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Autore: Valeia_    14/11/2013    8 recensioni
Lui era un ragazzo con mille pensieri per la testa, un passato oscuro alle spalle e il desiderio di cambiare.
Lei era una ragazza con mille problemi per la testa, ma non ne lasciava trasparire nessuno nascondendosi dietro a sorrisi finti.
Le loro strade erano destinate ad incrociarsi.
Ce la faranno a superare gli ostacoli per porre fine ai loro problemi, finalmente insieme?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-PRIMA PARTE.






Aprii gli occhi lentamente, prima di osservarmi attorno.
Ero in camera di Zayn, che dormiva beatamente accanto a me. Di fronte la sua scrivania piena di disegni disordinati, alla mia sinistra una coppia sulla quarantina con in mano un vassoio pieno di biscotti.. Un momento, ma quelli chi erano?

Capii nell'istante in cui la donna si passò nervosamente una mano tra i capelli.

'Oh, emh.. Buon Natale.' Dissi, rossa come un pomodoro.

'Non posso credere che anche la notte di Natale fa certe cose. Signorina, ora può andare. Probabilmente Zayn non la richiamerà ma-'

'Ciao, mamma, papà.' Mi voltai verso Zayn con un'espressione estremamente confusa. Lui alzò gli occhi al cielo e si sollevò. Mi ricordai improvvisamente di essere in reggiseno, e salii la coperta fino al collo.

'Zayn, che bel "benvenuto". Credevo fossi maturato almeno un po, per dio!' Aprii bocca per ribattere, quando Zayn mi sovrasto con la sua voce calda.

'Lei è Charlotte, la mia ragazza. Charlie, mia madre Patricia e mio padre Yaser, Ma puoi chiamarli Tricia e Jo.' Vidi la madre di Zayn cambiare colore. Divenne tutta rossa, mentre il padre sorrise.
'Ma che piacere! Le presentazioni le ha già fatte Zayn, comunque è fantastico sapere che il mio figliolo ha messo la testa apposto.' Disse Yaser venendomi incontro. Mi porse la mano, e feci riemergere la mia da sotto le coperte prima di stringerla.

'Piacere mio..' Biascicai, cercando l'aiuto di Zayn con lo sguardo. Lui capì al volo, e prese in mano la situazione.

'Che ne dite di uscire adesso? Aspettateci sotto, pranziamo fuori.'

'Oh certo, a dopo ragazzi.' Rispose la madre svegliandosi dalla trance. Quando si chiuse la porta alle spalle sospirai sollevata.

'Non ci posso credere, credeva fossi una prostituta. Probabilmente non esiste un modo peggiore per conoscere i genitori del tuo fidanzato.'
Mi alzai dal letto e corsi nel bagno. Zayn mi venne dietro ridendo, come se la situazione non lo toccasse minimamente. Forse era così.

'Oh andiamo Charlie, hai tutto il giorno per farli innamorare di te!' Disse lui, appoggiandosi allo stipite della porta. Fece scivolare lo sguardo su tutto il mio corpo semi nudo. Ormai stare in intimo di fronte a lui non mi preoccupava più di tanto.
'Sei così sexy, piccola.' Alzai gli occhi al cielo e lo spinsi fuori. Tra le risate di Zayn e la voce di Tricia che cantava vecchie canzoni natalizie sentivo già la testa scoppiare. Lasciai scorrere l'acqua calda nella doccia, mentre mi spogliavo dell'intimo. Entrai nella doccia e lasciai che il calore dell'acqua mi avvolgesse e mi facesse sentire meglio. Finita la doccia mi avvolsi in un asciugamano e uscii dal bagno con i capelli gocciolanti.
Entrata in camera chiusi la porta e lasciai cadere l'asciugamano. Indossai l'intimo di prima, un maglione bianco di lana con delle borchie dorate sulle spalle non troppo largo, un jeans chiaro e gli hug panna. Legai i capelli in una cosa alta e misi solo un po' di mascara.
Volevo sembrare il più sobria possibile agli occhi dei genitori di Zayn.

