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Autore: ehybrittana    07/10/2013    0 recensioni
Harry lavora part-time come barista, quattro volte a settimana, ogni pomeriggio dalle 17.30 fino all’orario di chiusura.
Lascia Holmes Chapel all’età di 19 anni.
**
“La parola “agorà”, deriva dal greco, e significa letteralmente raccogliere o radunare. Veniva usata nell’antica Grecia per indicare le piazze come punti di ritrovo. Mi segui?”
Annuisco, sistemando la sedia davanti la scrivania dello studio.
“Per questo, il termine agorafobia indica etimologicamente “paura della piazza”, quindi paura degli spazi aperti.” Spiega il dottore, gesticolando animatamente.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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(2)

The movement you need
is on your shoulder.

 


 
Sono le 23.30 del 20 Maggio 2013 quando in casa Styles/Malik/Payne squilla il telefono.
Harry si strofina gli occhi, alzandosi dal divano per raggiungere la cornetta telefonica.

“Buonasera, mi scusi per l’orario, potrei parlare con Harry? Una chiamata dal dott. Foster”

“Dottore, sono io.”
Bofonchia Harry prima di risedersi sul divano, e levare del tutto il volume alla tv.


“Oh, perfetto. Ho un grande favore da chiederti ragazzo.”
Il dottore sospira, lasciando trasparire il suo nervosismo.

“Certo, sa che può chiedere qualsiasi cosa.” 
Harry si alza definitivamente dal divano, spegnendo la tv ed abbandonando il telecomando sul tavolino del piccolo salotto.

“E’ da poco deceduto un parente di mia moglie, residente in America. Come ben sai mia moglie è originaria delle parti di LA.”
Il dottore sospira ancora una volta, ma quest’ultima lo fa come se si stesse pentendo delle sue stesse parole.

 “Le mie condoglianze, ma non capisco dove lei voglia arrivare.”
Nel frattempo Harry si dirige verso il portone dell’appartamento, assicurandosi che sia necessariamente chiuso.

“Harry, dovrò chiederti di sostituirmi con una paziente.”
A quel punto Harry si ferma.

“Cosa significa?” Chiede.

“Starò per un lungo periodo in America, mia moglie vuole approfittare della situazione per visitare la sua famiglia, giustamente.”
Continua imperterrito il dottore.

“Continuo a non capire.” 
Harry si dirige velocemente in cucina.

“Harry, ti ricordi di Allie? La ragazza agorafobica? Te ne ho parlato giorni fa..”
C’è una pausa.
“Voglio che tu le faccia visita. Spesso.”

“Mi sta chiedendo di andare lì a psicoanalizzarla? Insomma, va bene che sono uno studente di psicologia, ma lei ben sa che non sono ancora in grado di sostenere una seduta!”

Il dottore sembra agitarsi, contrario alle sue parole.

“Harry, so che non sei in grado di sostenere una seduta. E no, non ti sto chiedendo di psicoanalizzarla! Voglio soltanto che tu le faccia visita, e faccia la sua conoscenza.” 
A quel punto è Harry ad agitarsi.
“Lei quando parte dottore?”
Domanda sorseggiando un bicchiere d’acqua.
“Domani a quest’ora sarò già a LAX.”

 
 
 


“Signorina Allie?”
Niall sale le scale freneticamente, prima di sentire una porta chiudersi, ed entrare nel salotto della grande casa.

“Niall? Sei tu?”
Una voce delicata e soave si disperde nell’aria.

“Si Allie, sono io? Posso entrare?”

“Certo, io sono a posto.”
Niall si fa spazio nella grande casa, prima di posare le buste della spesa sul grande tavolo al centro della sala.

“Come procede la sua giornata signorina Allie?”
Niall ha appena compiuto vent’anni, ed ha l’accento irlandese.

Allie sa che si è trasferito da Mullingar circa due anni fa, e che si mantiene a Londra grazie alla sua famiglia.
Si, alla famiglia di Allie.

Non sa esattamente come Niall e suo padre si siano conosciuti, ma sa che è stata fiducia a primo sguardo da parte di quest’ultimo.
Altrimenti non avrebbe mai permesso al povero Niall di fare da “badante” alla povera Allie.

Niall aveva visto Allie solo in foto.
Nonostante fosse a casa sua tutti i giorni, e considerasse la ragazza come un’amica con cui confidarsi, lei non aveva mai avuto il coraggio di uscire per farsi vedere da lui.
Ma lei si fidava di Niall. Lui si occupava di lei, e della sua parte della casa.

La prima volta che Niall l’aveva vista era rimasto parecchio sconcertato.
Si sviluppava in tre piani. Un seminterrato, il primo piano, dove si trovava la camera dei genitori, la cucina, il bagno, e ogni altra zona vivibile della casa, e poi il secondo piano.

