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Autore: syssy5    06/10/2013    2 recensioni
...aveva una rosa nera sul frontespizio che pareva quasi dipinta, nessuna scritta, nessun fronzolo particolare. Presi quel piccolo libro dallo scaffale per accarezzarne la copertina e svelare l'arcano della sua stampa senza successo, poi lo sfogliai. Rimasi stupita nel constatare che all'intero vi erano solo pagine bianche, non a righe, non a quadretti, nessuna parola, numero o data; nulla di nulla...
[ Questa storia si è classificata quarta al contest ‘Contest Pas a Pas [multifandom e Originali]’ indetto da Fanny_rimes sul forum di EFP ]
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Creature delle ombre'
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La Rosa Nera





Sogno o realtà?

Era buio, non riuscivo a capire se mi trovavo in un edificio o se ero all'aperto, e i miei occhi non ne volevano sapere di abituarsi a quell'oscurità. Mi sforzai il più possibile, cercando di convincere i miei piedi a muoversi verso una qualsiasi direzione, cercando anche di toccare qualcosa a tentoni. Non riuscivo a capire nemmeno su cosa stessi camminando, poi capii: non vedevo nulla perché non c'era nulla. Il vuoto.
A quel pensiero, il nero che mi circondava iniziò a schiarirsi per rivelarmi l'amara verità che avevo già intuito. Cercai di gridare, di chiamare aiuto, ma a rispondermi sentii solo la mia sorda eco. Non c'era luce, non c'era ombra, solo io e il grigio che mi avvolgeva in un abbraccio isolante.
Fu allora che mi svegliai.

Saltai su dal letto, ansimavo e in un primo momento mi chiesi il motivo. L'attimo dopo il ricordo del sogno mi piombò addosso facendomi rabbrividire come sotto una doccia fredda. Ricordai subito il senso di vuoto e di solitudine che avevo provato, sentimenti che non sentivo miei dato che gli affetti che avevo non mi facevano mai sentire sola, ma che in qualche modo ero certa che fossero celati da qualche parte nel mio inconscio.
Mi portai una mano al petto cercando di calmare il mio cuore impazzito, poi chiusi gli occhi come a voler allontanare da me qualsiasi pensiero negativo. Quando sentii martellarmi anche la testa, riuscii a riprendere il controllo di me stessa.
Quella fu la prima volta che feci quel sogno.
Le sensazioni che avevo provato erano ancora così vivide nella mia mente che non potei fare a meno di scriverle, come facevo spesso del resto. Scesi dal letto, non ansimavo più, e inaugurai il diario con la rosa nera. Subito non capii il motivo per cui avevo bisogno di mettere quel sogno su carta, forse volevo esorcizzare quell'assurdo terrore che mi era rimasto addosso, forse era un modo per non dimenticare anche la parte oscura che si celava dentro di me, fatto sta che alla fine della pagina mi sentii meglio.
Purtroppo però, quel vuoto tornò a farmi visita ogni notte. C'era un cielo e una terra, ma non v'erano astri o esseri viventi. Avevo provato ad aspettare, avevo provato anche a volare – si trattava sempre di un sogno e, senza saperne il motivo, ne ero conscia – senza ovviamente trarne risultati e la paura del vuoto saliva dentro di me notte dopo notte.

Cosa mi sta succedendo?

Scrissi una notte dopo l'ennesimo risveglio.

Sono perseguitata da questo sogno, so anche di stare sognando, ma com'è possibile? Dentro di me inizia a farsi strada l'idea che sia tutto vero.

Chiusi il diario e sospirai, mentre quel dubbio non smetteva di farmi compagnia. Sapevo che dopo il solito risveglio non dovevo più temere quel sogno, ma prima di addormentarmi ero tormentata da mille pensieri.
Passavo i miei giorni alla ricerca di ogni distrazione possibile, ero cambiata e se ne accorgevano tutti; io fingevo lievi malanni come mal di testa per giustificarmi, raccontare la verità a qualcuno era fuori discussione. Si può essere ossessionati da un sogno? Eppure quel sogno era così reale, era come se ogni notte lasciassi questa terra per visitare un mondo fatto solo di nulla in cui ero intrappolata finché continuavo a dormire. Vivevo due vite, una nel terrore di addormentarmi, l’altra nel terrore e basta.
Poi accadde.



Secondo capitolo; da questo momento in poi metterò il turbo, mancano una decina di giorni alla scadenza del contest e io ho sempre meno tempo di stare al pc (mio figlio monopolizza il mio computer, vuole vedere in continuazione i film Disney). Stavolta mi sono ispirata a una canzone, non viene citata da nessuna parte ma leggendo il testo (tradotto) ho scritto questo capitolo; la canzone è Down di Jason Walker.
Avrei voluto proseguire la storia in modo diverso (e probabilmente sarà così nei prossimi capitoli), ma mentre scrivevo mi è venuta un'altra idea e così ho preferito scegliere quella. Spero di essere riuscita a creare il terrore così come l'ho immaginato, nei prossimi capitoli si scoprirà cosa sta accadendo. Ovviamente i font restano tali, si aggiunge solo il font del diario che è uno della mia amatissima collezione di handfont: CoreysHand (alternativo: Monotype Corsiva).
Sperando che i prossimi pacchetti mi diano l'idea geniale per dare una svolta a questa storia (e soprattutto me la diano in fretta), vi saluto, invitandovi come sempre a recensire. ^_^
syssy5

   
 
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