CAPITOLO
3.
Kate
decise di smettere di piangersi addosso e di recarsi al distretto per
riprendersi il suo vecchio lavoro.
Appena
le porte dell’ascensore del dodicesimo si aprirono Beckett fu
accolta da
applausi e saluti da parte di tutti e, per ultimi, i suoi vecchi
partners la
abbracciarono forte.
“Ci
sei mancata! Come mai da queste parti?” le dissero in coro.
“Voglio
riprendermi il posto” disse lei determinata.
“La
Gates ne sarà felice! Non riesce a trovare un sostituto
degno di te. Ma
soprattutto noi ne siamo felici ” disse Espo.
“Grazie
Javi” rispose sorridendo calorosamente.
Detto
ciò la donna si diresse a passo veloce verso
l’ufficio della Gates e, dopo
averle parlato un po’, fu riassunta come capo della squadra.
Kate
si sentiva a casa; si sedette un attimo sulla sedia della sua scrivania
e
ripensò a quanto le era mancato quel posto, quella lavagna
davanti alla quale
passava ore e soprattutto a quanto le erano mancati i suoi bro.
Era
tutto come prima.
Quasi.
Dopo
aver dato a tutti la notizia la detective ritornò a casa
felice di aver
ottenuto il suo vecchio lavoro; lo stesso posto, la stessa scrivania e
gli
stessi compagni, mancava solo una persona.
Il
suo partner.
Il
suo amico che formulava strampalate teorie.
Il
suo fidanzato.
La
presenza di Castle al distretto aveva reso il suo lavoro più
divertente, una
giornata passata con lui risultava meno pensante anche se il caso a cui
lavoravano
era particolarmente complesso, perché lui, con le sue teorie
e le sue battutine
spiritose, la riusciva sempre a far sorridere un po’.
Ora
però con Richard non sapeva più come comportarsi,
il suo orgoglio era stato
ferito, aveva abbassato la guardia ed era stata colpita dritta al cuore.
L’improvviso
suono del suo campanello la fece distogliere dai suoi pensieri.
“Chi
sarà a quest’ora? Magari Lanie”
pensò.
Quando
aprì la porta davanti a lei si ritrovò due pezzi
di cielo che la fissavano. Gli
occhi di Rick.
“C-che
cosa ci fai qui?” chiese lei titubante.
“Emh
io, io vorrei scusarmi” rispose lui.
“Va
bene, entra pure” disse imbarazzata, accompagnando la frase
con un cenno della
mano.
Castle
avanzò nella casa giungendo al divano. Non ricordava quanto
gli fosse mancato
quel posto.
Kate
si sedette di fianco a lui.
“Senti
io..” dissero contemporaneamente; il tempo era passato ma la
loro sintonia no.
“Prima
tu” disse Beckett.
“Va
bene. Mi spiace di averti sbattuto la porta in faccia, non volevo. Mi
manchi
Kate, ho provato a negarlo, ma mentivo e basta, non ti ho dimenticato.
Mi manca
ogni singolo aspetto di te, mi manca portarti il caffè ogni
mattino, mi manca
il tuo profumo, mi mancano le tue labbra e mi manca ogni centimetro
della tua
pelle, perché sei la persona
più
incredibile, esasperante, intrigante e snervante che io conosca e ti
amo Kate”
disse l’uomo con gli occhi ormai lucidi.
Dopo
alcuni secondi di silenzio lo scrittore disse: “Tocca a te
Kate”.
“Sono
senza parole Rick. Io volevo solo dirti che mi dispiace davvero di
averti
trattato così male e di essere sparita, ma ho capito troppo
tardi quanto tenevo
a te.
Ma
ora sono qui e non me ne andrò mai più,
perché ti amo Rick” concluse la donna.
Beckett
riprese a guardarlo negli occhi e giurò a se stessa che mai
avrebbe smesso di
farlo.
Pian
piano si avvicinarono sempre di più, rimasero per qualche
secondo a contemplare
l’uno il viso dell’altro e poi annullarono le
distanze con un bacio molto passionale;
entrambi desideravano quel momento da molto tempo, si erano mancati
così tanto.
Quando
si allontanarono Kate sfoggiò un bellissimo sorriso, pieno
di felicità e di
consapevolezza del fatto che Rick non aveva bisogno di nessun altra,
gli bastava
lei per stare bene.
Castle
poi le fece posare il suo volto nell’incavo del suo collo e
la coccolò; le
passò le mani nei capelli massaggiandole il capo per poi
scendere sul retro del
collo; sapeva che la donna amava quando lo faceva.
La
magia di quel momento fu però rotta dai singhiozzi del
pianto di Kate.
“Ehi
tesoro, che cosa succede?” chiese lui preoccupato passandole
una mano sulla
guancia.
“E’
solo che ho avuto davvero paura, pensavo di averti perso per
sempre” rispose a
fatica.
“Ehi
io sono qui, non ti preoccupare. Entrambi abbiamo fatto degli errori,
lasciamoceli alle spalle Kate! Pensiamo solo al nostro futuro insieme,
senza
ricordare di continuo il passato” disse lui.
La
donna non proferì parola, solo si allungò verso
di lui stampandogli un bacio
sulle labbra.
“Rick
cosa ne dici se andassimo a dormire?” propose lei.
“Va
bene” rispose lui con un sorriso compiaciuto.
“No
caro, con dormire, intendo proprio dormire! Sono davvero
stanca” rispose lei
con tono risoluto.
“Tranquilla
stavo solo scherzando! Anche se..
Non mi
sarebbe dispiaciuto” disse ridacchiando.
La detective
lo prese per mano e lo condusse quindi nella camera da letto; lei si
spogliò
subito e rimase in
intimo, poi, mentre l’uomo
si stava svestendo, si avvicinò a lui ed iniziò a
stampagli baci partendo dal
retro del collo fino ad arrivare alla spalla.
“Tu
detective mi vuoi proprio fare impazzire eh!” disse lui
ridacchiando.
“E’
proprio quello il mio tentativo” rispose lei maliziosa
infilandosi sotto il
letto.
Rick
quindi la raggiunse e si stese di fianco a lei invitandola a posare la testa sul suo braccio; Kate
accolse l’invito e
si accoccolò a lui.
Quel
profumo, quel calore sulla sua pelle e quel corpo le erano dannatamente
mancati.
“Buonanotte.
Ti amo” sussurrò la donna.
“Notte
amore, anche io” rispose lui.
Something - Beatles: http://www.youtube.com/watch?v=IrW7dlDHH28&feature=youtube_gdata&fs=1&autoplay=1&hd=1
Oh si questo capitolo è davvero da diabete lo so, ma scusate è questo l'effetto della 6x01 awww.
Spero che vi piaccia! Baci a presto:) xx
P.S. Ascoltate la canzone è un ordine LOL.
E' un capolavoro :)