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Autore: _KyRa_    01/10/2013    15 recensioni
[ Sequel di Coming Home ]
“Beh, io te l'ho sempre detto.” ribatté lui, per suo sollievo. “Sono i tuoi genitori. È normale per loro guardare oltre.” Parlava con calma ed Ingie non capiva se si trattasse di freddezza, serietà o quiete. “Anche io l'ho fatto, d'altronde.”
Abbassò lo sguardo, non più in grado di reggere il suo, e sorseggiò un po' d'acqua, percependola gelida lungo la sua gola. Una parte di lei avrebbe voluto gettare a terra quel bicchiere, fare di corsa il giro del tavolo e ricordarsi com'era fare l'amore con lui; l'altra, quella più razionale, sapeva che qualcosa stava per cambiare e che ciò avrebbe portato ad una decisione sofferta, che avrebbe fatto male ad entrambi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Turning points'
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Twelve
One way or another





Le goccioline d'acqua tiepida gli colavano ancora lungo la schiena ed un sorriso spensierato sostava sul suo viso, come impossibilitato a svanire. Abbandonata la stanza di Ingie, era tornato nella sua per farsi una doccia e rilassarsi sotto il suo getto caldo.

Si sentiva incredibilmente leggero, come se tutti i suoi problemi e tutte le sue paranoie fossero di punto in bianco scomparse. La relazione con Ingie non era partita nei modi migliori ed avevano ancora innumerevoli cose da risolvere fra loro ma lui aveva ricominciato a credere in loro. Forse perché non aveva mai letto tanta sincerità in quegli occhi lucidi che amava tanto. Questa volta aveva deciso di crederle, se l'era imposto, perché l'amava immensamente.

L'improvviso bussare alla porta lo fece sorridere ulteriormente e pregò che fosse lei. Avevano passato talmente tanti mesi separati che aveva bisogno di recuperare il tempo perso, assieme a lei.

Andò ad aprire la porta ed un'espressione sorpresa sostituì il sorriso.

Hey.” sorrise Keri, entrando in camera, come ormai era abituata a fare, senza permesso. “Che fai?” gli domandò, osservandolo da capo a piedi.

Nulla, facevo una doccia.” rispose lui, richiudendo la porta.

Si sentiva in difficoltà e le mani avevano preso a prudere inaspettatamente. Avrebbe giurato fosse più semplice mettere le cose in chiaro, eppure ora aveva incredibilmente paura di dirle la verità.

Sì, lo vedo.” ridacchiò lei, alludendo all'asciugamano in vita. “Oggi non abbiamo avuto tempo di stare insieme come si deve.” mormorò poi, timida.

Beh, siamo stati un po' al bar.” provò lui con un mezzo sorriso.

Fremette quando la vide avvicinarsi.

Sì ma io volevo anche stare un po' da sola con te. Come si deve.” Parve in imbarazzo nell'ammettere quelle cose. “Non mi hai dato nemmeno un bacio per tutto il giorno.”

Tom si sentì in difficoltà.

Ehm.” si schiarì la voce, allontanandosela appena, prima che potesse baciarlo sulle labbra. Lo sguardo di Keri era quasi scioccato. Le sorrise insicuro e si allontanò, fino a sedersi sul letto. “Ascolta, Keri, ti devo parlare.”

La bionda sorrise tristemente.

Sapevo che, prima o poi, il momento brutto sarebbe arrivato.” sussurrò.

Siediti qui, per favore.” fece lui il più dolcemente possibile, battendo una mano sul materasso, di fronte a lui. La ragazza, come un'automa, ubbidì per poi attendere. “Credimi, mi sento davvero male a dirti questo ma... Devo farlo per il tuo bene.” fu la premessa. “Tu sai che ho voluto mettere in chiaro fin dall'inizio che sono uscito da una storia travagliata e che ci sono stato davvero male.” Keri annuì lievemente. “E sai anche che non ho voluto mai illuderti con false speranze. Ti ho sempre detto che non ti amavo e che non potevo sapere se l'avrei mai fatto. Frequentarti è stato bello, credimi. Sei una persona piacevole, speciale a mio parere. Mi hai dimostrato di non avere fretta, mi hai dato il mio tempo, non mi hai fatto pressione e per questo ti ringrazio, non è da tutti.” Sospirò. “Il punto è che mi sono reso conto che fra noi non può andare perché purtroppo non sono innamorato di te.” concluse.

Vide il viso di Keri contrarsi in una smorfia di dispiacere.

Ma avevi detto che magari col tempo...” provò, timidamente.

Non può andare perché sono ancora innamorato di lei, Keri.” la interruppe, chiarendo. Keri sembrò ricevere un pugno allo stomaco e Tom si sentì malissimo. Odiava dover allontanare una persona, se questa non gli aveva fatto nulla di male. Si sentiva in colpa perché tutto era dipeso da lui. “Mi spiace ma non mi va di portare avanti questa cosa per poi abbandonarti più avanti, facendoti stare ancora più male. È meglio chiarire prima che sia troppo tardi, prima che tutto ciò diventi troppo serio per tornare indietro. Lo capisci?”

Gli si strinse il cuore quando vide una lacrime scorrere lungo la guancia della ballerina, che scacciò immediatamente annuendo. Odiava vedere una ragazza piangere.

Sì, lo capisco.” mormorò lei con voce tremante. “Ti ringrazio per essere stato sincero e per aver messo in chiaro le cose fin da subito.” Deglutì a fatica. “Ora però, scusami, non riesco a stare ancora qui.” sorrise in difficoltà, alzandosi velocemente dal letto, asciugandosi le lacrime come poteva. “Devo stare da sola e metabolizzare. Per quanto io capisca che sia giusto, non riesco a non...” Si bloccò, probabilmente per un singhiozzo che riuscì a reprimere. “Insomma...” sospirò, in difficoltà e Tom sorrise appena, comprensivo.

Non ti preoccupare, Keri. Non mi devi dare spiegazioni, è comprensibile.” fece con gentilezza.

Era incredibilmente dispiaciuto.

Keri annuì ancora, prima di alzarsi dal materasso e dargli le spalle. Tom si affrettò ad accompagnarla alla porta.

Comunque grazie.” mormorò lei, prima di aprirla. “Mi hai dato modo di ricredermi un po' sul genere maschile. Avevo perso completamente la fiducia. Sono contenta esistano ancora ragazzi come te.” La voce le tremava incredibilmente e se non fosse corse immediatamente via, immaginava sarebbe scoppiata a piangere contro la porta. “Ciao.” concluse prima di uscire velocemente.