Saltava subito all’occhio la differenza di grandezza con il primo piano. 
Nel secondo vi si trovava una piccola zona vivibile praticamente scavata nel muro. Una piccola porta situata all’estremità della sala principale ne permetteva l’accesso.
E quello, era oramai da anni il rifugio della povera Allie.

Niall si occupava del secondo piano.

L’accesso era riservato a lui, ad Allie, ai suoi genitori, e al suo psicologo quando le faceva visita.

Durante le ore in cui Niall era con lei, Allie posizionava una sedia davanti la porta del suo rifugio, e parlava freneticamente con lui.
Lo aspettava con ansia ogni giorno, era l’unica persona che le permettesse il contatto con il mondo esterno.

All’inizio aveva una piccola cotta per lui.
Niall era davvero un bel ragazzo. Lei lo fissava fare il casalingo dallo spioncino della sua porta.
Lo guardava mentre si sistemava i capelli biondo tinto con una fascia, e le piaceva vedere che ogni tanto lui interrompesse ciò che stava facendo per guardare nella sua direzione, come se da un momento all’altro avesse  davvero potuto sperare di vedere Allie uscire dalla porta.

Ma Niall aveva la consapevolezza che forse lei non sarebbe mai arrivata a mostrarsi a lui.
Ma a lui piaceva comunque parlare con lei, e lei aveva smesso di considerarlo un possibile fidanzato quando aveva cominciato a considerarlo come un amico.
Il suo unico amico.

“Ora che ci sei tutto sto bene, Nialler.”
Sorrise Allie roteando con un vestito addosso.

Niall sorrise, prima di ribattere, “Sono felice di rallegrarvi la giornata”.

“Non montarti la testa però!”
Allie fece una piccola risata, prima di sedersi davanti la porta ed infilare l’occhio nella serratura.

“Stia tranquilla. Le ho portato una sorpresa.”
Niall fece ritorno nel salone, prima di cominciare a rovistare tra la sua roba.

“Negli ultimi giorni ho parlato con suo padre,  e mi ha raccontato di una passione che voi avete sin da piccola.”
Allie sembra non capire, infatti domanda “nulla di cui io non ti avessi già parlato?”

“Al contrario, signorina”.
Niall si posiziona con la schiena rivolta verso Allie, prima di girarsi e scoprire un dipinto su tela, rappresentante una danzatrice intenta a sistemare il suo costume.

“O mio dio, è, semplicemente fantastico! Dove l’hai preso?”
Esulta felice la ragazza.

“Ho chiesto un piccolo favore ad un mio amico, sta facendo un corso di arte. Le piace?”  Chiede contento.
 “Grazie Niall, è un regalo stupendo.”

“Questo e altro per una ragazza come lei.” Il giovane sorride, prima di avvicinarsi pericolosamente alla porta della ragazza, e posizionare il quadro li vicino.

“Ti voglio bene Nialler.” Sussurra Allie prima che il ragazzo possa allontanarsi.
A quel punto Niall si ferma, e avvicina il viso alla serratura della porta.

“Posso?” Chiede cercando di intravedere la giovane.
“No! Niall no!”
Ma non fa in tempo, perché questa si affretta a coprire la sua visuale con le mani.
 
 
 



Spazio Autrice.
Certo, non sono proprio brava a creare la suspense, ma manco per niente eh.
Vabbè, mi accontento di avervi presentato un capitolo lungo quattro pagine di word (un record per i miei standard), e che sia mezzo decente.
No serio, mi piace. E me ne compiaccio, dato che in questo momento dovrei studiare spagnolo.
Allora, una cosa che mi sono dimenticata di scrivere nello scorso spazio autrice, anche se non penso sia di notevole importanza. Per scrivere questa fan fiction mi sto ispirando al film “La migliore offerta”.
Se vi capita di guardare il film, non c’entra molto con la mia storia, anzi, è parecchio diversa, però mi sono fatta ispirare dal fatto che la protagonista fosse agorafobica J.
Poi, in questo capitolo c’è l’apparizione di Nialler! Amo il suo personaggio aw. Per Louis dobbiamo ancora aspettare, il secondo o terzo capitolo, ma non preoccupatevi perché arriva anche lui J
Infine, vorrei ringraziare coloro che hanno speso tempo a leggere il prologo, che hanno favorito e messo tra i preferiti, ma soprattutto coloro che hanno recensito. Davvero, non sapete quanto io vi sia grata.
Vorrei anche rispondere ad una particolare recensione, che definiva la storia un po’ “complicata da capire”.
Lo so, è possibile che magari qualcosa non si capisca perché io ho una maniera di scrivere di cacca, però sinceramente preferisco scrivere in un modo un po’ più aulico  e meno confidenziale.
Detto questo, spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Ci terrei a ricevere delle recensioni, anche se avete delle critiche e per farmi sapere cosa ne pensate.
Per qualsiasi dubbio, domanda ecc, potete contattarmi qui, o su twitter, (@ehynewdirection).
Un bacio (:

ps. Il titolo è preso dalla canzone “Ehy Jude” dei Beatles. 
  
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