Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Lady Liv    21/10/2013    1 recensioni
Ciao a tutti! :D Questa è al prima volta che pubblico, spero venga fuori qualcosa di buono! Dunque, la storia è questa: parla di una ragazza, una principessa, di nome Adelle che sta per sposarsi con un uomo che ha visto solo una volta ma di cui è convinta di essere innamorata. Ma scoprirà ben presto e a proprie spese che non solo che si è innamorata solo dell'idea che si è fatta di questa persona, ma che potrebeb persino essere innamorata di un altro... e cosa succederebbe se la principessa dell'intera galassia si innamorasse del proprio sarto squattrinato? Sarebbe uno scandalo! Riuscirà Elle a rinnegare la propria vita precedente, passata a cercare di compiacere il regno e sua madre, la gelida e intransigente regina Tullia? E soprattutto, questa volta l'amore è quello vero o è ancora tutta un'illusione? Scopritelo leggendo! Spero tanto che vi piaccia, grazie mille comunque! :)
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

 

CAPITOLO 1

Innamorata

 

 

 

La tenda di seta aggrappata davanti al terrazzo del castello volteggia piano indisturbata, simile ad un'ala di libellula, lasciando filtrare la luce del primo mattino, fresco di cielo azzurro e caldo di sole.

Tutto sarebbe immerso nel silenzio più assoluto se non fosse per il cinguettio soave dei pettirossi, finchè una voce non squarcia l'aria primaverile. -Principessa Adelle! Principessa Adelle!- chiama la voce. La curiosità e i battiti insistenti del mio cuore, – che si è messo a galoppare come se volesse vincere il campionato mondiale d'ippica – mi spingono ad avvicinarmi alla tenda per scostarla. Il terrazzo brilla di rugiada e le colline erbose si stendono ai miei piedi giù in basso insieme ai monti coperti di folta vegetazione.

Mi affaccio dal davanzale del mio terrazzo e vedo un giovane bruno con magnifici occhi celesti. È vestito con una larga camicia bianca e un paio di alti stivali di cuoio. Sul capo porta un ingombrante cappello di velluto con una piuma svolazzante che in altre circostanze avrei trovato ridicola, ma ora mi spinge ad assumere un'espressione beata. Lord Tradeshire!

-Scendete presto, orsù, madamiselle! Non mi fate stare in pena un altro straziante istante e colmate il vuoto della vostra assenza!

-Scendo immediatamente, mio prode salvatore, mia anima gemella!- cinguetto. -E calandomi da questo impervio e fiero terrazzo, vi dimostro il mio coraggio infinito!- esclamo tenendomi melensa una mano sul cuore. Detto questo mi arrampico senza il minimo sforzo sul davanzale e mi butto giù senza esitazione. In circostnaze normali mi sarei felicemente spiaccicata per terra, ma miracolosamente precipito esattamente tra le braccia del giovane, che mi dice: -Tesoro caro, ora niente potrà più dividerci!

Le sue labbra si avvicinano sempre di più alle mie e chiudo gli occhi già immersa in quel bacio, quando lui assume improvvisamente la voce della mia bambinaia Louise.

-Insomma, principessa, quante volte vi devo pregare di svegliarvi?- gracchia.

-Come dite, prego?- sbotto esterefatta.

-Ho detto che vi amo immensamente, mia dolce fanciulla!- dichiara solennemente Lord Tradeshire con la sua propria voce. Con un profondo respiro di sollievo mi calmo: evidentemente ho sentito male. Ed ecco che un'altra volta le nostre labbra stanno per unirsi quando il giovane esclama di nuovo: -Altezza, per l'amor del cielo, svegliatevi!

Balzo all'indietro e per poco non cado dalle braccia del mio cavaliere. -Gentil giovinotto, potreste farmi la cortesia di ripetere?- domando amabilmente respingendo lo sconcerto.

Ma questa volta lui non recupera la sua voce, anzi: si mette a sbraitare simile in modo inquietante a Louise. E... orrore degli orrori! Gli è spuntato pure il nasone della bambinaia!

-Iddio santissimo, che disgrazia vi colpisce, o nobile amato?!- replicai inrridita.

-Principessa Adelle! Misericordia, milady!- esclama per la terza volta Lord Tradeshire.

-Milady!- esclama Louise. Poi tira un sospiro si sollievo molto simile al mio di poco prima. -Santo cielo, cara, mi avete fatta dannare! Ringrazio il signore che vi siete svegliata, finalmente!

Mi guardo intorno in preda al panico. La camera reale è noiosamente identica al solito e la tenda volteggiante non è quella del mio terrazzo, bensì quella del letto a baldacchino su cui mi ritrovo. No, no, no! NO! Dov'è finito Lord Tradeshire? E il mio castello, il mio terrazzo, dove sono? Dove sono io?

Con un ultimo sospiro di rassegnazione mi accascio mollemente tra i cuscini di piume.

Sì, purtroppo mi sono svegliata.

-Per la miseria, Louise! Da quando in quà non è più possibile godere di un attimo di pace?- borbotto indignata. Che sfortuna, proprio mentre stavo per baciare Lord Tradeshire! Mugolo afflitta affondando la faccia nel cuscino, ma Louise mi solleva implacabile.

-Forza, padroncina, è ora di alzarsi! Vi attende una giornata molto faticosa... per caso vi siete dimenticata di che giorno è oggi?

Sospiro sognante scuotendo la testa e mi nascondo sotto le lenzuola per non farle vedere che sono arrossita. La mia voce giunge soffocata mentre sussurro: -Come potrei dimenticarlo? Aspetto questo momento da tutta la vita!

La sento ridacchiare, ma sono sicura che nei suoi occhi ci sia uno sguardo contrariato: Lord Tradeshire non le è mai andato giù. Forse è per questo che oggi è di cattivo umore. Lo noto dal suo grambiule. Quando indossa quello col pizzo c'è sempre qualcosa che la disturba. E in questo caso si tratta del mio sospirato matrimonio.