***





I giorni seguenti forse furono anche più duri. Ingie e Tom erano incredibilmente felici, passavano le ore a coccolarsi ed a recuperare tutto il tempo perso. Eppure, il fatto di doversi ancora nascondere fu devastante.

Amanda aveva accolto la notizia con entusiasmo ma non si era risparmiata dal mettere in guardia Ingie sul fatto di lasciare Luke il prima possibile. Ingie, dal suo canto, era sempre più restia all'idea e ciò le faceva paura. Da una parte aveva timore di lasciarlo, dall'altra sentiva la pressione di Tom e non voleva deluderlo di nuovo. Quella volta avrebbe dovuto fare molta attenzione a giocare bene le sue carte se non voleva che se ne andasse di nuovo. Non poteva permetterselo; non ora che stavano finalmente bene, di nuovo insieme. Non voleva rovinare tutto di nuovo, come sempre.

Bill aveva preso la notizia nel migliore dei modi. Dapprima distaccato, l'aveva poi stretta a sé con l'affetto che ricordava, quello che aveva sempre riservato a lei. Ed era inutile dire quante lacrime fossero sgorgate dai loro occhi, sotto lo sguardo sereno di Tom. Anche loro si erano concessi del tempo per recuperare il loro rapporto, le loro chiacchierate, i loro scherzi.

Ingie non credeva possibile stesse accadendo tutto ciò. Le sembrava di essere stata catapultata nuovamente al periodo in cui alloggiava allo studio di registrazione, a Berlino. Si sentiva pervasa da una nuova felicità, una felicità che con Luke non aveva mai provato. Una felicità così forte da farle venire voglia di piangere.





***





Page sembrava distrutta. Ingie la scrutava con sospetto, durante le prove, come per capire che diamine le passasse per la testa. Non le aveva più parlato dal giorno in cui avevano scoperto della sua gravidanza. Non sapeva se avesse mantenuto l'intenzione di non rivelare nulla ad Anthony, non sapeva se avesse continuato a pensare all'aborto, o peggio, non sapeva se l'avesse già portato a compimento. Quell'ultimo pensiero le aveva fatto gelare il sangue. Le profonde occhiaie, il viso sbattuto, la stanchezza, la tristezza negli occhi erano sintomi che potevano significare qualunque cosa. La vedeva faticare nel portare a termine una singola coreografia, nel fare cose che nella completa normalità avrebbe realizzato senza problemi.

Milo, dal suo canto, pareva più sereno del solito. Probabilmente la notizia dell'allontanamento fra Tom e Keri l'aveva incentivato seppur in piccola parte. Forse era riuscito a vedere quella piccola speranza che da sempre aveva ignorato. Ingie non smetteva nemmeno per un secondo di dargli forza e coraggio; avrebbe gioito dal profondo del cuore per una loro ipotetica relazione.

Ty sembrava particolarmente tranquillo e nessuno sapeva se avesse già chiesto a Jane di sposarlo ma dell'anello al dito nessuna traccia. Ingie si era chiesta il motivo.

Sid, di tanto in tanto, mandava loro messaggi incoraggianti, in cui faceva anche loro sapere di tutti i suoi progressi con il centro di riabilitazione. Roy gli aveva dato forza manifestando la propria volontà di riaverlo nella compagnia una volta portata a termine la terapia.

Ingie credeva di trovarsi in un mondo parallelo dove tutto era ovattato e quasi surreale. Ancora si chiedeva se tutti quei cambiamenti fossero reali.





***





Aveva deciso di parlarle. Doveva assolutamente sapere ed il silenzio da parte della ragazza era snervante.

A grandi passi, raggiunse la porta della stanza di Page e con vigore bussò, in attesa. Quando i secondi passarono senza alcuna risposta, bussò di nuovo, nervosa.

Nulla.

Si passò una mano alla fronte lievemente umida. Aveva visto Anthony in giardino, motivo per cui non potevano essere assieme. Dove diavolo poteva essere?

Cominciò a respirare in maniera irregolare mentre componeva il numero di telefono della bionda. Anche quello squillava a vuoto.

Cristo.

Aveva paura che la ballerina avesse preso la terribile decisione. Per quanto diritto avesse nel farlo, Ingie non riusciva ad accettarlo. Forse perché in mezzo a tutto quell'apparente dolore, aveva letto anche una piccola luce di amore negli occhi azzurri di Page. Forse una piccola nota di orgoglio aveva pervaso quelle iridi prima di giungere alla realizzazione del problema.

Doveva trovare Tom.

Si voltò e prese a camminare velocemente nella direzione opposta, fino a che quasi non sfondò la porta del ragazzo, il quale le aprì in semplici pantaloni da ginnastica.

Ti devo chiedere un favore.” esclamò di fretta facendogli aggrottare la fronte.

Che succede? Mi fai preoccupare.” mormorò lui.

Devi accompagnarmi subito in ospedale.” spiegò nervosamente.

Il ragazzo sgranò gli occhi.

Che cos'hai?” domandò in ansia.

Io nulla, posso spiegarti in macchina perché ho paura di non fare in tempo.”

Tom corse in camera ad indossare una maglia ed una giacca, poi uscì di corsa, dietro la mora. Gli sguardi curiosi dei ragazzi, al piano terra, furono inevitabilmente snervanti ma riuscirono ad evitare domande con una certa abilità. Quando Tom mise in moto, Ingie provò a richiamare Page.

Ancora nulla.

Mi spieghi cosa sta succedendo?” chiese a quel punto Tom, concentrato sulla strada che sfrecciava veloce sotto di loro.

Ricordi il test? Era di Page.” spiegò lei, in ansia.

Odiava correre in macchina, stava male e le riportava alla mente solo brutti ricordi, ma ciò che doveva assolutamente fare l'aiutava a mantenere la giusta lucidità.

Page è incinta?” fece lui, colpito.

Sì ma vuole abortire. Non risponde al telefono e non è da nessuna parte. Credo sia andata in ospedale senza dire niente a nessuno. Nemmeno Anthony lo sa.”

Che cosa?”

Già. È fuori di sé, non è lucida. Io ho paura possa pentirsene. Dice di non avere le basi per crescere una vita ma io ho visto la sua espressione, Tom. Io so che vuole questo bambino.” Sfrecciarono a tutta velocità fra le altre macchina, fino ad arrivare a destinazione. Quando scesero dall'auto, entrambi corsero in ospedale dove una fila di dottori o infermiere cercarono di fermarli. “Mi scusi, è urgente. Devo raggiungere una mia amica.” spiegò Ingie con calma fino a che non riuscì a farsi dire il reparto interessato.

