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Autore: YouCould    04/10/2013    3 recensioni
-E’ ora il momento di eleggere la fortunata ragazza che avrà l’onore di rappresentare il Distretto 4 nei 66° Hunger Games!
Grida tutta allegra. Infila una mano guantata nella boccia dove sono contenuti i nostri nomi, arriva fino a metà capienza e afferra un foglietto. Lo apre e legge un nome.
-Annie Cresta!
Mi sento come se l’aria fosse stata improvvisamente risucchiata. Sono io. Quest’anno tocca a me.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Sirena
 
Mi sveglio in un letto incredibilmente morbido, con lenzuola lisce e soffici. Cerco di ricordare come ci sono arrivata, poi realizzo. Sei su un treno, Annie. Su un treno che ti sta portando a Capitol City, perché sei un Tributo.  Parteciperai agli Hunger Games e da qui a due settimane, massimo tre, sarai morta.
Cerco di togliermi il pensiero dalla testa, se neanche ci provo come posso pensare, anche solo minimamente, di potercela fare? Entro nel mio bagno privato, mi sciacquo, cercando di lavare via i pensieri negativi con l’acqua fresca. Dal grande armadio, pieno di qualsiasi tipo di abito, scelgo un vestito verde dall’aria abbastanza comoda. Se gli abitanti di Capitol City devono vedermi, meglio che mi vedano carina. Apro la porta della mia stanza, che da su un corridoio con enormi finestroni. Il treno va incredibilmente veloce, e già intravedo Capitol in lontananza. Tra massimo mezz’ora saremo lì. Raggiungo la saletta dove ho cenato la notte scorsa. Matthew, Micheal e Finnick sono già seduti al tavolo, questa volta imbandito di dolci dall’aria molto invitante. Siedo al mio posto.  Matthew e Micheal stanno confabulando sul modo migliore per ottenere del cibo nell’Arena.
-Una volta presa la Cornucopia dev’essere facile. Di solito è piena di provviste.
Sta dicendo Micheal. Matthew ha lo sguardo fisso sul suo piatto, mentre Finnick gli lancia una lunga occhiata penetrante.
-Supponiamo- ritenta Matthew –che tu non riesca a prendere la Cornucopia. Che faresti?
-Beh, caccerei.
-E mangeresti cibo crudo?
-Certo che no! Accenderei un fuoco. Un bel falò…
Finnick alza gli occhi al cielo.
-Questo –interviene – è un ottimo modo per farsi uccidere… se non hai preso la Cornucopia, vuol dire che gli altri Favoriti sono contro di te.  Ti stanno cercando. E un fuoco è il modo migliore per farti trovare.
-In questi casi- lo interrompe Matthew –la soluzione migliore è prendere della legna il più asciutta possibile, accendere un fuoco molto piccolo e poi spegnerlo con della terra. Rimarranno calde le braci, e puoi cuocere con quelle.
Sarebbe un ottimo consiglio, ma quasi non lo sento. Sto ancora fissando Finnick. Da come ha parlato degli altri Favoriti, sembra che non gli piacciano. Poi ricordo. Nella sua edizione degli Hunger Games, si era rifiutato di allearsi con loro e aveva preferito agire in solitudine, mentre la ragazza del suo Distretto non ci aveva pensato due volte prima di accettare l’alleanza. Durante l’intervista alla fine dei giochi gliene avevano domandato il motivo, e lui aveva risposto semplicemente “Non mi fido di loro”. 
Mi sta fissando e per un attimo i suoi occhi verdi si soffermano sui miei. Poi sorride.
-E’ il caso che mangi qualcosa –mi dice – il giorno della Preparazione è più faticoso di quanto sembra.
Da come lo dice, sembra che creda che io non possa reggere il minimo sforzo. Idiota. Scelgo un cornetto al cioccolato e un cupcake. A dire la verità non ne mangio quasi mai, nel nostro Distretto preferiamo i cibi semplici, ma negli eventi speciali ci permettiamo un dolcetto o una torta, e i cupcake sono sempre stati i miei preferiti.
Dopo circa venti minuti, il treno inizia a rallentare.
-Ci siamo quasi.
E’ stato Matthew a parlare. Micheal si alza di corsa, precipitandosi ad un finestrino. Io mi alzo più lentamente. Siamo su una ferrovia sopraelevata che sembra fare il giro di tutta la città. Sotto di noi gli abitanti, tutti vestiti con colori sgargianti e acconciati nei modi più assurdi, ci guardano come si guardano gli animali dello zoo. Ma in fondo è proprio quello che siamo, animali rinchiusi per il loro divertimento. MIcheal sorride e li saluta allegramente, io vorrei solo mandarli a quel paese.
