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Autore: misslittlesun95    30/09/2013    2 recensioni
Bruno, Mirella e Guido, ventidue, diciassette e sette anni, tre figli di una coppia torinese, mamma casalinga e papà poliziotto.
Una famiglia normale nella metà degli anni settanta, finché il padre non muore, ucciso da dei terroristi che inizialmente si pensano di matrice comunista, e la madre porta la famiglia a Roma, dove forse i pericoli sono meno.
Qui, però, la vita di Bruno si scontrerà col mondo della droga minacciando l'integrità familiare, e lasciando a Mirella il compito di educare Guido.
Se non fosse che lei ha scoperto come realmente sono andate le cose il giorno della morte del padre, e ha giurato a se stessa vendetta.
A costo di prendere a sua volta le armi, a costo di diventare anche lei una terrorista.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A settembre Mirella aveva iniziato il quarto anno di superiori, quello che per molte delle sue compagne sarebbe stato l'ultimo.
Anche la sua migliore amica, Simonetta, era tra quelle che non avrebbero fatto l'anno necessario all'ammissione all'università.
I suoi genitori erano operai alla Fiat di Mirafiori, e per lei era importante tentare di trovare lavoro come insegnante subito per dare una mano in casa.
Malgrado fosse figlia unica, infatti, i soldi non erano mai abbastanza, e di certo non coprivano quelle che sarebbero potute essere le spese per l'università della ragazza.

Probabilmente l'anno seguente le due quarte sarebbero diventate una quinta sola, e Mirella sbuffava ogni volta che ci pensava perché
con le ragazze dell'altra sezione non era mai scorso buon sangue.

- Ma sì, ci penserai a settembre prossimo, abbiamo ancora un anno davanti!- Le aveva detto Simonetta un giorno tornando da scuola col tram.
In effetti aveva ragione, c'era tutto il tempo, inutile farsi mille problemi in quel momento.
- Domani andiamo in biblioteca, vero?- Aveva proposto poi la ragazza.
Mirella aveva annuito. - Devo chiedere ai miei, ma penso che non ci saranno i problemi. Tra l'altro Alessandra mi diceva che c'è un gruppo di ragazzi dell'istituto geometra che vuole venire a fare picchetto pure davanti a scuola nostra, quindi figurati, spiego a mio padre la situazione e non ho problemi. - Aveva risposto Mirella.
Il giorno successivo, di fatti, ci sarebbe stata una grossa manifestazione studentesca a cui né lei né le sue amiche avevano intenzione di partecipare, ma a quanto pareva anche andare a scuola sarebbe stato complesso.
Così avevano deciso di passare la mattinata in biblioteca a studiare, loro due e un altro paio di amiche.
Si sarebbero viste alle nove meno un quarto davanti alla scuola elementare che frequentava Guido, che poi era la stessa in cui erano andate loro parecchi anni prima, e sarebbero poi tornate a casa per pranzo.
Mirella conosceva bene suo padre, e sapeva che in una situazione normale non sarebbe stato facile convincerlo a farle saltare un giorno di scuola, ma la notizia del possibile picchetto aveva cambiato le cose, e di certo Rodolfo avrebbe preferito avere la certezza che sua figlia fosse in biblioteca a studiare piuttosto che non avere idea di se e come fosse entrata a scuola.
Di fatti, durante la cena, l'unico momento in cui in famiglia stavano tutti assieme, la ragazza aveva spiegato bene al padre come stessero le cose e non aveva avuto problemi ad ottenere la sua autorizzazione ad andare con le amiche.
- Tu invece vai a manifestare?- Aveva domandato Maria a Bruno mentre serviva il secondo.
- No, ho da lavorare. E poi non ho molto da spartire con gli studenti, tutto questo mi pare di aver capito che sia legato alle scuole e alle università. Sai, mamma, come nel sessantotto. All'epoca aveva un senso anche per me, ma adesso no.-
- Però per la maggiore età a diciotto anni eri andato.- Aveva ricordato la donna.
- Sì, ovvio. Perché quello interessava anche me. E poi te l'ho detto, ho da lavorare. A proposito di questo devo andare a sistemare alcune cose, quindi se non vi dispiace vi lascio.- Aveva concluso poi alzandosi dal tavolo.
Appena il fratello era andato via, Mirella si era messa a ridere.
- Posso sapere il perché di tutta questa ilarità, Mimì?- Le aveva chiesto il padre.
- Scusa, è che stavo pensando alla maggiore età. Bruno è diventato maggiorenne lo scorso otto marzo, quando sarebbe dovuto diventarlo il quattro giugno, il giorno in cui ha compiuto ventuno anni. Io invece ho solo diciassette anni e mezzo ma tra meno di sei mesi, il ventuno di marzo, avrò diritto di voto, non vi pare bellissimo? Potrò prenderlo in giro tutta la vita, ci passiamo quattro anni e siamo diventati maggiorenni entrambi a poco più di un anno di differenza!-
Rodolfo aveva sorriso alle parole della figlia e poi si era pulito la bocca e i baffi per prendere un sorso di vino.
- Prenderlo in giro per tutta la vita per così poco mi pare eccessivo, ma se proprio ci tieni ricorda che, probabilmente, sarà la prima ed ultima volta che la legge sarà a tuo favore.- Le aveva risposto.
- Grazie papà, sei sempre così pronto a sostenermi. Comunque mi spiace dirvelo ma vado anche io, chiamo Simonetta e poi me ne sto un po' in camera.- Aveva detto la figlia, che proprio come il fratello maggiore se ne era poi andata dal tavolo senza neanche chiedere.
- Io quando compio diciotto anni mamma?- Aveva domandato Guido una volta rimasto solo con i genitori. - Che giorno è il tuo compleanno?- Chiese il padre.
- Il dieci di settembre.-
- E quanti anni hai fatto l'ultima volta.-
- Sette.-
- Quindi tra undici anni. Sai che anno sarà tra undici anni?-
Il bambino aveva scosso la testa.
- Sarà il 1986, uno nove otto sei. Il dieci di settembre del 1986 avrai diciotto anni.- Aveva detto Rodolfo.