In nemmeno un minuto lo raggiunsero.

Aveva paura fosse tropo tardi ma in lontananza vide un cespuglio di capelli biondi, in sala d'attesa, in completa solitudine. Ingie fece un sospiro di sollievo e prese ad avvicinarsi con calma, seguita da Tom.

Non appena Page sollevò gli occhi su di loro, li sgranò.

Che cosa fai qui?” domandò agitata. “E lui?” indicò poi il chitarrista.

Mi ha accompagnato in macchina. Dovevo fare presto.” spiegò la mora. “Sapevo di trovarti qui.” sorrise appena.

Page distolse lo sguardo, forse imbarazzata.

Non volevo accadesse quello che invece sta accadendo.” borbottò senza celare l'ansia.

Perché, credi che non me ne sarei accorta?” fece Ingie per poi sedersi accanto a lei. Tom rimase in piedi, vicino a lei. “Page, sei veramente consapevole di ciò che stai facendo?” le domandò con calma. La bionda non rispose; deglutì semplicemente. “È vero, forse questo bambino non ha le basi migliori per venire al mondo, ma tu lo vuoi disperatamente, te lo si legge negli occhi.” Li vide farsi lucidi. “Tu sei davvero pronta a rinunciare ad una cosa simile? Sei davvero pronta a portarti dietro questo peso per tutta la vita? La perdita di un lavoro si può superare, quella di un figlio no, Page.”

Vide una lacrime scorrere lungo la guancia della bionda.

Te l'ho già detto, siamo giovani ed inesperti.” spiegò con voce tremante.

E con questo? Pensi che tutte le mamme abbiano cominciato da esperte? Si impara solo vivendo, ormai dovresti saperlo.”

Non è solo una questione di talento naturale. Io parlo anche dal punto di vista materiale.”

Tutti hanno ricevuto un aiuto, bene o male. Avete dei genitori che inizialmente vi possono dare una mano. Voi avete il tempo di trovare un lavoro migliore e mettere da parte i soldi necessari. Tutti hanno fatto sacrifici per i propri figli, non sareste né i primi né gli ultimi.” Si prese un momento di pausa prima di riprendere il discorso. “Odiassi i bambini, non volessi figli nella vita, capirei benissimo. Ma tu già ami questo bambino. Non fare cazzate, Page, ti prego.”

Page non riuscì a trattenere un singhiozzo.

Ho paura.” mormorò, asciugandosi le lacrime con dita tremanti.

Chi non ne ha avuta?” sorrise Ingie, comprensiva. “Ti prego, Page.”

La porta di fronte a loro si aprì, facendoli sobbalzare.

Page Evans?” chiese l'infermiera. Page annuì spaurita. “È il suo turno.” le comunicò con incredibile controllo.

Il cuore di Ingie prese a battere all'impazzata.

Page.” la chiamò con ansia. La bionda stette immobile per qualche attimo. Ingie cominciò a sperare. “Page.” ripeté fino a che non la vide sospirare appena, sollevandosi dalla sedia.

Ingie aggrottò al fronte confusa quando Page si girò verso di lei con un sorriso amaro sul volto.

Grazie, Ingie. Sei una grande amica.” sussurrò prima di seguire l'infermiera in sala.

Page!” esclamò Ingie, sollevandosi di scatto dalla sedia.

Mi scusi, signorina, lei non può entrare.” la fermò la donna, prima di chiudere la porta.

Ingie era immobile davanti alla porta con occhi sgranati. Le mani le tremavano, il cuore ancora batteva furioso nel petto. Era semplicemente incredula.

Dio.” sentì mormorare Tom alle sue spalle, prima che poggiasse le mani sulle sue. “Ingie...”

Io non ci credo.” soffiò quasi scioccata. “Io... Io credevo... L'hai vista, sembrava quasi convinta!” esclamò cominciando a percepire le lacrime calde scorrere lungo le guance.

Tom la prese forte per le spalle e la fece girare verso di lui.

Ingie.”

No, lei... Lei aveva cambiato idea!”

Pronunciava frasi sconnesse ma il chitarrista si fece più vicino, scuotendola appena.

Ingie, tu hai fatto il possibile. Hai fatto tutto ciò che era in tuo potere. Ma la decisione rimaneva sua.” cercò di spiegarle con dolcezza. “Non puoi farci nulla.”

No, Tom, non è così che deve andare!”

Ingie, se non si sente di crescere questo bambino, noi non possiamo fare nulla. Tu non hai nulla da rimproverarti, ci hai provato fino all'ultimo. Alla fine è una sua scelta e deve farci i conti, prima o poi.” Le prese il viso fra le mani e lo carezzò, scostandole i capelli. “Capito?” le baciò la fronte. “Non sentirti in colpa. Tu ci hai provato in tutti i modi e lei l'ha apprezzato.”

Se ne pentirà.” chiuse gli occhi, brucianti.

Può darsi. Ma quello purtroppo sarà qualcosa che dovrà affrontare solo lei. Sai meglio di me quanto certe decisioni debbano farti fare i conti con la realtà.” Ingie sbuffò, asciugandosi le lacrime, quando sentì le braccia di Tom avvolgerla. Rifugiò il viso sul suo petto. “Dai. La aspettiamo qua fuori.” le disse prima di darle un altro bacio sui capelli.





***





Non seppe dire quanto tempo passò, sapeva solo che l'attesa fu devastante. Seduti in sala d'aspetto, Tom l'aveva stretta a sé per tutta la durata dell'intervento. Ingie aveva smesso di piangere da un bel pezzo ma la delusione ed il dolore erano ancora lì, vivi. Non credeva possibile che Page avesse portato a termine la sua decisione. Non dopo quel breve momento di esitazione che le aveva letto negli occhi.

Quando la porta si aprì di nuovo davanti a loro, si alzarono immediatamente in piedi. Una fitta le attraversò il cuore non appena vide uscire una Page a dir poco distrutta. Le si avvicinò e la strinse immediatamente a sé senza ricevere risposta. Era un'automa.

Andiamo.” fu la sola cosa che si sentì di dire poiché il magone era tornato a farle visita.

Tom si tolse la giacca e la poggiò sulle spalle della bionda prima di uscire dall'ospedale. Quando arrivarono alla macchina, Page si sdraiò sui sedili posteriori ed Ingie restò con lei, con la sua testa sulle gambe. Per tutto il tempo le carezzò i capelli e poté osservarla reprimere le lacrime, con gli occhi chiusi.

