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Autore: Scribak    07/10/2013    1 recensioni
Irritato per l'ennesimo ritardo di Tsuna, Hibari colpisce il capo della famiglia Vongola alla testa, causandone la perdita temporanea della vista. Per rimediare a quanto commesso, il guardiano della Nuvola, seppur riluttante, decide di ospitare il ragazzo finchè non riuscira a guarire del tutto. Nel frattempo, ombre minacciose si allungano sul destino dei Vongola, impegnando il baby assassino ed il capo della CEDEF in una corsa contro il tempo.
Traduzione da un'originale di Destiny Aitsuji.
Main pairing: 1827 (HibarixTsuna).
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Hibari, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Finding Love in Darkness - capitolo terzo (ita)

Finding Love in Darkness

 
Capitolo Terzo

 
Perché ci ha chiamati, Reborn-san?”, chiese Gokudera. Yamamo li guardò perplesso: avrebbe dovuto avere un allenamento di baseball, ma quel bambino gli aveva detto che c’era un problema. La questione era urgente e nessuno avrebbe dovuto venirne a conoscenza, tranne l’italiano e lui stesso, che, fino a quel momento, avevo fatto i turni per monitorare la forzata convivenza tra Tsuna e Hibari.
L’espressione sul viso di Reborn era illeggibile ed il piccolo sicario sembrava completamente immerso nei propri pensieri, in silenzio. I nervi di Gokudera erano pericolosamente logori, mentre Yamamoto aveva smesso di sfoggiare il suo tipico sorriso allegro. Per una volta, l’atmosfera era diventata seria: evidentemente, ciò che Reborn stava per dire loro non erano buone notizie.
“Sin dall’epoca di Vongola Primo, è stato mantenuto un segreto in grado di far vacillare l’esistenza della famiglia stessa. Pur stando così le cose, si tratta di una tradizione consolidata e tutt’ora in pratica, alla quale non è possibile sottrarsi. Questa… falla, fa sì che i Vongola possano collassare dall’interno, ed è per questo che mi serve il vostro aiuto. In ogni caso, dovete promettermi che nulla di quanto detto qui verrà menzionato a nessuno, nemmeno a Tsuna”.
Entrambi i guardiani annuirono e Reborn iniziò la sua storia in un tono ancora più serio. La tensione nell’aria si intensificò notevolmente, mentre la voce, già solitamente bassa, di Reborn divenne, se possibile, più profonda e vellutata.
“Si dice che i boss dei Vongola abbiano l’ultima parola nel prendere decisioni all’interno della Mafia, chiunque scelga di opporsi loro. Essi detengono il potere assoluto e sono secondi solo ai Vendetta: persino gli Arcobaleno devono obbedire ad un ordine espresso direttamente dal boss dei Vongola, e questa persona, così potente, un giorno, sarà Tsuna.
In ogni caso, prima che questa persona possa ottenere un simile potere, è tradizione che il nuovo Vongola porti il proprio Compagno dinanzi al giudizio del Consiglio.
Quest’ultimo è formato dal vecchio Vongola, insieme al suo Compagno, i suoi guardiani ed i loro successori, così come dagli Arcobaleno ed il capo delle famiglie alleate, che esercita, a sua volta, una particolare influenza.
Ognuno deve approvare incondizionatamente il Compagno del nuovo Vongola, prima egli possa utilizzare la sua fiamma nel pieno del potere. Se anche uno solo tra essi si pronunciasse a sfavore, il nuovo boss sarebbe colpito dalla maledizione del sangue dei Vongola: lui o lei morirebbe nel momento esatto in cui si innamorasse e confessasse i propri sentimenti alla persona amata. In ogni caso, qualora il Compagno ricevesse l’approvazione di tutto il Consiglio, il nuovo capo dei Vongola potrebbe scegliere di amare chiunque ed in qualunque momento, oltre ad essere in grado di liberare la piena forza delle proprie fiamme”.
Yamamoto lo interruppe: “Allora? Dov’è il problema?
