Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: yeahitsmarts    26/10/2013    9 recensioni
La chiamata avviene soltanto una volta nella vita, dopo di che la tua esistenza diventa un semplice rincorrersi nel tempo e nello spazio. Lo sa bene Gabe, l'unico viaggiatore consapevole di ciò che lo aspetta nel corso delle sue innumerevoli rinascite. I suoi compagni (uno per ogni continente) non ricordano praticamente nulla o, quando lo stanno per fare, muoiono in circostanze misteriose.
Fermare il male è davvero il loro compito principale o c'è qualcosa di più potente e oscuro dietro la loro missione?
Gabe, Helga, Shani, Yurim e Connor affronteranno il viaggio più difficile di sempre, pieno di ostacoli, di partenze, di addii. Cinque ragazzi dalla vita apparentemente normale che dovranno prendere una decisione più difficile di quanto pensino. Il male e il bene sono davvero ciò che sembrano?
Dreamtime, che il viaggio abbia inizio.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
00 // La chiamata.
"La mia pelle mi sta soffocando,
aiutami a trovare un modo per respirare."

Delphinia era seduta in cortile quando un rumore proveniente dalla casa attirò la sua attenzione. La madre e il fratello più piccolo quella mattina si erano svegliati presto e stavano ancora girovagando al mercato mentre suo padre, un uomo ricco e aristocratico conosciuto in tutta Sparta, era salito al tempio per venerare Zeus. Delphinia, che non era devota quanto i suoi agli dei dell'Olimpo, odiava particolarmente Cupido e venerava invece Artemide, puntando a diventare come lei. La caccia le interessava da sempre, ma la società in cui viveva le vietava tutte quelle cose indirizzate agli uomini, lasciando alla povera Delphinia la spesa, le pulizie assieme agli schiavi e a badare alla casa. Presto si sarebbe sposata con un certo Erastots un ricco uomo che non aveva mai visto ma che di certo non poteva essere di aspetto giovane e bello: di fatti era un caro amico del padre. E Delphinia odiava i suoi per questo: suo padre per averla condannata ad un amore che non voleva, sua madre per non aver preso le sue difese. 
Mentre era ancora tutta intenta a fissare lo stagno putrido e mal pulito, udì nuovamente quel tonfo. Chi mai poteva trovarsi nella sua dimora dal momento in cui tutti erano fuori? Con circospezione si guardò attorno, trattenne il fiato e lentamente scostò la porta di legno. 
Le candele erano tutte spente e il sole filtrava appena dalle piccole finestre in cima alle pareti. Delphinia silenziosamente si avvicinò al fruscio proveniente dalla camera da letto. La sua tanto amata Poplia, sua schiava considerata dalla ragazza quasi una sorella, sarebbe arrivata da lì a momenti così come suo fratello Niketas, acquistati dalla famiglia come lavoratori ma trattati proprio come dei figli. Delphinia si affacciò appena oltre la porta e vide una figura dai capelli biondo cenere intenta a frugare tra gli oggetti più preziosi del padre. Niketas, che dalle movenze sembrava furioso e irritato, finalmente osservò con cura l'arnese tenuto in mano.
La lama scintillò appena e la voce del ragazzo arrivò alle orecchie di Delphinia tagliente e più veloce che mai. Senza neanche girarsi quello parlò, con una nota di divertimento nel tono «Padrona» iniziò voltandosi. Delphinia fece appena in tempo a nascondersi dietro una colonna di marmo prima che quello potesse effettivamente vederla: come faceva a sapere che era lì? «O forse dovrei chiamarti sorella» proseguì «I tuoi genitori mi hanno insegnato cosa vuol dire amare una famiglia. Credevo davvero che mi avessero accettato come loro figlio, che mi trattassero alla pari e invece sai cosa c'è?» Delphinia mosse qualche passo indietro, la voce si faceva sempre più vicina, sempre più pericolosa «C'è che mentre io e Poplia pensiamo a pulire il vostro porcile, voi ci guardate, ridete di noi» ma non era vero, Delphinia aveva sempre cercato di sporcare il meno possibile e di aiutarli, voleva un gran bene a Poplia e verso Niketas, da quando aveva messo piede in casa per la prima volta all'età di otto anni, aveva provato un certo affetto che andava oltre il rapporto tra padrona e schiavo. 