Nessuno disse una parola fino all'arrivo in hotel.

Non voglio vedere Anthony.” mormorò all'improvviso Page, di nuovo seduta ma lo sguardo ancora fisso nel vuoto e del tutto spento.

Ingie e Tom si scambiarono un'occhiata.

Passiamo dal retro.” le disse Ingie con delicatezza, aiutandola a scendere dall'auto.

Io passo da qui, almeno lo tengo un po' occupato.” fece Tom.

Grazie.” mormorò la mora, grata del suo aiuto.

Accompagnare Page in stanza non fu facile. La bionda sembrava intenzionata a lasciarsi andare, senza scopo nella vita e Ingie sapeva si trattasse dei sintomi post-aborto. Quello che sperava con tutto il cuore era che non si presentasse la depressione.





***





Passò una settimana. Page pareva avesse superato per quanto possibile l'accaduto, benché non mancassero sguardi tristi e malinconici, di tanto in tanto. Anthony, ovviamente, non aveva saputo nulla ed Ingie si chiese come la ragazza avesse fatto a nascondere una verità così grande ed a fingersi felice come sempre. Si chiedeva cosa le dicesse la mente, se provasse sensi di colpa nonostante tutto. Eppure sembrava forte, sembrava decisa ad ingoiare il groppone. Una cosa che le aveva chiesto era di non parlare mai più dell'accaduto ed Ingie non aveva potuto fare altro che rispettare la sua scelta.





***





Mancava solamente una settimana alla fine del programma e tutto sembrava così strano ed incredibile. Ingie non poteva ancora capacitarsi di quanto dolore avesse provato durante quell'esperienza e solo ora cominciava a godersela, assieme a Tom. Luke non si era ancora fatto vedere e non sapeva nemmeno quando l'avrebbe fatto, poiché non le aveva riferito nulla.

Quella sera una nuova esibizione l'aveva attesa. Quella sera aveva finalmente ballato davanti a Tom senza paura di guardarlo negli occhi. Quella sera aveva ballato per lui. Vi era stato un momento solamente loro, in cui si erano scrutati con tutto l'amore che provavano l'uno per l'altra. Il pubblico era svanito improvvisamente e tutto era parso più facile e sereno.

A fine puntata, tutti i ballerini erano tornati in camerino, pronti per rivestirsi e tornare in hotel. Amanda finalmente era tornata e quella volta assieme a Lily e David, per la felicità della mora. Rivedere la bambina fu per lei quasi incredibile; era cresciuta nonostante non la vedesse da poco tempo. Tom l'aveva tenuta in braccio ed Ingie non aveva potuto fare a meno di osservarlo con adorazione. E si sorprese quando si ritrovò a pensarlo nelle vesti di genitore, con un loro ipotetico bambino. Aveva cancellato immediatamente quell'immagine ma l'idea non le era dispiaciuta.

Improvvisamente, passandole accanto, il chitarrista le sussurrò all'orecchio “bagno”. Probabilmente avrebbe voluto passare qualche minuto solo con lei, lontani dagli altri che non avrebbero dovuto conoscere la verità, almeno per il momento.

Si affrettò a raggiungere la destinazione e non fece in tempo ad aprire la porta che Tom l'aveva già trascinata dentro richiudendo la porta. Ridacchiò quando prese a baciarla con dolcezza.

Noto con piacere che non riesci a starmi lontano per più di due minuti.” mormorò lei sulle sue labbra.

Anche tu morivi dalla voglia di stare sola con me, te lo leggevo in faccia.” la stuzzicò lui, mordicchiandola.

La tua faccia tosta è degna di nota.”

Lo so.”

Scese a baciarle il collo, carezzandole una gamba con la mano, mentre con l'altra la stringeva a sé.

Ingie sentì un brivido percorrerle la schiena.

Tom.” lo avvertì con tono severo. “Primo, siamo in un bagno pubblico, sarebbe disgustoso. Secondo, gli altri ci darebbero per dispersi.”

Lo sentì sbuffarle sulla pelle.

Rovini sempre tutto.” borbottò per poi guardarla negli occhi, deluso.

Beh, sarebbe stato molto romantico effettivamente.” commentò lei con sarcasmo. Gli stampò un bacio sul pomo d'Adamo, facendolo deglutire. “Sai, adoro vedere come ti comporti con Lily.” sorrise poi, incapace di nasconderglielo.

Lo vide sorridere a sua volta, forse lievemente in imbarazzo.

Da quando è nata, mi sono accorto che mi piacciono i bambini.” ammise, grattandosi la nuca con fare impacciato. “Adoro coccolarla.”

Ingie lo abbracciò, chiudendo gli occhi. Si lasciò stringere e sorrise.

Sembri un'altra persona con lei.” sussurrò. “Potrei farci l'abitudine.”

Lo sentì ridere appena, sotto il suo viso.

Niente bambini per ora.” esclamò divertito ed Ingie arrossì immediatamente.

Nemmeno ci pensavo.” mentì senza staccarsi da lui.

Voi donne siete pericolose quando cominciate a parlare dei bambini degli altri.”

Tranquillo.” borbottò lei. Rifletté per qualche istante prima di parlare di nuovo. “Hai detto per ora.”

L'ho detto.” confermò lui. Ingie sollevò lo sguardo su di lui con aria interrogativa. “Beh, prima o poi dovrò smettere di fare il Playboy.” sdrammatizzò, facendola sorridere.

Sarà meglio tornare. Non vorrei si insospettissero.” decise di cambiare discorso la mora.

Torno prima io.” disse Tom.

Perché, di grazia?”

Perché voi ragazze avete bisogno di due vite per uscire dal bagno ogni volta, quindi è più credibile.” Non fece in tempo a ribattere che il chitarrista riprese a baciarla con trasporto. “Ti amo.” sussurrò ed il suo cuore fece una capovolta.

Non era abituata a sentirselo dire così all'improvviso. Tom era in grado di sorprenderla ogni volta. Era in grado di emozionarla in ogni momento. Da giocoso, diveniva improvvisamene serio e dolce. Era un ragazzo dalle mille sfaccettature ed era una cosa che lei adorava.

Anche io.” rispose come un'automa, prima che lui uscisse dal bagno.

Cercò di far tornare a battere il suo cuore in modo tale da non rischiare l'infarto e, dopo aver atteso qualche attimo, uscì anche lei. Quella situazione era decisamente difficile da tenere nascosta.