Il Compagno di Tsuna non sarà Kyoko?”.
Gokudera parve comprendere cosa stesse implicando Reborn e rimproverò il guardiano della Pioggia: “Evidentemente no, idiota del baseball!”. Poi si volse verso il piccolo sicario e domandò “Reborn, il fatto che Tsuna possa scegliere come Compagno un uomo rappresenta un problema?”.
Reborn scosse la testa: “Il Compagno di Primo era il suo migliore amico, Cozart Primo: lui non si sposò mai, ma non è questo il problema. Il Compagno del boss ha il potere di distruggere la famiglia Vongola”.
Gokudera guardò il sicario, confuso quanto Yamamoto. Reborn abbassò ancora di più la voce: “Questa persona, in qualità di Compagno, è in grado di imporre la propria volontà sul boss dei Vongola e su chiunque altro. Ogni richiesta fatta da questa persona dovrebbe essere esaudita, a prescindere dalle conseguenze che ciò potrebbe comportare per la famiglia Vongola. In ogni caso, il Compagno può esercitare questo potere solo una volta: nel caso morisse prima che il boss si ritiri o muoia a sua volta, quest’ultimo deve scegliere un altro Compagno. Il Compagno può usare il suo potere una sola volta nella vita e deve farlo quando il suo boss è ancora in carica”.
Una volta che Reborn ebbe cessato di parlare, la stanza calò nel silenzio, mentre Gokudera prendeva tempo, cercando di elaborare quanto udito. Allo stesso modo, Yamamoto considerò le parole del bambino, sembrando stranamente pensieroso.
Un urlo interruppe quella quiete momentanea, non appena Gokudera, scioccato, capì dove volesse arrivare il sicario. Dal canto suo, Reborn non sembrò particolarmente allarmato dalla sua esplosione improvvisa, mentre Yamamoto sfoggiava un’espressione confusa quanto prima, se non di più.
“Reborn-san! Non può essere serio.
Perchè diavolo il Decimo dovrebbe scegliere quel bastardo come Compagno? Il Decimo sa qualcosa di tutta questa storia?”.
Yamamoto lo guardò come se si trovasse davanti ad un problema di matematica a livello universitario, qualcosa del tutto fuori dalla propria comprensione . Reborn gli disse, semplicemente, “Hibari” e nei suoi occhi brillò un lampo di comprensione, per essere, subito, sostituita da nuovo smarrimento:
 “Ehi, pensavo che Tsuna fosse innamorato di Kyoko”.
Reborn ridacchiò, scuotendo la testa: “Voi due siete ancora così giovani: quella non era che… una cotta adolescenziale o semplice infatuazione. Non è vero amore. Il vero amore di Tsuna è colui che dice temere di più, e, che, pure, non manca mai di nominare a cena, insieme a Gokudera e te”.
Gokudera arrossì, mentre il guardiano della Pioggia rimase a bocca aperta.
Il sicario sogghignò: “A proposito, mi è parso di notare che due certi guardiani si stessero guardando con una certa gelosia a San Valentino”.
Gokudera balbettò qualcosa, ormai irrimediabilmente paonazzo. Yamamoto scoppiò nella sua tipica risata e si grattò la nuca: “Ah ah! Quindi ci hai scoperti…”.
Il guardiano della Tempesta colpì il ragazzo alla testa, urlando un insulto. Ad un tratto, tutti i problemi di Tsuna e dei Vongola parvero perdere importanza dinanzi a quella lite tra innamorati, mentre l’italiano cercava di uccidere il giapponese per essere così spensierato sulla loro posizione.
Reborn prese mentalmente nota di riportare la cosa al Nono, così come la domanda che Gokudera gli pose improvvisamente in mezzo alla discussione, cogliendolo di sorpresa: “Reborn, chi è il Compagno di Nono?”.
Il bambino si calò il cappello sugli occhi, nascondendoli alla vista dei ragazzi. “Non è necessario che tu lo sappia”, disse freddamente.
Il guardiano della Tempesta abbassò gli occhi, abbattuto, facendo sì che Yamamoto cercasse immediatamente di confortarlo. Reborn lasciò silenziosamente il locale, diretto verso la sua prossima meta: Kokuyou Land.

