio si è fermato da tanto. Anzi, non è mai partito." Si strappò una manciata di piume, osservando come ricrescevano, non provando alcun dolore. Ne aveva dimenticato il sapore.
"Il tempo non conta." Se non lo conoscesse, avrebbe giurato che si era offeso.
"Non per me."
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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MOCHI


Prologo





 


È quasi ridicolo come certe storie abbiano inizio.
Alcune persone per sbaglio si scambiano i telefoni, scatenando una catena di eventi particolarmente imbarazzanti, che alla fine si risolvono in meglio. Alcuni sui banchi di scuola, non lasciandosi mai più andare. Poi ci sono quelli che si scoprono viaggiando, lavorando, o qualsiasi altra cosa possa venire in mente.
In quella situazione bastava dire che un certo demone era particolarmente irritato perché aveva fame, ma si comportava troppo da immaturo per ammetterlo anche a sé stesso.
­­­­­
“Ma sei proprio sicuro che cucinino bene qui?”

Ogni qualvolta andavano in missione assieme, Shiro finiva per fare ragionamenti filosofici per spiegarsi il perché dell’infantilità di un demone che era più vecchio di tutta l’umanità messa insieme. Come se i gemelli non fossero abbastanza.
Era troppo vecchio per quelle cose.
“Cos’è, ora cominci a dubitare di me? Questa è nuova. So che ti piace la cucina giapponese, ma la varietà rende tutto più interessante!” L’interlocutore quasi si offese. La parola magica è quasi.

“Dove credi che sparisco ogni volta che mi mandano in da questa parte del globo? Fare un salto qui è d’obbligo, con o senza te.” Fujimoto lo informò, riconoscendo i segni di qualcuno che faceva il difficile. Rin era un esperto in materia.
“Se ti piace così tanto quello che cucinano qui, perché non ti sposi il capo chef?”
“Oh, smettila di comportarti da mogliettina gelosa. E poi, c’è un motivo per cui mi tengono alla sede giapponese: se ti lasciassi, finiresti col radere al suolo l’intero continente per noia.” O avrebbe fatto qualche scommessa assurda con qualche povera anima, solo per il gusto di farlo. Che ovviamente avrebbe poi vinto.
“Non darti tanti arie, nonnetto.”
“Tecnicamente, potresti essere un mio antenato se proprio vogliamo riaprire la questione. Oh, ecco il posto.”

Era una giornata come tante per i due uomini (o quasi) conosciuti con il nome di Shiro Fujimoto e Mephisto Pheles, attualmente in viaggio per gentil richiesta dell’Ordine della Vera Croce. Uno era di ottimo umore, l’altro stranamente no, a differenza del solito. Forse intendeva meramente complicare l’esistenza del paladino, opzione molto probabile.
“Mettiamola così, se non ti piace quello che cucinano qui, quando torniamo, ti trovo una di quelle maschere assurde che ti piace tanto collezionare. Andata?”
“Voglio proprio vedere come intendi trovare quelle che mi mancano.”
“Se vinci, ovviamente.”

Giunti finalmente a un comune accordo, i due entrarono nel ristorante conosciuto come ‘Perce-Neige’. Il demone fu piacevolmente sorpreso dell’interno del luogo, notando che tutto l’arredamento era un gioco di colori tra marrone cioccolato, arancio e verde pistacchio; lo staff non sembrò far lo stesso con lui.
Potevano anche essere un ottimo passatempo, ma delle volte proprio non riusciva a fare a meno di irritarsi, non che lo desse a vedere.
Non era colpa sua se gli essere umani erano così noiosamente monotoni con il loro modo di vestire, ma non poté far nulla col vociare che immediatamente si levò intorno a lui, come se non capisse quello che stavano dicendo. Un sorrisetto divertito si fece strada sul suo volto.

Non appena videro il volto del vecchio Fujimoto, parvero calmarsi.
Solo dopo che gli spiegò che il tizio eccentrico al suo fianco, che in un primo momento aveva attirato tutta l’attenzione su di se, era venuto con lui, questi assunsero un atteggiamento dispiaciuto.
“Ci dispiace per la nostra scortesia, non tutti i giorni una persona così particolare si presenta nel nostro ristorante. Se volete accomodarvi, prego, seguitemi.” Oggigiorno li chiamavano particolari.