Improvvisamente, il mondo le crollò addosso. Si era immobilizzata poco prima di varcare la soglia del camerino: Luke era di fronte a lei, che chiacchierava animatamente con Ty. Non appena la vide, si illuminò in un gran sorriso e le venne in contro per baciarla e stringerla a sé. Tom vide tutto.

Mi sei mancata.” sussurrò al suo orecchio, senza lasciarla andare. Le venne da vomitare. Si sentiva così schiacciata dai sensi di colpa che sentiva di sporcarlo solo con la sua vicinanza. “Sorpresa? Non ti avevo detto apposta del mio arrivo. Volevo non te lo aspettassi.” le disse entusiasta, tornando a guardarla negli occhi.

Beh, sai come sorprendermi.” mormorò lei incerta, cercando con la coda dell'occhio la figura del chitarrista.

Questo aveva preso a parlare con Bill, David e Amanda facendo finta di nulla.

Sarei dovuto venire per l'ultima puntata ma sono riuscito a farmi dare una settimana. Così stiamo insieme e torno in America con te.”

Perché sei così perfetto? Si chiese nella testa. Forse era proprio quello che non l'aveva fatta innamorare di lui ma solo sviluppare un forte affetto. Era l'eccessiva perfezione in tutto ciò che faceva. Era buono; forse troppo. Tom invece era pieno di difetti ma lei li amava, uno ad uno. Erano anche quelli che lo rendevano speciale, che lo rendevano il suo Tom.

Mi sembra una buona idea.” si sforzò di sorridere lei.

È un'ottima idea!” esclamò lui per poi stamparle un altro bacio sulle labbra.





***





Aveva finto di dormire, una volta a letto, apposta per non far venire qualche strana idea a Luke. Sapeva che lui avrebbe avuto intenzione di recuperare il tempo perso con lei ma, ovviamente, non se la sentiva. Non aveva nemmeno avuto occasione di dare a Tom la buonanotte e ciò l'aveva disturbata perché non sapeva di che umore l'avesse lasciata. Luke si era chiuso in bagno e lei ne aveva approfittato per fingere di dormire.

Non appena lui uscì, si infilò sotto le coperte accanto a lei. Ingie rimase immobile con il cuore impazzito. Non sapeva cosa sarebbe accaduto e pregò perché non prendesse l'iniziativa come sempre: non poteva farlo di nuovo pensando a Tom. Ma le sue preghiere evidentemente non vennero ascoltate.

Il ragazzo aveva preso a carezzarle un fianco e non passò molto prima che le posò le labbra sul collo.

Luke.” mormorò lei ma lui non si fermò. “Luke, sono stanca.” provò mentre lui la voltava con il busto verso l'alto.

Ma è tanto che non stiamo insieme.” ribatté lui, continuando a baciarla ora sul collo, ora sulle labbra.

Lo so ma stasera non me la sento.” insistette lei. “Ti prego, Luke.” ripeté decisamente più ferma, cosa che lo portò a staccarsi da lei, basito.

Che cos'hai?” le domandò sospettoso.

Niente, sono solo stanca, davvero. Sai come sto dopo le puntate.”

Come vuoi.” borbottò lui, dandole le spalle.

Non si mosse più.

Ingie si sentiva uno straccio.





***





Avevano deciso di prendere un caffè tutti insieme, proprio come una volta. Si erano accorti di aver trascorso tanto tempo a lavorare ma non a divertirsi.

Ingie, Ty, Milo, Adam, Page e Keri, sedevano al tavolo, intenti a chiacchierare fra di loro con trasporto.

La mora adorava quei momenti; riteneva fossero necessari in un gruppo.

Page faceva il possibile per comportarsi nella maniera più naturale e spensierata possibile; Keri sembrava anche lei intenzionata a dimenticare Tom una volta per tutte, nonostante fosse palesemente arduo per lei; Adam aveva finalmente accettato l'eterosessualità dei gemelli ed aveva immediatamente spostato la propria attenzione sul barista sexy – probabilmente etero anche lui; Ty alla fine non aveva dato l'anello di fidanzamento a Jane. Aveva deciso fosse troppo presto ma soprattutto si era accorto di quanto sbagliata lei fosse per lui, così le aveva chiesto una pausa. Inutile dire con che velocità lei aveva insinuato fosse colpa di Ingie. Infine vi era Milo. Milo non aveva superato l'intera vicenda di Keri. Ancora una piccola parte di lui sperava che lei aprisse gli occhi e lo notasse; eppure ciò non era ancora accaduto. Si era detto di avere pazienza, ma la pazienza cominciava a vacillare.

Tutti in quella compagnia avevano avuto le loro esperienze, i loro dolori – incluso Sid – e tutti avevano visto la propria vita evolversi in qualche strana direzione che probabilmente nessuno avrebbe mai immaginato. Ecco cosa li accomunava e li rendeva ancora più forti di prima.

Ingie pregò perché quella quiete fra loro mai svanisse.





***





Vieni da me, ti devo parlare.


Quel messaggio non prometteva nulla di buono. Qualcosa dentro di lei aveva cominciato a macchiarsi di paura e non era sicura di voler sapere cosa il chitarrista avesse da dirle. Si voltò verso il letto ed adocchiò Luke dormire, davanti alla televisione accesa. Erano solo le quattro del pomeriggio ma il fuso orario l'aveva destabilizzato.

Senza fare troppo rumore, uscì dalla stanza e si affrettò a raggiungere quella di Tom. La fece entrare senza nemmeno salutarla.

Mettiamo le cose in chiaro, giusto per sapere.” esordì il ragazzo con serietà mentre richiudeva la porta alle sue spalle. “Quanto deve andare avanti questa storia?” domandò osservandola attentamente negli occhi.

Quale storia?” si finse ignara lei.

Non prendermi per il culo, sai benissimo quale storia.” tagliò corto lui. “Per quanto tempo ancora dobbiamo giocare agli amanti, mentre tu continui la tua bella storia con Luke?”

Ti ho chiesto un po' di tempo.”

Di tempo te ne ho dato anche troppo. Quando mi hai chiesto del tempo pensavo una giornata andasse più che bene. Non credevo questo includesse anche una notte insieme. Io come faccio a stare tranquillo?”

Tom, tu devi stare tranquillo. Ti ho giurato che avresti potuto fidarti nuovamente di me.”

Tom si prese qualche attimo prima di proseguire.

Guardami negli occhi, Ingie.” la sua voce tremava. “Avete fatto sesso?” fu la domanda diretta che la spiazzò.

