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Autore: Ninriel    30/10/2013    4 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Toc Toc. Toc Toc.

Ma che diamine... Allison aprì gli occhi, sbattendo le palpebre per abituarsi alla luce penetrante che passava dalle assi di legno.

I colpi alla porta si susseguirono, facendola sollevare frastornata.

Il suo sguardo cadde su Trevor, sdraiato sul letto a pancia in giù, con le braccia che stringevano il cuscino e la schiena nuda, le coperte raccolte intorno alla vita.

-Custode? Custode!- Una voce femminile, che sembrava essere quella di Sinzie, chiamò la ragazza con preoccupazione.

Trevor mormorò qualcosa, rigirandosi nel giaciglio ed aggrovigliandosi tra le pellicce. Un'alito di vento arrivato da chissà dove, costrinse Allison a cingersi il petto, improvvisamente conscia di essere seminuda.

Si alzò dal letto, socchiudendo appena la porta in modo di far uscire solo il viso, incontrando lo sguardo confuso di Sinzie.

-Custode!- La donna cercò di sbirciare all'interno della stanza, ma Allison tenne la porta saldamente ferma.

-Ti prego, parla piano. E chiamami Allison, per favore.- La implorò la ragazza, tentando di riaccendere i neuroni ancora intontiti dal sonno.

Sinzie la scrutò preoccupata. -O-Okay. Stai bene? Sembri un po... -

-Stanca? Rimbambita? Esausta?- La ragazza di portò una mano alla bocca, sbadigliando vistosamente. -Ma si può sapere che ore sono?- Il cielo era illuminato fiocamente dalla luce dell'alba, e la luna si stagliava superba dalla parte opposta, come a contrastare lo scorrere inesorabile del tempo

Da ciò che vedeva, in strada non c'era nessuno, a parte la donna che in quel momento la fissava confusa. -Ore? -

La ragazza scosse la testa alzando gli occhi al cielo. -Lascia perdere. Piuttosto, come mai mi hai svegliato così presto?-

Sinzie sgranò gli occhi. -Presto? La custode dovrebbe vegliare nel suo tempio fin dal principio del giorno, quando ancora le tenebre predominano! Rhao mi ha chiesto di fare un eccezione, dato che ancora non sai bene qual'è il tuo compito. A proposito, il guardiano dov'è?-

Allison ridacchiò. -Sta dormendo. Ma non ti preoccupare, non ci vorrà molto a svegliarlo. -

Sinzie assunse un cipiglio severo. -Cust...Allison il tempo stringe, e un guardiano troppo pigro non è esattamente quello che...-

-Io non sono pigro! - La voce di Trevor eccheggiò da dietro la porta, ed il suo volto fece capolino assonnato dallo stipite. Sinzie sorrise suo malgrado, scambiando la sua espressione per quella di un bambino giocherellone.

Allison sgranò gli occhi, sentendo una mano calda palparle in sedere. - Trev... or..- Si strozzò con la saliva, mentre pronunciava qualcosa che sembrava un “coniquilini”, e che fu soffocato dall'imprecazione silenziosa del ragazzo nel sentire un palmo incandescente posarsi sul suo braccio. -Merda- imprecò al contatto.

Guardò nuovamente la donna, improvvisamente ansioso di restare da solo con Allison.

-Sinzie... dacci qualche istante e arriviamo- tentò di liquidarla.

La donna lo fissò indecisa. -Certo. Aspetto qui fuori. -

La porta si richiuse velocemente, accompagnata dal braccio impaziente di Trevor.

Allison arrossì trovandosi ancora una volta sotto il suo sguardo, illuminata però dalla luce del sole che filtrava dalle pareti.

-Trevor...Potresti smetterla, per favore?-

-Di fare cosa?-

Allison sgranò gli occhi, ovvia. -Di fissarmi, diamine!- E si sottrasse al verde dei suoi occhi, infilando il vestito che la sera prima aveva lasciato cadere per terra.


