Succede che due anime si scontrino terribilmente, ma quando queste due anime finiscono per completarsi a vicenda con uno sguardo, quell'ipotetico scontro diventa una meravigliosa armonia.
Questa è una storia nata per caso, in un pomeriggio di ottobre. Racconta la storia di un amore fisicamente finito, ma destinato a durare per sempre.
L'acqua può ghiacciare in superficie eppure dentro rimane liquida e densa, come me. Io sono liquida e densa, ma la superficie, beh quella è ghiacciata. Verrai mai a farla sciogliere col tuo calore?
Racconta di una canzone, una melodia suonata dall'anima di due persone, conclusasi con un'unica nota stonata.
Finiva così la nostra canzone? Con una nota stonata a seguito di un vertiginoso crescendo? No, doveva esserci qualcos'altro, non potevo accettare quel vuoto...
Racconta la nostra storia.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti
prego dimmi che è tutta una menzogna, che non esiste nessuna
lei, che si tratta solo di una tua carissima amica di infanzia.Vero?
Dico bene? Ma no, tu scuoti la testa e mi dici che non è
cosi. Tua sorella? Una tua cugina? Lei mente, non ti ama. Te lo dico
io. Mi abbracci e mi dici che è tutta una bugia, ma che non
possiamo stare insieme perché la ragazza, quella ragazza,
è la tua infermiera.
Un momento.
Infermiera?
Per cosa? Che cosa c'è che
non va?
Sei malato, lo sapevo.
Ma puoi guarire vero?
Non te ne sei andato tutte queste
volte per curarti all'estero vero?
Dimmi che non è vero,
dimmi che è tutta menzogna, dimmi che stai bene.
Ma tu no, scuoti la testa.
"È la mia infermiera".
Non riesci a capire vero? Non riesci
a capire che tutto ciò che non riguarda il nostro amore non
mi interessa? Non riesci a leggere la gioia nei miei occhi, nonostante
in essi ci sia un mare di preoccupazione? Non ti lascerò
combattere da solo, torneremo a cantare insieme. Non dovrai affrontare
tutto da solo, guarirai, guariremo assieme.
E mentre canto queste parole ho le
lacrime agli occhi, perché se è vero che il
nostro amore non ha limiti è altrettanto vero che
può sconfiggere ogni nemico, aggirare ogni ostacolo e
risplendere anche nelle tenebre più oscure.
Sorridi.
Hai capito finalmente che non puoi
allontanarmi?
Che non ti lascerò mai?
Le lacrime cristalline che scivolano
lungo le tue guance sono le gocce che fanno rivivere la mia terra. Il
sole torna a splendere all'orizzonte. C'è ancora speranza
per noi.
Sai ho provato più volte a
dirmi di non andare avanti. A dirmi di chiudere tutto questo. A dirmi
di esistere da sola. Ma il cuore non ascolta. L'ho lasciato
lì, rivolto su uno scoglio di pietra a rimuginare e mi sono
detta che tutto questo in fondo non ha un senso. E come potrebbe mai
averlo? Mi pizzicano gli occhi, forse anche troppo e tutto sembra
così pesante quando non ci sei...
Mi distrai. Perché
continui ad aleggiare tra i miei pensieri? Sei quello che mi fa
addormentare la sera e svegliare la mattina con le parole impastate in
bocca pronte a dire il tuo nome.
E sai, odio quando non mi calcoli,
quando mi fai sentire in colpa, quando tutto diventa cupo e buio
attorno a me e sembra che la luce si sia trasferita altrove dal mio
cuore. Odio quando fai il superiore, quando credi di aver sempre
ragione, quando mi dici di tacere e di andarmene...
Mi fai morire, oh sì che
mi fai morire. Ma il sorriso trionfa sempre lo sai? Trionfa
perché ti amo e non saprei dare altre parole a quel che
sento, a quei brividi, alle tue mani ardenti, ai tuoi denti nei piccoli
sorrisi, adorabili; non saprei dare altro nome ai tuoi pensieri che
cerco instancabilmente di capire, per colmare le distanze; non saprei
dare altro nome a quegli sguardi, alle tue ciglia, cosi affascinanti, a
quella barba, cosi rilassante al tocco...
Non saprei dare altro nome al mio
cuore che batte, al sorriso che sale, alla pienezza delle parole non
dette...
All'eccitazione che sento quando ti
vedo. Il cielo mi sembra così grigio quest'oggi che sembra
possa venire a piovere da un momento all'altro. E vorrei proprio
tastarla la pioggia oggi, come se le sue gocce fossero le tue labbra,
come se potessi morderle ed amarle, come se fossi tu. Vorrei
poi prenderne alcune e farle posare sul mio palmo in una carezza,
Vorrei guardarle e farmi ammaliare dalla loro bellezza, Cosi limpide,
così vive, eppure gocce cadute. Hanno un lato oscuro
assurdamente splendido. Scendono giù, pensi che stiano per
morire, le vedi posarsi a terra, sull'asfalto, sulle case, dappertutto,
e poi le vedi cosi vive. Mi ritornano alla mente le note di una canzone
lo sai? Le gocce sono perfettamente come quella canzone. Suonano.
Parlano di storie, parlano di vita, parlano di morte e resurrezione.
Non serve essere credenti per crederci. La morte non è solo
un fatto fisico e noi lo sappiamo bene, ma c'è qualcosa,
quel qualcosa che da vita ad una nuova esistenza e beh, quella
è proprio la pioggia. Mi sembra quasi di vederle le gocce
fuori dalla finestra, ma è solo un balcone, mi dico, solo un
balcone. Non c'è ancora pioggia nel mio cuore. Io la aspetto
per sorridere assieme a lei. Di nuovo.
Avrei dovuto capire allora cosa stava
succedendo dall'altra parte del mondo. Il mio cuore ancora non piangeva
ma sembrava anelare una pace che non poteva avere. Piangeva nel
silenzio di una nota stonata celata nel mezzo di quella nostra vecchia
canzone. Ti cercava, cercava il suo corrispettivo, il battito che ne
avrebbe completato l'armonia, ma il tuo cuore non batteva
più da ore. Avevo smesso di essere debole, avevo deciso di
combattere al tuo fianco e accompagnarti lungo quell'infinito viaggio,
ma il tuo giovane cuore non aveva retto. Avevi lasciato la sofferenza
di questa terra con un sorriso e la promessa di proteggermi ovunque
saresti andato. Quel pomeriggio non avevo idea di cosa fosse successo,
sorridevo nella tristezza di saperti lontano, ma udendo il cuore
lasciarsi andare in mille lacrime e il telefono squillare, avevo perso
il respiro. Mentre quelle parole di morte e sofferenza uscivano
impietose dalla cornetta del telefono, osservavo le nubi svanire e un
sole splendente illuminare la stanza attraverso la finestra.
Era così che la Natura mi
ripagava?
Offrendomi il sole e facendosi beffe
del nostro amore?
O forse eri tu quel sole splendente
spuntato nel cielo per strapparmi un sorriso nascosto nel mare di
lacrime che mi rigavano il volto?
Finiva così la nostra
canzone?
Con una nota stonata a seguito di un
vertiginoso crescendo?
No, doveva esserci qualcos'altro, non
potevo accettare quel vuoto...