Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |       
Autore: ManuFury    22/09/2013    5 recensioni
« Fa ribollire come pentola il gorgo, fa del mare come un vaso di unguenti. Nessuno sulla terra è pari a lui, fatto per non aver paura. Lo teme ogni essere più altero; egli è il re su tutte le bestie più superbe. » Giobbe 41.
Rappresenta il caos primordiale, la potenza prima di controllo.
Questo hanno creato...
(PRIMA CLASSIFICATA a pari merito al Contest "Autunno Originale" indetto da Faejer)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LEVIATHAN
 
 
Capitolo 1:
ESPERIMENTO MSP17 – 136
 
 
“Ciao Eli!” Salutò con un bel sorriso Jessica, entrando in quel momento nella grande stanza avvolta da un’insolita luce azzurrognola che si diffondeva uniformemente sulle pareti bianche. Puntò gli occhi verdi e vivacissimi sulla collega in camice bianco, seduta ad un lungo tavolone metallico ingombro di carte e fascicoli.
“Ciao Jess. – Rispose la donna seduta, levando gli occhi scuri sull’amica, con un leggero sorriso in viso. – Vedo che alla fine hai ottenuto il trasferimento.”
“Sì, per forza. Quell’altro mi metteva i brividi.” Affermò avanzando in quell’ambiente così diverso… così neutro. L’esatto opposto rispetto a quello in cui lavorava fino a qualche giorno prima e al pensiero un brivido le corse lungo la spina dorsale.
“Ti capisco.” Ridacchiò leggermente e sotto i baffi Eli, tornando al fascicolo aperto sul tavolo.
“Stai brava che me li sognerò di notte quegli orrendi occhi gialli. – Rabbrividì di nuovo. Spostò lo sguardo, dalla donna a ciò che aveva alle sue spalle, al motivo per cui loro erano lì a lavorare. – Allora… è lei?” Domanda retorica, ma assolutamente spontanea a quella vista. Eli solo annuì, ponendo la sua firma lungo la linea tratteggiata al fondo del documento, prima di chiudere il fascicolo color blu mare.
Jessica avanzò fino al cilindro ricolmo di un denso liquido azzurrino, questo ribolliva lentamente come l’acqua messa sul fuoco per far cuore la pasta. All’interno, oltre lo spesso vetro antiproiettile, fluttuava una figura: un corpo snello, dall’esile profilo, la carnagione era chiara, chiarissima come se la pelle non fosse mai stata esposta ai raggi UV del sole. L’essere fluttuante teneva le braccia incrociate al petto, stringendosi poi le spalle con le mani come una mummia egizia. Il capo rasato era chino e aveva dei lineamenti tanto delicati e tanto neutri da impedire di comprendere se fosse maschio o femmina, ma entrambe le donne sapevano che si trattava di un individuo di sesso femminile. Gli occhi erano chiusi come se stesse dormendo. Sembrava così a suo agio, lì immersa nell’acqua.
“Non ti far ingannare da quel bel visino, Jess. – La riprese la collega, adesso impegnata con un altro fascicolo, dal colore verde acqua. – Hai visto com’è l’altro… non ti aspettare che lei sia diversa.”
“Non me lo aspetto, infatti. – Fu la sua pacata risposta mentre sfiorava lentamente con una mano il vetro gelido. – A che punto siamo con lei?”
“Buono, oserei dire. Ieri l’abbiamo tirata fuori e le abbiamo fatto il secondo ciclo di iniezioni. Controllato i parametri vitali e fatti tutti gli altri esami di routine. È sana come… - una breve pausa - … beh, come un pesce. Sembra anche che il suo corpo reagisca bene al siero.”
“Come per quell’altro?” Un nuovo brivido mentre nella testa si riaffacciavano quei terribili occhi dorati, quello sguardo così animalesco e sadico.
“Molto meglio. L’esperimento MSP17 – 134 è dipendete dal siero. Lei no. L’ha assorbito e plasmato a suo piacimento.”
“I capi saranno contenti.” Affermò Jessica spostando la mano lungo il vetro, a voler constatare che l’essere che abitava il cilindro non fosse veramente morto come poteva parere: in fondo, nessuno poteva stare immerso in un liquido senza maschere ad ossigeno per così tanto tempo. Spostò un dito, tracciando una linea invisibile più o meno all’altezza del collo.
Alle sue spalle un lieve sbuffo e un rumore di fogli spostati.
“Dio, non finirò mai.” Protestò Eli, strappando un sorriso alla collega da poco trasferita.
“Dimmi solo una cosa. Ce l’ha un nome?”
“No. Ha il suo numero identificativo… MSP17 – 136. Perché?”
