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Autore: Do_Not_Touch_My_Patria    18/10/2013    4 recensioni
E' cosa rara che un Angelo Custode si innamori del proprio protetto, ma ogni volta che una simile condizione si è verificata le conclusioni non sono mai state rosee e felici.
Jehan, giovane Angelo Custode, ha fatto del suo meglio per ignorare il sentimento che prova nei confronti del solare Courfeyrac, ma adesso l'opportunità di scendere sulla Terra per potergli parlare, per poterlo sfiorare, si è fatta più vicina che mai.
Riuscirà Jehan, con l'aiuto di un demone dalle oscure intenzioni, a far sì che il suo protetto pronunci le fatidiche parole "ti amo", o il suo sentimento finirà per condurlo alla rovina?
Questo e molto altro ancora nell'ultima titanica fatica di Do_Not_Touch_My_Patria!
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II~












Un piacevole calore invase il corpo di Jehan, e piano piano diventava sempre più forte. Lentamente aprì gli occhi, combattendo contro una forte luce che non riusciva a riconoscere. Sbattè un paio di volte le palpebre prima di riuscire a mettere a fuoco quello gli stava davanti.
Un caminetto? Eppure era più che sicuro che nel parco non vi fossero caminetti. Abbassò lo sguardo e notò che non vi era erba sotto di se, bensì un comodo divanetto e soprattutto era avvolto da coperte.
Si alzò leggermente guardandosi intorno.
Era in una stanzina piena di tavoli e sedie ma non sembrava ci fosse nessun altro. Come diamine c’era arrivato in quel luogo? L’ultima cosa che ricordava di quella sera era il freddo pungente e la pioggia che era iniziata a cadere.
Il suo flusso di pensieri venne però interrotto da una voce che conosceva più che bene.
–Ehy, ti sei svegliato! Come ti senti?-.
Jehan rimase immobile per una frazione di secondo per poi voltarsi verso Courfeyrac che stava in piedi davanti a lui.
-Io e il mio amico dell’altra volta ti abbiamo trovato al parco seduto sotto un albero. Non ti svegliavi così ti abbiamo portato qui, un nostro amico studia medicina, ti abbiamo affidato alle sue cure.- affermò con un enorme sorriso dipinto sulle labbra.
Jehan boccheggiò un paio di volte prima di riuscire a formulare un pensiero compiuto.
 –Sto bene, credo. Io… Grazie. – sussurrò, afferrando le coperte e tirandosele leggermente più su. Solo in quel momento si rese conto che era senza vestiti, le gote si tinsero di rosso, mentre tentava di coprirsi al meglio.
Courfeyrac si sedette al suo fianco continuando a sorridere.
–Abbiamo dovuto toglierti i vestiti perché erano fradici, ora comunque dovrebbero essere asciutti. Sei rimasto privo di sensi per un bel po’- disse, indicando gli indumenti al ragazzo con un cenno del capo.
-Posso sapere il tuo nome? Io sono Courfeyrac! – gli tese la mano puntando i gli occhi in quelli dell’angelo.
Dio, erano meravigliosi. Courfeyrac ancora non riusciva a capire se fossero verdi o azzurri, cambiavano a seconda della luce.
L’angelo afferrò la mano che l’altro gli tendeva e la strinse appena.
 –Io sono Jehan… Solo Jehan-.
Jehan, perché aveva il sentore di conoscere già questo nome? Tutto nel ragazzo che gli stava davanti gli ricordava qualcosa, ma non sapeva dire propriamente che cosa.
Il moro ritrasse la mano poggiandola sul proprio ginocchio.
 –Come mai eri lì fuori con questo tempo? Saresti dovuto andare a casa…- sussurrò tentando di ricatturare lo sguardo di Jehan che a quella domanda l’aveva abbassato immediatamente.
L’angelo si fece leggermente prendere dal panico. Che cosa doveva rispondergli adesso? Non poteva mica dirgli la verità…
-Ecco, io non ho una casa… diciamo che l’ho dovuta abbandonare per colpa di una persona…-. Beh, non era propriamente una bugia.
Courfeyrac sgranò gli occhi a quella confessione.
–Da quanto tempo sei sulla strada?- domanda con un tono di voce chiaramente preoccupato.