Non avevano cappotti da far portare via, dato che la stagione estiva era nel suo pieno, e Mephisto si era rifiutato di cedere il suo cilindro bianco.
“Un cameriere verrà subito da voi.” Detto ciò, i due, seduti a un tavolo in una parte più riservata del ristorante, ricominciarono a chiacchierare amabilmente.
“Ti consiglierei di prendere questo, questi, quest’altro è uno dei miei preferiti… e anche questo.” Se solo lo spilungone avesse smesso di fare la lagna sarebbe stato più felice, ma in tutti gli anni che lo aveva conosciuto non era mai riuscito a prevedere i suoi cambi d’umore.  

“Dai, smettila di fare quella faccia. Solo perché non è tutto pieno di zucchero non vuol dire che non sia buono.” Sembrava un adolescente iperattivo che non aveva ancora ricevuto la sua dose di zuccheri. Doveva essere colpa del metabolismo sfrenato che contraddistingueva tutti i gehenniani.
“Ormai me ne sono fatto una ragione. Il problema è un altro. Jaques mi ha abbandonato! Me ne ero totalmente scordato. Come farò senza le sue torte adesso? Devo trovare il colpevole di questo infimo sacrilegio alla mia persona!” Ed ecco che tornava al suo solito atteggiamento di drama queen.
Fujimoto non fu per nulla impressionato, erano anni che quella storia andava avanti. Il francese non era certo il primo che scappava da quel goloso di Mephisto, nonostante la paga.
“Poveri noi, chi sarà la tua prossima vittima? Già prego per la sua povera anima.”

Quando arrivò il maitre, li trovò intenti a bisticciare come una coppia sposata. La scena era parecchio interessante, ciò perché il ragazzo in questione conosceva padre Fujimoto, e vederlo puntare il dito contro l’altro, molto appariscente, era una novità. Quasi gli dispiacque interromperli per prendere gli ordini.
“Alex! Che piacere rivederti, ragazzo. Mandano sempre te a servirmi, eh? Mai una volta che Agi si faccesse vivo. Questo povero vecchio si sente triste, dovresti dirglielo, tanto per fargli venire i sensi di colpa.” Nel loro ristorante solo in tre parlavano il giapponese, tra loro Alex era l’unico a fare il cameriere.
“Agi è il capo chef, non verrebbe neanche se lo pagasse. È fatto così.” Intanto si appunto sul blocchetto i loro ordini.
“Verrà un giorno in cui non ci sarò più, poi voglio vedere come si pente, quell’essere senza cuore.” La scenata andò avanti per pochi minuti finché, tra una risata e l’altra, il cameriere riuscì a scappare, mentre Fujimoto faceva finta di essere una donna tradita da suo marito.
Per tutta la durata della scenata, il demone non aveva proferito parola, meramente osservando l’interagire del ragazzo e dell’amico; doveva essere un cliente abituale per essere trattato in quel modo.

“Cosa non mi racconti, Shiro?”
“Umm? Oh, intendi quanto sono amichevoli con me?” Cercò di fare in finto tonto, ma il fatto che Mephisto non parlò lo convinse a essere sincero. Dopo tutti gli anni di conoscenza, Mephisto lo conosceva come le sue tasche.

“Vengo qui da sei anni, credo, ma conosco lo chef da molto più tempo. Vediamo, il marmocchio aveva circa diciannove anni a quei tempi, quindi sono nove anni che ci conosciamo. L’ho incontrato durante una delle missioni, lavorava in una cucina posseduta e non batteva occhio a proposito. La sua cocciutaggine alla fine mi ha fatto diventare suo amico. Quello scemo si rifiutava di abbandonare la scorta di cioccolato che adoperavano nella pasticceria e ci ha quasi rimesso la vita. A volte il potere del cioccolato mi mette i brividi.”