“Beh. All’esperimento MSP17 – 134 abbiamo dato un nome, se così possiamo definirlo.” Abbassò gli occhi verdi, notando una targhetta alla base del cilindro: recitava il numero identificativo appena citato da Eli in grandi lettere e numeri in rilievo.
“Sul serio? Non lo sapevo. Si vede che voi dall’altra parte avete tempo da perdere. – Ridacchiò leggermente. – MSP17 – 136 non ha alcun nome, per ora. Qualche idea, cara?” Domandò con un sorriso l’altra donna.
“Forse. – Rispose pragmatica, staccandosi. – Dai, ti do una mano con le scartoffie.”
Indietreggiò raggiungendo il tavolone di metallo, recuperò una sedia e prese posto di fronte all’amica e collega.
La aiutò a compilare il resto dei fascicoli, per lo più schede che riportavano le condizioni fisiche dell’esperimento MSP17 – 136: dati riguardanti i suoi progressi con il siero, i suoi parametri vitali sempre perfettamente nella norma, c’era una tak del cervello che evidenziava alcune zone divenute particolarmente attive; in poche parole, tutto normale. Su un foglio vide scarabocchiata la doppia elica del DNA umano, delle parti erano state evidenziate e a fianco qualcuno vi aveva scritto “anfibi”. Jessica era veloce in quel lavoro visto che le toccava sempre compilare rapporti con l’esperimento MSP17 – 134.
Erano quasi alla fine quando alzò gli occhi, fissando quella figura pacifica nell’acqua. Le ricordava una qualche Nereide greca, o una ninfa dell’acqua, persino una Dea stessa, così a suo agio nel suo ambiente naturale. Ricordò poi le parole della collega, di non farsi ingannare da quel bel visino dolce, visto che non stavano creando una Dea o una pacifica Nereide, ma una macchina da guerra. A quelle nuove riflessioni i suoi pensieri si spostarono dai miti e dalle leggende dell’antica Grecia, per spostarsi ad un libro che aveva letto di recente, senza un’apparente motivo… la Bibbia.
“Leviathan…” Sussurrò a fior di labbra, portando gli occhi là dov’erano quelli della creatura. Per uno e un solo momento le parve di veder tremare le palpebre chiare, quasi che gli occhi volessero aprirsi senza riuscirci perché troppo pesanti. La giovane dottoressa si ritrovò a tifare in silenzio perché quegli occhi si aprissero, mostrandosi finalmente.
“Scusa?” Domandò Eli, alzando gli occhi dal suo compito per portarli sulla collega.
“No, niente. – Rettificò Jessica, abbassando di nuovo lo sguardo e cancellando i suoi pensieri. – Pensavo ad alta voce. – Fece una pausa. – Visto che sono nuova, vorrei chiederti ancora una cosa, ci può sentire?”
“In questo stato no.” Affermò sicura tornando alle scartoffie.
Jessica annuì. Alzò ancora una volta gli occhi verso il cilindro, ma li riabbassò quasi subito. Aveva appena iniziato, si era fatta trasferire perché si faceva delle paranoie assurde con quell’altro e non doveva ricadere in simili vizi anche qui.
Eppure…
Scosse più energicamente la testa, tornando a sua volta al lavoro. No, niente ossessioni.
Nello stesso momento l’acqua azzurrina del cilindro ribolliva e l’essere che lo abitava si mosse impercettibilmente, o meglio, mosse le labbra in un’invisibile sorriso sulle labbra sottili sottili.
Sì che vi posso sentire.
 
Continua…
 
 
 
***
 
HOLA! ^_^

Sì, è un periodo in cui sono fissata con il sovrannaturale, confesso. u_u
Questo personaggio è una mia creazione dei tempi delle medie (poi finita nel dimenticatoio per anni e anni), l’ho sognata di nuovo una notte e ho deciso di farla partecipare ad un Contest, limando, ovviamente, qualche dettaglio e aggiungendoci qualcosa di nuovo.
La raccolta è stata scritta per il
Contest a Turni “Autunno Originale” indetto da Faejer.
Nel primo turno bisogna presentare il proprio personaggio… io ne ho presentati addirittura due (già… l’altro personaggio citato da Jessica, sarà molto importante più avanti, quindi, non dimenticatevelo, mi raccomando. u_u).
Inoltre, diciamocelo, una parte dell’ispirazione mi è arrivata dalla Challenge “La sfida dei duecento prompt” indetta da msp17 con il prompt 136) Esperimento. E qui ammetto di averle dedicato un po’ il capitolo…
Altro da dire non mi viene in mente quindi direi che ci possiamo sentire la prossima volta, ok? ;)
A prestoooo!
ByeBye
 
ManuFury! ^_^
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: ManuFury