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Autore: HoneyFLW    26/03/2008    2 recensioni
Liberamente ispirata ad un'idea di Perez4ever. Un uomo in carriera ed una donna sua collega, si odiano: frecciatine, dispetti, diverbi e tutto il resto. Sino a che un giorno, Jacob, si ritrova.. morto! e chi mai sarà l'unica persona in grado di vederlo? Storia esilerante, scritta con 1/4 di romanticismo e tre di cinismo.
Genere: Romantico, Drammatico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-CAP. 1: COME CANE E GATTO

 

Se prima avevo caldo, ora sto letteralmente gelando.

Cazzo di un caffè freddo e cazzo di un fattorino imbranato.. credo che dovrò passare a forza dal mio ufficio, forse Lucy avrà qualcosa da imprestarmi, oppure potrei mettermi quella giacchetta che ho lasciato qui ieri sera.. uffa, ma proprio oggi mi doveva capitare una cosa simile?!

Il fattorino scende al suo piano, scusandosi nuovamente per l’accaduto e lasciando me e Lui da soli; avrebbe combinato un massacro minore lasciando chiusi in un sacco un pitbull e un gatto randagio.

E intanto lui continua a ridere.

“Stai bene?” chiedo falsamente preoccupata.

“Uhm.. oh, certo! Perché?” perfetto, ha abboccato.

“Sai, hai una strana espressione.. sembra quasi una paresi!”.

1 a 0 per Kate Green!

“Ah.. no. non preoccuparti troppo, sto benissimo!”

“A parte la schizofrenia.. ” tossicchio, in modo che mi senta.

“Sai, a dire il vero stavo ridendo” confessa dopo qualche minuto.

“Davvero? E di cosa?”

“Di te. Pensavo all’espressione che apparirà sul tuo, di volto, quando oggi sceglieranno il mio progetto e non il tuo!” afferma. Giochiamo subito pesante, eh?

 “Uhm.. cos’è, papino ha intenzione di rilevare l’azienda per suo piccolo Jacob?”

“Sono solo superiore a te, cocca! E poi.. mamma mia come sei originale! Ogni volta tiri fuori la mia famiglia! Non hai altri colpi bassi da sfoderare?”

“Mi stai chiedendo se sono cinica e bastarda come te?”

“Sì. Io però avrei detto anche ‘volgare’. Quante parolacce spari al minuto? Un centinaio?”

“Senti, un po’, piantala di sfottermi u giuro che ti do un calcio nel..”

 

SDLENG!

 

Buio totale.

“Che è successo?”

“Non lo so.. credo si sia bloccato l’ascensore..” cerco di raggiungere a tastoni il quadro di controllo. Ma qualcosa mi blocca. Ed è qualcosa di muscoloso e con dei buoni bicipiti.

“HEY! Ma che fai!” mi grida contro Jacob.

“Che ci fai tu davanti ai tasti!” ribatto. Se ci fosse luce, vedrebbe che il mio volto è più che paonazzo.

“Non ti sarai appoggiato sul bottone per le emergenze, vero?!”

“Ecco, brava! Da sempre la colpa a me!”

“Non è colpa mia se sei nato sotto forma di uomo ma hai la tendenza a comportanti come un uragano!”

“Grazie a Dio che tu sei perfetta, vero Katie?”

“Non chiamarmi ‘Katie!’ Non ne hai il permesso!”

“Oh, adesso ho bisogno anche di un permesso scritto per sbeffeggiarti?”

“Potresti non sbeffeggiarmi, ecco!”

“Hai iniziato tu!”

“No tu!”

“Tu!”

“No tu!”

“Tu!”

 

**immaginatevi chi, passando accanto alle porte dell’ascensore sui due piani in cui Kate e Jacob sono bloccati, sente questa insopportabile tiritera degna di due bambini dell’asilo(ndA)**

 

“Hey.. è tornata la luce..” constato appena le la lampadina torna a brillare. Purtroppo l’ascensore non si è mosso di un millimetro.

“Uhm.. peccato, così sarò costretto a vedere quella tua faccia da topo..” riprende Jacob.

“Ok, OK! Tregua!”

“T-tregua?”

“Si Jacob, ecco una nuova parola da imparare: ‘t-r-e-g-u-a’. Almeno sino a che non ci avranno tirati fuori di qui!” propongo, tirando indietro i capelli e sospirando afflitta; mi appoggio ad una delle quattro pareti. Nonostante l’azienda per cui lavoriamo sia una tra le migliori in quanto a design, gli ascensori del palazzo fanno veramente pena; mi chiedo quand’è che li manderanno in pensione, questi catorci.

 

Una tregua. Ah!

Ma davvero crede che io sia un tipo da tregua?

Sospira e si sorregge al muro.

Bloccato in ascensore con quella pazza svitata di Kathleen Green: è un incubo che si manifesta!

È stata sempre scontrosa nei miei confronti, sin dal primo momento che i nostri sguardi si sono incrociati.

Me lo ricordo bene, quel pomeriggio..

