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Autore: zery    23/10/2013    0 recensioni
Kyoko ha giurato a sua sorella Kaede di non innamorarsi mai, ha deciso che non sarà così sciocca da cedere il proprio cuore ad un uomo: perché gli uomini sono esseri capaci solo di prendere e pretendere e mai avrebbe permesso ad uno di loro di decidere della sua vita. Ma nell'antico Giappone vivere bramando quel tipo di libertà non è semplice e Kyoko se ne rende subito conto. Circostanze sfortunate la porteranno a vendersi ai nobili Shigemaru, persone potenti e spietate e là, nel loro palazzo, la sua vita prenderà una piega inaspettata, proprio quella piega a cui aveva deciso di rinunciare. Quanto sarà dura convincerla del contrario?
Un romance storico un pò fantasy e con un bel pizzico di sensualità, ambientato in una terra lontana dai mille misteri, dove le leggende si confondono con la realtà.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Prologo



Sai Kaede , la ricordo ancora , anche a distanza di anni .

La prima cosa che mi hai insegnato .

Lo ricordo con un peso nel cuore e tuttavia lo custodisco gelosamente .

Lo ricordo con dolore e con gioia , così intensamente da sentirmi quasi sopraffatta : te che mi parli con dolcezza , te che mi dici che ogni cosa inizia e finisce con una stella .

Come dimenticarlo ? Pendevo dalle tue labbra , ti ascoltavo con fiducia .

Sicura , certa .

Semplicemente ti adoravo sorella mia :


Questa sera ti racconterò la leggenda del Tanabata “ si sedette accanto al mio futon allungando la mano per scostarmi una ciocca di capelli dal viso

Sei pronta Kyoko ? “

Comincia nee-san “ replicai impaziente, gli occhi accesi per l'attesa .

Sicura ? “ sulle labbra di Kaede si dipinse un sorriso birichino .

Questa è la storia di un amore proibito, così bello e lacerante da venir tramandato nei secoli “ il suo sguardo, che lasciava intravedere tutto il suo carattere spigliato , si posò su di me

Forse non dovrei parlarne ad una bimba “ aggiunse con tono più basso come meditando .

Strinsi le labbra, quanto la odiavo quando faceva così. Semplicemente amava punzecchiarmi in quella maniera.

Kaede scoppiò a ridere, con un' espressione in grado di illuminare la stanza e la notte stessa.

Non sono così piccola“ sbuffai imbronciata

mi accarezzò la testa in segno di scusa “ Certo, undici anni sono davvero tanti“ rise ancora “Gli anziani del villaggio dovrebbero portarti rispetto“ disse divertita.

Lasciai perdere incrociando le braccia per indicare il mio disappunto.

Allora nee-san, questa stupenda storia d'amore la conosci veramente o erano solo chiacchiere ? “

Kaede sorrise e bastò quello a rallegrarmi, lei era così: piena di vita, solare.

Allora mettiti comoda e preparati a trattenere il fiato” mi fece l'occhiolino complice, il nostro era un legame speciale.

La sua voce usciva fuori vivace, parlava con entusiasmo in maniera da far sembrare ogni parola importante, ogni frase emozionante.

In un tempo molto lontano esisteva un mondo, la Via Lattea.

Questo luogo si trovava in alto, al di là delle stelle ed era diviso in due dal fiume della via lattea, da una parte vivevano gli uomini e dall’altra gli dei.

Un giorno Kenjyu, un giovane mandriano, oltrepassò con le sue mucche il confine dei due regni ed arrivò a un lago.

Lì vide Orihime, una dea bellissima , intenta a farsi il bagno .

Kenjyu le rubò le vesti e si nascose dietro un albero in attesa che Orihime uscisse, infatti il ragazzo vedendola se ne era subito innamorato .

Si era sentito attrato da lei in maniera inspiegabile, era qualcosa più forte di lui, qualcosa a cui sentiva di non poter resistere.

Orihime a quel punto incominciò disperata a cercare le sue vesti , senza le quali non avrebbe potuto volare e tornare a casa.

In quel momento Kenjyu, girato di spalle, uscì da dietro l’ albero e le disse: “Se acconsentirai a sposarmi ti restituirò la veste“ e poi si girò.

Appena Orihime lo vide si innamorò di lui, anche lei aveva sentito crearsi un legame in quel momento stesso, tanto misterioso quanto inevitabile.

Così acconsentì al matrimonio .

Kenjyu e Orihime rimasero a vivere nel mondo degli umani ed ebbero due

figli.