 

 

Il giorno seguente per Tsuna e Hibari fu decisamente meno piacevole del primo che avevano trascorso insieme. In una mattina qualunque, Tsuna avrebbe dormito anche dopo che la sveglia si fosse spenta: quindi, Reborn lo avrebbe svegliato colpendolo sulla testa con Leon, trasformatosi in martello apposta per l’occasione.
La mattina, con Hibari, era stata simile, nonostante la sua cecità. Tsuna aveva continuato a dormire per una buona decina di minuti dopo il suono della sveglia. Alla fine, la pazienza di Hibari aveva raggiunto il suo limite quando il giovane boss aveva preso la sua mano, mentre cercava di scuoterlo, e vi si era rannicchiato contro, la mente confusa dal sonno. Un’espressione di evidente irritazione si era dipinta sul volto del prefetto, che, incurante del fatto che Tsuna non potesse vederlo, aveva colpito il ragazzo allo stomaco con i tonfa. Era solo martedì e l’ultimo dei Vongola era a malapena sopravvissuto alla sveglia mattutina.
Per la prima volta nella sua carriera scolastica, Tsuna era in anticipo di una decina di minuti rispetto l’inizio delle lezioni. L’unica ragione per un simile miracolo erano le occhiate assassine che il presidente del comitato disciplinare aveva inviato incessantemente contro il suo collo, con la tacita promessa di una fine dolorosa nel caso non si fosse dato una mossa. Grazie ai tentativi di Mammon di identificare il loro tragitto con un’illusione, Tsuna era stato in grado di arrivare a scuola facendo a meno della propria vista. Certo, questo non comportava necessariamente che non fosse stato maldestro come il suo solito sulla via per la scuola. Se Hibari non lo avesse trattenuto in tempo, Tsuna sarebbe stato investito innumerevoli volte. L’unico fattore positivo derivato dall’avere Hibari Kyoya come propria scorta era la sua aura minacciosa, in grado di azzittire il cane del vicino che non mancava mai di terrorizzare Tsuna nel tragitto per Namimori Middle.
Tsuna emise un sospiro, quando finalmente riuscì a raggiungere la propria classe. Di solito, sarebbe stato per rassegnazione o paura: quel giorno, tuttavia, si trattava di un sospiro di sollievo. Tsuna era sollevato del fatto che Hibari se ne fosse finalmente andato, senza più torturarlo con spaventose occhiate di morte.
La sua pace sembrava, comunque, destinata a cessare non appena Gokudera entrò in classe, urlando qualcosa contro Yamamoto. Alla vista dell’amato boss, l’italiano diede un grido di gioia: “Decimo!”.
Tsuna sudò mentalmente, mentre il guardiano della Tempesta rimproverava il compagno circa il rispetto che avrebbe dovuto mostrare per il Decimo. Quindi, Gokudera si interruppe bruscamente e si volse verso Tsuna, spaventando il povero ragazzo per il solo fatto di avergli rivolto la parola. Come al solito, l’italiano non parve essersi accorto di nulla.
Mentre Gokudera gli passava il cestino del pranzo che Nana aveva preparato per Tsuna, lo spadaccino osservò la reazione del giovane boss. Tsuna sussultava ad ogni rumore improvviso. Gokudera, troppo assorbito nella sua declamazione all’amato boss, non sembrava registrare il disagio di quest’ultimo.
Cercando di apparire spensierato come al solito, Yamamoto trascinò via l’italiano, con la scusa di doverlo accompagnare a prendere da bere. Nonostante le proteste di Gokudera, Tsuna ringraziò silenziosamente lo spadaccino.
Quando la lezione iniziò, i due guardiani non erano ancora tornati. Anche Kyoko, cosa piuttosto strana, era in ritardo. L’insegnate aveva iniziato a divagare riguardo alcuni problemi di matematica, che Tsuna non sembrava riuscire a comprendere. La classe era nel suo solito disordine. Mashido stava mangiucchiando qualcosa, mentre le ragazze parlavano del prossimo concerto di un qualche idol e la gang di Kento leggeva un nuovo manga su Jump. Tsuna non poteva vederli, eppure li sentiva e sapeva esattamente cosa stesse accadendo intorno a lui. Era già divenuta parte della sua routine distrarsi durante le lezioni e, per la noia, aveva iniziato ad osservare attentamente le persone che lo circondavano.
Improvvisamente, la porta dell’aula venne spalancata. In un primo momento, Tsuna pensò che si trattasse di Gokudera e Yamamoto, ma il silenzio disarmante che era calato sulla classe gli suggerì, pur non essendo lo studente più brillante di Namimori Middle, il contrario.
Solo quando l’insegnante balbettò il nome del nuovo arrivato, Tsuna impallidì visibilmente. Brividi freddi si irradiarono lungo la sua spina dorsale, ed era a malapena riuscito a trattenere un gemito di paura, quando una voce gelida chiamò il suo nome.
“Sawada Tsunayoshi”, mormorò Hibari verso il giovane boss, che batté i denti per la paura. La sua voce sembrava essersi strozzata da qualche parte, in gola.
“Sawada Tsunayoshi, con la presente sei congedato da lezione fino ad ulteriore avviso. Sono venuto per riaccompagnarti a casa su ordine del preside. Prendi le tue cose, ora”, disse il guardiano della Nuvola.
Tsuna era confuso, ma, sopra ogni cosa, preoccupato. Non essendo il tipo da mettere in discussione le autorità - soprattutto se questo comportava affrontare un individuo pericoloso come il proprio guardiano- Tsuna riempì rapidamente lo zaino aiutato da Hana. Quindi, si diresse verso la porta presso cui lo attendeva Hibari con una terribile lentezza, tanto che il guardiano della Nuvola, non essendo esattamente la pazienza una delle sue qualità migliori, gli andò incontro e, afferratolo, se lo caricò sulle spalle. Lasciarono l’aula con il sonoro schianto della porta contro lo stipite, accompagnato da un distinto scricchiolio, che Tsuna giurò provenire dalla suddetta, troppo provata dalla pressione dello sguardo mortale di Hibari.
Del tutto impotente, Tsuna smise di agitare pateticamente le braccia. Essere cieco lo rendeva insicuro e trovarsi tra le braccia del prefetto non era meglio che cercare di evitare pietre e scalini che lo avrebbero fatto inciampare ad ogni passo.
Dopo aver camminato a lungo in silenzio, Tsuna, ancora saldamente sulle spalle di Hibari, decise che il guardiano, con tutta probabilità, non gli avrebbe fatto del male e, a questo pensiero, si rilassò un poco.