Mia madre, la regina Tullia, è sempre stata una donna severa e intransigente per quanto riguarda il protocollo e mi ha tirata su educandomi a gran dama. È molto fredda, ma mi consola il fatto che non lo sia solo con me. La mia sorella maggiore, Scarlet, per esempio: è una ribelle, ma non come me che non mi faccio problemi a dire la mia opinione su tutto. A lei non giene importa proprio di mettere al corrente il mondo esterno di ciò che le frulla nel cervello, non perchè sia presuntuosa, ma semplicemente non considera all'altezza chi le sta intorno. In un certo senso la penso come lei, ma non lo posso dire a nessuno.

È per via del mio vizio di dire sempre quello che penso che non vado giù alla regina, lo so bene. Una principessa non può permettersi di farlo. Ho passato tutta la vita a cercare di trattenermi per compiacere mia madre, ma è come se per lei non andassi mai bene.

Sospiro. Janet: lei sì che è davvero perfetta. Non secondo me, ma secondo la regina. E tutto il resto del regno. Siamo gemelle, ma è come se non lo fossimo, per quanto mi riguarda. È come se non fossimo sorelle e basta. Lei non si deve nemmeno sforzare di piacere, le viene naturale. Prima di tutto, riesce bene in praticamente ogni cosa e poi ha un innato talento per fare il capo, e questa è una dote che fa impazzire nostra madre. Neanche a dire che io sono tutto il contrario di lei: non so danzare come fa lei nonostante abbia preso lezioni fino ad oggi, il ricamo non mi va giù e l'ago chissà come finisce sempre nel posto sbagliato (il mio indice), quando suono il flauto traverso ci manca poco che mandi in frantumi i vetri della finestra della sala da musica e con i pretendenti proprio non ci so fare. Non è colpa mia: è che sono tutti talmente vecchi, inamidati e presuntuosi che non riesco a trattenermi dall'essere acida con loro. Oa d inveirgli contro quando mi sbaciucchiano la mano per salutarmi. Odio quest'usanza. Soprattutto perchè i pretendenti hanno in comune il vizio di sbavare, e posso assicurare che non è una cosa piacevole. Quesata cosa non giova molto alla mia reputazione nel regno, ma d'altra parte neanche Scarlet è vista tanto di buon occhio: infatti, da qualche tempo ha preso l'abitudine di andare a cavallo e questo ha fatto un enorme oggetto di scandalo. Nostra madre si è infuriata all'inverosimile.

Ma io non ho intenzione di smettere di respingere quei vecchi sbaciucchioni. E non solo perchè sono vecchi sbaciucchioni: soprattutto perchè il mio cuore appartiene già a Lord Tradeshire. Il chè è l'unica cosa che mi fa benvolere dalla regina, dato che è lei che mi ci ha promesso in sposa. E oggi, finalmente, quella promessa si compirà: Adelle Tradeshire... non suona meravigliosamente?

Sospiro di nuovo con aria sognante e mi lascio sprofondare nel materasso. Louise tira via le coperte con uno strattone e io rotolo giù dal letto dritta sulla folta moquette rosa, che attutisce la caduta. Ho una specie di fissazione per il rosa. O meglio, per tutti i colori a parte il nero, il grigio e il marrone. Forse è in reazione alla scarsità d'interesse del regno - e di conseguenza anche di mia madre - verso i colori. Nel senso che con tutti i bei vestiti di cui dispone in quanto regina dell'intera galassia si veste solo di marrone o di nero. A volte di grigio. È assolutamente monotona. E la cosa peggiore è che le piacerebbe estendere questa caratteristica pure alle sue figlie, tra cui a me.

Ad ogni modo, accetto al mano che Louise mi porge e mi sollevo in piedi, lasciandomi condurre dietro il separè della mia camera. Louise mi toglie la camicia da notte e lotta con i nastri delle calze prima di riuscire ad infilarmele.

-Si può sapere cosa stavate sognando, principessa? Non ho mai fatto tanta fatica per svegliarvi prima d'ora! E voi siete la persona più dormigliona che conosca!

Arrossisco, ma non certo perchè mi ha ricordato di essere una pigra senza speranze. Mi schiarisco la voce. -Dovremmo decidere quale abito indossare... che ne dici di quello con le maniche a tre quarti e la gonna vaporosa?

Louise mette le mani sui fianchi e mi guarda con un guizzò divertito negli occhi chiari. -Sarò ance una vecchia cameriera ma di certo non sono stupida. E voi, principessa, dovreste conoscermi da abbastanza tempo per capire che cambiare argomento con me non funziona.

Sospiro e in un attimo mi trasformo da tizozne ardente a fanciulla spensierata in balia dell'amore. Sospiro di nuovo, con più enfasi. -Ah, Louise! Sapessi! C'era questo meraviglioso castello con questo enorme terrazzo, no? E indovina chi c'era di sotto...

La bambinaia fa per aprire bocca, ma non gliene lascio il tempo: -Lord Tradeshire!!! E quindi io mi sono buttata giù dal balcone e sono finita dritta in braccio a lui, e così noi due stavamo giusto per baciarci quando...

Louise interrompe la mia rivisitazione ad occhi aperti rimproverandomi scandalizzata: -Gesù, principessa! Non oso immaginare che scandalo sarebbe se la gente venisse a sapere che parlate di cose del genere!

Sbuffo con noncuranza per dimostrargli ce me ne infischio di ciò che pensa la gente e mi raddrizzo mentre mi stringe il corpettoo con dei nastri. Indovinate di che colore?

-Ti prego, non metterci pure tu, Louise! Già quei tre grassoni dei consiglieri reali mi fanno una testa così!

-Non è appropriato definirli in questo modo, padroncina. Non dimenticate che rivestono un sempre un grado molto alto.

-Oh, chi se ne frega del loro grado, Louise!- sbotto facendola trasalire. -In un modo o nell'altro riescono sempre a inculcare idee malsane nella testa del Re! Ma questa volta andrà meglio, ne sono sicura!

Louise sospira. Ne avevamo parlato già così tante volte che ormai aveva capito che era inutile discutere. -Spero solo che Lord Tradeshire sia quello di cui avete veramente bisogno...

