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Autore: Arc en Ciel    19/10/2004    41 recensioni
Il Vento tra i Salici spira profumato di malinconia e futuro. E' l'inizio del cambiamento. Corre l'ultimo anno, ad Hogwarts, e Voldemort non è ancora stato sconfitto. Per Harry, i suoi amici, i professori e i suoi nemici è come trovarsi di fronte ad una tela bianca e vuota..le cose però stanno per cambiare.
E' una fiction YAOI ma per ora non vi svelo di quale coppia [o coppie] racconterò le avventure, questo riassunto si aggiornerà con il proseguire della storia!
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Remus Lupin, Ron Weasley, Severus Piton, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Vento tra i Salici - 1. L'Alba del Giorno Dopo
  1. L’Alba del Giorno Dopo

Aprì gli occhi lentamente, sentiva la testa pesante e confusa, i pensieri sembravano slegati e non riusciva a ricordare cosa fosse accaduto e dove si trovasse. Cercò poco a poco di analizzare la situazione, sembrava non avere la forza per sedersi anche se minuto dopo minuto si sentiva meglio. Fece vagare lo sguardo intorno: non era nella sua stanza. Era sdraiato su un divanetto di morbido panno nero, respirò a fondo l’intenso profumo d’incenso e aromi esotici. Aveva le gambe rannicchiate per farle stare tutte sul sofà, una coperta leggera delineava il suo corpo, indossava la camicia color crema e i pantaloni ma non aveva idea di dove fossero la cravatta e la giacca, né la lunga tunica nera aperta dell’uniforme regolamentare. Guardò meglio e vide sulla sedia, ordinatamente ripiegati, i suoi abiti e la cravatta con il nodo già pronto.

La stanza gli era vagamente familiare e vi regnava la penombra, silenziosa e tranquilla: una finestra dal vetro screziato di colori, posta in una nicchia con tanto di panchetta e cuscino nero su cui sedersi, faceva filtrare la luce; nel caminetto di fronte brillavano le braci di un fuoco rosso intenso; una porta chiusa completava il quadro pittoresco. Fece un tentativo e riuscì a sedersi. La nausea lo colpì improvvisamente, chiuse gli occhi e cercò di calmare le stomaco che sembrava preda di una strana danza tribale. Il mondo dopo aver compiuto parecchi giri di valzer tornò immobile; deglutì e respirò a fondo, si voltò appoggiandosi allo schienale del divano e osservò ciò che prima gli era celato. Una libreria a giorno alta sino al soffitto e ricca di volumi antichi divideva quasi a metà la stanza, un movimento dall’altra parte, appena intravisto tra un mucchio di pergamene, attirò la sua attenzione.

Si chiese chi potesse essere, sperò non fosse un nemico, non aveva la sua bacchetta con sè. Poi si diede dello sciocco: se fosse stato un nemico non l’avrebbe di certo coperto e lasciato dormire. Rilassandosi un attimo si concentrò per ricordare.

A cena c’era stato un banchetto per commemorare l’anniversario della fondazione di Hogwarts, gli studenti avevano cantato e si erano divertiti, era stata persino offerta, insieme alla burrobirra calda, un’altra bevanda leggermente alcolica a base di cognac e zucca. Sì, ricordava di aver brindato varie volte con i suoi compagni di casa ma dopo, cos’era accaduto..più tentava di ricordare e più le tempie gli facevano male. Un altro movimento al di là della libreria però lo spinse a voler ricordare assolutamente per capire come gestire la situazione.

Dopo il banchetto gli studenti avevano avuto il permesso di restare nella grande sala, permesso che li aveva sorpresi perché di solito dopo cena ci si riuniva nella sala comune della casa e questo, se da una parte faceva stringere non poco i rapporti tra gli studenti della casa di appartenenza, dall’altra non permetteva di conoscere gli studenti delle altre case. Ken Ashley, Tassorosso, aveva lanciato una sfida a scacchi magici a Ron Weasley, Grifondoro e campione indiscusso, e molti si erano radunati intorno a loro per vederli giocare. Lui però non era interessato e si era guardato attorno per decidere cosa fare. 2 ragazze avevano intorno a sé un piccolo nugolo di studenti: Hermione Granger, Grifondoro e studentessa modello molto intelligente, rispondeva gentilmente e con competenza alle domande curiose su questo o quell’altro argomento di studio; dall’altra parte della sala Pansy Parkinson, Serpeverde e maliziosa viziata di famiglia bene, rideva malignamente con i suoi compagni di casa di qualche battuta.