A scuola, intanto, un italiano a dir poco adirato si precipitò nell’ufficio del comitato disciplinare studentesco, abbattendone la porta con un calcio. Subito dietro, lo seguiva il guardiano della Pioggia con un’espressione illeggibile in volto.
Il prefetto era seduto nel suo ufficio, evidentemente irritato per l’intrusione. Gokudera afferrò Hibari per il colletto della camicia e ringhiò: “Bastardo! È qui che hai portato il decimo, vero?”. L’espressione di Yamamoto suggerì chiaramente ad Hibari che la situazione era seria. Mantenendo la calma, il guardiano della Nuvola chiese all’italiano che cosa intendesse con una tale domanda.
Prima che Gokudera potesse esplodere, proferendo una serie di imprecazioni, Yamamoto lo azzittì e spiegò, pacato, cosa fosse successo. Hibari aggrottò le sopracciglia, perplesso: qualcuno aveva giocato loro un brutto scherzo ed aveva rapito l’erbivoro proprio da sotto il suo naso. Hibari si annotò mentalmente di mordere a morte quella persona, in futuro. In quel momento, tuttavia, aveva bisogno di riportare indietro il ragazzo. Insomma, nessuno avrebbe osato definire irresponsabile un serial killer, che si fosse lasciato sfuggire uno dei suoi prigionieri, ma, per Hibari, sarebbe stato un duro colpo inferto al proprio orgoglio.
Il guardiano della Nuvola stava considerando di servirsi della popolazione di Namimori, adeguatamente sotto minaccia, per trovare Tsuna, ma la fortuna sembrò essere dalla sua parte.
“Ciaossu!”, lo salutò innocente il piccolo sicario, che, come al solito, sembrava comparire proprio nelle situazioni più critiche. Hibari scoccò un’occhiata in tralice verso il bambino per aver scelto di presentarsi in un momento così inappropriato.
Reborn assunse rapidamente un’espressione più seria e disse: “Questa è arrivata nella mia posta questa mattina. Forse dovresti essere un po’ più attento”.
Hibari prese la lettera tesagli dal bambino e, apertala, la lesse rapidamente. Quindi afferrò i tonfa, si gettò la giacca sulle spalle e, aperta la finestra, saltò giù nel cortile, dopo aver mormorato un mezzo saluto.
Gokudera e Yamamoto poterono solo assistere a quell’uscita rimanendo a bocca aperta. Solo dopo essere ritornato in sé, Gokudera raccolse la lettera caduta a terra e la lesse. Gettatala via, Yamamoto la prese a sua volta, assumendo un’espressione perplessa una volta vistone il contenuto. Reborn, dal canto suo, era sparito senza che se ne accorgessero. I due guardiani si scambiarono un’occhiata, mentre una strana, immediata comprensione passò tra di loro.

