01. Nuova
matricola
Batté
tre volte le nocche della mano destra nulla
porta. Poi aspettò.
La maniglia
d’ottone si abbassò mentre la porta
ruotava docile sui cardini ben oliati.
- Prego,
accomodati - le disse qualcuno da dentro
la stanza.
La ragazza
varcò la soglia della presidenza con
sentimenti che oscillavano dal cauto all’entusiasta. La
stanza era enorme e ben
arredata, nonostante una mobilia semplice ed essenziale, quasi
spartana. Le
enormi vetrate dietro la scrivania lasciavano entrare una luce
abbagliante che
si rifletteva sulle lucide superfici dei mobili e del pavimento di
marmo.
- Siediti -
ordinò la voce che prima l’aveva
invitata ad entrare. La giovane si voltò e solo allora vide
il proprietario
della voce; si affrettò ad obbedire e si sedette su una
sedia.
L’uomo
invece fece il giro della lunga scrivania
bianca e vi si sedette dietro, poi si sporse verso la ragazza e le tese
la
mano.
- Gael
Chishiki - si presentò l’uomo, - preside
del Garden di Balamb, Generale di Stato Maggiore. Suppongo tu sia Sati
Kalidash.
La ragazza
annuì decisa, stringendo la mano al
preside. - Sì, Sati… Io sono Sati.
I due rimasero
in silenzio per qualche secondo,
scrutandosi a vicenda. Lei di certo non si era aspettata un preside
così
giovane, quanti anni avrà avuto? Non gliene avrebbe dati
più di trentacinque ma
era anche possibile che dimostrasse meno anni di quelli che aveva in
realtà.
Distolse lo sguardo, imbarazzata.
Da parte sua
Chishiki la stava sottoponendo ad
un’analisi ben differente. Era già al corrente
della sua età, diciassette anni,
e dei suoi dati anagrafici di conseguenza non aveva bisogno di tirare
ad
indovinare. L’aspetto di Sati non gli diceva nulla di
particolare, una cascata
di capelli castani striati d’oro, due enormi occhi turchesi e
le labbra piegate
in un perfetto sorriso di circostanza. Indossava degli short in jeans e
una
canotta di cotone. Non aveva gioielli o ninnoli addosso, a parte un
medaglione
di metallo rosso e argento che s’intrecciava creando uno
strano disegno. L’uomo
continuò ad osservare la ragazza: era abbastanza minuta, la
sua scheda diceva
che la sua altezza attuale era di 163 centimetri, ma notò le
protuberanze sode
delle sue braccia laddove si erano sviluppati i muscoli.
Chishiki si
tolse gli occhiali e li pulì
lentamente su un panno, poi li indossò di nuovo.
- Vedi Sati,
il motivo per il quale ti ho fatto
venire qui è per spiegarti che tu rappresenti
un’eccezione - cominciò senza
preamboli. - Di solito il limite massimo d’età per
diventare matricole è quattordici
anni, sebbene successivamente sia comunque possibile sostenere
l’esame come
esterno, ma hai avuto delle raccomandazioni molto importanti ed
è questo,
soprattutto, che mi ha spinto ad accettarti come matricola del Garden:
non
dimenticarlo. Per il momento ritieniti fortunata, poi starà
a te essere in
grado di rimanere qui fino al diploma.
- Naturalmente
- concordò Sati chinando la testa,
parlando per la seconda volta da quando era entrata in presidenza.
- Sentiamo,
perché hai voluto a tutti i costi
entrare nel Garden di Balamb? - domandò Chishiki appoggiando
i gomiti sulla
scrivania.
- Ho ritenuto
fosse il modo migliore per ampliare
le mie conoscenze in ambito militare e strategico, inoltre tra tutti i
Garden
di Balamb, Galbadia e Trabia questo mi è stato indicato come
il migliore.
L’uomo
annuì, riuscendo a celare malamente un
sorriso di compiacimento per le parole della giovane.
- Bene -
premette un pulsante verde sul citofono
e chiamò in presidenza un’insegnante. - Per quanto
riguarda l’arma immagino tu
ne possegga già una, o forse desideri averne una in
dotazione dalla scuola?
- No, posseggo
già un’arma.
- Perfetto! Di
che tipo è? Per scontri
ravvicinati o un’arma da fuoco.
- Scontri
ravvicinati.
- Oh, una
spada? - domandò il preside
interessato.