 

* * *

-Si è divertita stanotte, Custode?- Shon parlò con tono di scherno, fedele atteggiamento preso la sera prima. Quando i due erano usciti dalla casa pochi minuti dopo, avevano trovato lui ad aspettarli, ed ora erano tutti fermi in attesa di Rhao. Allison notò ancora una volta, forse con una chiarezza maggiore dovuta al riposo della notte appena passata, di quanto il ragazzo fosse giovane in confronto al'età avanzata che aveva potuto notare in Rhao la sera prima. Bah... di sicuro le cose qui vanno diversamente...

-Non credo tu voglia sapere sul serio come sono andate le cose. Rimarresti traumatizzato a vita- Ribatté Trevor con un sorrisetto, rispondendo ad una domanda che la ragazza non aveva sentito.

Shon sollevò un sopracciglio . -Tu credi? Chiedi ad una qualsiasi ragazza del villaggio di cosa sono capace... -

-Basta! -Allison alzò la voce, gli occhi sgranati -Non posso credere che stiate discutendo di queste cose!-

Shon sorrise sensuale... un sorriso fin troppo accattivante. -Potremmo fare una cosa a tre... giusto per vedere se sul serio Trevor ha una valido motivo per ...-

-Sono sicuro che ti rintaneresti in un angolino a piangere pivello. -

-Dopo aver partecipato ad un orgia credo che qualunque cosa sia sopravvalutata... specie per quello che riguarda il prenderlo in...-

La ragazza imprecò contro tutti i santi, chiedendosi per quale sfortunata causa fosse finita con don due persone così stupide.

Nonostante tutti i buoni propositi, le intenzioni di rimanere calma evaporarono velocemente, nell'ascoltare le frecciatine che i due si lanciavano.

-State zitti cazzo!- Esclamò esasperata.

Non solo si trovava tra due fuochi ugualmente pericolosi (anche se nel suo caso la metafora non era verosimile) ma entrambi erano convinti che la propria fiamma fosse più luminosa di quella dell'altro.

-Custode!- una voce affannata li fece voltare, impedendo che si incenerissero l'un l'altro a forza di sguardi.

La donna si sollevò la veste mentre correva verso di loro, fermandosi con il fiatone.

-Il Quy'Ohz mi ha chiesto di scortarvi al tempio- Ansimò, con un lieve inchino.

La ragazza si strinse nelle spalle borbottando un ironico -sarà fatto- e guadagnandosi un'occhiata confusa.

Era chiaro che il volere del capo villaggio fosse quasi sacro, e anche se George le aveva detto che in realtà era la custode, ad essere il punto di riferimento del popolo, era chiaro che il rispetto che Rhao si era guadagnato non sarebbe stato facile da raggiungere, e il fatto che lei venisse da un altro mondo non sembrava aiutare.

La sera prima, sotto l'adorazione, era stato evidente lo scetticismo nelle sue capacità.

Le vie erano ancora deserte, mentre il sole cominciava a fare capolino da dietro la foresta che circondava il lago ed il villaggio.

La notte prima l'oscurità celava le cime che ora si ergevano fiere intorno a metà del lago, la foresta che si estendeva sui pendii, e le pianure sconfinate precedute da fitta vegetazione, dall'altra parte.

La donna camminò veloce, percorrendo con un abile slalom quasi mezzo villaggio.

Le case, le capanne, si estendevano tutto intorno al lago, formando un unico grande villaggio, in alcuni punti più popolato ed in altri meno. Alberi frondosi intervallavano i tetti di paglia, legno o argilla, creando un aria di quiete e pace nel silenzio del primo mattino.

Allison espirò una boccata d'aria, sorridendo involontariamente. Quella sensazione di libertà, l'incredibile armonia di quel mondo, formavano un Coktail inebriante per chi come lei era sempre vissuta tra macchine smog e rumori cittadini.

Un bagliore rossastro la costrinse a sbattere le palpebre, e a riparasi gli occhi con una mano.

Il sole si era alzato superando i passi sulle montagne, rischiarando la superficie immobile e cristallina del lago che si rifletté su una palafitta più grande e isolata delle altre. Ciò che spiccava subito all'occhio era il bianco abbagliante della struttura. Sembrava essere fatta di una pietra sconosciuta, un marmo, che splendeva alla luce dell'alba e si specchiava delle acque gelide del lago. Tutt'intorno, vi era uno semicerchio vuoto.