Mi volto di scatto sgranando gli occhi. -Ma certo che lo è!- esclamo con enfasi. Poi sollevo gli occhi sognante e dichiaro con un sorriso: -Lui è tutto ciò che desidero! E oggi ci sposeremo, finalmente! Riesci a crederci, Louise??

-Come potrei non riuscirci, principessa? Me lo avete ripetuta almeno una cinquantina di volte. Dunque, adesso davvero è l'ora di scegliere l'abito. Io propongo quel meraviglioso vestito grigio perla che vi ha regalato vostra madre per il compleanno. La addolcirà di sicuro vedervelo indosso. A proposito, ha espresso il desiderio di vedervi non appena vi foste svegliata.

Guardo dubbiosa la gruccia che mi mostra e storcio le labbra. -Non lo so, il fatto è che preferirei qualcosa di più...

-Colorato- conclude la bambiania con un sorriso rassegnato. -Bene, vediamo cosa c'è quì dentro- e si abbassò a frugare dentro un cassettone. Ne emerse sfoderando un raffinato abito ricamato con strette maniche lunghe, un'ampia scollatura a cuore ornata di merletto e la gonna coperta da un velo di seta semitrasparente. Il tutto di un adorabile rosa.

-Non c'è che dire, sai proprio il fatto tuo!- esclamo sfiorando la stoffa estasiata.

-Ottimo. Alzate le braccia- ordina, e m'infila il vestito. Completa l'opera con un paio d'immancabili guanti di pizzo, considerati all'ultiam moda nel nostro regno. Io li trovo odiosi. Fanno sudare le mani e fai fatica a grattarti quando senti prurito. Ma tutte le donne di alto rango sociale devono indossarne, e io non faccio eccezione, purtroppo.

Louise mi tampona il decolletè e il viso con un fazzoletto carico di cipria candida, che alza una nuvoletta bianca e mi fa starnutire. Mi siedo davanti alla specchiera della mia camera e la osservo spazzolarmi i capelli con pazienza. Sono ondulati con qualche boccolo e neri. Li odio con tutte le mie forze. Li vorrei di quell'adorabile biondo oro come ce li ha Scarlet, che puntualmente non si rende conto della fortuna che ha e li tiene sempre nascosti sotto un cappuccio, dicendo che le danno fastidio. Se non fosse per il protocollo, sono certa che si raperebbe alla maschio. Guardo tristemente il mio riflesso e lo sguardo di un paio d'occhi color nocciola mi risponde malinconico. Sono più chiari di quelli di Janet, che invece ce li ha di un vivo castano che fa puntualmente impazzire tutti i giovani del regno.

-Non dovreste cucciarvi tanto per i vostri capelli, altezza- mi dice Louise con voce dolce, come se mi avesse letto nel pensiero. -Siete ritenuta da tutti una rara bellezza.

Ma io sospiro. -Che me ne faccio della bellezza se la regian a da dire praticamente su ogni cosa che faccio? È così ingiusto!

-Certo che lo è, cara- dice Louise pettinandomi i capelli. Il moto deciso e continuo sulla cute mi rilassa e mi lascio sprofondare nella sedia imbottita. Un altro bel pisolino ci starebbe volentieri. La bambinaia comincia ad intrecciarmi le ciocche scure e a fissarle in cima alla testa.

-È proprio necessario?

-Non è necessario affatto, milady. Ma lo sa com'è fatta sua madre. Ma non dimenticate che la severità è un'ottima qualità per una regian. Dovreste prenderne esempio, tesoro.

Rabbrividisco al pensiero che un giorno potrei essere gelda come mia madre e ribatto: -Non intendevo quello.

-Oh!- la bambinaia aggrottò le sopracciglia cespugliose con aria interrogativa. Le indicai i capelli che stava legando. Solo qualche boccolo sfuggiva dall'acconcitura e mi ricadeva ai lati del viso.

-Oh.- ripete. -Lo sapete meglio di me, principessa. Mi meraviglio che me lo chiediate. Riuscite a immaginare la faccia di vostra madre se vi presentaste al suo cospetto con i capelli sciolti?- ridacchia all'idea, ma non c'è proprio niente da ridere. Un'altra regola, l'ennesima: le nobili devono portare sempre i capelli legati. Ma queste sono bazzeccole in confronto alle vere regole, che discriminano le donne da praticamente ogni attività che non faccia parte dell'ambito domestico. Il massimo che ci è concesso è di uscire in giardino, di fare un giro in piazza o al mercato in comagnia delle nostre serve e di frequentare la chiesa la domenica e nei giorni festivi. È una vita da prigioniera, ma almeno posso dire di passarmela molto meglio di certe povere ragazze che ogni tanto vedo elemosinare in strada. Sì, loro sono libere di comportarsi come gli pare, ma a che prezzo?

Mi sforzo di non pensarci più e mi ritrovo a chiedermi cosa stia facendo Lord Tradeshire in questo momento. Chissà se ha intenzione di chiedere la mia mano... un'occhiata allo specchio mi rivela che sto sorridendo come un piccolo sole estivo.

Louise finisce di acconciarmi i capelli, mi sistema un piccolo diadema d'argento, mi fa infilare un paio di scarpette bianche e mi dà un bacio sulla testa.

-Siete pronta, principessina. Buona fortuna.

-Grazie, Louise!- sorrido e la avvolgo in un abbraccio che la coglie di sorpresa, poi mi precipitò fuori dalla stanza mentre la sento ridere dietro di me. In un attimo attraverso il corridoio delle stanze della famiglia reale e finalmente mi ritrovo davanti alla sala del trono.

-Buondì, principessa Adelle. Avete passato una buona nottata?- chiede Daddish, la guardia della regina, dopo avermi salutato con un profondo inchino. Ha da sempre una cotta per Scarlet e cerca in ogni modo di accalappiarsi le mie grazie per arrivare a lei. Ma purtroppo per lui, non ci riesce. Daddish è un insopportabile presuntuoso e non permeterei mai che sposasse mia sorella. Ovvaimente sarebbe tutta un'altra cosa se l'oggetto delle sue attenzioni fosse Janet: insiem formerebbero una bellissima coppia, vanitosi come sono entrambi.

-Favolosa. Mia madre si trova nella sala?

-Sicuro, vostra altezza. C'è qualcosa che posso fare per voi?