No, Tom.” si affrettò a chiarire sorpresa, avvicinandosi lievemente a lui. “Lui ci ha provato ma io l'ho respinto con una scusa, te lo giuro.” spiegò con un piccolo sorriso, sperando di tranquillizzarlo.

Il chitarrista si passò una mano sul viso.

Possiamo fare in modo che non ci provi più?” chiese spazientito. “Riesci a lasciarlo prima che io invecchi, per favore?”

La sua non era cortesia, era impazienza malcelata.

Ingie sospirò.

Faccio il possibile, Tom.” mormorò.

No, tu non stai facendo nulla, è questo che mi fa imbestialire!” esclamò lui, gesticolando eccessivamente. “Da quando è tornato, non hai minimamente accennato al fatto che non potete più stare insieme. Ti sei comportata con lui esattamente come ti comportavi prima. Ti sei lasciata baciare, ti sei lasciata toccare. Come pensi che mi possa sentire io?”

Ingie si rese conto di quanto difficile potesse essere per lui sopportare fingendo indifferenza. Sapeva che il suo istinto era quello di mettere le mani addosso a Luke ma che non lo faceva per lei, poiché gli aveva assicurato di allontanarlo in breve tempo.

Aveva ragione, effettivamente era così. Non poteva portare avanti quella storia con Luke e far fare a Tom la parte dell'amante. Era ingiusto per entrambi. Ma come avrebbe potuto lasciare il biondo? Con quali parole o giustificazioni?

Scusami.” le venne spontaneo dire. “Non volevo farti stare di nuovo male.”

Tom la scrutò per qualche istante, poi – come fosse impaziente – la strinse a sé, carezzandole ripetutamente i capelli.

Non sopporto che ti tocchi. Non sopporto che lui creda ancora che tu sia sua.” ammise lui quasi in imbarazzo. “Penso di averne il diritto.”

Ingie non rispose, semplicemente sollevò il viso e si alzò in punta di piedi per baciarlo sulle labbra. Lui la immobilizzò a sé con le mani sul suo viso ed approfondì il bacio.

Stavano maledettamente bene insieme, forse più di prima, e sapeva perfettamente che la loro felicità dipendeva solamente da lei. Potevano costruire qualcosa di solido, lo sentiva. E non vedeva l'ora di farlo.





***





L'ultima puntata si era avvicinata ad una velocità inaspettatamente folle. Probabilmente lavorare sodo per tutta la settimana, tutte quelle ore, faceva loro perdere la cognizione del tempo. Per tutti quei motivi, Ingie non aveva ancora lasciato Luke. Non perché non volesse ma perché trascorreva il suo tempo in sala prove, per poi tornare in albergo la sera troppo stanca per parlare. Non aveva nemmeno avuto modo di trascorrere del tempo con Tom – non quanto prima – poiché Roy, per quella finale, li aveva distrutti.

Come sempre Ingie aveva osservato Tom e Bill attraverso il piccolo schermo che tenevano in camerino ed aveva riso a tutte le battute fuori luogo o meno che facevano ad ogni esibizione. Percepiva il proprio cuore battere all'impazzata ogni volta che semplicemente lo guardava o sentiva la sua voce. Quello era il vero amore; una sensazione che in tutta la sua vita aveva provato solamente con lui. E non vedeva l'ora di poter finalmente lasciarsi andare con lui come desideravano. Ora come ora, stava persino pensando di trasferirsi a Los Angeles con lui.

Ingie e Milo, tocca a voi.” li chiamò ad un tratto un tecnico.

I ragazzi si sorrisero e, per mano, raggiunsero le quinte. Gliela strinse forte; il solo pensiero di abbandonarlo la rendeva triste ma la vita proseguiva per tutti.

Sai, Milo, non so se te l'ho mai detto... Ti voglio davvero bene.” mormorò senza guardarlo.

Sentì la sua mano stringere allo stesso modo.

Anche io, Ingie.”

Sotto l'applauso del pubblico, fecero la loro entrata.





***





Erano tornati in albergo distrutti. Ingie non poteva credere fosse tutto finito; ora un po' di timore si era presentato. Ciò voleva dire che il momento di prendere una decisione era ormai giunto ma si disse di pensarvi il mattino seguente, quando i suoi neuroni avrebbero retto.

Ci facciamo una chiacchierata fuori, che dici?” le propose Amanda. Lily era già a dormire con David e la bionda ne aveva approfittato per passare un po' di tempo con l'amica. Ingie aveva accettato di buon grado, con il pacchetto di sigarette in mano. Quando si sedettero sul dondolo trascorsero pochi istanti in cui si udì solamente il rumore dell'accendino. “Hai riflettuto bene su quella cosa?”

Sapeva che Amanda si riferisse al trasferimento a Los Angeles.

Sì, ci sto riflettendo ed effettivamente credo che sia una buona idea.” mormorò, sbuffando un po' di fumo.

E come farai con la compagnia?”

Ingie scosse appena la testa fissando il vuoto.

Non lo so.” mormorò. L'idea di lasciare quelle persone era insopportabile ma doveva pensare anche a Tom. Avevano sofferto così tanto separati che sentiva di avere bisogno di dedicare un po' di tempo anche a loro, quella volta. “Io amo Tom in maniera incondizionata e ciò che vorrei in questo momento è definire il nostro rapporto una volta per tutte. Recuperare tutto il tempo perso, tornare ad essere felici come lo eravamo a Berlino.”

E sai anche che non puoi farlo continuando a tradire Luke, vero?”

Certo che lo so. Credimi, Amanda, sto solo cercando il momento giusto che sembra non arrivare mai. Vi è sempre qualche contrattempo o qualcun altro di mezzo.”

Tom ha subito allontanato Keri però.”

Loro non stavano nemmeno insieme. Era più facile che lo facesse.”

No. Lui l'ha fatto solamente perché ti ama tanto. Perché non glielo dimostri anche tu?”

Ingie la scrutò qualche istante in silenzio. Il suo discorso, come sempre, non faceva una piega.

Lo sapevo!” Quell'urlo le fece gelare il sangue. Si voltò di scatto in quella direzione ed un enorme masso sembrò precipitarle sulle spalle quando vide Keri raggiungerla con rabbia. Che avesse sentito tutto? “Ma che razza di amica sei?!” esclamò la bionda con le lacrime agli occhi.

Keri...” provò Ingie, che ancora non capiva cosa fosse successo.

Sapevo che c'era qualcosa! Avevo dei dubbi già da un po' di tempo ma li ho sempre ignorati!”