Rhao apparve improvvisamente, dirigendosi a grandi falcate verso di loro.

Sorrise alla donna che li aveva accompagnati -Grazie mille Gia. Oh, e vedrai che tuo marito si riprenderà. - Lei si inchinò. -Questo e altro signore. Che la dea vegli su di lei- Invocò con riconoscenza e sottomissione,

Rhao scrutò Shon, con un cipiglio severo. -Cosa ci fai tu qui?-

Il ragazzo sbuffò scocciato. -Dove dovrei essere se non con la mi..-

-Shon! Chiudi quella fogna che hai al posto della bocca e vai da tua madre. Ti stava cercando, e aveva l'aria piuttosto arrabbiata. - lo bloccò arrabbiato.

-Avrà scoperto che tutte le cose che mi dice di lavare finiscono puntualmente nel giardino sul retro. - Ridacchiò lui.

Allison sorrise a sua volta, guardandolo. Ha una bellissima risata. Poi si diede della stupida. Ma ciò non toglie che sia un bastardo.Rettificò a sé stessa.

Rhao assunse un cipiglio severo. -Fila a casa, faremo i conti più tardi. E non ti azzardare ad andare da Kalina o Finne o chiunque altra, prima di aver parlato con tua madre. -

Il ragazzo prese un aria seriosa, annuendo mentre soffocava un sorrisetto. -Certo padre. Prima il dovere e poi il...-

-Fila a casa Shon – La voce perentoria di Rhao lo costrinse a fare retromarcia, non senza aver lanciato un ultima occhiata ad Allison.

Rhao sospirò, guardando i due ragazzi .-Scusate mio figlio. Ha un carattere molto... indisciplinato. -Disse facendo una smorfia.

-Già. Tra ieri e oggi abbiamo avuto modo di tracciare una mappa piuttosto dettagliata delle sue abitudini. Non per offenderlo, ma povera chi dovrà sposarlo. - Ironizzò Allison.

L'uomo sembrò imbarazzato, e si schiarì la gola. -Hem... bene, Allison. Oggi useremo la giornata per capire a che punto sono le tue conoscenze del nostro popolo e delle nostre usanze, e tu ed il tuo guardiano farete un giro del villaggio. -

La ragazza annuì, mentre Trevor assunse un cipiglio infastidito. -Gradirei mi chiamassi con il mio nome, altrimenti mi sembra di essere un animale da compagnia.-

Rhao sembrò confuso a quell'affermazione, ma acconsentì .- Va bene. Direi che possiamo cominciare il giro- Affermò, dirigendosi verso il villaggio, e venendo subito affiancato dai due.

Le strade cominciavano a riempirsi di vita, e man mano che si addentravano tra le capanne, sempre più persone si fermavano al loro passaggio, inchinandosi. Alla vista della custode, non mancavano le occhiata di disapprovazione per il suo abbigliamento, ma per lo più, la gente era curiosa.

Quella strana ragazza era arrivata da un altro mondo, di cui veniva narrato solo nelle leggende. Un mondo così diverso eppure intrigante. Quella ragazza si muoveva seducente quando camminava, parlava con un lieve accento distorto da una lingua straniera, e trattava il popolo come suo pari.

Quella strana, strana ragazza.

Allison sorrise con un po' di imbarazzo ad un bambinetto sul ciglio della strada che si era imbambolato a fissarla, e che sgranò gli occhi quando si accorse di essere stato notato.

La ragazza si girò verso il Quy'ohz, ancora stupita dal comportamento della gente, ed in parte intimorita. -Rhao... faranno sempre così?-

L'uomo accennò un sorriso, chinando la testa in risposta ai saluti della gente. -Oh, tranquilla. Prima o poi ci farai l'abitudine. A quanto ho capito, per te è nuovo essere trattata così... George non ti ha forse informata a dovere?-

Allison scosse la testa con vigore. -No, no, anzi. Abbiamo dedicato molto tempo allo studio della vostra...della nostra razza...ma è tutto così diverso dal mio mondo...e molte cose ha detto che mi sarebbero state spiegate una volta arrivata...-

Rhao fissò il cielo, pensieroso.