-Due giorni, più o meno…- il tono di voce di Jehan è talmente basso che l’altro ragazzo è costretto ad avvicinarsi un po’ per riuscire a capirlo completamente.
Due giorni. Questo vuol dire che il giorno in cui l’ha incontrato per la prima volta era lo stesso in cui era scappato di casa. Se solo fosse rimasto un po’ di più con lui forse l’avrebbe scoperto subito e gli avrebbe evitato quelle due notti al gelo.
Era la prima volta che Courfeyrac si sentiva direttamente colpevole per una cosa successa ad uno sconosciuto. Che poi nemmeno era colpa sua, insomma. Eppure la fragilità e la purezza di quel ragazzo gli erano entrate nel cuore con una facilità impressionante, e ora non poteva mica lasciarlo su una strada.
Courfeyrac allungò una mano e la posò tra i capelli di Jehan, esattamente come aveva fatto quella mattina sulla panchina.
–Puoi venire a stare da me per un po’, se vuoi.-
Probabilmente se Enjolras o Combeferre fossero stati lì lo avrebbero preso da parte e gli avrebbero gridato dietro le peggior cose. Insomma, un ragazzo sano di mente non inviterebbe mai uno sconosciuto a vivere con lui, in tutti i casi. Eppure il Centro sapeva di potersi fidare completamente di quel ragazzo, glielo leggeva negli occhi che era una brava persona.
Jehan alzò di scatto la testa, tornando finalmente ad incontrare quegli occhi cioccolato.
–Come? P-posso, davvero?- e se nella mente di Courfeyrac era anche solo passata di striscio l’idea di ritirare quella proposta, la luce che vide nello sguardo di Jehan bastarono a cancellarla completamente.
-Certo! Dico, non sarai un assassino spero! Io e i miei amici ti aiuteremo a trovare una sistemazione, non preoccuparti.- Il tono di voce allegro che aveva usato nella prima parte di frase si addolcì drasticamente quando arrivò alla fine.
L’avrebbero aiutato sicuramente.
Il cuore di Jehan prese a martellare nel petto ad una velocità impressionante. Courfeyrac gli aveva chiesto di andare a vivere insieme, non ci poteva credere. 
Con tutte le poche forze che gli erano rimaste si gettò in avanti, andando a stringere le braccia intorno al collo dell’altro ragazzo, ringraziandolo ripetutamente.
Courfeyrac scoppiò a ridere e ricambiò la stretta, donandogli qualche pacca sulle spalle nude.
-Ti avviso però, è un po’ piccola casa mia, dovremmo stringerci!-
Jehan nemmeno sentì le sue parole, troppo felice anche solo per pensare. Fu però costretto a rompere l’abbraccio per via di un giramento di testa decisamente troppo forte. Tornò a sedersi normalmente portandosi una mano alla fronte.
Lo sguardo allegro del moro tornò a farsi preoccupato.
–Jehan, tutto bene?-
Fu il suo stomaco a rispondere per lui. Quel rumore simile al tuono tornò a farsi sentire e l’angelo si guardo terrorizzato non capendo di nuovo cosa diamine stesse succedendo.
La voce di Courfeyrac lo riportò con i piedi per terra.
-Da quanto tempo non mangi?-
Da sempre, lui non ha mai mangiato. Ecco un’altra domanda a cui non avrebbe potuto rispondere sinceramente. Mentire per un angelo era come trovare un demone sincero.
 –Ah… Ehm, da un po’… - rispose con un sorrisetto imbarazzato, mentre le gote tornavano a tingersi di un tenero rossore.
Jehan rimase a fissare il moro mentre rideva.
Da vicino era se possibile ancora più bello di quanto non fosse visto dal cielo.
Lo osservò mentre abbandonava il divanetto e andava a frugare all’interno di una borsa, afferrando poi i suoi vestiti mentre tornava indietro.
Insieme al grande maglione e ai jeans chiari gli lanciò in grembo un pacchetto di biscotti.
–Mi spiace, non ho altro con me, ma se ti vesti andiamo a sgranocchiare un boccone da qualche parte!-
Jehan fissò le cose che il ragazzo gli aveva lanciato, poi afferrò i biscotti e se li divorò in un sol boccone.
Bene, dopo questo poteva decisamente dire che mangiare gli piaceva. E anche i biscotti, soprattutto i biscotti.