Ma una dea invidiosa della loro felicità decise di mandare un suo messaggero per catturare la ragazza e riportarla nel mondo degli dei, ai quali era proibito innamorarsi degli umani e vivere nel loro mondo.

Kenjyu però non si arrese e decise di partire insieme ai figli per riportare a casa Orihime, armati di coraggio attraversarono le terre che li separavano dal grande fiume della Via Lattea.

Giunti sulle sponde del fiume cominciarono ad attraversarlo con una barca , ma la dea mandò un’ alluvione , e nonostante remassero con tutte le loro forze non riuscivano a raggiungere l’ altra sponda .

Ma Kenjyu , disposto a tutto pur di riavere la sua amata , continuò a remare fino a quando la dea, commossa dai suoi sforzi, si impietosì e disse :

I bambini potranno vivere con la madre, e consentirò a te e a Orihime di incontrarvi una volta l’ anno, la settima notte del settimo mese, al centro del fiume della via lattea”.

Trattenni il fiato per un attimo. Quella storia aveva qualcosa di così romantico e allo stesso tempo doloroso da lasciarmi senza parole.

Deglutii affascinata.

Che sentimento difficile e complicato era mai l'amore ? Quella domanda mi sorse spontanea.

E se alzi lo sguardo verso il cielo vedrai la stella Altair , che rappresenta Kenjyu , da una parte del fiume della Via Lattea , mentre dall’altra parte si vede la stella Vega , che rappresenta Orihime .

Le due stelle stanno lì ferme , ad aspettare la notte del Tanabata per potersi finalmente incontrare “ .

Restai zitta, riflettendo .

A che cosa stai pensando ? “ mi domandò Kaede

Vuoi saperlo, sorella ? “ mi alzai a sedere infastidita “ Kenjyu e Orihime si sono proprio fatti fregare, e davvero alla grande tra l'altro “ .

Kaede mi guardò stupita , come se si aspettasse di tutto tranne che una simile risposta e scoppiò a ridere.

Voglio dire , che cos'è una sola notte per un amore grande come il loro ? “

Una sola notte é meglio di niente , non credi Kyoko ? “ rispose lei pacata

Ma un amore così richiede mille notti e forse anche di più “ insistetti io

Forse ti racconto troppe storie d'amore “. Aveva sulle labbra un sorrisetto compiaciuto “ Meglio così : sogna l'amore più grande che riesci ad immaginare e un giorno , vedrai , sarà tuo “ .

Mi accarezzò una guancia. “ Ora dormi “ .

Chiusi gli occhi mentre Kaede lasciava la mia camera. Nella testa avevo ancora le parole del suo racconto.

Se Kenjyu e Orihime aspettavano quell'unica e sola notte con trepidazione e senza mai stancarsi ne doveva valere veramente la pena . Doveva esserci qualcosa di potente, di indissolubile, di innegabile che li legava secolo dopo secolo , che li spingeva a cercarsi nelle notti scure , là tra le stelle .

Qualcosa di irrinunciabile , così forte da renderli quasi schiavi .

Forse un giorno anche io ci sarei riuscita .

Forse un giorno avrei pensato che una notte sola con la persona che si ama è meglio di nulla .

Forse anche io avrei aspettato quella persona , sarei vissuta per lei .

Certo , non avevo dubbi . Avrei raggiunto le stelle per trovare il mio innamorato .

Per provare sulla mia stessa pelle quel sentimento così bello , di cui finora avevo solo sentito parlare .

Non vedevo l'ora , non aspettavo altro che vivere la mia favola personale .

In trepida attesa per quel giorno in cui avrei conosciuto l'unico con cui vivere la mia vita .

Ma dimenticai ben presto la favola che mi avevi raccontato quella notte, così come le mie fantasie d'amore.

Capii che era un'illusione, non esistevano amori felici, amori leggendari .

Perché quindi, Kaede, riempirmi la testa di tante sciocchezze ?

Credevi forse che vivere nell’ignoranza per me fosse meglio ?

Beh , allora eri tu quella che non aveva capito niente , perché quando fui colpita da tutto quel dolore , da tutto quello strazio , mi ritrovai completamente impreparata e persa , in un mondo che non era quello che credevo . E le favole per me divvennero appunto solo favole, che nulla avevano a che fare con la realtà, non avevo più motivo di credere in esse.

Divenni di pietra, divenni di ghiaccio.

Mi sentivo come una stella ferita .

Una stella che aveva perso il suo antico splendore , incapace di illuminare.

Ecco perché feci quel giuramento .

Lo feci con in mano il mio cuore … e ancora non sapevo che avrebbe influenzato per sempre il resto della mia vita .





  
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