Avevano percorso molti metri, eppure le casupole sembravano estendersi a non finire intorno al lago.

-Raccontami del tuo mondo, sono curioso. - Disse improvvisamente, dopo aver terminato l'accurato esame della volta celeste. Era evidente che lì la vita dovesse essere molto monotona, e ogni cosa fuori dalle righe avrebbe potuto sollevare scalpore. Le strade del villaggio si fecero più strette, e la foresta apparve al limitare delle casupole. La gente era ancora poca, e tutti si giravano verso di loro inchinandosi mentre passavano, mormorando.

Allison si schiarì la voce, indecisa. Da dove comincio? Forse dovrei partire dalle cose che abbiamo in comune...

-Hem...- iniziò titubante. - Come avrai capito è molto diverso. Noi siamo... Più evoluti... abbiamo case che sono costruite con un materiale molto più resistente del legno, e... degli utensili che ci permettono di parlare gli uni con gli altri anche se siamo lontani. - cercò di semplificare il più possibile quelli che per Rhao erano concetti estranei e a giudicare dalla sua espressione, inimmaginabili.

Lui lanciò uno sguardo a Trevor, che ascoltava la conversazione scalpitante, ma stranamente in silenzio.

Da quando era arrivato ad Ascabryh, era stato praticamente ignorato da tutti e anche se gli pesava ammetterlo, i battibecchi con Shon erano stati uno dei pochi momenti degli di nota ( oltre allo spogliarello di Allison).

-E tu Trevor?- Cambiò discorso, probabilmente soddisfatto dalle spiegazioni della ragazza.

Ah, bene. Si ricorda il mio nome.

-Ho visto che sei molto... impulsivo. Non sei abituato ad essere defilato così, vero?- Chiese. -Sono un abile osservatore. - aggiunse poi con noncuranza, nel vedere l'espressione stupita di lui.

Il ragazzo si strinse nelle spalle. -Infatti ha visto bene. Da noi, di solito sono al centro dell'attenzione. É difficile abituarsi ad essere ignorato... e anche il fatto di dover dipendere dalle decisioni della custode... come ha detto, sono una persona impulsiva. - convenne.

Rhao sorrise sotto la folta barba. -Somigli molto a mio figlio. Forse è per questo che non andate d'accordo...siete così testardi...- borbottò a voce più bassa, lasciando di nuovo stupito Trevor. Quell'uomo era riuscito a capire di lui in due giorni più di quanto un professore avesse fatto in cinque anni.

Intorno a loro, una fitta foresta coprì la luce del sole, mentre seguivano uno dei sentieri che Allison aveva notato la notte prima.

-Bene. - Riprese a parlare il Quy'Ohz. -Vi avevo detto che avremmo fatto un giro panoramico, e vi avrei spiegato un po' di cose della nostra cultura ma fino ad ora non abbiamo fatto né l'uno né l'altro. -

Il sentiero si allargò, lasciando poso a querce secolari sul ciglio dello sterrato, e impronte di calzari che si intersecavano le una con le altre, creando un intricato disegno polveroso sul terreno.

La voce di Rhao si confuse tra i cinguettii degli uccellini appollaiati sulle grandi fronde soprastanti. -Direi di partire dall'inizio. Allison, come ben saprai il tuo compito e quello di fungere da tramite tra noi e l'elemento Fuoco, e parte essenziale, vegliare il fuoco sacro... -

La ragazza sgranò gli occhi per un istante. Oh cazzo. Il fuoco sacro. Me ne ero completamente dimenticata.

-...E naturalmente il compito del tuo guardiano, sarà quello proteggerti .- continuò ovvio. Lanciò uno sguardo ai due. -Fin qui credo che George vi avesse già informati -

Si fermò improvvisamente, staccando da un cespuglio sul ciglio del sentiero, dei pallini piccoli e blu. Si volse verso Allison e Trevor. -Volete?- chiese porgendo loro quelli che sembravano frutti. Entrambi ne presero uno, facendo una smorfia al sapore forte e agrodolce.