-Nulla, vi ringrazio... Ah, in effetti una cosa c'è!

Daddish mi guarda speranzoso.

-Aprire la porta e farmi passare- dico senza pietà.

Mette su il broncio e spalanca il pesante portone. La sala del trono è enorme, con i pavimento di granito nero e bianco, il soffitto affrescato con angeli e giardini fioriti e alte colonne d'oro a sostenerlo. Infondo si trovano due grossi troni. Uno è occupato da mia madre. L'altro è vuoto.

La regian Tullia è una donna alta e snella come un fuscello. I capelli biondi sono costantemete tirati n un severo chignon intrecciato e sormontati dalla corona, mentre gli occhis ono piccoli e nocciola come i miei. La pelle candida del viso quadrangolare è coperta di cipria e ha un'ampia fronte che corruga ogni volta che mi vede. Oggi indossa un'ampia gonna nera con una pelliccia di ermellino e i soliti tacchi dorati come la pesante collan che porta al collo.

M'inchino fino a terra prodigandomi in un'ampia riverenza, nonostante trovi la cosa a dirpoco ridicolo dal momento che sono sua figlia e la principessa.

-Vostra altezza.- dico. -Volevate vedermi?

-Alzati, mia cara.

Obbedisco e la guardo mentre scandaglia ad occhi socchiusi la stoffa rosa del mio abito. -Ancora non sei capace di abbigliarti come una dama del tuo rango. Rosa, bah! Dove si è mai visto?- sbuffa. -C'è bisogno che ti ricordi che oggi ti sposerai?

-No, madre- sussurro.

-Molto bene. A proposito doi abiti, oggi arriverà la sarta reale con la tua veste nuziale. Vedi di provarla e se noti qualche malfattura ordinagli di rifarla, chiaro? Ti concedo di scegliere una punizione adeguata.

Annuisco titubante.

-Ora scendi per al colazione e dì di farloa nce a tua sorella Scarlet. È una ritardataria senza speranze. Non riesco a credere che un giorno sarà regina.- le sue labbra si stringono con disapprovazione e sospira. -Mi chiedo perchè non sia toccato a Janet questo ruolo. Lei è assolutamente perfetta. E di sicuro non indosserebbe mai il rosa.- mi rimbrotta con sguardo pungente.

Mi congedo ed esco dalla sala del trono. La camera di Scarlet è al secondo piano, accanto alla mia. Busso alla porta e la voce di mia sorella mi invita ad entrare. Si sta allacciando gli stivali da caccia. I suoi capelli dorati sbucano fuori dal cappuccio della mantella verde scuro e se li nasconde con un gesto fulmineo.

Entro pian piano e mi chiudo la porta alle spalle. La camera di Scarlet ha il parchè di noce lucidato e il soffitto con travi a vista, che profumano la stanza di legno aiutati dal camino nell'angolo, a quest'ora spento. Davanti c'è una poltroncina carica di vestiti sporchi e alzini da lavare, che giacciono pure disseminati quà e là sul pavimento. Il suo arco con le frecce e la faretra sono state appoggiate distratamnte al davanzale della finestra insieme alla sciarpa di lana e il suo impermeabile nero è appeso al letto a baldacchino sfatto. Una borsa da viaggio di pelle marrone è aperta ai suoi piedi.

Scarlet nota che la sto guardando e la ficca con un piede sotto il letto, priam di rivolgermi un'occhiata strana, che non le ho mai visto. È un incrocio tra nervosismo e imbarazzo.

-Scar... perchè c'è una borsa da viaggio vicino al tuo letto? E... perchè indossi mantella e stivali? Dobbiamo scendere a fare colazione, poi viene la sarta, e poi... poi c'è il mio matrimonio...

Mi guarda dispiaciuta, smette di armeggiare con i lacci degli stivali e mi vierne incontro. Resto di stucco quando la sento avvolgermi in un abbraccio, perchè non è mai stata molto espansiva. La sua mantella punge e sa di aghi di abete. Affondo il viso nei suoi capelli, determinata a godermi quel raro momento d'intimità. Poi Scarlet si stacca e sospira. Questo mi fa accellerare il battito cardiaco, perchè mia sorella sospira solo quando sta per dirmi qualcosa che mi farà stare inevitabilmente male.

-Scar?

-Elle, sto partendo- dice con voce dolcissima, sfiorandomi la guancia con la mano guantata. Gliela afferro. -Cosa? Non puoi andartene adesso! Devi aiutarmi a scegliere l'abito! Sei sicura di tornare in tempo per il matrimonio?

Mi guarda a lungo. Mi sta sfuggendo qualcosa. Qualcosa che pian piano riesco a capire e che mi lascia senza fiato.

-Non tornerai per il matrimonio, vero?

Scuote la testa silenziosamente.

-Non tornerai nemmeno domani.

-No.

-Nè dopodomani nè il giorno dopo e nè... mai?- bisbiglio con il cuore in gola. Sento le lacrime che mi pungono gli occhi e le reprimo con forza.

-Perchè?

Scarlet sospira e guarda fuori dalla finestra della sua stanza. -Non ce la faccio più, sorellina. Non capisci che quì non abbiamo nessun futuro?

La guardo senza capire.

-Rifletti, Elle, sei una ragazza intelligente. Ma hai solo sedici anni... sei sicura di volerti sposare con una persona che non conosci nemmeno? Come fai a dire che ne sei innamorata?

Balbetto: -Io... la mamma ha sempre detto che Lord Tradeshire è perfetto per me... e poi anche il resto del regno è di questo parere. E non è vero che non lo conosco! L'ho visto una volta a cavallo mentre andava a caccia.

Mia sorella diventa rossa improvvisamente e sbotta: -Nostra madre, sempre nostra madre! Cosa vuoi che en sappia lei di quello di cui hai bisogno?

-Ma l'hai detto tu, è nostra madre!- dico con gli occhi spalancati.

-Guarda in faccia la realtà, Adelle! Non ci ha mai voluto bene! Neanche a Janet, siamo solo delle pedine che le permettono di gaudagnarsi una buona reputazione nel regno e se capitasse che una di noi faccia qualcosa che favorirebbe il contrario lei ci ostacolerebbe. Siamo solo questo, capisci?