-Ricordati che gli devi piacere.
E’ solo un sussurro, ma mi fa sobbalzare. Finnick è dietro di me, e mi ha preso per un polso. Abbasso lo sguardo sulla sua mano.
-Ti stavi scorticando il palmo con le unghie.
Dice accennando un mezzo sorriso, e in effetti solo adesso mi rendo conto di quanto ero tesa. Avevo i denti digrignati e le mani chiuse in un pugno così stretto che ho lasciato delle mezzelune rosse all’interno nel palmo. Sono arrabbiata, arrabbiata con Capitol City per questa storia ridicola degli Hunger Games, arrabbiata con Ghislayne per aver pescato proprio il MIO nome, arrabbiata anche con Finnick, anche se non saprei dire bene il perché. Il mio sguardo incrocia il suo, ed è chiaro il messaggio che sta cercando di mandarmi. Devi piacergli. Così a malincuore mi volto e sorrido, salutando con la mano le persone che vedranno la mia morte come un evento di intrattenimento.
--
Il palazzo in cui siamo entrati si trova più o meno in centro, ed è uno degli edifici più alti della città. Le pareti esterne sono completamente di vetro a specchio, il che da fuori mi aveva fatto venire le vertigini. Ha dodici piani, più un giardino sul tetto e un certo numero di piani sotterranei. Ora mi trovo al -3, dove i miei preparatori si stanno sforzando di rendermi il più bella possibile per portarmi dal mio stilista. Nel Distretto 4 passiamo un bel po’ di tempo della nostra giornata in costume, o comunque con vestiti leggeri, perciò tendiamo a depilarci abbastanza spesso: i preparatori mi fanno i complimenti per la quasi totale assenza di peli e per la morbidezza della mia pelle, ma inorridiscono quando vedono le mie mani, dure e callose.
-Non è possibile avere le mani così dure alla tua età!
Sbotta una delle preparatrici, una donna con la pelle viola e i capelli rosa con sfumature dorate che sostiene di chiamarsi Jeanine. 
-Per non parlare di tutte queste cicatrici!
Esclama l’uomo, dalla pelle verde e i capelli bianchissimi, di nome Darius.
Passano un sacco di tempo sulle mie mani, limando le unghie, facendo trattamenti drenanti e cercando di rendere le cicatrici poco visibili. Quando da tutta la vita sei abituato a tagliare il pesce, tessere e tirare le reti le tue mani si riempiono di difetti. Scommetto che anche quelle di Finnick sono così…. poi scuoto la testa. Certo che no, lui è un Vincitore,  gli avranno fatto uno dei quei trattamenti pelle-sempre-perfetta-e-scintillante che usano qui nella Capitale.  
Il mio stilista è un tipo dalla faccia un po’ arcigna, con una barba a ricciolo, ma in confronto agli altri abitanti è relativamente normale:   ha una giacca blu con un motivo di pesci di paillette e pantaloni argentati , ma sotto indossa una semplice camicia bianca e i suoi capelli sono di un nero naturale leggermente brizzolato.   Mi guarda attentamente, osservando  il mio corpo snello e i capelli castani.
-Credo- dice infine – di avere qualcosa su cui lavorare.
-Si potrebbe sapere anche cosa?
Chiedo. La mia voce suona piccata.
-Certo…  vedi, di cosa di occupa il Distretto 4? Della pesca. Ma soprattutto, è famoso per il mare. E cosa c’è in mare?
-I pesci?
Forse dovrei cercare di essere un po’ meno scontrosa, ma non ci riesco: in fondo lui è  sempre un abitante di Capitol City.
-Anche. Ma… hai presente le leggende? Sai, quelle con le creature mitologiche. E’ a questo che penso. Le sirene.
-Ma le sirene non esistono.
-Se preferisci ti faccio un costume da pesce, ma credo che una sirena sia un po’ più interessante per il pubblico.
--
E mi lascia di nuovo in mano ai miei preparatori, che mi truccano, mi acconciano i capelli e sistemano le unghie secondo le sue istruzioni, mentre lui si occupa di cucire il mio costume. 
-Adesso sei perfetta!
Urla Jeanine, facendomi cenno di alzarmi per andarmi a specchiare. Quando vedo il mio riflesso rimango stupefatta: sono più bella di quanto sia mai stata prima d’ora. I capelli,lasciati sciolti, sono incredibilmente mossi e lucenti, il leggero trucco metallizzato mette in risalto i miei occhi azzurro chiaro e la mia pelle è incredibilmente luminosa. Sulle unghie sono disegnate perle, pesciolini e sirene. Sono bellissima.
