Fanfic su artisti musicali > Sleeping with Sirens
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Autore: SeelLith    10/10/2013    3 recensioni
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. I'm scared to get closer and I hate being alone
 

Rileggo quelle parole una, due, tre volte. E non mi conviscono del tutto. Il ritornello non è bello come il resto della canzone. Sì, devo ammettere che ci sa fare con le parole.
Mi guardo un po’ intorno e afferro la matita appoggiata sul tavolo e mi metto a modificare il ritornello.
-Ehy, sei impazzito!? Che stai facendo!?- esclama Vic seccato. Lo zittisco con un gesto della mano e si calma.
Poso la matita e ammiro soddisfatto la modifica che la brillante mente ha partorito.
Porgo il foglio a Vic e lui mi guarda scettico. Dio, Vic, non ti fidi di me? Oh, certo che no.
Legge velocemente e poi posa il foglio sul tavolo e si mette a fissare il soffitto canticchiando una melodia.
vedo comparire sul suo volto un curva che sembra un sorriso, ma non ne sono sicuro.
-Mi piace, suona meglio.- dice secco, senza un minimo di gratitudine.
-Lo so che suona meglio.- rispondo atteggiandomi e facendo finta di sapere la melodia della canzone anche se non ho la minima idea di come sia.
Vic ride nervosamente e scuote la testa.
-Sei il solito modesto. Non sei cambiato affatto, sai?- Risponde lui sorridendomi.
-Anche tu non sei cambiato: sei sempre il solito stronzo di tempo fa.- esclamo freddo come il ghiaccio, fissandolo in quei occhi marroni che mi facevano perdere la testa, che mi facevano dimenticare tutto.
Restiamo a fissarci per un po’. Poi decido di uscire, sto iniziando ad avvertire della tensione.
-Penso che andrò in Hotel a riposarmi. Domani sarà una giornataccia.- trovo la prima scusa per andarmene.
Lui annuisce e mi apre la porta.
Saluto Mike, Tony e Jaime, i quali mi informano dell’Hotel in cui avrei alloggiato. Il taxi arriva e io me ne vado.
Arrivo in camera. E’ molto bella e luminosa, è un posto rilassante, proprio quello di cui avevo bisogno.
Disfo le valige e mi butto sul letto. E’ comodissimo, a differenza di quello di casa, sembra di stare su una nuvola.
Prendo il cellulare dalla tasca. Devo chiamare Katelynne, devo spiegarle tutto.
Compongo il numero frettolosamente.
-Pronto?- mi risponde.
-ehy, tesoro, sono in Hotel.- rispondo dolcemente.
-Oh, bene! Com’è andata con Carl?- risponde altrettanto dolcemente.
-Niente Carl. Mi sono venuti a prendere all’aereoporto i Pierce the veil…- annuncio quasi sottovoce.
-Oh… e… Come è andata?- Chiede sorpresa.
-Non male, davvero. Non ho avuto grandi problemi…- rispondo incerto.
-e con Victor?- chiede lei piuttosto preoccupata.
-Non è andata poi tanto male. Non ci parliamo. Oggi abbiamo scambiato quattro chiacchere sul fatto che lui è uno stronzo e che io sono più bravo a scrivere canzoni, ma non è andata male.- Dico cercando di rassicurarla.
-Oh, bene, sono felice che tu non stia male o cose così. Allora, hai deciso di accettare?- Mi chiede Kate, con tono sollevato dopo la mia affermazione.
-Sì, ho accettato. Insomma, pensa quanto diventeremo famosi io e i ragazzi!- dico esaltato.
-Se lo dici tu!- risponde lei sarcastica. Scoppio a ridere, a differenza di Vic, Kate adora la mia risata.
-Mi mancate già.- rispondo con un tocco di malinconia nel tono.
-anche tu ci manchi.- Risponde Katelynne. E’ incredibile quanto vorrei sentire i gridolini casuali di Copeland in questo momento. Mi sento tanto solo, forse perché mi ero abituato all’idea di avere una famiglia e di dovermi scordare, almeno per un po’, le uscite con gli amici e cagate varie. E’ da un po’ di tempo che non me ne sto per i fatti miei e la cosa non mi dispiace, sinceramente. Preferisco di gran lunga stare con delle persone, invece di stare da solo. Forse perché stando da solo penso sempre a cose brutte. Mi viene naturale e non mi piace.