Allison si guardò intorno. Il sentiero si interrompeva lì davanti a loro, a causa di un grande ramo frondoso. -Dove stiamo andando?-

Rhao rise. Un suono roco, soffocato in parte dalla barba che scendeva lunga sul suo petto. -Domanda legittima, dato che stiamo camminando ormai da un po'.Mi chiedevo quando me lo avreste chiesto. - fece una pausa, con un sorriso sornione sul volto.

-Quello che avete visto voi, era solo il villaggio centrale. É oltre la foresta, che c'è la nostra vita. - Si avvicinò al ramo scostandolo con un gesto, e un getto di luce diretta li abbagliò per un istante.

Quello che Allison distinse dopo, furono sagome di case e persone, le une più rade che nel centro del villaggio, le altre più numerose.

In una distesa verde, tra pianure e collinette, si estendeva quella che era in piena regola la zona urbana del villaggio.

Altro che quelle capanne attorno al lago... Lì si estendevano a perdita d'occhio campi di diversi colori, probabilmente coltivati, e spiazzi vuoti più piccoli e ancora agglomerati di case e campi.

Rhao sorrise. -Benvenuti ad Ascabryh. -


 

* * *

Il sole era alto, e un brusio coincitato, che spesso sfociava in voci più alte, si estendeva in tutto il paese. Un po' l'arrivo della nuova custode, un po' la frenesie quotidiana, avevano contribuito a rendere quella giornata, illuminata ora da un caldo sole di mezzogiorno, alquanto movimentata.

-Quindi pranzate tutti qui?- Trevor si osservò intorno. Rozzi tavoli di legno punteggiavano il parto, occupati da allegre famigliole.

Sarebbe potuto sembrare in classico Pic-Nic di pasqua, se non fosse stato che tutti indossavano abiti grezzi, ed avevano le fronti madide di sudore.

I bambini si rincorrevano tra i tavoli, mentre gruppi di ragazzi si concentravano sotto l'ombra degli alberi.

Rhao addentò la strana pagnotta che aveva tirato fuori da una tasca invisibile delle sue vesti, annuendo. -La pausa dura fino a che il sole non raggiunge la punta di quell'asta di legno, laggiù. Poi gli adulti ricominciano a lavorare, e i ragazzi ad allenarsi con i loro poteri. Di solito la custode mangia al tempio, ma ho come l'impressione che con te molte cose cambieranno. -

Allison sbuffò, guadagnandosi occhiate curiose da parte delle persone che le stavano più vicine. -Che bella vita che fate, magari da noi fosse così. -

Trevor le passò una delle pesche che un bambino gli aveva gentilmente regalato. La ragazza l'addentò, ed un rivolo dolciastro scivolò dall'angolo della bocca fino al collo, lasciando una scia appiccicosa che la ragazza pulì con una mano, movimento che non sfuggì a Rhao, il quale si alzò facendo segno ai due di imitarlo.

-Venite, c'è troppo rumore per i miei gusti, ed inoltre conosco un posto dove puoi sciacquarti. -Aggiunse rivolto ad Allison

Si inoltrarono nuovamente nella foresta, che sembrava essere una presenza costante nel panorama, ma questa volta non camminarono a lungo.

Giusto il tempo che il chiacchiericcio confuso si affievolisse, ed i tre si ritrovarono davanti ad una pozza cristallina, situata nell'ennesimo piccolo spiazzo.

Un sasso piatto ed un tronco tagliato basso a mo' di tavolino davano al posto una quiete che lo rendeva perfetto per essere un luogo di meditazione. Raho allargò le braccia in un chiaro segno di invito. -Eccoci arrivati.-

-Beh? Non dovevi sciacquarti?- Trevor si sedette sul sasso, con le gambe semiaperte, e i gomiti poggiati sulle ginocchia, guardandola strafottente.