-Ma che dici? Io non...

-E anche il tuo matrimonio! Hai mai pensato da che famiglia proviene questo Lord Tradeshire?

Suoto la testa intontita.

-Ricca! Ricca sfondata e soprattutto potente ed importante, la più nimportante nel regno dopo la nostra! Sai cosa vuol dire? Che la regina ti sta vendendo!

Rimango in silenzio. Non lo voglio ammettere, ma sono scossa e molto turbata da quello che ha detto. Scarlet mi guarda er un po' riprendendo fiato. I suoi occhi azzurri sono elettrici e mandano scintille. Aggiunge più dolecmente: -Tesoro, vieni con me. Scappiamo, ci rifacciamo una vita- propone. Come se fossimo in gardo di fare una cosa del genere. -Oppure sarai costretta a sposarti e ti aspetta una vita da padrona di casa, segregata nel tuo bel palazzo, feste e balli in cui dovrai lodare con tutti tuo marito e fingere di essere felice. Non potrai ma essere te stessa, Elle, non così.

Non riesco più a guardarla negli occhi, adesso. Ho paura di quello che intende fare, paura di cosa troverei là fuori. Non sono mai stata fuori dalle mura del palazzo e la regina s'infurierebbe a morte scoprendo che sono scappata proprio il giorno del matrimonio. Emetterebbe un bando e offrirebbe oro a chi ci trovasse. E ci avrebbero trovate, di sicuro.

-Non posso partire con te, Scar.- sussurrai. -Non posso e basta. Il mio destino è sposare Lord Tradeshire e la mia casa sarà per sempre questa. Ma non posso nemmeno costringerti a fare altrettanto.- mi costringo a sorridere e le strngo forte la mano. -Buona fortuna, Scarlet Rose Fynthoufish. Ti raccomando stai attenta- quset'ultima frase la bisbiglio appena, ma sono ccerta che mia sorella la sentirà. Lei rimane impassibile per un attimo. Forse sta valutando l'ipotesi di incatenarmi alla carrozza e portarmi via. Ma evidentemente questa idea non le garba poi tanto perchè mi abbraccia e dice: -Arrivederci, sorellina. Se cambierai idea sappi che mi troverai nel vecchio cottage abbandonato di Sawfridge. E se non sono lì, tu cercami nelle campagne intorno, chiaro? E ricorda che ci sarò sempre per te.- Scarlet non ha mai pianto, nemmeno quando nostra madre ha fatto tagliare la testa al suo pony maculato Fiera. Nemmeno quando l'esercito è tornato dall'ultima battaglia senza papà. Eppure potrei giurare di aver visto una lacrima solcarle la guancia proprio in questo momento. Se la spazza via con un gesto fulmineo della mano, quasi terrorizzata dell'idea di debolezza che potrebbe suggerire.

Poi sorride l'ultima volta, si cala il cappuccio della mantella sulla fronte e afferra la borsa da viaggio. Esce dalla stanza. Mi lascia sola.

Perlustro al sua camera come se potessi rivederla seduta alla sua sedia a dondolo di vinimi, sdraiata con i piedi all'aria sul tappeto a leggere vecchi libri polverosi, o sulla terrazza aggrappata al davanzale a guardare il cielo. Sospiro malinconica. Improvvisamente neanche l'idea dell'imminente matrimonio riesce a tirarmi su. Esco piano dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle.

La sala da pranzo è piena delle chiacchiere di Janet che parla con le sue nsopportabili amiche: Lindsay ha i capelli biondi come il sole e li tiene legati in una morbida crocchia dietro la nuca. Porta un sobrio abito grigio topo con un ingombrante fiocco in vita e le maniche a sbuffo e continua a giocherellare con il merletto della scollatura, sporgendosi sfacciatamente verso il cameriere, un giovane novello che fa di tutto per nbon guardarla, ma è impossibile: Lindsay è considerata una delle fanciulle più belle del regno e non a caso. Odette è altrettanto graziosa, mora, con ricci voluminosi che le incorinciano la fronte e sono raggruppati in cima alla testa. Il suo vestito è così nero e cupo che mi semba molto adeguato al tempo fuori dal palazzo: le nuvole si stanno arddensando nel cielo e tutto si sta facendo più scuro e grigio. La ragazza mi vede entrare e da di gomito all'amica. Janet si volta e mi osserva con il suo ghigno dispettoso.

-Tesoro, sei venuta alla fine!- bela lisciandosi il corpetto candido striato di grigio perla. I boccoli neri sono acconciati in due morbide treccie arrotolate ai lati del capo e i suoi occhi splendono vispi. -Incominciavamo a temere che quella vecchia serva si fosse dimenticata di svegliarti. Ance se devo ammettere che non mi sarebbe dispiaciuto: la tua presenza mi fa arricciare i capelli.

Sbuffo mentre mi siedo strisciando rumorosamente la seda sul pavimento di marmo. La regina è appostata di fronte a me e mi guarda implacabile. -Janet, mia cara.- l'ammonisce, ma suona più come se le avesse appena detto che è fiera di lei per le sue parole. Invece a me dice: -Perchè ci hai messo tanto, Adelle?

Deglutisco. -Ehm, non trovavo Scarlet da nessuna parte, altezza.

Lei scuote il capo con disapprovazione e si dedica a spargere marmellata di mirtilli sulla sua brioche dorata. -Ah, quella ragazza! Non sopporto più i suoi continui ritardi. Non capisco proprio da chi abbia preso.

Già, anch'io. Invece l'acidità di Janet è un fatto facilmente comprensibile per chi conosce la regina.

-Mi spiace, madre- mugugno controvoglia. Affogo il mio disprezzo nella cioccolata calda e mi ci tuffai. Uffa, sono riuscite a far sembrare trascurabile anche la cioccolata! Ma come fanno? Brontolo qualcosa d'incompresnibile tra me e me mentre mastico la mia pasta di mandorle.

