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Autore: Ari_92    02/11/2013    4 recensioni
CrissColfer Week, everybody :)!
Day#1_ Bye bye Glee.
Day#2_ Music & Lyrics.
Day#3_ Off the Map.
Day#4_ Tour.
Day#5_ Fireworks.
Day#6_ Home is where the Heart is.
Day#7_ Just for now.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hello ladies and gays :)!
Galeotto fu il ponte dei morti, che finalmente mi permise di terminare questa seconda shottina rimasta arenata tra verifiche di matematica e interrogazioni di greco Seriamente ragazzi: come ho già scritto in pagina non ho intenzione di lasciare in sospeso questa piccola raccolta. La finirò, purtroppo non posso promettere niente con i tempi, ma la finirò u.u
Okay, a questo punto evaporo e vi lascio al secondo prompt, sottolineando che indicativamente siamo nella prima parte della quarta stagione ;)
Happy CC Week :D!
 
Come sempre, il mio ask: http://ask.fm/Nonzy9
E la pagina facebook: https://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
 
 
 
 
 
CrissColfer week #2 “Music & lyrics”
 
 
Chris arrivò sul set alle sette di mattina.
Era abbastanza sicuro che dovesse esistere una legge contro l’essere in piedi alle sette di mattina, in particolare contro l’essere in piedi alle sette di mattina con addosso un paio di pantaloni seriamente nocivi alla circolazione sanguigna.
Era affezionato a Kurt, davvero, ma questo non rendeva meno intensa la sua angoscia circa lo scoprire le diavolerie che avrebbe dovuto indossare giorno dopo giorno. Si lasciò scivolare cautamente sulla sedia con  il suo nome scritto sullo schienale, facendo del suo meglio per ignorare gli infiniti punti dove i pantaloni stringevano e tiravano, in attesa che anche il resto del cast facesse la sua comparsa.  Odiava arrivare per primo e starsene seduto lì, più addormentato che sveglio e probabilmente con la peggiore delle sue espressioni omicide.
 
«Buongiorno!» Chris sollevò pigramente lo sguardo e fece un piccolo cenno a Naya, già fasciata in uno degli striminziti vestitini di Santana; si chiese come facesse a non congelare.
«’Giorno.» lei ridacchiò, occupando il posto accanto al suo.
«Qualcuno non ha dormito granché stanotte, uhm?» Chris provò senza successo a reprimere uno sbadiglio.
«Può darsi. Più che altro non respiro in questi pantaloni.» Naya lanciò un’occhiata scettica al capo d’abbigliamento incriminato, mentre si sistemava il copione sulle ginocchia e iniziava a sfogliarlo.
«Posso immaginare.»
«Un giorno dovranno amputarmi le gambe a causa loro.»
«Adesso sei melodrammatico.»
«No, sono realista.» Naya scosse pazientemente la testa, tornando a concentrarsi sulle sue battute. Chris stava giusto valutando la possibilità di seguire il suo esempio quando una vibrazione molesta lo distolse dai suoi propositi. Sospirò e si contorse quel che bastava ad estrarre il cellulare dai meandri di una delle tasche di quelle dannatissime armi di tortura.
Era talmente convinto che si trattasse di sua madre – chi altro avrebbe potuto scrivergli a quell’ora del mattino? – che dovette leggere il testo del messaggio più volte prima di realizzare che era il caso di controllare il mittente, che scoprì essere un numero privato.
 
07:06
“You look so beautiful today.”
 
Chris inarcò entrambe le sopracciglia e fissò il testo dell’sms come se fosse dotato di volontà propria e fosse possibile persuaderlo a rivelare l’identità di chi lo aveva scritto. Si guardò istintivamente intorno, senza tuttavia vedere qualcosa di diverso da camerini, grucce cariche di vestiti, specchiere e divanetti.
Qualche minuto di inquietanti ipotesi più tardi, si convinse che doveva per forza trattarsi di uno scherzo. O di qualcuno che aveva sbagliato numero. O qualunque altra spiegazione che non implicasse qualcosa di cui doveva preoccuparsi seriamente: non era fisicamente in grado di mettersi in allarme alle sette di mattina.
Stava per mettere definitivamente mano al copione, quando il telefono gli vibrò nuovamente tra le mani: sbloccò lo schermo ad una velocità impressionante.
 
07:11
“When you’re sitting there is hard for me to look away.”
 
«Chris, stai bene? Sei pallido. Voglio dire, più del solito.» Chris dovette fare appello a tutta la sua buona volontà per riuscire a sorridere a Naya.
«Sì, bene.»
 