Ingie si sollevò dal dondolo assieme ad Amanda e prese ad avvicinarsi appena, con le mani alzate.

Ascolta, Keri...”

Sta zitta!” strinse le palpebre la bionda. “Io mi sono sempre fidata di te mentre tu non hai fatto altro che giocare sporco alle mie spalle!”

Keri, ascoltami, non è così. Io sono sempre stata sincera quando si trattava di te e Tom, sai quanto io ti abbia aiutato.”

Sì e intanto te la facevi con lui alle mie spalle!”

No, è successo tutto dopo, quando lui ti ha detto che non potevate stare insieme!”

E tu non mi hai detto niente! Hai giocato a tuo favore!”

No, Keri, io con Tom avevo già avuto una storia prima che tornassi in America dalla Germania ma non l'ho mai detto a nessuno. Io lo conoscevo già.”

Keri si prese la testa fra le mani.

Dio.” sussurrò. “Dio mi sento un'idiota. Mi sono fatta prendere in giro da due persone nello stesso momento.”

Keri, non è così.”

Ti credevo una persona corretta.” concluse la bionda prima di correre di nuovo in hotel.

Ingie scrutò in agitazione Amanda, quando all'improvviso una paura del tutto nuovo la pervase.

Luke.” mormorò prima di scattare anche lei verso l'hotel. Salì le scale a tutta velocità, saltandone qualcuna di tanto in tanto, fino a che non raggiunse il suo piano. Un colpo al cuore quando vide il biondo aprire la porta a Keri. “Luke!” esclamò, correndo verso di loro. “Keri, ti prego.” la implorò in ansia.

Non era così che il biondo doveva venire a sapere la verità. Luke le osservava basito, probabilmente curioso di sapere cosa stesse succedendo.

Deve sapere con che persona disgustosa perde il suo tempo! Visto che tu non hai perso tempo a prenderlo in giro fino ad ora!” ribatté con rabbia la bionda.

Attorno a lei sentì le porte aprirsi, rivelando i suoi compagni di ballo, compresi Tom, Bill e David. Amanda l'aveva raggiunta alle spalle. Si chiese come fosse finita in quella situazione, davanti a tutti.

Che cazzo devo sapere?” domandò Luke direttamente ad Ingie, nervoso.

Avanti, digli quanto sei ipocrita.” continuò Keri con le lacrime agli occhi. “Digli quanto hai finto di aiutarmi con Tom quando in realtà te la facevi con lui già da tempo.”

Ingie si sentì trafitta da una lama e vide Tom avvicinarsi velocemente ed afferrare Keri da dietro.

Ora basta, Keri, stai esagerando!” esclamò.

No, basta tu, idiota!” intervenne Luke, spintonandolo ed Ingie si spaventò. “Ci sei sempre tu di mezzo!”

Luke.” mormorò la mora, toccandogli il braccio che il ragazzo allontanò con violenza.

Non mi toccare tu!” urlò, rosso in viso dalla rabbia. “Credi che non me ne sia mai accorto?! Credi che io sia così coglione da non capire che la mia ragazza non mi ha mai amato?!” La guardò con odio. “Ma che addirittura mi tradisse per la seconda volta...”

Luke.”

Stai zitta!” la spintonò, facendola finire addosso ad Amanda che la afferrò in tempo.

Hey!” esclamò Tom facendo la stessa cosa alle sue spalle. Quando Luke si voltò di nuovo, gli sferrò un pugno sul viso.

Tutti urlarono spaventati ed Ingie si affrettò a raggiungerli.

Basta!” urlò con le lacrime agli occhi, cercando di separarli, fino a che Milo non la portò via di peso. Assisteva a quella scena con terrore, con la vista appannata e la paura che qualcosa di serio potesse accadere. Ty cercava di trattenere Luke, Bill faceva lo stesso con Tom ma entrambi avevano poco successo. Anche Anthony cercò di dare un freno a quella rissa, sotto lo sguardo spaurito di Page. “Luke, basta!” urlò di nuovo Ingie con il cuore che minacciava di sfondarle il petto.

Che succede qui?!” urlò Roy affrettandosi a raggiungerli. “Hey!” esclamò, mettendosi in mezzo ai due. “Oh ma siete impazziti?! Finitela!”

Spinse Luke schiacciandolo con la schiena al muro mentre Tom era stato allontanato da Bill e Ty.

Io ti ammazzo, bastardo!” urlò Luke con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Basta!” urlò di nuovo Roy schiaffeggiandolo. “Finitela con questa sceneggiata! Siete adulti e vaccinati, cazzo! Vergognatevi!”

Luke si scrollò Roy di dosso con violenza e si voltò verso Ingie.

Hai ottenuto quello che volevi. Spero tu sia contenta ora. Me ne vado.” disse con il gelo nel tono di voce prima di tornare in camera, sbattendo la porta.

Si può sapere che cazzo succede?” domandò a quel punto il coreografo osservando severamente Ingie.

Succede che io non trascorrerò un minuto di più in questa compagnia finché ci sarà anche lei! O va fuori lei o vado fuori io!” esclamò Keri, avvicinandosi.

Perché questa novità ora?” sbottò Roy.

Non vi preoccupate.” mormorò Ingie, portando l'attenzione di tutti su di sé. “Sono io ad andarmene. D'accordo ho sbagliato, tutta questa storia è nata per causa mia. Quindi me ne vado io.”

Cosa?” fece Roy basito. “Ragazzi, ma state impazzendo tutti quanti?”

Fatti spiegare da Keri, sono sicura che lei saprà dirti tutto come si deve.” disse con cupo sarcasmo, gettando una gelida occhiata alla bionda, prima di camminare in direzione di Tom. “Andiamocene.” sussurrò tristemente, prendendolo per mano.

Assieme a Bill, si chiusero in camera del chitarrista, sotto gli sguardi increduli di tutti.





***





Sta fermo.” mormorò con dolcezza all'ennesimo movimento di Tom.

Da minuti gli tamponava un pezzo di cotone imbevuto di disinfettante sul labbro spaccato, causandogli così forte bruciore. Bill era seduto sulla poltrona a qualche passo, intento ad osservarli in silenzio.

Mi dispiace sia successo tutto questo.” sussurrò il chitarrista, osservandola tristemente negli occhi.

Ingie si limitò a sorridere e dargli un piccolo bacio sulla guancia.

Sta tranquillo, va tutto bene.” cercò di alleggerire la tensione. “Ad ogni modo, è giusto che sia io ad andarmene.”

No.” ribatté Tom.