Scesi in salotto trovando tutti seduti sul divano a chiacchierare tranquillamente, o meglio: Trish e Jo sembravano tranquilli, Zayn era palesemente scocciato. Appena misi piede nel soggiorno mi ritrovai tre paia di occhi puntati addosso.
Arrossii, mentre camminavo a passo svelto verso il divano. Mi sedetti su quello di destra dove sedeva Zayn, che mi lasciò un bacio sulla guancia prima di far intrecciare le nostre dita.
'Allora, andiamo?' Disse il moro, guardando i suoi genitori seduti di fronte.

'Certo!' Rispose Trish, saltando in piedi. Indossò il cappotto bianco e prese in mano la borsa. Io mi assicurai di avere il cellulare e presi il mio solito cappotto nero pesante. Lasciai prima uscire gli adulti, poi presi per la mano Zayn.
Lui mi guardò negli occhi, facendomi uno dei suoi più bei sorrisi. Quel piccolo gesto era capace di sciogliermi il cuore, capace di rendere le mie gambe pesanti e gli occhi lucidi. Guardando quel volto stupendo mi dimenticai per un attimo del peso che avevo sullo stomaco: piacere ai suoi genitori.

'Ragazzi, forza!' Urlò Yaser. Per un attimo, appunto.
Sorrisi di rimando, all'uomo di fronte a me e mi lasciai quasi trascinare da Zayn verso la macchina. Presi posto sul sedile affianco a Trish. Lei mi accarezzò la gamba, sorridendomi. Zayn aveva il suo stesso sorriso mozzafiato.

'Lei e Zayn avete lo stesso sorriso. E gli stessi occhi!' Dissi, cercando di rompere il ghiaccio.

'Oh, tesoro, dammi del tu! abbiamo anche altro in comune! Il colore dei capelli, la voce acuta nelle canzoni, l'amore per il disegno..'
Sgranai gli occhi, passando lo sguardo da Zayn a sua madre.
'Zayn canta?' Chiesi, abbassando la voce per essere sentita solo dalla donna accanto a me. Dopotutto i due uomini stavano parlando di affari. Tricia annuì energicamente, accennando a una risata. La stessa risata cristallina.

'Ogni volta che si sente sollevato, emozionato per qualcosa o semplicemente felice inizia a cantare.'

Dapprima sorrisi, pensando al mio ragazzo camminare per casa canticchiando 'Love me again' di john newman. Poi il mio sorriso andò piano piano scomparendo, mentre un pensiero si faceva strada dentro di me: non avevo mai sentito Zayn cantare. Se era la verità che il ragazzo davanti a me cantasse ogni qualvolta fosse felice, forse quando stava con me non si sentiva davvero così.
Glielo avrei chiesto a casa, in privato.

Tentai di appallottolare il peso i quella rivelazione, ma i miei tentativi fallirono.
Arrivati davanti al locale scesi in fretta dall auto ed entrai. Il ristorante era molto bello: le pareti erano amaranto con dei piccoli fa retto incastonati sul tetto. I tavolo erano addossato alle pareti e al posto delle sedie vi erano dei di divanetti amaranto e nero. L'atmosfera era calda e accogliente, in più l'abete decorato con piccoli gingilli colorati di rosso e oro regalava la sensazione di 25 dicembre che non sentivo da tanto.
Non appena tolsi il cappotto per posarlo nel guardaroba due mani calde si posarono sui miei occhi.
Mi voltai spaventata, incontrando lo sguardo da cerbiatta di Annabel.

'Bel!' L'abbracciai stretta, facendola ridacchiare. Avevo proprio bisogno di un'amica in quel momento.

'Buon Natale Cher!' Risi.

'Buon Natale anche a te dolcezza, ma il mio nome non c'entra nulla con quello di Cher.' Dissi ridendo sinceramente.
Lei sorrise ancora di più, mostrandomi quel sorriso perfetto contornato da delle labbra sottili ma stupende. Era perfetta sotto tutti i punti di vista. Un uomo basso, baffuto e paffuto la chiamò a gran voce.

