Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Maty66    31/10/2013    8 recensioni
La tensione nella stanza era al culmine
Kim guardò Semir e cercò di parlare nel modo più calmo possibile “Semir, sono passati già tre mesi. Forse dovremmo iniziare ad accettare l’idea che…” gli disse
Ma Semir non le fece finire la frase “Quale idea Commissario?? Fossero anche passati tre anni io non mi rassegnerò mai, non mi rassegnerò fino a che non l’avrò trovato o non avrò trovato il suo cadavere” rispose furibondo prima di lasciare l'ufficio sbattendo la porta
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Storie d'amore e di amicizia'
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Chi segue le mie storielle sa che avevo in mente da un po’ di scrivere una storia sulla uscita di Ben…  forse è questa… perché questa è una storia…

Senza lieto fine

Semir aprì gli occhi incredulo… non era morto. Strizzò gli occhi per mettere a fuoco e vide di fronte a sé Marie che imbracciava un fucile ancora fumante.  La ragazza aveva gli occhi terrorizzati. Poi sentì un gemito. Sarah era a terra e si teneva la spalla sanguinante “Cosa hai fatto maledetta stupida, cosa hai fatto….”gemette ansimando.
La ragazza non smettendo di fissare la sorella a terra slegò Semir e lo liberò dal bavaglio.
Con ancora le corde attorno alle gambe Semir allontanò con un calcio la pistola da Sarah, che ormai era in stato semicosciente e si precipitò da Ben
Lo prese fra le braccia e gli carezzò il viso cercando di mettersi in contatto con lui, ma il ragazzo lo guardava ormai con occhi acquosi ed assenti. Il respiro era accelerato e superficiale
“Cosa hai fatto, maledetto stupido, cosa hai fatto…” mormorò anche lui stringendolo fra le braccia e cullandolo avanti ed indietro.
Si sentiva completamente impotente, stavolta non c’erano ferite da tamponare, ossa rotte da steccare, non poteva fare nulla, solo assistere alla morte del suo migliore amico. Le lacrime iniziarono a scendergli sulle guance.
Ben lo guardò e gli fece un piccolo sorriso “Preferisco così…” gli disse piano ancora una volta
Marie si inginocchiò davanti a loro “Tienilo sveglio… cerca di tenerlo sveglio, io torno subito”  disse a Semir concitata mentre usciva dalla cantina
Semir non aveva ben capito cosa volesse dire la ragazza, ma fece come gli era stato detto
“Dai Ben… stai sveglio ok? Resta con me… vedrai andrà tutto bene. Combatti forza, resta sveglio… non vuoi restare con me? Non vuoi sposare Laura?” cercò di esortarlo scuotendolo delicatamente
Ma Ben era sempre più assente “Fa’ freddo…” disse talmente piano che Semir a stento lo sentì. Semir si tolse la giacca e gliela avvolse intorno al corpo
“Ben resta sveglio dai, non dormire ti prego… pensa a me, fallo per me, pensa a Laura e alle bambine” lo esortò ancora disperato, ma si vedeva che il ragazzo era alla fine
Ben lo guardò  ma le labbra  erano ormai diventate bluastre e il respiro era solo un rantolo “Dì a Laura che mi dispiace….” mormorò debolmente prima di chiudere gli occhi
Semir sentì il modo che iniziava furiosamente a girargli intorno “No non è possibile…” pensò mentre scuoteva l’amico, senza tuttavia risultato
E finalmente Marie tornò nella cantina. Aveva una valigetta medica con sé
Si inginocchiò accanto a Ben. “Alzagli la camicia ed il maglione” ordinò a Semir mentre riempiva una siringa con un lunghissimo ago con il contenuto di una boccetta
Semir fece come gli era stato chiesto, anche se  non capiva bene  cosa volesse fare la giovane infermiera.
“E’ adrenalina, la teniamo sempre in casa perché mio padre è cardiopatico. Ma gliela devo iniettare direttamente nel cuore” disse con aria sicura mentre contava le costole sul torace e cercava lo spazio necessario
Semir inorridì al solo pensiero.  Ma era la sola possibilità di sopravvivenza, quindi annuì.  Da lontano si sentivano i latrati dei cani e le voci degli agenti di polizia che si avvicinavano evidentemente richiamati dallo sparo
Marie con gesto deciso piantò la siringa nel torace di Ben
 