Quando sto da solo penso che sia perché tutti si siano stancati di me e mi abbiano abbandonato. Beh, come è già successo più volte. Una più dolorosa dell’altra, ma fortunatamente c’era sempre qualcuno pronto a tirarmi su di morale: quando incontrai per la prima volta i miei compagni di band, ero molto solo e triste, ma poi mi hanno fatto vedere la parte divertente della vita.
E così è successo con Vic. E’ incredibile come la cosa migliore che mi sia mai successa nella vita sia diventata la peggiore nel giro di qualche ora… Poi è arrivata Katelynne e da lì tutto è ricominciato. Come se fossi rinato. Lei è perfetta, sia fisicamente sia caratterialmente. Mi chiedo come cavolo le sia saltato di mettersi insieme ad uno come me. Insomma, non sono capace nemmeno a rifare un letto! Deve proprio amarmi alla follia per non essere ancora scappata urlando.
Mi alzo dal letto e guardo l’ora sull’orologio appoggiato sopra il comodino: sono le 18.14.
Quanto cazzo sono stato steso su questo letto senza fare niente? Bah.
Sento qualcuno bussare alla porta e mi alzo di scatto, quasi spaventato. Resto fermo vicino al letto, mentre continuano a bussare alla porta. Mi do uno scossone e afferro la maniglia ed apro la porta.
-Oh.- esclamo sorpreso sgranando gli occhi.
-Ehm. Ti… Ti andrebbe di venire a fare un giro con noi?- Mi chiede Vic freddo. Avverto il suo imbarazzo.
Mi sporgo leggermente fuori dalla porta e vedo Jaime, Mike e Tony in fondo al corridoio intenti a parlare.
Mi ritraggo e fisso Vic. Non voglio stare con lui per troppo, potrebbe succedere qualcosa di spiacevole. Ma poi ripenso a tutte le cose che ho detto sul fatto di stare da solo. E devo ammettere che anche se è Vic, colui che ho odiato, e continuo ad odiare, per tutto questo tempo, non voglio che se ne vada di nuovo.
-Okay, aspetta che prendo il telefono.- Dico non troppo convinto.
Lui annuisce e si avvia verso la fine del corridoio.
Vedo gli altri accogliermi con un grande sorriso, specialmente Mike che, in seguito, da una pacchetta sulla spalla di suo fratello, il quale sbuffa pesantemente. Che. Stronzo.
Scendiamo al piano terra e ci dirigiamo, a piedi, verso non si sa dove.
Entriamo in un bar un po’ mal ridotto ed ordiniamo cinque birre grandi, che dico? Enormi.
Effettivamente è quello di cui ho bisogno: ho bisogno di rilassarmi, di staccare la spina fino a domani.
Iniziamo a bere come cammelli e, in poco tempo, perdiamo le staffe.
Continuo a ridere, non so bene, per quale motivo, ma è divertente.
-Allora, Kells, dicci un po’ che ne hai fatto della tua vita da persona normale.- Mi chiede Jaime, portandosi il boccale di birra alla bocca.
-Nulla di particolare, sono sempre impegnato con la band.- Dico non prestando attenzione alle mie parole.
Jaime alza gli occhi al cielo: -Intendevo, ce l’hai la ragazza?- Mi chiede con sguardo malizioso.
-No, caro e comunque tu non sei sulla lista.- Rispondo bevendo un sorso di birra. Jaime scoppia a ridere, tirando un pugno sulla spalla di Tony, il quale stava dormendo allegramente con la testa sul bancone del bar.
-E io si, Kells?- Mi chiede Vic, sorridendo lievemente.
La birra mi va di traverso.
Solo in questo momento mi rendo conto della colossale cazzata che ho detto: “No, non ce l’ho la ragazza.” Complimenti, Kellin.
-Vic, insomma, io…- Mike per fortuna mi salva la pelle fingendo (almeno spero) un conato di vomito.
-Forse è il caso se ce ne andiamo.- Esclama Jaime. Tutti annuiamo e ci dirigiamo all’uscita.
Arriviamo all’albergo. Saluto tutti e salgo in camera.
Sono distrutto.
Mi butto sul letto e, velocemente, mi ritrovo nel mondo dei sogni.

 
  
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