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Autore: Panino2000    27/10/2013    0 recensioni
Fra la campagna ed il paese c'è Via Biline, una strada apparentemente tranquilla, ma dalla brutta fama. Infatti, la gente che vi abita, dopo il tramonto è solita barricarsi nella propria abitazione, per paura che possa succedere qualcosa di non gradito, come essere assaliti da alcuni spiriti.
Nessuno sa cosa si celi veramente dietro quella spaventosa strada. Tre ragazzini, amici di un insolito abitante di quella via, decidono di scoprire cosa nasconde quel malefico viale e capiranno che qualcosa di veramente terribile sta per accadere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13
Fuori uno !

Questo capitolo è, secondo me, il più complicato
di tutta la storia, succede un fatto che porterà alla
tragica sparizione di due (a differenza del titolo)
esseri di primo piano, il resto sta a voi ... ;-) 

 
“Quanto mi dispiace!” esclamò in tono beffardo quel brutto mostro.
All’udire quella pur troppo familiare voce i tre si girarono sbigottiti.
“Ho messo fuori gioco la vostra simpatica amichetta e pian piano metterò fuori gioco tutti voi!” proseguì esprimendo un cenno di irritazione; nel contempo strinse fortemente la mano e lanciò una rapida occhiata verso Max. Il poveretto, colpito come da un ulcera improvvisa, cadde a terra dibattendosi dal dolore.
“Poi” continuò sempre quel malvagio essere mentre stringeva sempre più la mano e il buon fantasma urlava sempre più dal dolore “Mi vendicherò del mio caro bastone uccidendo voi, stupidi umani, con una morte lenta, dopo una lunga agonia!”
Il povero Max, che ormai era stato gravemente ferito, cadde a terra forse svenuto o forse morto. I due ragazzini tentarono di avvicinarsi a lui, ma l’omaccione li fermò e li sbatté via con estrema facilità. Quei poveri viventi dovevano ritrovare il coraggio che li aveva caratterizzati nella prima sconfitta che avevano inflitto all’ uomo nero!
Appena rialzati, videro l’omaccione avvicinarsi e non poterono che allontanarsi con i lineamenti sensibilmente alterati: non riuscivano a superare la loro paura.
Quel mostro avanzava sempre di più, mantenendo una postura dritta e fiera, a passi lenti e ben calibrati. I ragazzini, invece, scappavano confusamente, praticamente in ginocchio, spingendosi sempre più verso il limite del cantiere e imbrattandosi i pantaloni di fango.
Ad un certo punto, quando i due si trovarono con le spalle al muro, spinto dalla confusione uno dei ragazzi finì con il far inciampare l’uomo in nero, che li aveva raggiunti, facendolo cadere rovinosamente a terra. Ai due giovani, improvvisamente, scappò una risata scrosciante e l’omaccione, rialzatosi, cominciò a indietreggiare, pulendosi il viso a più riprese. In quel momento i protagonisti capirono: per uccidere quell’essere fisicamente, prima bisognava eliminarlo psicologicamente.
I due si alzarono e cominciarono a muoversi in postura ritta, raggiungendo a passi lenti e calibrati il mostro, che era in fuga; le parti si erano completamente ribaltate.
Tutto sembrava andare per il meglio quando, sulla cima della collinetta nei pressi del luogo in cui giaceva Max, l’omone si alzò e con un colpo di mano sbatté in terra i ragazzi, che si trovavano ora completamente sottomessi. L’uomo in nero estrasse da un cinturone nascosto sotto la giacca un pugnale argentato, il pugnale utilizzato per colpire gli spettri!
Tutto stava precipitando. Ormai la lama non distava più di mezzo centimetro dalla gola di Luigi che improvvisamente accade qualcosa di infinitamente strano e inaspettato: Max, che tutti credevano esamine, spiccò un balzo e, trasformandosi in una nube informe, si spinse fin dentro la bocca dell’uomo in nero, aperta in una larga risata malefica. Improvvisamente l’uomo che poco tempo fa si credeva forte e potente, si retrasse all’indietro, lasciando cadere il pugnale e portandosi ambo le mani allo stomaco. I bordi della bocca si creparono e le crepe cominciarono a coprirsi di cenere grigia, gli occhi mandarono bagliori di carboni ardenti e dalla bocca spalancata e dalle orecchie uscirono leggeri fili di fumo che andavano aumentando, i padiglioni auricolari si creparono, si ingrigirono e si polverizzarono insieme al cappello, i capelli si sbiancarono e anche dalle narici cominciarono ad uscire due fili di fumo. Le dita e poi la mano cominciarono a riempirsi di crepe e a ingrigirsi, infine il maligno essere alzò la testa verso l’alto, spalancando la bocca ormai priva di labbra, che erano incenerite, e sputò una lingua di fuoco. I poveri ragazzini rimasero terrorizzati, ma fu un attimo: il terribile uomo cadde pesantemente al suolo, senza più rialzarsi. Era stato incenerito dall’interno. Ma insieme a lui era scomparso anche il buon fantasma che si era sacrificato, forse irrimediabilmente, per eliminare il suo giurato nemico e per questo la vittoria non fu tanto festeggiata, tanto meno per il fatto che anche Zoe era stata tagliata fuori dalle comunicazioni.
  
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