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Autore: _Sunshine 27_    03/11/2013    0 recensioni
Mio cugino è sempre stato una delle persone più belle che abbia mai conosciuto. Ho sempre avuto con lui un rapporto stretto, colloquiale e scherzoso.
Questa estate si è ammalato di leucemia.
Dietro le battute divertenti e la comicità, c'era la rabbia nel vederlo sempre più debole e stanco.
Queste pagine sono state scritte in ospedale, tra l'attesa tediosa e i medici che sparavano diagnosi, senza che io ne capissi nulla. Tra il ticchettio inesorabile dell'orologio e il "ping-ping" dei macchinari.
Queste pagine sono per Attilio.
Genere: Comico, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, Attilio. Come stai?
Che notte che è stata. Tuonava forte, l'hai sentito?
Ci credi? Ho ancora paura dei tuoni e del buio.
Ho cercato di pensare a te. Ha funzionato.
Mi sono tenuta stretta quell'abbraccio di ieri e sono rimasta con il ricordo fino a che non ne ho ricevuto un'altro, perché ogni volta temo che potrebbe essere l'ultimo che mi dai.
Ogni volta che ti vedo chiudere gli occhi, strillo: "No!"
Tu, ridacchi, li apri, mi guardi e mi dici: "Sono qui, accanto alla tua sedia."
Ma ti sento ogni volta sempre più distante, qualcosa ti vuole strappare da qui.
Resisti, ti prego. Hai ancora tante cose da fare. Hai sopportato tanto nella tua vita, non farti battere dalla leucemia. Puoi farcela, avanti!
E già devo uscire.
Mi alzo, ti saluto e me ne vado dalla tua sala.
Qualcuno mi prende per mano. La mia amica più silenziosa, più fedele, più sincera è tornata come ai vecchi tempi a tenermi compagnia. Si intrufola nella tua vita quando meno te lo aspetti, si nutre delle tue angoscie e illusioni.
È un telefono senza messaggi, una foto in bianco e nero di un mondo a colori, il ricordo di un sorriso sbiadito, lontano nel tempo.
Un grido nell'indifferenza, una porta socchiusa, la luce debole della luna.
Il riflesso di uno specchio, una frase detta a sé stessi, una chiamata senza risposta.
La voce più assordante tra i sussurri nella tua testa.
È un ultimo, disperato tentativo di rinascere.
La chiamano solitudine.
  
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