Non dovettero aspettare molto che le pietanze fossero portate a tavola e, assaggiandole, il demone rimase piacevolmente colpito. Mangiarono in tranquillità, facendo una considerazione di tanto in tanto, finché l’atmosfera serena non fu interrotta dalle voci di una coppia infondo alla sala. L’ora era ormai tarda e più di una persona nel ristorante era inebriata, pertanto era solo questione di tempo prima che si presentasse una situazione simile.
La coppia doveva essere di origine nipponiche, in quanto fu proprio Alex ad accorrere per risolvere la situazione.

“Pensi che non sappia che te la fai con Sachico da mesi ormai? Non cercare di addossarmi colpe che non ho, in particolare quando sei tu quello infedele, essere spregevole!” Non riuscendo a placare l’ira dell’uomo, pronto a rovesciare il tavolo pur di raggiungere la donna, il ragazzo mandò qualcuno a chiamare aiuto in cucina.
“Oh, ora guarda che succede, Mephisto…” Shiro sembrava intuire cosa sarebbe accaduto e, incuriositosi a propria volta, si concesse una pausa dal suo pasto.

Pochi istanti dopo uscì dalla cucina un uomo tutt’altro che felice, intento a pulirsi le mani con un asciugamano. Doveva essere uno degli chef, tuttavia non era vestito come tale, fatta eccezione per il grembiule alla francese che aveva porto a una cameriera. Raggiunse la coppia che bisticciava proprio dopo che l’uomo diede uno schiaffo alla donna, azione che sembrò irritare il moro ancor di più.
Arrivò giusto in tempo per afferrare il braccio del giapponese inebriato, prima che potesse ripetere il gesto di prima una seconda volta. Il nipponico provò a strattonarlo, ma la presa dell’altro era ferrea.

In confronto al cliente, l’uomo aveva un portamento totalmente diverso, quasi d’altri tempi, nonostante il malumore. Lo invitò cortesemente a lasciare il ristorante, benché il suo malcontento si percepisse chiaramente.
“Altrimenti che mi fai, eh, signorina? Mi prendi a sculacciate?” Rise di gusto, mentre il volto dell’altro era diventata una maschera indecifrabile.
Era di una testa più alto del suo offensore; piegare il capo in avanti intimidì questa volta per davvero l’altro, che sgranò gli occhi, avvertendo probabilmente il pericolo incombente.
“Cosa crede che faccia un hachidan che ha appena finito il suo turno a quest’ora della notte?”
A quanto pare aveva ancora un po’ di senno in sé e, intuendo la minaccia, decise di andarsene con le buone, prima che le cose andassero troppo oltre.
Appena ebbe pagato il conto, si volatilizzò. A quel punto il moro incaricò un’altra cameriera di prendersi cura della donna, ritornando in cucina.

“Dove lo trovi un altro chef tanto appassionato di karate, eh? Che per di più ha un punto debole per le donne. Potrei dire che sono il suo punto debole.” Il biondo era sinceramente divertito da tutta quella scenata, mangiandosi un altro raviolo prima che il moro uscisse nuovamente dalla cucina, questa volta con una giacca, pronto ad andarsene.

“Non è per caso quel famoso capo chef di cui ti vanti tanto tutta la serata?”
Non gli rispose, anzi, lo guardò con fare rallegrato e si alzò in piedi. “Agi, com’è questa storia, non saluti più neanche i vecchi amici?”
Quello che tuttavia sorprese Mephisto fu la reazione del giovane. Si trasformò letteralmente davanti ai suoi occhi come un bruco in una farfalla; l’espressione fredda e impassibile divenne in poco un sorriso a trentadue denti. Tutto il suo atteggiamento mutò, non lasciando niente di quello che c’era stato prima. Veramente un salto di qualità, come amavano dire gli esseri umani.
Altro che donne, Shiro doveva essere capace di farlo sciogliere come ghiaccio al sole.