Il mio stilista rientra, portando sul braccio qualcosa di argenteo.
-Perfetta.
Commenta osservandomi. Poi mi mostra il mio costume, che è composto da un top di piccole conchiglie argentate e da una gonna lunghissima e aderente, di lustrini anch’essi color argento.  Indosso il tutto, e mi calza a pennello, anche se la gonna è così stretta che faccio quasi fatica a muovermi.  Osservandomi nello specchio, constato che in effetti l’idea è azzeccata. Sembro una sirena.
--
Mezz’ora dopo sono pronta a salire sul carro insieme a Micheal. A quanto pare la sua stilista non è stata geniale come il mio, ed è vestito come un vecchio pescatore con una canna da pesca a cui è legato un pesce di gomma. E’ un po’ ridicolo, ma mi dispiace per lui. Finnick mi guarda allegramente e si complimenta con il mio stilista. Poi si avvicina a me.
-Stai benissimo.
Mi mormora in un orecchio. Lo guardo incuriosita, è proprio un tipo strano. E’ capace di farmi sentire ridicola facendo battute con il mio stilista e poi di riempirmi d’orgoglio con un sussurro. E’ decisamente particolare. E poi fa qualcosa di ancora più inaspettato. Mi abbraccia, mormorando buona fortuna. Lo so che non dovrebbe, ma il cuore mi batte forte. E’ sempre un bel ragazzo, e comunque ha solo due anni più di me. Ma no, che stupida! Non sono nervosa perché mi ha abbracciato, lo sono perché sto per fare il mio ingresso davanti a tutta Capitol e ho paura di non piacere. Si, è così. Dev’essere così. 
Io e Micheal saliamo sulla nostra carrozza, che è trainata da cavalli il cui pelo è stato tinto di verde. Il mio costume è une dei più belli, mentre quello di Micheal uno dei peggiori. Beh no, forse è peggio quello da mucche del Distretto 6. I cavalli partono al galoppo, e io non ho la minima difficoltà a tenermi in piedi. In fondo sono abituata a stare in piedi sulla prua di una barca con il mare in tempesta, questo è niente. Appena usciamo, sento il pubblico esplodere.  Applaudono, sgomitano per vederci meglio. Io continuo a guardare in avanti, possono scordarsi i miei saluti. Ma poi mi tornano in mente le parole di Finnick. Devi piacergli. Così, cercando di ignorare l’odio verso queste persone, alzo una mano e li saluto, gli mando dei baci. Loro rispondono, lanciandomi fiori e applaudendo. Mi giro un istante, e vedo che Micheal è messo molto peggio di me. Pochi rispondono ai suoi saluti, e quasi nessuno lo osserva per più di qualche secondo. Lo so che è stupido, ma mi dispiace sul serio per lui. Se la sua stilista non migliora avrà poche possibilità di ottenere sponsor, e senza sponsor vincere è quasi impossibile.
Dopo un tempo che mi sembra infinito, finalmente ritorniamo nel palazzo. Ghislayne, che è tornata, si congratula con me gridando che mi ha “Presentata a tutti gli sponsor che conosco, e che sembrano molto interessati a te!” in teoria sarebbe una buona notizia, ma non riesco a evitare di guardare Micheal che mi lancia occhiate invidiose.
-E dicono che sarebbero pronti a sponsorizzare anche te, Micheal, se voi due vi alleaste.  
E’ chiaro che dentro di lui si sta svolgendo una lotta interiore, e anche dentro di me. Averlo dalla mia parte mi aiuterebbe, almeno all’inizio, ma non sono sicura che lui mi piaccia.
Alla fine, Micheal tende una mano verso di me.
-Alleati?
Chiede. Io gliela afferro.
-Alleati.
NdA:
Così ho finito anche il terzo capitolo, e alla fine non credo che ci sia molto da dire. Per il rapporto tra Annie e Finnick mi sono un po’ ispirata a quello tra Clary e Jace di TMI, che almeno all’inizio passa continuamente dall’amore all’odio. Annie l’ho sempre immaginata con un carattere buono, vicino a quello di Peeta, perciò credo che avrebbe accettato certamente l’alleanza, ma ha anche un po’ di sfacciataggine, infatti risponde male al suo stilista.
Come sempre, se avete giudizi sulla mia fan fiction, o notate errori, fatemelo sapere attraverso una recensione!                                                                                                                                                                        
  
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