- No, no,
è un’asta - la ragazza scosse la testa
sorridendo, mentre i suoi lunghi capelli castano e oro ondeggiavano
avanti e
indietro.
-
Un’asta? - replicò l’uomo perplesso e un
po’
deluso. L’asta era una delle armi meno potenti sia a livello
offensivo e difensivo
dopo il regolo.
-
Sì ma non faccia quella faccia… -
pigolò Sati
arrossendo.
- Potresti
mostrarmela? - chiese Chishiki con un
vago gesto del braccio. - Immagino si trovi ad un livello
avanzato…
- E’
all’ultimo livello! - rispose la ragazza
alzandosi in piedi. Con un gesto unico portò le mani davanti
a sé, all’altezza
delle spalle, con le palme rivolte verso l’alto ed
invocò l’arma. Dopo un
secondo la stringeva tra le dita. Quella era effettivamente
un’asta, ma alle
sue due estremità scintillavano sotto la luce del sole due
lame azzurre,
perfettamente identiche, che sembravano fatte di ghiaccio. Emettevano
la stessa
aura della leggendaria Lion Heart.
- Che razza di
asta è questa? - boccheggiò
Chishiki alzandosi in piedi.
- Si chiama
Divine Angel - rispose immediatamente
la ragazza. - Le due lame sono state create con una tecnica molto
antica che
cristallizza il ghiaccio rendendolo più duro del diamante.
- Beh,
non c’è che dire - esclamò
l’uomo allargando le braccia. - Sono piacevolmente
impressionato. Se…
Venne
interrotto dal delicato bussare alla porta.
-
Sì?
- domandò allora.
- Sono
Hayley, preside - disse una donna aprendo uno spiraglio. - E’
occupato?
Preferisce che passi più tardi?
-
Nient’affatto, prego entra.
La
donna si chiuse la porta alle spalle e raggiunse con passo deciso la
scrivania
del preside. Rimase in attesa.
- Sati,
questa è la professoressa Nolee Hayley. E’
l’insegnante del tuo anno. -
presentò Chishiki. Hayley, lei è la nostra nuova
studentessa: Sati Kalidash.
Le
labbra della donna si allargarono in un sorriso solare. Tese subito la
mano
alla ragazza che la strinse senza quel timore riverenziale che gli
aveva
suscitato il preside.
- La
professoressa ti accompagnerà nella tua stanza
la… - sbirciò in una cartella -
338. Sei fortunata, sarà l’ultima stanza
disponibile per un bel po’ di tempo.
Beh, lo sarebbe stata se non fossi arrivata tu! Prima passate
nell’atrio a
prendere le tue valige.
Sati
ringraziò il preside e si diresse verso la porta, aspettando
che la
professoressa Hayley la seguisse. La donna però si
avvicinò ancora al preside
con aria piuttosto imbarazzata.
-
Signore… - disse, aspettando di avere il permesso di parlare.
-
Sì,
cosa c’è, Hayley? - domandò Chishiki
con aria interrogativa.
-
Deve…deve esserci stato un errore…
emh… da qualche parte.
- Cosa
vorresti dire?
La
professoressa si voltò verso Sati con un sorriso di scuse,
poi spiegò: - La
stanza è una stanza doppia e…
-
…e?
- Beh
il coinquilino è Sway, preside.
-
Come? Com’è potuta accadere una cosa simile? -
esplose Chishiki sbattendo le
mani chiuse a pugno sul tavolo.
- Non
lo so! Dev’essere stato un errore burocratico…
- Non
ci sono altre stanze libere? Non è possibile liberarne una,
magari con qualche
spostamento…
- No
signore. Siamo al completo.
Hayley
e Chishiki si fissarono in un misto d’imbarazzo e impotenza,
alla fine fu il
preside a rivolgersi a Sati.
- Devo
porgerti le mie scuse, a quanto pare c’è stata
questa piccola complicazione. In
realtà le soluzioni sono due… puoi dividere la
stanza con Sway, un ragazzo molto
tranquillo e diligente naturalmente, oppure potresti alloggiare in un
albergo
di Balamb fino…fino a quando non si libererà una
stanza però…
- No,
non si preoccupi - rassicurò immediatamente Sati con un
sorriso cordiale. - Non
ci saranno problemi a condividere la stanza con questo ragazzo. Non mi
permetterei mai di arrecare un così gravoso fastidio al
Garden.
Il
preside sorrise a sua volta, compiaciuto. - Molto bene, ti ringrazio.
Adesso
Hayley ti accompagnerà nella tua stanza.