Semir si era piazzato dietro la testa di Ben e la teneva sulle sue ginocchia mentre gli carezzava la fronte. I secondi gli sembravano ore intere “Ti prego, ti prego, non farmi questo, apri gli occhi”
Ormai gli agenti erano arrivati alla botola e Semir vide un paio di uomini vestiti di nero della SEC precipitarsi dentro ad armi spianate, seguiti dalla Kruger
“Oh mio Dio… che è successo?” esclamò Kim vedendo la scena
Ma Semir non rispose. Stava lì imbambolato e sempre più disperato
E poi finalmente con un sussulto Ben si mosse, tossendo inspirò l’aria con un singulto, mentre apriva gli occhi confuso
 
Due mesi dopo
 
Semir si stropicciò gli occhi stanchi e chiuse il file  che stava leggendo sul pc. Era la relazione finale sul caso  Sarah Night. Ripensando alla angoscia e al dolore provati nei mesi precedenti Semir sentì ancora il cuore artigliato in una morsa di ghiaccio.
Marie era stata arrestata per complicità con la sorella, ma Ben le aveva trovato un buon avvocato; probabilmente vista la sua collaborazione ed il fatto che aveva salvato i due poliziotti, avrebbe ottenuto uno sconto di pena.
Anche Sarah ovviamente era stata arrestata ed ora era in un ospedale psichiatrico in attesa del processo. Probabilmente  sarebbe stata internata a vita. I medici avevano detto che la sua follia era scattata nel momento in cui aveva saputo che a causa della violenza subita difficilmente avrebbe potuto avere dei figli. Ma Semir non riusciva a compatirla, desiderava solo non vederla mia più e che non tornasse mai più libera quella donna diabolica.
Era stata davvero abile nella sua follia; aveva avvicinato sia Ben che gli altri  colleghi che si erano fidati di lei ciecamente, in fondo era una vecchia amica; era riuscita a scoprire che Jan era venuto in possesso di quei nastri che la riprendevano alla stazione insieme a Ben e prima l’aveva ucciso e poi si era introdotta nel suo ufficio per farli sparire; aveva simulato il suo rapimento arrivando a ferirsi più volte per lasciare il suo sangue sul pavimento. E aveva ucciso in modo crudele ed insensato tre uomini,  ridotto in fin di vita Ben per due volte.
 Semir sentiva di odiarla profondamente e ringraziava Dio di non aver avuto la possibilità di incrociarla di nuovo, altrimenti non era sicuro di riuscire a dominarsi.
Sospirando guardò la scrivania vuota davanti a lui.
Domani qualcuno si sarebbe seduto su quella sedia.
Ma quel qualcuno non sarebbe stato Ben
Perché se  anche Ben era riuscito a scamparla ed ora stava fisicamente abbastanza bene, quella donna in fondo era riuscita ad ucciderlo,  lo aveva ucciso dentro
A Semir ancora venivano le lacrime agli occhi nel rivedere la scena di Laura che, completamente sconvolta, si era presentata alla loro porta in piena notte la settimana prima.
“Mi ha lasciata Semir… mi ha lasciata…” aveva mormorato prima di rifugiarsi singhiozzando fra le braccia di Andrea
“Amnesia traumatica dissociativa” l’aveva chiamata il dottore, l’incapacità,  seguito di un trauma, di ricordare alcuni episodi o sentimenti della propria vita: e Ben non riusciva a ricordare il suo amore per Laura. Lei gli faceva tenerezza,  si dispiaceva nel darle dolore, provava un grande affetto, ma- come aveva confessato a Semir- non provava amore per lei. E Ben era un uomo troppo leale per mentire a lungo o illudere Laura. E così odiandosi e maledicendosi aveva spezzato quel legame,  già perso nel mare della dimenticanza
Ma non era l’unico legame ad essersi spezzato.
 In realtà  la vita di Ben  era tutta sottosopra.
Ricordava molti episodi della sua vita di poliziotto, molti episodi con Semir e il sentimento verso l’amico era l’unica certezza per lui in quel momento.  Ma sentiva che non sarebbe più riuscito a fare quella vita. Aveva provato ad andare al poligono, ma le mani gli tremavano talmente tanto quando impugnava la pistola che non aveva neppure provato a sparare. Ed il giorno dopo aveva presentato la richiesta di congedo a tempo illimitato
Semir si alzò dalla sedia stiracchiandosi. Guardò l’orologio: le  cinque e mezza, doveva sbrigarsi
Quando arrivò alla panchina prediletta da Ben, lungo il Reno, lui era già lì in tuta da motociclista. La Harley era parcheggiata poco distante, con sul sellino un grosso borsone da viaggio. Ben stava guardando il fiume che scorreva placido.
“Ciao…” fece Semir sedendosi accanto all’amico