Era il party organizzato dalla Kasheryn Co. per il recente successo conseguito dal lancio di Kaleidos, la nuova linea di vestiti ideata dal reparto moda. Era caldo e soleggiato, una splendida giornata passata sotto il di Central Park.

Io ci tenevo davvero a congratularmi con l’ideatore di quegli abiti, lo giuro sulla cosa più preziosa che ho!

Peccato che, appena il mio collega Jason mi ha presentato Kathleen Green, questa mi abbia prima schiaffeggiato e poi infradiciato con lo champagne che reggeva in mano. Senza alcun valido motivo!

E non mi è mai importato del fatto che lei sia una signorina e che non andrebbe toccata neanche con un fiore: ha incominciato lei questa guerra e, non mi spiace affatto per lei, sarò io a vincerla! Rimpiangerà il giorno in cui si è messa contro Jack Kennor, poco ma sicuro.

Dopo una buona mezz’ora di silenzio, in modo alquanto innocente, l’occhio mi cade sulla sua scollatura bagnata e lei se ne accorge.

“Oh, ma che fai?!” esclama, andandosi a riparare con le mani “Come se avessi qualcosa da nascondere, lì sotto..” mento io. Piuttosto che farle credere di essere una persona.. bè.. una donna.. insomma! Non è messa male quanto a fisico, ma mica glielo vado a dire!

“Sei un pervertito, ecco cosa!”

“Uh, uh!” sorrido.

“Cos’è, ti è tornata la paresi?”

“Nell’ultima ora, oltre che a dire parolacce a raffica, avrai detto la parola ‘ecco’ un miliardo di volte..”

“Piccolo Jack.. basta così poco per intrattenere il tuo unico neurone!” mi sorride beffarda.

“Ah, no! Per te io sono solo Jacob.. e poi non eravamo in tregua?”

“Appunto.. ‘eravamo’ non è un imperfetto? E l’imperfetto non è un tempo storico, ossia un tempo passato?” ghigna, infliggendo un duro colpo alla mia padronanza della lingua.

“Uhm.. e poi mi annoio.. da quant’è che siamo fermi?” chiede, accucciandosi a terra sulla moquette.

“Ormai quasi un ora.. il tuo cellulare non funziona?” le domando speranzoso.

Armeggia con le unghie smaltate e fresche di manicure nella sua borsa, prima di estrarne un Nokia davvero consumato “Sapevo che il tuo stipendio non era il massimo Kate, ma se non riesci neanche a permetterti un telefonino nuovo..” la schernisco, nonostante l’aria condizionata abbia smesso di funzionare da un pezzo e il caldo metta a dura prova le mie energie. “Ha un valore affettivo, cretino.. ma tu non lo sai cosa sono i sentimenti, vero?” si alza e cerca di accendere quel quadrato di plastica e circuiti che si ritrova. “Wah! È scarico! Porca pu..zzola!” grugnisce Kate, tornando alla sua comoda posizione rasoterra.

“Lo sai che ci sono donne che farebbero follie per restare chiuse in ascensore con me con questo caldo?”

“Già: credo che la gente le chiami ninfomani!”

“Adesso basta con quella boccaccia!”

“Hey, guarda che sei tu che provochi..” ride la mia avversaria. Prima o poi la smetterai di ridere, Katie Green.

È una promessa.

 

Tra le tipiche scaramucce che contraddistinguono il mio ‘rapporto’ con Jacob Kennor sono volate via due ore.

“Possibile che nessuno si sia accorto che questo ascensore ha un problema?” sbuffo, sollevandomi dalla fronte un ciuffo ribelle.

“Questo palazzo ha almeno sei ascensori. Se uno non funziona la gente non ne sente la mancanza..”

“E di noi? Nessuno sente la nostra mancanza?” chiedo ironica.

“Di te? Uhm.. ho qualche perplessità..”

“Questo è mancare di rispetto ad una persona, Jacob.. potrei iniziare a deprimermi e tentare il suicidio..”

“Davvero? Potevi dirlo prima, allora!” sghignazza.

Che faccia da pesce lesso che fa, quando ride! penso, e proprio in quel momento un fascio di luce mi arriva dritto agli occhi. Ma che..

“Hey, voi due! State bene?” ci chiede un pompiere da una micro fessura sopra le nostre teste.

“Che è successo?” si informa Jacob.

“C’è stato un cortocircuito. Poi una signorina ha sentito delle rida e ci hanno chiamato!” ci risponde il pompiere. Dio, che imbarazzo! Eravamo così presi a litigare da non esserci accorti di nulla!

“State bene, vero?” ci chiede nuovamente.

Annuisco e mi preparo ad essere tirata fuori da lì.

“Serve una mano?” si offre Jacob, malizioso.

“Tieni le tue sudice manazze lontano da me, chiaro?” rispondo secca e acida.

“Che caratterino!” commenta “Ti conviene conservare il temperamento per la presentazione, Kate!”.

“Puoi star certo che ti annienterò Jacob. Poco, ma sicuro!” gli sibilo in faccia, prima di sgusciare fuori da quelle quattro pareti.

  
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