 
La mattinata si era rivelata tanto intensa che Chris aveva quasi finito per dimenticarsi di quei messaggi. Quasi.
«Patatine?» scosse la testa. Lea si strinse nelle spalle e ne prese un’altra manciata per sé: avevano ancora dieci minuti prima di ricominciare a girare. Fu più o meno in quel momento che il suo cellulare ronzò di nuovo.
 
12:35
“So I try to find the words that I could say, I know the distance doesn’t matter but you feel so far away.”
Chris inarcò le sopracciglia, reprimendo un sorriso.
 
12:36
“Sul serio?” digitò in fretta sulla tastiera. La risposta non arrivò che mezzo minuto più tardi.
 
12:36
“And I can’t lie, every time I leave my heart turns gray.”
 
12:38
“Guarda che conosco la canzone, non c’è bisogno che la scrivi tutta. E sarebbe anche carino farla finita con questo scherzo, okay?”
 
12:39
“When I look into your eyes, man, I wish that I could stay. But I can wait, I can wait forever.”
 
Chris fissò il messaggio a metà tra l’incredulo e il divertito. Sapeva che in tutta probabilità la sua non si avvicinava neanche lontanamente al giusto modo di prendere quella cosa, ma dopo un certo shock iniziale non poteva fare a meno di sorridere.
 
12:40
“Ci conosciamo?”
 
12:41
“You are the one that I want.”
Il sorriso di Chris si allargò: quantomeno aveva cambiato canzone.
 
12:41
“Sul serio. Finiscila.”
 
12:43
“I could be staring at somebody new, but stuck in my head there’s a picture of you.”
 
«Chris? Guarda che la pausa è finita.» Gli fece presente Lea, dandogli una piccola pacca sulla spalla. Chris si alzò istintivamente in piedi, seguendo l’amica come un automa.
«E comunque oggi sei strano.» commentò, precedendolo fuori dalla mensa.
 
12:46
“Hai intenzione di dirmi chi sei?”
 
12:47
“Maybe tonight... maybe toniiight!”
Chris scosse la testa reprimendo una risata, e si infilò il cellulare in tasca.
 
 
La giornata si protrasse abbastanza per le lunghe: tra intere scene scartate e differenti prove di inquadratura, lui e Lea avevano dovuto girare per buona parte del pomeriggio; l’ultimo ciack coincise con un enorme sospiro di sollievo generale.
Chris si fiondò in camerino più in fretta possibile, sinceramente sorpreso di essere ancora in grado di camminare normalmente nonostante le sue gambe fossero letteralmente sottovuoto da una considerevole serie di ore consecutive.
La prima cosa che fece fu infilarsi qualcosa di più comodo, la seconda mettere mano al suo cellulare. Trovò quattro nuovi messaggi.
 
14:17
“Juliet, the dice were loaded from the start, and I bet, and you exploded in my heart.”
 
14:18
“And I forget, I forget the movie song.”
 
15:09
“I can’t do a love song like the way it’s meant to be. I can’t to everything, but I’d do anything for you.”
 
15:15
“I can’t do anything except be in love with you.”
 
Chris era abbastanza sicuro che avrebbe impiegato giorni a smaltire le immonde quantità di zucchero virtuale che quei messaggi gli avevano iniettato direttamente in vena. Sorrise stupidamente allo schermo, mentre si affrettava ad uscire dal camerino, con la ferma intenzione di arrivare a casa il prima possibile.
 
17:42
“Beh, questi erano piuttosto sdolcinati.”
 
17:46
“Sweet, sugar, candyman.”
Chris alzò gli occhi al cielo, dirigendosi alla volta della sua macchina.
 
17:47
“Sto andando a casa. Non scrivermi mentre sto guidando.”
 
Non ricevette nessuna risposta. Probabilmente per la carenza di canzoni che parlavano di qualcuno che smette di importunare qualcun altro per evitare che venga coinvolto in un in incidente stradale.
Mentre Chris saliva in macchina, sapeva già che quello non sarebbe stato l’ultimo messaggio della giornata.
 
 
Era quasi ora di cena quando spense il motore della sua auto, definitivamente parcheggiata nel vialetto di casa: non aveva la minima intenzione di muoversi dal divano per tutta la sera, non dopo una giornata come quella. Si trascinò pigramente fuori dalla macchina, inserì l’antifurto e proseguì fino alla porta di casa.
Era talmente concentrato sul suo obiettivo centrare il buco della serratura, entrare e sdraiarsi che impiegò qualche lungo secondo ad intercettare il pezzetto di carta appeso con una piccola striscia di scotch vicino alla maniglia.
Chris sorrise immediatamente, staccandolo con tutta la delicatezza che la smania di leggere gli permetteva.
 
“I just want tell you I love you, but it’s the hardest thing to say
I turn my head upside down, trying find some kinda way
Just to tell you I need you, in a way that will be heard,
I try to be a poet, but since I met you
I promise you I’m a poet, but since I met you
I’ve never been good with words.”
 