-Una principessa non parla quando a la bocca piena- mi redarguisce gelida la regina. Io mi trattengo dal fulminarla con lo sguardo. Da dove viene tutta quella insofferenza? Di solito ci sono abituata, no? Immagino perche fosse perchè Scarlet se ne era andata anche per causa sua e rimasi in silenzio.

-Sapete, madre, credo di aver scelto che tinte indossare per il matrimonio di mia sorella!- interviene Janet solare.

-Ah sì, mia cara? E quali?

-Grigio polvere e blu ceruleo. Non sono colori splendidi?

-Assolutamente, figliola. E tu, Adelle?

Grugnisco qualcosa.

-Insomma!- si spazientisce Tullia. -Non ti ho insegnato forse a parlare in maniera adeguata?

-Scusa, madre. Ho detto che indosserò il bianco, come tutte le altre spose della terra- dico con uan punta di acidità che purtroppo a Janet non sfugge.

-Dovresti portare più rispetto a nostra madre, sorella cara. Dopotutto è merito suo se quest'oggi godremo della tua cerimonia nuziale.

Le rivolgo un'occhiataccia. -Lo so bene, Janet.

La regina mi guarda infastidita. -Adelle, quante volte ti ho detto che tu non sarai una sposa come le altre?- oh, ci risiamo... ma perchè non imparo a chiudere la mia boccaccia una buona volta? -Oggi dovrai risaltare tra tutte, splendere di luce propria. E per farlo, ho fatto confezionare dalla sarta reale una magnifica veste nuziale dorata.

-Scusate, cara madre, ma cosa mi avete chiesto a fare di che colore volessi vestirmi se poi avete già scelto voi?- avrei voluto chiedere, ma pensai che potesse ssere scortese e tenni la bocca chiusa. Poi la spalancai per ficcarmi in bovca un enorme pasticcino al cioccolato. Mmm, sublime goduria!

-Che modi, Adelle- mirimprovera Tullia. E te pareva. Sospiro rarrabbiata, mi levo il pasticcino dalla bocca, che ora è bello cosparso di saliva, ne stacco un pezzetto e lo mangio masticandolo lentamente come farebbe una vera dama. Se io fossi una vera dama.

-Non capisco perhè la sarta non è ancora arrivata. Doveva essere quì già da un quarto d'ora- s'indispettisce. Povera sarta, immagino già la lavata di capo che l'attende. Ma in quel momento la porta della sala da pranzo si spalanca e il ciambellano di corte entra affannato con la pelata che brilla di sudore e le guance arrossate. Si chiama Mr Martin e soffre di una strana sindrome di timidezza acuta che lo fa balbettare e arrossire praticamente in ogni cosa che dice. Voglio dire, che cerca di dire. Provo una certa compassione per lui, perchè non è capitato proprio in un bel momento: mia madre è costantemente irritabile e scontrosa, ma in particolar modo quando qualcuino non rispetta un orario, e in questo caso sarà meglio che Mr Martin le dia buone notizie riguardo alla sarta. Per il bene delle sue orecchie... l'ultima volta erano talmente bordeaux che ho temuto davvero che gli sarebbero scoppiate da un momento all'altro. Adesso è lì che si tormenta il cappello piumato come al solito e si sistema gli occhialetti sul naso schiarendosi rumorosamente la voce. Poi si prodiga in un rofondo inchino pronunciando: -Vostra maestà...

-Vi è concesso di alzarvi, ciambellano- lo inchioda la regina con uno sguardo inceneritore. A volte funziona meglio di un falò. Almeno per la faccia del poveretto. -Dunque?

Mr Martin suda copiosamente e si guarda attorno nervoso. -Ehm, mia regina... purtroppo la sarta reale... complicazioni impreviste...- balbetta.

-Che tipo di complicazioni?- ringhia lei interrompendolo. Ora temo che le spunti il fumo dalle orecchie. Povero ciambellano.

-Io... ecco, mi hanno comunicato... malata gravemente... non può presentarsi... assolutamente dispiaciuto...- mi nascondo la faccia tra le mani mentre dalla fessura tra le dita scorgo Janet che lo guarda come fosse ritardato e le sue amiche che sghignazzano. Improvvisamente mi chiedo come abbia fatto in tutti questi casi a non notare la somiglianza di Odette ad una volpe rossa e di Lindsay ad un oca tarnazzante.

-Si spieghi meglio, ciambellano! In quanto regina di questa galassia non tollero simili imprevisti, mi ha capita?

-Assolutamente dispiaciuto... mia regina, dispiaciutissimo...- ripete Mr Martin.

-Lo credo bene. E ora sarà meglio che mi dica cosa intende fare per provvedere a questa inaudita mancanza.- Inaudita mancanza, le faccio il verso mentalmente.

-Già provveduto, maestà... sostituto... molto valido, maestà....- biascica il ciambellano mentre la pelata gocciola in maniera quasi inverosimile. Oh, no. Le orecchie si avvicinano pericolosamente al bordeaux dell'ultima volta!

Per salvarlo, dico: -Madre cara, permettetemi di occuparmi personalmente della cosa. Incontrerò il sostituto e mi accerterò che sia valido.

Mr Martin mi rivolge un'occhiata grata e rivolge l'attenzione sulla regina, che ci pensa un po' e poi annuncia: -Sì, credo sia un'ottima idea. Tutto questo albetio mi ha provocato una tremenda emicrania- sospiro di sollievo, abbandono miomalgrado la mia colazione e, guardando tristemente il vassoio dei muffin alle more, mi avvio verso l'uscita. Ma sento Tullia alle mie spalle che mi ferma dicendo: -Tuttavia, credo anche ce sia saggio che tua sorella ti accompagni. Lei sì che ha un po' di sale in zucca.

Orrore degli orrori! Mi volto sconvolta e vedo Oca e Volpe che sorridono malefiche mentre una Janet molto compiaciuta si sistema un ricciolo sfuggito all'acconciatura, si liscai l'abito e si alza aggraziatamente da tavola per raggiungermi, il tutto mentre la sua gonna di seta fruscai deliziosamente intorno alle sue caviglie e il suo profumo di borotalco e acqua di rose inonda la stanza.

Sospiro rassegnata. -Okay.- dico rtiluttante.