Quando uscirono dal Musain erano quasi le undici di sera. Jehan era stretto nel suo maglione e Courfeyrac accanto a lui lo guardava con aria curiosa.
Era strano quel ragazzo. A cominciare dagli occhi di quel colore meraviglioso, tremendamente innocenti ma che sembracano nascondere un Mondo, poi quei capelli di un biondo rossatro che parevano morbidi come seta, mollemente abbandonati su una spalla, con alcuni ciuffi a contornargli il viso pallido. Per non parlare di quel maglione di almeno due taglie più grosso che lo faceva ancora più minuto di quanto già non fosse. Continuò a fissarlo in silenzio per un paio di minuti mentre percorrevano le strade deserte di una Parigi notturna quasi alle soglie dell’inverno. Aveva una grazia inumana, il modo in cui camminava non sembrava appartenere ad un ragazzo di vent’anni, sembrava quasi che stesse calpestando un piano di cristallo, le lunghe dita affusolate che tentavano di trovare un po’ di calore rifugiandosi all’interno delle lunghe maniche del maglione e quel sorriso dolce costantemente dipinto sulle labbra.
Come faceva ad essere così tranquillo e felice nella situazione in cui si trovava?
I pensieri del moro vennero interrotti quando i propri occhi incontrarono quelli di Jehan che si era accorto di quello sguardo insistente che lo stava fissando. Courfeyrac notò le gote leggermente arrossate e non riuscì a trattenere un sorriso.
L’angelo abbassà il viso istantaneamente sperando che i capelli potessero in qualche modo farlo sparire.
Nonostante si conoscessero da solo poche ore Courfeyrac, nel vedere quella “fuga” imbarazzata, provò l’irrefrenabile impulso di abbracciarlo o semplicemente di stringere quella manina infreddolita nella sua. Si morse un labbro per trattenere quell’impulso, infilando le proprie mani in tasca.
-Cosa vorresti mangiare?- domandò nel tentativo di rompere quel silenzio imbarazzante  che era caduto tra di loro.
Jehan sembrò pensarci un po’ su. Cosa poteva voler mangiare dato che prima di allora non ne aveva mai avuto bisogno? Cercò di pensare a qualcosa, qualsiasi cosa giusto per non sembrare propriamente un idiota ritardato.
Poi l’illuminazione.
-Andiamo a mangiare un Hambrugghe!- Sapeva che Courfeyrac ne andava ghiotto, ma l’enorme sorriso che gli si era dipinto sulle labbra sparì nell’esatto momento in cui il suo sguardo incontrò il volto del moro. Courfeyrac lo stava guardando come se fosse stato un alieno. Gli occhi spalancati, le sopracciglia inarcate verso l’alto e la bocca leggermente aperta in segno di stupore.
Il panico lo colse. Cosa aveva fatto? Aveva forse detto qualcosa di sbagliato? Che la sua memoria gli avesse giocato un brutto scherzo e in realtà avesse pesantemente insultato il ragazzo che amava?
Poi un terribile pensiero gli apparse nella mente, non è che gli erano riappase le ali o l’aureola? Con la coda dell’occhio si guadò le spalle e niente, tutto regolare.
Sentì l’improvviso impulso di scappare o di sotterrarsi, quando una risata cristallina lo riportò sulla terra. Courfeyrac, rimasto qualche passo indietro rispetto a lui, era piegato in due e con le lacrime agli occhi per via delle troppe risate.
Jehan non capiva il motivo di tutte quelle risa, si avvicinò lentamente al moro, cercando in tutti i modi di nascondere il tremendo imbarazzo.
– C-cosa…? Io…- Non sapeva nemmeno cosa dire.
Courfeyrac si asciugò le lacrime che gli offuscavano la vista tentando di calmarsi, quel poco che bastava per riuscire a parlare.
-Ti conosco da poche ore e già ti adoro. Sei unico!-.
Jehan arrossì di botto, ma questa volta non per imbarazzo. Nuovamente i suoi capelli tornarono a coprirgli il viso, mentre sentiva le orecchie andare letteralmente a fuoco.
Sentiva le budella ingarbugliarsi e la testa farsi improvvisamente leggera. Poteva il suo cuore battere più velocemente? No, probabilmente no.
Riprese a camminare sperando che l’aria fredda della sera riuscisse a fargli passare quel calore improvviso che lo aveva colto, o per lo meno riuscisse in qualche modo a farlo tornare di un colore umano e non rosso scarlatto. Courfeyrac fu costretto ad accelerare il passo per riuscire a raggiungerlo.
–Ehy, non ti sarai offeso vero? Non era mia intenzione…- disse non appena fu al suo fianco, poggiando una mano sul suo braccio.
Jehan sobbalzò appena per quel contatto ma si voltò verso il ragazzo sorridendo.
–N-no, ecco, io… Mi spiace aver detto qualcosa di sbagliato… Non sono molto pratico di… Mh… queste cose, ecco…- si mise a giocherellare nervosamente con una ciocca di capelli, sapendo di aver fatto la sua prima figuraccia con Courfeyrac.
Il moro rimase a fissarlo per qualche attimo, non riuscendo a capire. No, non capiva. Da dove veniva quel ragazzo da non conoscere nemmeno un Hamburger? Era misterioso, e per Courfeyrac che era famoso per riuscire a farsi sempre i fatti degli altri era una cosa che non gli andava giù. Jehan lo incuriosiva terribilmente, voleva sapere tutto di lui. Tutto.
Sospirò appena impostandosi questo nuovo obiettivo come sua unica ragione di vita. Avrebbe imparato a conoscere quel ragazzo dagli occhi meravigliosi.