'Invece è stupendo. Ora devo andare, sarò io la vostra cameriera; A dopo!'
Corse via.
C'erano una cinquantina di persone. I tavoli erano occupati per lo più da famiglie con bambini piccoli, qualche coppietta che si teneva per mano mentre ci si scambiava i regali, una signora anziana che pranzava da sola in un tavolo per due con una fotografia davanti. La curiosità mi pervase, e feci qualche passo in avanti per osservare meglio la foto incorniciata.
Era un uomo sull'ottantina, con i capelli quasi inesistenti e un caldo sorriso sul volto. Mi si sciolse il cuore, probabilmente lei era rimasta sola, e l'uomo le rimaneva solo in foto.
Inevitabilmente pensai a mia nonna, a quanto mi mancasse. Mi mancavano le due telefonate a orari straordinari, mi mancavano i suoi sorrisi affettuosi e materni, mi mancava averla sempre a disposizione per qualunque cosa. Ricacciai indietro le lacrime, stringendo gli occhi.

Zayn afferrò la mia mano con una presa salda, e cercò un contatto con i miei occhi. Il mantenni lo sguardo basso, non volendo mostrargli l'espressione atterrita che avevo adottato.
Irrimediabilmente lui lasciò passare avanti i suoi prima di prendermi delicatamente il mento tra le dita, e sollevarmi il viso verso di lui. Il mio cuore perse un battito quando i suoi occhi caramello si immersero come una cascata nei miei di un verde spento, a causa dei tanti dolori.
Il mio respiro si era fermato, un gesto come quello da parte del ragazzo che amo era capace di farmi esplodere il cuore, di liberare un milione di farfalle nel mio stomaco, di farmi dimenticare tutti i dolori che nella vita mi hanno abbattuta; è capace di farmi sentire amata.

'È tutto okay.' Disse semplicemente lui, prima di tirarmi a sè in un caldo e confortante abbraccio.
Allacciai le mie braccia alla sua vita, mentre lui mi avvolgeva completamente. Mi lasciai sfuggire una risatina.

'È in questi momenti che mi sento davvero bassa.' Dissi, staccandomi malvolentieri dal suo abbraccio.

'Sei perfetta così, invece.' Era ufficiale, il mio cuore era rinato. Lui l'aveva fatto resuscitare, con una semplice cura di amore e dolcezza.
Mi morsi il labbro inferiore.

'Ti amo così tanto.'

'Ti amo anch'io, piccola.' Mi lasciò un dolce bacio sulle labbra.
Chiusi gli occhi lasciandomi andare a quelle sensazioni che un semplice bacio potevano scaturirmi. Zayn si mosse per primo, bloccando quel momento magico.
'Ci conviene andare, gli adulti ci stanno osservando.' Disse, rimanendo con un sorriso mozzafiato stampato sul volto. Risi, e mi voltai verso il tavolo.
Trish e Jo erano seduti uno di fronte all'altro mentre facevano finta di scrutare il menù. Andai a sedere con Zayn. Io ero affianco alla donna, lui affianco all'uomo.
Presi in mano il menù, con voglia zero di scegliere qualcosa da mangiare. Quando Annabel arrivò per prendere le ordinazioni mi rassegnai e scelsi un piatto di lasagne italiane al pomodoro. La bionda mi mandò un sorriso divertito, vista la scelta di un piatto della sua patria di origine. Distolsi lo sguardo per non scoppiare a ridere.

'Per me e mia moglie degli gnocchi vegetariani.' Disse Jo, Mi voltai verso Trish.
'Non sbagli mai, tesoro.' Gli disse. Il marito le scoccò un occhiolino di nascosto da Zayn, che stava guardando me.

Arrossii, notando che mi osservava da un pò.

'Allora, Charlotte. Parlaci un po'di te!' Esclamo sorridente Jo.
'Oh, beh.. non c'è poi molto da dire.'


P.O.V. VALERIE



Aprii gli occhi. Il buio totale attorno a me mi fece salire il cuore in gola: odiavo l'oscuro.
Trascinando con me il caldo piumone, mi trasportai pesantemente verso la parete opposta al letto e accesi la luce.