Chris fissò il testo della canzone qualche secondo un più del necessario; strinse le labbra per non sorridere troppo spudoratamente, e finalmente si decise a parlare.
«Darren?»
Francamente, a quel punto si era aspettato di vederlo comparire dall’interno di casa sua; dopotutto aveva una copia delle chiavi già da prima che iniziassero a stare insieme ufficialmente. Che poi non era esattamente ufficiale, almeno non per la maggior parte delle persone. In ogni caso, non aveva messo in conto che avrebbe fatto capolino da dietro uno dei cespugli del suo giardino.
 
«Ehi.» Chris inarcò le sopracciglia, mentre Darren avanzava verso di lui con un sorriso un po’ imbarazzato. Lo trovava abbastanza adorabile, ma questo lui non doveva saperlo. Non ancora almeno.
«Da quant’è che sei nascosto nel mio giardino, esattamente?» Darren si strinse nelle spalle.
«Da un po’.» Chris si costrinse a reprimere l’ennesimo sorriso.
«Lo sai che potevi entrare, vero?»
«Non volevo risultare troppo inquietante.» Chris spalancò gli occhi, sventolandogli il cellulare davanti al naso.
«Invece i messaggi che mi hai mandato per tutto il giorno non lo erano?»
«Non so di cosa tu stia parlando.» ribatté, con tutta la serietà di cui era capace.
Chris lo conosceva abbastanza da presupporre che fosse un tantino in imbarazzo, anche perché non aveva mai fatto qualcosa del genere prima di allora. Si lasciò sfuggire un sorriso, che Darren ricambiò nervosamente.
 
«L’hai capito... uhm,»
«L’ho capito al secondo messaggio, dopo aver passato i tre minuti più inquietanti della mia vita, convinto di essere perseguitato da uno stalker.» disse, incrociando le braccia al petto. Darren gli lanciava qualche occhiata veloce, senza mai fissarlo direttamente troppo a lungo.
«Non vedersi tutti i giorni durante le riprese è un po’ strano, e dato che mi mancavi e volevo fare qualcosa di diverso dal solito ho pensato a questo. Non volevo esagerare. Ho esagerato?» Chris valutò l’ipotesi di lasciarlo nel dubbio ancora per qualche manciata di secondi, poi semplicemente si arrese al suo sguardo accigliato.
«Ho esagerato. Lo sapevo, mi dispiace- »
«Darren.» gli mise entrambe le mani sulle spalle, come a voler fisicamente mettere freno al suo sproloquio.  Sperò che quello sarebbe bastato a fargli capire come stavano le cose, ma dato che non sembrava del tutto convinto decise di esplicitarlo.
«È la cosa più carina che qualcuno abbia mai fatto per me. L’ho trovato adorabile, davvero.»
«Sei sicuro?»
«Sicuro.»
«Non era troppo?»
«Non era troppo.» finalmente ricevette uno dei consueti, abbaglianti e irresistibili sorrisi che aveva imparato a conoscere in ogni loro sfumatura e di cui – in effetti – aveva sentito una grande mancanza sul set.
«Ho una domanda però. Come facevi a sapere che ero seduto quando mi hai scritto il primo messaggio?» Darren si strinse nelle spalle, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
«È quello che fai sempre quando dobbiamo iniziare a girare di mattina presto: arrivi cinque minuti prima, ti siedi e ripassi il copione odiando ogni essere vivente.»
«Ah sì?»
«Sì. Ti ho osservato abbastanza bene, sai?»
 
«Ti amo.»
Mentre si faceva appena più vicino per potergli lasciare un piccolo bacio sulle labbra, per quanto possibile, il viso di Darren si illuminò ancora di più. «Anche io ti amo.» Chris alzò scherzosamente gli occhi al cielo.
«Sì, sai, lo avevo capito.» Darren sorrise, lanciando un’occhiata speranzosa verso la porta.
«Adesso sarebbe il momento in cui mi inviti dentro casa per evitare che congeli.» Chris gli avvolse un braccio attorno alla vita e, mentre armeggiava con la serratura del portone, non poté fare a meno di avvicinare le labbra al suo orecchio.
 
«Baby, it’s cold outside
 
 



 
 
 

 
 
Canzoni in ordine di apparizione:
- “I can wait forever” Simple Plan
- “You are the one that I want” Grease
- “Stardust” Mika
-  “Something’s coming” West Side Story
- “Romeo and Juliet” Dire Straits (Se non la conoscete ascoltatela, ne vale davvero la pena)
- “Candyman” Christina Aguilera
- “Words” Darren Criss
- “Baby it’s cold outside” ...Come se non la conosceste ù.ù
  
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