“Shiro, vecchia volpe! Cosa ci fai da queste parti?” Il vecchio lo abbracciò com’era solito fare con i suoi figli.
“Ciao anche a te, marmocchio. Avevo delle questioni da sbrigare, quindi ho deciso di fare un salto qui.” Poi il cuoco notò la presenza del demone.
“E chi è il tuo amico?” Lo inquadrò immediatamente, come a cercare di scoprire se l’amico di Shiro fosse qualcuno di particolare.
Possibile che non fosse stranito, come il resto dello staff, del suo aspetto? Doveva averne viste di cose strane prima, forse la stranezza di Shiro l’aveva reso impassibile davanti a certe cose. Era così abituato alle occhiate impressionate che pura e semplice curiosità lo presero contropiede.

“Quasi dimenticavo, questo qui è-”
“Johann Faust V, piacere di fare la sua conoscenza, signor…”
“Agi Ruze, il piacere è tutto mio.” Stringendogli la mano, notò che aveva una presa particolarmente forte, probabilmente non scherzava quando diceva di essere bravo nel karate.

“Signor Ruze, perché non si accomoda con noi, mi farebbe molto piacere conoscere la persona di cui Shiro parla tanto positivamente.” Sembro sinceramente considerare la proposta, prima di assumere un’espressione dispiaciuta.
“Apprezzo molto la vostra offerta, tuttavia ho degli affari urgenti da sbrigare che non possono essere rimandati, con mio grande rammarico.” Avrebbe potuto pensare che cercasse di evitarlo, tuttavia la reazione di Fujimoto gli provò il contrario.
“A quest’ora? Agi, la notte è fatta per dormire, lo sai meglio di me.” Ci scherzò sopra, ma Mephisto vi colse una nota di serietà, come se non approvasse qualsiasi cosa il ragazzo facesse. Ruze alzò gli occhi al cielo, come se non fosse la prima volta che udiva tale rimprovero.
C’era altro che Shirou non gli diceva.

“Anche a quest’ora. Verrà il giorno che dormirò quando si deve, ma non è oggi, mamma.”
“Finalmente qualcuno che vive sulla mia stessa lunghezza d’onda! Perché dormire se si possono fare tante altre cose utili! Mi piaci ragazzo.” L’espressione di puro orrore che si materializzò sul volto del biondo fu totalmente ignorata dallo spilungone, la cui attenzione era totalmente diretta ad Agi. Il paladino sapeva per esperienza che chi attirava l’attenzione del demone in un modo o nell’altro finiva in situazioni sconcertanti.

“Johann, no. Posso ridere del fatto che quella storia vada avanti da anni, ma non per questo accetterò che implichi qualcuno cui tengo nei tuoi loschi piani.” Ah, l’ironia di quelle parole, chissà se il suo caro giovane vecchio amico l’avrebbe colta.
“Non so di cosa parli, Shiro.”

“Agi, forse è meglio che vai, prima che questo pazzoide ti coinvolga in qualche stramberia come suo solito. È stato un piacere rivederti, davvero.” Così, con quelle parole salutò quello strano giovane umano che aveva grandi doti culinarie.









Salve a tutti coloro che hanno deciso di dedicare qualche minuto del loro tempo a questa storia.

Ho deciso di riscrivere la storia perchè, rileggendola, sono rimasta scandalizzata. L'ho scritta quasi tre anni fa... e si vede.Ho sentito la necessità di dare più serietà al tutto, in particolare perchè il risultato precedente era una Mary Sue allo stato puro.
Come primo capitolo potrebbe non essere un gran che, ma ho sempre avuto problemi con i prologhi, quindi spero che con i capitoli a seguire riuscirò a soddisfare chi mi concede un po' del suo tempo.

Se notate qualcosa di strano, errori o cose simili, vi prego di dirmelo perchè, come dicono gli inglesi, I aim to please, senza doppisensi ovviamente.

Angolo delle curiosità:
- Mephisto che non mangia altro che dolci e schifezze è una di quelle cose che ogni fan ritiene canonico, quindi lui che mangia cose normali mi ha sempre incuriosito.
- Per chi conosce Nana, Sachico torna all'attacco! Non so come mi sia venuto in mente, ma non ho resistito.
- Hachidan, ossia una cintura nera di ottavo livello del karate, almeno è quello che sono riuscita a trovare. 

Dopo questo dilungamento, non vi trattengo oltre. Grazie ancora per avermi concesso il vostro tempo, per me conta molto!

Alla prossima!
  
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