Ad un tratto aveva sentito la testa leggera e il sangue scorrere veloce nelle vene, la stanza si era fatta calda all’improvviso e si era sentito agitato e febbricitante. La professoressa Sprite avvicinandosi gli aveva chiesto come si sentisse e gli aveva consigliato di andare in infermeria vedendolo sudare freddo e tremare appena. Aveva annuito e si era avviato ma non ricordava di sentirsi male, anzi. Aveva la sensazione di volare. Si era domandato di sfuggita dove fosse il suo nemico naturale ma come quel pensiero era arrivato era volato via.

Nei corridoi bui il silenzio e qualche scricchiolio sinistro l’avevano tenuto un poco in tensione ma quando da lontano aveva visto la luce filtrare da sotto la porta dell’infermeria si era sentito quasi tranquillo. Solo continuava ad avvampare e aveva così caldo. Si era allentato la cravatta già dal nodo troppo morbido e aperto il primo bottone della camicia, si era avvicinato ma fermato in ombra non appena aveva sentito delle voci sussurrare sinistramente.

"Allora..è in arrivo?".

"No..non si vede nessuno!".

"Dovevamo mettergliene di più nel bicchiere..avrebbe fatto effetto prima!".

Una voce tra tutte lo rese nervoso. L’aveva riconosciuta immediatamente e le altre 2 non erano così difficili da immaginare. Chissà di chi stavano parlando. Senza far rumore fece un altro passo avanti per ascoltare.

"Non ho capito perché tu vuoi proprio lui..".

"Lo voglio e basta, idiota..lo desidero da 6 anni..umiliarlo e tenerlo con me come un animaletto da compagnia..dopo quanto accadrà stasera o farà ciò che dico io o sarà messo in ridicolo di fronte a tutta la scuola.." e tutti e 3 scoppiarono a ridere nuovamente.

Stavano parlando di lui, capì. Gli avevano tirato un altro dei loro scherzi ma stavolta avevano esagerato: gli avevano fatto bere qualcosa, ma cosa non avrebbe saputo dirlo dato che la nuova bevanda, non avendola mai assaggiata prima, poteva camuffare qualunque altro sapore e odore. Aveva voglia di entrare in infermeria e gridargli contro ma sapeva di non poterlo fare, loro non avrebbero giocato pulito e non voleva dargli la soddisfazione di fare i loro comodi, qualunque essi fossero. Così attese mentre il calore nel suo corpo cresceva ancora e ancora, come un rogo piacevole e nello stesso tempo una tortura.

"Sei sicuro di aver preparato bene la pozione?".

"Ma certo..non sono come voi 2, io..so perfettamente cosa ho fatto..per questo non capisco perché non è ancora qui..dovrebbe sentirsi in fiamme e il mondo dovrebbe apparirgli immensamente migliore..non dovrò neanche convincerlo a spogliarsi..tra un po’ lo farà da solo e implorerà l’antidoto..sarà divertente, non credete?" chiese la voce malignamente.

Non osò neanche respirare mentre si chiedeva cosa poteva fare. Certo non entrare in infermeria. Poteva chiedere aiuto ad una sola persona anche se era l’ultima a cui voleva rivolgersi. Mentre era perso nei suoi ricordi non si era accorto che qualcuno lo fissava.

"Signor Potter, finalmente si è svegliato..credevo volesse dormire per sempre!".

"Professor Piton..!" sussurrò sorpreso Harry, quasi saltando giù dal sofà.

"Già, chi credeva ci fosse qui con lei? E’ confuso, signor Potter?" sibilò il professore incrociando le braccia sul petto e arcuando le sopracciglia ironico.

"Io..sì, veramente sono molto confuso..non ricordo di essere venuto a cercarla..nel salone forse.." sussurrò stordito, infastidito come sempre da quello sguardo altezzoso e freddamente oscuro.

Gli occhi neri non avevano calore per nessuno, tantomeno per lui.

"Non so se sia andato nel salone oppure no, signor Potter, in ogni caso lì non mi avrebbe trovato..non amo perdere tempo quindi dopo il banchetto sono tornato nel mio laboratorio!" e aprendo le braccia indicò lo spazio tutto intorno.

Solo in quel momento il giovane si rese conto del lungo tavolo di là della libreria su cui facevano bella mostra di sé ordinati provette e alambicchi, sulla parete in fondo ripiani su cui poggiavano strani barattoli multiforma in cui galleggiavano in liquidi viscosi strani esseri o polveri e uno scrittoio con penne nere e inchiostro nero e rosso e tanti cassettini con le etichette, l’erbario: era nel laboratorio di Piton, ma come ci era arrivato era un mistero.

"Non riesco a ricordare..cosa è successo..lei..?".