Sì, invece. Tutto questo casino è successo a causa mia. E poi, io ci stavo già pensando sai...” Vide Tom aggrottare la fronte incuriosito. “Sì, insomma...” Arrossì. “Pensavo che potrei venire a vivere con te a Los Angeles.”

La felicità pura. Questo fu quello che lesse negli occhi nocciola del ragazzo che non aspettò due secondi di più prima di sollevarsi dal letto ed abbracciarla con tutta la forza che aveva, facendole cadere a terra il batuffolo di cotone.

Non potevi darmi notizia più bella.” mormorò al suo orecchio, sotto lo sguardo sereno di Bill. “Ti amo. Tanto, Ingie.”





***





Luke, com'era comprensibile, non le aveva nemmeno dato il tempo di spiegare. Si era imbarcato sul primo aereo disponibile e l'aveva abbandonata per sempre. Non era così che aveva immaginato la fine della loro storia ma forse da una parte era stato un bene. Probabilmente, fosse dipeso da lei, avrebbe impiegato molto più tempo a porre fine a quella messa in scena.

Nel frattempo, un'altra separazione proseguiva: quella dalla compagnia. Milo l'aveva implorata in tutti i modi possibili di restare, ovviamente invano. Keri non aveva battuto ciglio e gli altri, nonostante l'accaduto, non se l'erano sentita di giudicarla negativamente. Avevano semplicemente rispettato la sua scelta. Roy non era per nulla contento della sua scelta ma aveva accettato per il bene del gruppo. Non poteva permettere, da coreografo, di lasciare che si sfasciasse.

Il momento delle valigie era giunto e Tom le era stato vicino moralmente tutto il tempo. L'aveva aiutata a riporre tutto in ordine ed aveva cercato di farla ridere di tanto in tanto. Qualche bacio l'aiutava a sorridere.

Era combattuta. Da un lato era triste per come le cose si erano sviluppate, dall'altro non vedeva l'ora di cominciare una nuova vita con Tom.

Si voltò verso di lui con un piccolo sorriso sulle labbra, mentre ancora cercava di chiudere la valigia.

Che c'è?” sorrise anche lui.

Niente.” scrollò le spalle lei.

Il chitarrista la raggiunse e la avvolse fra le sue braccia per poi stamparle un bacio sulla tempia.

Sì, poteva stare tranquilla.

Con lui.









Epilogue






Un suono assordante la fece svegliare di soprassalto. Si era dimenticata di disattivare la sveglia ed era solo domenica mattina. Tom, al suo fianco, borbottò e si mosse appena.

Fai tacere questo mostro.” si lamentò, rannicchiandosi il più lontano possibile da quel suono.

È dalla tua parte, spegnila te.” ribatté lei, senza muovere un muscolo.

Cristo, Ingie!” esclamò a quel punto lui per poi tirare un pugno sulla sveglia che smise di strillare, probabilmente rotta.

Ingie sorrise appena, chiudendo di nuovo gli occhi, pronta per riprendere a dormire. Anche Tom si accoccolò di nuovo vicino a lei, sospirando.

Cazzo!”

L'urlo che derivò dalla sala da pranzo fece loro aprire gli occhi un'altra volta.

Io giuro che lo ammazzo. Questa volta rimango seriamente figlio unico.” commentò il chitarrista, alzandosi nervosamente dal letto.

Dai, Tom, stai qua.” mormorò lei, ancora assonnata, allungando un braccio verso di lui.

No, vado a stenderlo con una padella, magari si calma.” A quel punto, si alzò anche lei e lo seguì fino a che non arrivarono in sala dove Bill litigava con l'aspirapolvere. “Bill!” urlò Tom infuriato, facendo sobbalzare suo fratello. “Che cazzo stai combinando?!”

Mi si è rotta un'unghia per colpa di questo aspirapolvere di merda!”

Che cazzo ci fai con un aspirapolvere in mano di domenica mattina?”

Volevo pulire un po'.”

Tom restò qualche attimo in silenzio, poi si voltò di scatto verso Ingie.

Levamelo da davanti perché potrei seriamente ucciderlo.”

La mora non poté fare a meno di ridacchiare. Adorava quei battibecchi giornalieri fra i gemelli.

Da quando si erano trasferiti tutti e tre insieme a Los Angeles, le cose andavano a meraviglia. La sua famiglia li aveva finalmente conosciuti, compresa la famiglia di Tom. Tutti sembravano adorarsi a vicenda ed Ingie non poteva chiedere di meglio. In California aveva anche trovato una nuova compagnia cui era entrata a far parte e per il momento andava bene così.

Si avvicinò al chitarrista e lo baciò sulle labbra.

Sei adorabile quando ti arrabbi.” disse per sdrammatizzare.

Allora mi amerai alla follia perché sto per commettere un omicidio.” ringhiò lui.

D'accordo, levo le tende e non pulisco!” sbottò Bill con le braccia al cielo. “Scusate se vi ho svegliato!” continuò per poi sparire in camera sua.

Dai, l'hai fatto rimanere male.” disse la mora.

Non mi interessa, la prossima volta impara a non rompere i coglioni.” ribatté lui convinto.

Mmh.” fece lei, avvicinandosi languidamente. “Io conosco un modo per farti tornare il buonumore.” sussurrò sensuale e poté vedere il solito sorriso sghembo apparire sul volto del ragazzo.

Chissà perché l'idea mi piace molto.” rispose lui.

Quindi? Hai intenzione di stare qua e brontolare?” lo stuzzicò ancora.

No!” fu la secca risposta del chitarrista prima di caricarsela sulle spalle come un sacco di patate e correre di nuovo in camera sotto le sue forti risate.

Era finalmente serena.






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Siamo giunte alla fine. Sono sincera, ho dovuto terminare prima la storia perché mi trasferisco all'estero e non ero sicura di poter scrivere. Così, siccome mi sarebbe dispiaciuto lasciarla incompleta, ho preferito passarci tutta la notte. Spero comunque vi sia piaciuto il finale per questi due cui io mi sono affezionata molto.

Volevo ringraziarvi dal profondo del cuore per tutto il supporto che mi avete mostrato ad ogni capitolo. Non smetterò mai di scrivere anche grazie a voi.

Grazie a chi ha inserito questa storia fra preferite/seguite/da ricordare e soprattutto grazie alle 90 persone che mi hanno inserito fra gli autori preferiti. Per me sono una marea. È impensabile.

Grazie davvero.

Spero di rivedervi presto e fatemi sapere cosa pensate di questa conclusione!

Un bacione a tutti.


Kyra.

  
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