 

 

Dall’altro lato di Namimori, Tsuna aveva finalmente raccolto abbastanza coraggio per porre ad Hibari una certa domanda: “Uhm, Hibari-san… Potresti mettermi giù, ora?”.
“No, non posso, Tsunayoshi-kun”, sentì rispondere in tono canzonatorio.
Tsuna provò con un’altra domanda: “Hibari-san… dove stiamo andando?”.
“Oh, e io che pensavo non l’avresti mai chiesto. Ma a Kokuyou Land, ovviamente!”.
Tsuna rabbrividì. C’era solo una persona che parlava in quel modo. Il suo cervello fece rapidamente due più due e, per confermare le sue paure, squittì un’ultima domanda:
“Ah… Hibari-san?
Perchè stiamo andando lì?”.
Questa volta, la persona che Tsuna era sicuro fosse Mukuro rispose, sogghignando minacciosamente: “Perché? Il meglio per riuscire ad averti, mio caro Tsunayoshi-kun…”.

 
Angolo del traduttore
Non voglio sottrarvi molto tempo, dal momento che questo capitolo (ancora una volta doppio) è di per sé già abbastanza lungo. Prima di tutto, voglio scusarmi per il ritardo considerevole con cui esso vi è arrivato: la traduzione, in gran parte, era già pronta per metà settembre, ma a causa di alcuni problemi (programmazione del nuovo computer, test di ammissione universitari), non mi è stato possibile postarlo se non ora.
Secondariamente, desidero ringraziare, anche a nome dell’autore, chi ha messo questa storia tra le sue seguite (Donny, fliflai, FranKuro, Iku e Ryo, Kupo08, Scricciola e Vincent Dimitri Petrenko), così come tutti coloro che l’hanno letta, la stanno leggendo e la leggeranno, pur rimanendo nell’anonimato.
Nel caso vogliate fare degli appunti sulla traduzione o sulla formattazione del testo (caratteri troppo piccoli, cattiva paragrafazione), non esitate a contattarmi (per recensione o PM). Come sempre, vi invito a leggere l’originale su fanfiction.net ed ad esprimere il vostro parere direttamente all’autore.
Al prossimo capitolo (che cercherò di tradurre il più velocemente possibile, tempi accademici permettendo).

AF alias Scribak

  
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