Allison alzò gli occhi al cielo, mollandogli uno scappellotto mentre si inginocchiava acconto alla pozza e si portava l'acqua sul collo, ancora appiccicoso. Fino a quel momento Trevor era stato abbastanza tranquillo, e aveva pensato che con quel comportamento avesse voluto farle capire di aver recepito il messaggio “siamo solo coinquilini” ma lo sguardo che le puntava ora, era una chiara contraddizione.

Contro ogni ragione, sotto gli occhi attenti del ragazzo, e le iridi sagge del Quy'Ohz, la ragazza immaginò che le proprie mani sul collo, fossero quelle di Trevor, impegnate in un percorso molto più interessante e molto meno casto.

Le parole che George le aveva rivolto tanto tempo prima eccheggiarono nella sua testa, come un tarlo che dopo tento tempo si ripresentava alla porta più accanito di prima.


 

-Ci sono delle usanze, nel popolo... usanze che vanno avanti da millenni, e di cui non sta a noi parlati. Ti posso dire solo una cosa: non preoccuparti ora, non c'è né motivo. Vivi e ama come hai sempre fatto, perchè ciò che quì ti sembra scontato, nel nostro mondo non lo sarà di certo- […]


 

Allison si alzò, scuotendo le mani e facendo cadere parte dell'acqua residua su Trevor, che si scostò infastidito.

-Rhao...-

L'uomo si girò verso di lei, interrompendo l'osservazione di un picchio che bucava il tronco di un albero vicino, provocando continui ticchettii.

-Si?- rispose.

-Ho una... curiosità. -

-Chiedi pure. -

-George, ci ha detto che molte cose riguardo la vostra cultura avresti dovuto spiegarcele tu... in particolare, si è riferito all'impossibilità di rapporti sentimentali tra custodi e guardiani... cosa intendeva?- La ragazza rigirò i discorsi avuti in precedenza, mascherando l'urgenza improvvisa di sapere la risposta, con una sincera curiosità.

Anche Trevor si tese verso di lui, ansioso di sentire la risposta.

Rhao sospirò, appoggiandosi al tronco di uno degli alberi. -George è un uomo molto colto ed intelligente tra le ninfe. -Commentò.

Sospirò di nuovo. - Quello che intendeva dire, è che ci sono molte tradizioni antiche qui da noi. Fin dalla rivelazione della prima Custode, per creare una maggiore unione tra la vita popolare e la Dea, la custode, ovvero il suo tramite, veniva promessa in sposa al capo villaggio, o ad un membro della sua famiglia che avesse un'età accettabile. -

Trevor sbuffò, alzandosi in piedi di scatto, mentre Allison impallidiva repentinamente.

-Quindi...- biascicò incerta, sotto lo sguardo compassionevole di Rhao,

-Quindi sarai costretta a sposare quel cretino di Shon. - Concluse per lui Trevor, irato.


 


 


Nota dell'autrice. 
Perdonatemi il ritardo vi pregoooo *implora in ginocchio le poche fedeli anime che la seguono. *
Per farmi perdonare ho fatto questo cap. un pò più lungo... e anche se la storia resta quasi allo stesso punto, spero vi sia piaciuto. 
Beeeeene bene bene. Ecco svelato il mistero. Allison dovrà sposare... niente meno che Shon! (beh, non che le sia andata male -.^ ) Spero non sembri troppo inverosimile o scontato, (specie dato che una delle mie recensitrici più fedeli aveva indovinato, non so come -.-" )
Questo mi porta, dato l'ora tarda... ad accorciare il più possibile, e ringraziare
Hola1994 e Roberta Styles Cannavo -sempre se il NIckname non le è già cambiato-  (hey rob, hai visto? ti avevo detto che avrei aggiornato oggi e l'ho fatto ;.D  se non fosse stato per le tue minacce :-* probabilmente avrei aggiornato direttamente sabato.  E non mi importa se lo leggerai domani, io ho tenuto fede al patto U.u)
Oaky, stop. Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto, e dato che siete arrivati fin qui, lasciare una Recensioncina -ina -ina non credo sia un gran peso. 
Spero che il cap. vi sia piaciuto,
a presto, 
Ninriel

 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

  
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