“Ciao socio” gli rispose lui sorridendogli
“Allora ci siamo….” Semir cercò di dominarsi, ma aveva voglia di piangere
“Già ci siamo…” disse Ben continuando a guardare il fiume
“Abbiamo arrestato il tuo istruttorie Kurt Waldeim per violenza carnale” lo informò l’amico  nella assurda speranza che questo potesse suscitare in Ben un interesse professionale
Ma lui si limitò ad annuire “Bene…” disse solo  “Quando arriva il nuovo partner?” chiese poi il ragazzo
“Domani… arriva domani” rispose Semir ma la voce si stava strozzando.
“Mi raccomando Semir, fai in modo che sia soprattutto tuo amico” si raccomandò guardandolo negli occhi
In quel  momento la determinazione di Semir, le promesse fatte ad Andrea di non forzarlo in alcun modo, andarono a rotoli. Ora era adirato, tremendamente adirato
“Come puoi chiedermi questo? Come puoi chiedermi di dimenticare quello che abbiamo passato insieme, l’amicizia che c’è fra noi e  diventare semplicemente amico del mio nuovo collega?” sbottò furibondo
“Ma io non ti chiedo di dimenticare la nostra amicizia, noi saremo sempre amici, sempre, anche se sarò lontano. Non lavoreremo più insieme. E tu hai bisogno di un amico sul lavoro, non solo di un semplice collega”  rispose lui calmo
Semir pensò a quanto Ben era cambiato dal suo rapimento; ora era calmo, riflessivo e…. soprattutto triste. Distante anni luce dal ragazzo allegro sfrontato e gioioso che aveva conosciuto.
“Ecco  proprio qui sta il punto; capisco che tu non voglia tornare al lavoro per ora, ma perché te ne devi andare?? Perché non  puoi restare qui con noi? Noi siamo la tua famiglia, io,  Andrea e le bambine. E poi tuo padre, tua sorella… perché non pensi a noi?” Semir si odiò per essere ricorso a quel ricatto morale, ma ormai era disperato
Ben rimase per un po’ in silenzio “Non ce la faccio Semir… proprio non ce la faccio. Ho bisogno di allontanarmi un po’. Se resto qui faccio soffrire tutti perché non mi ricordo di loro, perché non ricordo quello che abbiamo fatto insieme, i sentimenti che ci legano. Guarda cosa è successo con Laura… sono riuscito solo a farla soffrire…”
“E  non pensi a quanto soffriremo noi senza di te?” provò ancora Semir
“Lo so, ma questo è l’unico modo che ho trovato per cercare di recuperare la mia vita” disse lui deciso
Semir si alzò con gesto rabbioso e si avvicinò alla balaustra sul  fiume
“Dai Semir… resteremo in contatto, ho appena regalato ad Aida un pc così possiamo chattare e vederci con la webcam” disse  Ben avvicinandosi
“Ti avevo detto che Aida è troppo piccola per avere un pc suo…”
“Sì è vero, ma lo sai io non faccio mai quello che mi si dice di fare…”
“Dove andrai?” chiese Semir con la voce rotta.  Ormai non riusciva più a trattenere le lacrime
“Non lo so ancora… in giro, vantaggi di avere i soldi di famiglia. Forse in America, a  percorrere tutta la Route 66 con la moto e scrivere canzoni, visto  che almeno so ancora cantare e suonare” Ben ora sorrideva  “Ti prego Semir non fare così, non rendere la cosa ancora più difficile di quello che è” sussurrò poi
Semir si asciugò le lacrime “Giurami che ti farai sentire almeno una volta al mese. Giuralo, e giurami anche che tornerai altrimenti ti vengo a cercare anche in capo al mondo”
“Te lo giuro” disse Ben con voce sicura. “Baderai a Laura vero? Farai in modo che sia felice?” chiese ancora
“Ci proverò”
I due si abbracciarono
“Ti voglio bene. Abbi cura di te” sussurrò Ben all’orecchio dell’amico prima di lasciarlo e correre verso la moto senza voltarsi indietro.
Semir rimase a guardare la  Harley che si allontanava rombando nel crepuscolo serale.
Ora non gli restava che aspettare.
 
                                                                                          Fine
PS: come già detto altre volte di medicina non  capisco nulla, quindi gli eventuali esperti perdoneranno le eventuali enormi sciocchezze scritte. Prendetele come al solito  come licenze poetiche
E poi l’angolo dei ringraziamenti: a tutti i lettori in primo luogo. A chi ha recensito con pazienza e affetto, facendomi oggetto ancora una volta di immeritati complimenti. Grazie soprattutto a Laura ( che probabilmente ho deluso con la fine di questa storia ma….) Sophie, Djaly, Iucci e alla new entry Redbullonic.
Ci sarà un seguito? Forse…  se voi volete  
  
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