Jehan addentò il suo hamburger e subito una miriade di sapori esplosero nella sua bocca. Non seppe dire immediatamente se gli piacquero o meno, era… strano. Nuovo. Diede un altro morso, questa volta masticando più lentamente, nel tentativo di capire il contenuto di quello strano panino farcito con mille cose. Tentativo inutile, e forse fu meglio così.
Courfeyrac finì ben presto la sua cena, mentre Jehan voleva assaporarsi quel suo primo pasto per fare in modo di non dimenticarlo mai.
Passarono quasi un’ora seduti a quel tavolino a parlare del più e del meno come amici di vecchia data.
Jehan era felice come mai in vita sua era stato. Adorava sentir parlare Courfeyrac, lo faceva ridere e spesso si perdeva in quegli occhi cioccolato e, senza che se ne rendesse conto, un dolce sorriso spuntava tutte le volte sulle sue labbra.
Ancora non poteva credere di essere seduto davanti al suo protetto a parlare e scherzare.
Se gli Angeli avessero potuto sognare Jehan avrebbe giurato che quello che stava accadendo non era assolutamente reale, eppure era lì.















 
Note:

Rieccoci qui!!!!
Oddio, voglio Jehan. Qualcuno me ne procuri uno, perchè sento di averne un bisogno fisico.
Ma quanto è dolce quel ragazzo? E quanto è tenero Courf? Avventato oltre ogni dire, visto che avrebbe anche potuto portarsi in casa un assassino, ma dai... è Jehan! Come si fa a dire di no a quegli occhioni?
Infatti ecco che il destino dei nostri eroi si intreccia ancor più saldamente.
Personalmente se fossi appena arrivata sulla Terra non assaggerei un Hamburger come prima cosa, ma ci si deve accontentare, specialmente se il proprio protetto è uno come Courfeyrac che vive di cibo-spazzatura...
Povero Jehan, prevedo tempi duri per lui! xD Ma tanto la gioia di essere al fianco del suo amore gli tiene alto il morale, no? ~ <3
Quindi Courf ha ufficialmente invitato Jehan a stare da lui.
Ma che fortuna!
Ora bisogna solo vedere se il nostro caro angioletto saprà approfittarne... ~
Grazie mille come sempre a chi legge/segue/recensisce blablabla, siete fantastici! <3

Au revoir et Vive la France!
Ame&Koori
 
  
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