Fu così che Delphinia parlò mettendo a rischio la propria vita. Si attrezzò di uno dei cocci d'argilla buttati ai piedi delle mensole e si fece coraggio «Niketas, tu per me non sei un fratello. O uno schiavo. Sei qualcosa di più» il ragazzo finalmente comparve davanti a lei. La faccia era terribilmente distorta in un'espressione di odio e brandiva il coltello come se fosse impazzito d'un tratto «Bugie! Delphinia, io ti ho sempre amata e tu, tu cosa hai fatto? Tu sposerai quell'uomo» Delphinia indietreggiò facendo cadere completamente gli oggetti posti sopra gli scaffali e frutta, brocche e acqua si unirono in un'unica poltiglia informe sul pavimento. «Non è colpa mia, lo sai Niketas» per un attimo il ragazzo sembrò tornare quello di una volta, quello con cui lei aveva condiviso pasti e segreti. «Dici... Dici davvero?» abbassò il coltello e la guardò con tenerezza «Certo Niketas, certo» Delphinia lasciò cadere il suo pezzo d'argilla e gli si avvicinò lentamente, con la mano tesa «Quello che vorrei è stare con te. Credo di non aver mai provato nulla di simile» Niketas sorrise «Agape» sussurrò appena. In realtà Delphinia non ci aveva mai pensato e quella parola la fece quasi sussultare: amore incondizionato, anche non corrisposto. 
«Tu sarai il mio Agape, per sempre» Niketas mosse dei passi verso di lei. Le spostò i biondi capelli dal viso e lentamente si avvicinò alle sue labbra «Questo deve rimanere il nostro segreto» pronunciò Delphinia quando sentì il respiro confondersi quasi con il suo. Niketas annuì «Anche questo».
Delphinia chiuse gli occhi, gettò la testa indietro. Aspettava quel momento da tantissimo tempo e ora ce l'aveva quasi fatta. Un bacio, niente di più, Niketas sarebbe stato per sempre il suo amore incondizionato, anche se si sarebbe sposata con quel vecchio di Erastots.
Himeros, Thelema, Agape. Tutti riuniti sotto un solo nome: Niketas.
La lama la colpì in piena schiena, non ebbe neppure il tempo di gridare che ci furono altre trentadue coltellate. La tunica bianca si tinse di rosso, il corpo cadde in una pozza scura sul pavimento. Delphinia respirava appena quando Niketas riprese coscienza. Si gettò su di lei singhiozzando, la lama ancora stretta tra le mani sporche. «Non volevo, ti prego non odiarmi. Mi aveva promesso che se gli avessi obbedito saremmo stati insieme per sempre. Io volevo amarti, Delphinia ti prego non lasciarmi» la ragazza non aveva la minima idea se in quel momento era peggio la consapevolezza che da lì a poco sarebbe morta oppure il fatto che non avrebbe mai più rivisto quegli occhi chiari che tanto le piacevano adesso pieni di lacrime. Il tempo sembrava sospeso nell'aria, il suo respiro si faceva sempre più faticoso. Con la poca forza che aveva cercò di sfiorargli a mano «Non preoccuparti, questo non cambierà nulla» aveva così tante domande da porgli, così tante cose da confessargli... E restava così poco tempo. Il suo sguardo era cambiato, non più quello di un animale selvaggio di qualche attimo prima, ma quello del vecchio ragazzo che conosceva da sempre. «Promettimi solo che non darai mai più retta a quel lui» gli sorrise e quello continuò a singhiozzare «Magari... Magari era solo desino. Niketas, è tempo di andare. Non dimenticarti di me» «No, no, no, ti prego Delphinia» «Non rendere le cose più difficili di così. Addio» un urlo straziante squarciò il silenzio della tranquilla strada su cui sorgeva la casa di Delphinia quando la ragazza emise il suo ultimo respiro. Niketas osservò con odio verso se stesso il disastro appena causato e senza pensarci due volte si tolse la vita. Il suo corpo cadde accanto a quello dell'amata con la speranza di riposare insieme. Per sempre.

«Hai passato la tua intera esistenza a risparmiare tempo, a metterlo da parte, a rincorrerlo. Ora che stai per morire, ora che ne vorresti altro, è finito. Ma io sono qui per dartene ancora e ancora. Adesso chiudi gli occhi, Delphinia, presto li aprirai altrove, pronta per affrontare questo viaggio. Buonanotte».


Angolo dell'autrice: la vostra cara marts finalmente
è tornata con una nuova storia più emozionante
e bella delle precedenti (almeno mi auguro).
Ci terrei a dedicare questa storia a Maela,
luce calda nei giorni freddi e scuri:
grazie anche per il banner, amica mia.
A Sara, che mi spinge a scrivere nuove storie
ma che lei è troppo stanca per cominciare una
tutta sua. E a Gabe, lì fuori, che non 
la leggerà mai. Involontariamente hai
ispirato tutto questo, grazie. 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: yeahitsmarts