-Che modo di parlar è?- mi rimbecca Tullia mentre roteo gli occi senza farmi vedere. -Mioddio, cos'avrò mai fatto di male per ritrovarmi una figlia tanto...- e continua su questo tono finchè non sento la sua voce sbiadire e mi ritrovo la sala da ranzo alle spalle e Janet che cammina leggiadra al mio fianco.

-Allora, dove si trova questo nuovo sarto?- chiede stizzita a Mr Martin. Mi lancia un'occhiata accusatoria, come se fossi la causa dell'interruzione del suo prezioso pasto. Ovvaimente è contenta di dare sfoggio dela predilezione di nostra madre per lei, ma la conosco abbastanza da sapere che è molto infastidita. Anche se non ci vorrebbe certo un genuio, a guiudicare dalle occhiate inceneritorie che m'indirizza. Ha ereditato il falò della regina.

-Sostituto sarto... aspettarvi... stanza da cucito...- farfuglia Mr Martin. Lo seguiamo fino alla "stanza da cucito". Detto così ci si immaginerebbe uan stanzetta-magazzino, un piccolo deposito di tessuti dove le sarte ricavano sedute davanti al focolare tra rotoli di stoffa, metri e forbici da cucito. Bene, in realtà niente di tutto questo succede. La stanza da cucito è un enorme salone estremamente organizzato e sempre in ordine, dov e la gente schizza ad un alto all'altro chiamandosi a gran voce l'un l'altra, sciamandfo intorno a modelli e manichini, circondando i tavoli da lavoro infiniti e appuntando nuovi schizzia lle enormi bacheche appese alle pareti rosa confetto. In verità funge anche da una sorta di salone di bellezza molto utile per prepararci alle feste più importanti e alle cene a cui siamo spesso invitate da gente ricca e importante del regno. Quì è dove mi trasformeranno nella sposa perfetta.

Il ciambellano ci fa strada blaterando e balbettandoa proposito di quanto sia dispiaciuto per l'imprevisto e di quanto sia affidabile il nuovo sarto. Alla fine cedo e lo lascio parlare senza più ascoltarlo. Arriviamo davanti ad uno dei rari tavoli da lavoro non affollati. È disseminato di boccette d'inchiostro e acquarelli variopinti, fogli da disegno disordinati e truccioli di matita temperata. Sopra il meraviglioso schizzo di un lungo abito di pizzo candido è curvo un giovane. È seduto tutto storto, deve essere scomodo, ma è troppo concentrato per mettersi in un'altra posizione. Mi dà le spalle e posso vedere solo la sua testa di capelli biondo miele scarmigliati e la camicia di lino grezzo. Non sono abituata a vedere abiti così semplici quì a palazzo, perciò sono curiosa di vederlo in faccia.

Il ciambellano si schiarisce la gola e Janet incenerisce il ragazzo con un'occhaita penetrante che ha la forza di staccarlo dal suo mondo per afrlo voltare. E appena lo fa resto senza parole.

La sua pelle è liscia, con a malapena un accenno di barba e le labbra piene sono rosee come le guance. È giovane. Forse ha addirittura la mia età. No, probabilmente qualche anno in più. Cerco di decifrarlo scrutandolo attentamente. Diciassette, al massimo diciotto, decido. Ma non è solo questo che mi ha colpito. Ha gli occhi più spettacolari che io abbia mai visto, di uno stranissimo grigio-azzurro che mi fa tornare in mente i giorni in cui papà era ancora vivo e portava me e Scarlet nel bosco d'inverno, a fare pupazzi di neve. Il cielo era di quel colore, in dicembre. I fiocchi di neve volteggiavano rendendolo appena più pallido. Eppure gli occhi del giovane sembravano più vitali di quel cielo.

Si rende conto che lo sto fissando e ricambia lo sguardo. Improvvisamente distolgo il mio e arrossisco come una stupida. Janet invece sembra aver dimenticato che lui è il motivo per cui ha dovuto lasciare al sua colazione e ora lo gaurda con un sorriso di miele e occhi seducenti.

Mr Martin apre la bocca per parlare, ma lei lo interrompe: -Tu devi essere il nuovo sarto- gli dice sporgendosi in avanti e baciandolo sulle guance. Mi accorgo che quel gesto non sbalordisce solo me, ma anche lui. -Ehm, in realtà solo un sostituto momentaneo...- la sua voce profonda sembra rievocare per al seconda volta il bosco fitto e la neve volteggianmte. Mi costringo a spazzare via questo pensiero e mi concentro su Janet. Ora sta dicendo: -Io sono la principessa Janet Mary-Claire Fyntoufish.- sorride radiosa come il sole. Lui la guarda leggermente confuso e imbarazzato. Poi lei sembra ricordarsi della mia esistenza e con una smorfia annoiata aggiunge: -Oh, e questa è la mia gemella.

Quando gli occhi grigio-azzurro del ragazzo si posano su di me mi sento come se qualcuno mi avesse sollevata in aria e stessi volando con le gambe penzoloni. Cerco di darmi un contegno. Okay, cerco di far credere che mi sto dando un contegno. Poi mi presento di malavoglia, perchè odio il mio nome tutto insieme: è terribilmente lungo. -Adelle May Fintoufish- dico con voce tremante. Cosa mi prende? EHILÀ, là dentro nel mio cervello, COSA MI PRENDE??? Ma dal mio cervello non arrivano segnali. Nel senso che si è spento. Letteralmente. Mi ritrovo a pensare a come sarebbe volare nel cielo grigio-azzurro degli occhi del nuovo sarto. Poi mi ricordo di essere innamorato dell'uomo che di quì a qualche ora sposerò e allora vado in confusione. Provo di nuovo qualche approccio col mio cervello, ma si ostina a non volermi spiegare cosa diavolo mi sta succedendo.

Poi una mano morbida e calda prende la mia e un paio di labbra sfiora la mia pelle. Il gesto si ripete con mia sorella. Trattengo il fiato mentre il ragazzo dice: -Vostre altezze, è un onore fare la vostra conoscenza. Il mio nome è Noah Allark, sono un semplice sarto.- sorride. E io mi sciolgo.