"Io ho sentito bussare e quando ho aperto la porta mi sono trovato di fronte lei, signor Potter..quasi ubriaco.." ci tenne a sottolineare e Harry arrossì.

"Non ero ubriaco, professore..Malfoy..".

"Se fossi in lei mi tratterrei dal dire cose che potrebbero metterla come sempre nei guai, signor Potter..da parte mia io mi tratterrò dal divulgare l’interessante notizia di averla vista piombare nel mio laboratorio in evidente stato confusionale e..eccitato..ci siamo capiti, signor Potter?" sibilò.

Come sempre la voce densa e bassa che in un altro uomo sarebbe risultata monotona in lui si arricchiva di sfumature e descrizioni; dava risalto a parole come mio, io e ovviamente si venava di scherno quando pronunciava il suo nome.

Harry boccheggiò come se volesse dire qualcosa ma poi scosse la testa lentamente.

"Sono d’accordo professore!" rispose velenoso.

Come detestava Piton, pensò.

"Bene..tra poco meno di 2 ore lei avrà lezione con me insieme ai suoi compagni Grifondoro e alla mia casa Serpeverde..le consiglio di andare immediatamente nel suo dormitorio per riposare ancora un po’..ovviamente spero che lei abbia anche completato la ricerca sulla pozione Veritaserum che le avevo affidato..mh, immagino dal suo sguardo sorpreso che lei non l’abbia neanche contemplata tra le cose utili da fare..ha esattamente 1 ora e 47 minuti per completarla..ci vedremo più tardi in classe!" disse risoluto ghignando di fronte all’espressione scocciata del ragazzo.

L’uomo alto e magro, completamente vestito di nero, un lungo mantello che lo copriva sino ai piedi, sovrastava lo studente che a labbra tirate si stava infilando la giacca, la cravatta e la tunica. Harry salutò con un cenno del capo e stava per uscire quando Piton lo chiamò e si avvicinò a lui.

"Come sempre signor Potter, lei pensa di essere al di sopra delle regole.." sibilò esasperato e con dita agili e ferme gli sistemò il nodo della cravatta.

Harry osservò oltre il bordo degli occhiali quelle mani bianche dalle dita affusolate ed eleganti completare velocemente il lavoro con eleganza. Sentì allargarsi nello stomaco un vuoto dolce amaro e la nausea lo assalì lentamente. Facendo uno sforzo enorme per non mostrarsi debole come in effetti si sentiva fece un passo indietro allontanandosi dal severo professore che sorridendo ironico incrociò le braccia.

"Professore..!" salutò Harry e si volse da entrambe le parti del corridoio sotterraneo cercando di ricordare quale fosse la direzione giusta per tornare alla torre.

"A sinistra, signor Potter..e un’altra cosa..10 punti in meno a Grifondoro..la sua trascuratezza è imperdonabile!" gli sorrise Piton mentre Harry in silenzio, il passo rabbioso si avviava.

Si fermò all’improvviso e voltandosi incrociò curioso lo sguardo del professore di pozioni.

"Cosa ho fatto ieri sera dopo che sono venuto da lei? Non ricordo nulla..dopo aver preso la decisione di cercarla è blackout.." chiese guardingo, stupito dall’assottigliarsi delle labbra del professore, una smorfia sarcastica.

"Certe cose è meglio lasciarle seppellite nella memoria e sperare che lo siano per sempre! Arrivederci, signor Potter!".

"Ma..!" provò a ribattere Harry che si vide sbattere la porta in faccia.

Dopo averla fissata per un minuto buono con rabbia si voltò e percorse il lungo corridoio sino a ritrovarsi nell’atrio, salì le scale osservando i quadri alle pareti svegliarsi e infine si ritrovò di fronte ad un quadro rappresentante una donna molto in carne, i riccioli castano chiari ricadevano morbidamente sul viso florido, stava sonnecchiando ma quando lo sentì avvicinarsi aprì lentamente gli occhi.

"Parola d’ordine.." disse con voce bassa e assonnata, soffocando uno sbadiglio.

"Aurora boreale!" sussurrò Harry e la donna del quadro si inchinò mentre la cornice iniziò a spostarsi rivelando un’apertuta, l’entrata alla torre.

NdA

Un altro esperimento narrativo iniziato questa estate e su cui, nonostante l’entusiasmo, ho avuto un blocco enorme, che ora sembra essere passato fortunatamente! Questa fiction non avrà aggiornamenti continui come le altre, un po’ per mancanza di tempo un po’ per la stesura dei capitoli che adatto costantemente. Spero vi abbia incuriosito la trama, se voleste farmi conoscere la vostra opinione ne sarei moooltooo felice! See you soon!

[Arc~en~Ciel]

  
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