- Ma manca ancora tanto.- Era stato il commento del bambino.
- Non ti preoccupare, vedrai che passa subito.- Aveva risposo la madre. - Però ora saluta papà che andiamo a dormire, su.-
Guido aveva salutato il padre e seguito la madre.
Prima di andare a letto era passato a salutare anche il fratello e la sorella, dicendogli felice che “Anche se gli mancavano tanti anni per diventare maggiorenne sarebbero passati subito”.
La mattina seguente, mentre andava a scuola accompagnato da Mirella, il discorso era caduto su altro, ad esempio sul motivo per cui quel giorno la sorella non sarebbe andata a lezione.
La ragazza gli aveva riassunto in parole povere che anche lui potesse capire il motivo, e poi l'aveva lasciato andare a giocare con alcuni amici nel cortile della scuola.
Solo prima del suono della campanella il bambino era tornato dalla sorella maggiore per prendere la cartella e darle un bacio.
Lei lo aveva guardato entrare e poi era uscita dai cancelli dell'edificio scolastico per attendere le sue amiche.
Loro erano arrivate puntualissime, come al solito, ma proprio mentre si stavano avviando verso la biblioteca Mirella si era sentita chiamare.
- Mìmì, anche tu oggi a fare la tata?-
Dietro di loro era comparso Mario, che probabilmente aveva accompagnato a lezione sua sorella Laura, la Lauretta amica di Guido.
- Ohi Mario! Eh, sì. Non andiamo a scuola per via della manifestazione, quindi... stavamo andando in biblioteca a studiare.-
- Ah, capisco. Sì, ho sentito che la mobilitazione sarebbe stata grande. Senti... non è che prima di andare con le tue amiche potremmo prendere un caffè insieme? Tanto a raggiungerle ci metti poco, no?-
Mirella si girò di scatto verso le altre ragazze, che come era ovvio avevano sentito tutto e le stavano sorridendo.
- Sì, posso. Basta che facciamo presto perché devo davvero studiare.- Aveva risposto.

Mario le aveva detto di non preoccuparsi, ed erano andati assieme in un bar dove avevano passato quella che la giovane poteva definire una delle mezzore migliori della sua vita.
Fu però proprio quando si accorse che era passata mezzora che si alzò di scatto e salutò il ragazzo in fretta, scusandosi ripetutamente per quel brusco addio ma spiegando che non poteva fare diversamente.
Lui ovviamente aveva capito, e si era anzi scusato a sua volta per averla trattenuta più del dovuto.
Rapidamente si era avviata verso la biblioteca, ma una volta entrata e raggiunto il tavolo delle sue compagne non aveva avuto neanche il tempo di mettersi seduta che era stata trascinata in bagno dalle amiche per farsi raccontare ciò che era accaduto.
- Nulla di rilevante, abbiamo chiacchierato come due buoni amici. Sapete come la penso, è grande per me.- Aveva subito detto la ragazza.
Quella era la sua idea realmente, purtroppo. Si trovava bene con lui, gli voleva bene, ne era in buona parte innamorata, proprio come anche Guido aveva capito, ma lui era grande, e si meritava una fidanzata grande.
E forse anche migliore di lei, lei che in fondo era solo una scolaretta, come spesso la definiva Bruno.
Simonetta, Alessandra e le altre due amiche che erano con loro l'avevano guardata con sospetto, ma alla fine si erano arrese al fatto che non fosse davvero successo nulla con Mario.
- Però un po' è un peccato, perché secondo me stareste davvero bene assieme.- Le aveva detto poi Simonetta mentre tornavano nell'aula di studio.
Mirella aveva annuito e sospirato.
Di certo lei e Simonetta non erano migliori amiche per caso.
   
 
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