Mi rendo conto che tutti mi stanno fissando solo quando Janet mi riporta alla realtà con uno dei suoi sguardi inceneritori stile falò. Il ciambellano si schiarisce la voce. Perchè mi guardano? Ah, forse è per il fatto che oggi mi sposo e che mi sto sciogliendo davanti al sorriso di un sarto. Ma loro questo non possono saperlo. Giusto? All'improvviso ho al certezza che mi si legga in faccia ciò che sto pensando e avvampo.

-Ehm... quindi sarai tu a confezionare il mio abito da sposa?- domandò farfugliando da perfetta idiota che sono. Ma lui mi rivolge un altro sorriso disarmante e risponde: -Sì, vostra altezza. Anche se, ecco, in realtà ne avrei già confezionati una decina. Dovreste solo scegliere quello che vi piace di più e poi potrò fare le ultime modifiche.

-Oh.- dico. Quanto sono brillante e creativa. Ridacchio nervosamente e questo mi fa sembrare ancora più deficiente. Mi darei una manata in faccia se non evessi tutta questa cipria addosso e rischierei così di lasciarmi una bella impronta a cinque dita sulla fronte. Oh, e anche perchè gli altri mi giudicherebbero non tanto apposto.

-Molto bene, molto bene- farfuglia Mr Martin togliendomi dall'imbarazzo come ho fatto prima io con lui. -Io... ora... andare... faccenda molto importante da sbrigare... principessa in buone mani...- biascica. Janet rivolge un ultimo sorriso a Noah e segue il ciambellano di corte fuori dalla stanza da cucito dicendomi candidamente: -Buona fortuna, sorellina. Non vedo l'ora di ammirare il vestito che sceglierai-, anche se suona molto come una minaccia.

Per un attimo le faccio ciao ciao con la mano con uns orriso idiota stampato in faccia (sto ancora pensando agli occhi del sarto). Poi realizzo cosa hanno intenzione di fare., e allora... NO! Cosa diavolo gli viene in mente? Lasciarmi da sola con questo tipo dalla voce profonda, gli occhi grigio-azzurro e il sorriso disarmante è estremamente irresponsabile! E poi lo sanno che non posso resistere ai capelli biondo miele! Okay, non lo sanno, e neanch'io fino a qualche minuto fa, però è comunque una follia! Guardo terrorizzata la mia gemella uscire con le sue gonne fruscianti dal salone e mi dico ce non c'è niente da fare. Così mi volto riluttante verso Noah, che si piazza le mani sui fianchi dopo essersi arrotolato le maniche della camicia e sospira come per farsi forza al lavoro che lo attende.

-Allora! Dunque, principessa, ho un sacco di modelli da mostrarvi!- detto questo inizia a sventolarmi sotto il naso tutti i fogli che ci sono sul tavolo e anche altri, tutti decorati dai suoi meravigliosi schizzi. Sarei molto affascinata dai modelli se Noah non la smettesse un attimo di rovesciarmi addosso informazioni su informazioni a proposito di come li ha realizzati e di com'è elegante o morbida o aderente o sofisticata questa o quella stoffa. Parla così veloce e i modelli sono così tanti che non ci caisco un emerito accidenti. Okay, lo ammetto, forse sono anche un po' distratta dalle sue labbra mentre formulano quelle parole... no! Mi do un pizzicotto senza ce lui mi veda. Ora dovrei essere piuomeno sveglia. E invece no, perchè le sue iridi chiare mi rapiscono di nuovo e quando lui mi ciede quale colore preferisca per l'abito nuziale dico senza pensarci: -Grigio-azzurro. Come il cielo a dicembre.

Per un attimo resto imbambolata a fissare la visione che mi ha spinto a pronunciare queste parole, poi mi rendo conto di quello che ho detto e divento una stufa a carbone. Ora assomiglio molto al mio amico ciambellano, per quanto riguarda le mie orecchie.

-Non c'è questo colore tra i modelli che ti ho mostrato...

-Eh, ehm, lo so, è che io, ecco...- farfuglio mentre il mio cuore batte forte. Ma poi Noah assume un'espressione pensierosa e solleva un dito facendomi segno di aspettare. Si china a cercare qualcosa sotto il tavolo da disegno, ma è evidente che c'è così tanta confusione là in basso che non troverà mai quello che vuole. Ad un certo punto sembra accorgersene pure lui, perchè emerge da sotto il tavolo con un sospiro. Poi dice: -Solo un attimo, milady.- e scompare di nuovo tra le cartacce, le penne e gli sbuffi di polvere.

Finalmente sento un verso di trionfo e lo vedo rialzarsi stringendo un foglios tropicciato, ceh stende sul piano da lavoro con le mani. Mi accorgo che ha delle belle mani, lisce e aggraziate, con dita affusolate e unghie ben curate. Trattengo involontariamente il respiro quando vedo l'abito che ha disegnato sul foglio. È lungo, con una gonna fatta di balze di raso e di pizzo, un corpetto finemente ricamato con bottoncini d'argento e nastri e un'ampia scollatura, con maniche lunghe fatte interamente di pizzo. Il tutto di un meraviglioso celeste tendente al grigio perla che splende di inserti d'argento scintillante. Se è già così bello sulla carta mi chiedo come sarà dal vivo.

-Che ne pensate, altezza?- mi giunge in un soffio la voce del sarto.

-È... è semplicemente... magico!- esclamò al colmo della gioia. M'immagino già con quello splendido abito addosso che danzo e piroetto al ballo in onore della mia cerimonia nuziale, tra le braccia di Lord Tradeshire... poi mi ricordo di che colore è l'abito e mi tornano in mente gli occhi di Noah. Oh mio dio, sto impazzendo o cosa? Non mi sono mai interessati i ragazzi! Certo, a parte forse il mio promesso sposo, ma lui non conta. Lo devo sposare e basta, tanto valer che me ne innamori il prima possibile. E anche se l'ho visto solo una volta, so di esserne innamorata. Innamorata. Scandisco lentamente questa parola a beneficio della mia mente troglodita, così che non si faccia venire più strani pensieri.

Innamorata.

... ma si può innamorarsi di ciò che ti obbligano ad amare?

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Lady Liv