Riconobbi uno ad uno tutti gli elementi della mia camera: Il letto a baldacchino con i fiori di cartapesta che prendevano dai pali, il grande armadio scorrevole lilla, la scrivania bianca, i comodini e la poltrona di peluches neri.
Un oggetto in particolare attirò la mia attenzione. Lasciai cadere la coperta e andai verso lo specchio alto a passo incerto.
A un metro dal vetro lasciai che le mie mani tremolanti salissero per tutto il corpo, fino alla pancia.

Alzai di poco la maglietta, mentre il cuore batteva sempre più forte. Accarezzai la pelle chiara, osservando il piccolo tatuaggio a forma di chiave di violino sul fianco destro. dentro quel piccolo corpo di lì a poco vi sarebbe cresciuto un bambino.
Un piccolo bambino riccioluto dagli occhi verde smeraldo, il sorriso splendente e l'animo dolce.
Un piccolo Styles.

Il mio cuore perse un battito. Abbassai velocemente la maglia, e andai in bagno a prepararmi per una giornata noiosa e piena di solitudine.
___



'Ripetimi ancora una volta cosa ti ha detto. Voglio le parole precise però.' Dissi, soffocando una risata.
Charlie rise dall'altro capo del telefono, poi riprese a raccontarmi la sua giornata con i genitori di Zayn.

'Trish ha detto "ricordo come se fosse ieri quando Zayn venne correndo in camera nostra per paura di un temporale. Quanto avevi.. 15 anni?" giuro che stavo per morire asfissiata dalle tante risate!'
Scoppiai anche io, abbandonandomi alla spensieratezza che avevo ormai perso.

'Però, che uomo di mondo.' Mi asciugai una lacrima, scappata per le tante risa.
'Ehi, Val.'
'Mmh?' Mugugnai, alzandomi dal divano per prendere qualcosa di dolce dalla cucina.

Quell'anno non avevo neppure addobbato un albero di natale, come ero solita fare ogni inverno. Era così triste quella casa.

'Sei sicura che non ti serve nulla? Sai, posso essere li in un batter d'occhio.' Sorrisi. Una persona come Charlie era più unica che rara.

'Tesoro, so badare a me stessa, davvero.' La ragazza sbuffò. Conoscendola stava alzando gli occhi al cielo.

'Ora devo andare però, i genitori di Zayn stanno per partire. A stasera Valerie. Un bacio.'

'Ciao piccola.' Chiusi la telefonata e lanciai il Galaxy s3 dall'altro lato del divano. Una fitta di nostalgia mi attraversò.
Era il primo Natale della mia vita passato da sola in casa a mangiare tavolette di cioccolata fondente e latte caldo davanti a un vecchio film d'amore in bianco e nero. Che schifo. Un pensiero mi saetto in testa: in realtà in quel momento non ero sola, c'era un fagiolino con me.

Sorrisi, e passai le mani per la millesima volta sulla pancia. Era la prima volta in quel primo mese di gravidanza che mi sentivo serena, in pace con me stessa.
Il rumore di pugni sulla porta di casa mi fece balzare. Bloccai il film e corsi a vedere chi stesse disturbando il mio stupendo pomeriggio natalizio. aprii stupidamente senza chiedere nemmeno chi fosse, ritrovandomi davanti un purtroppo familiare ragazzo dai capelli ricci e le fossette magiche.

'Buon Natale!'

Urlò, sporgendosi in avanti per lasciarmi un bacio sulla guancia. Non poteva sapere quanto mi avesse ferita quel piccolo gesto.
Un senso di nausea mi pervase, e l'aria congelata di Londra mi fece rabbrividire. Se prima ero serena e in pace, ora ero decisamente scossa e a disagio.
Respirai a fondo prima di parlare.

'Cosa vuoi, Harry?' Dissi con tono piatto e insensibile. Il tono i voce che più mi rappresentava.

'Fare qualcosa. Mi annoiavo.' Rispose semplicemente il riccio, senza mai perdere quel bel sorriso che gli illuminava il volto. Il mio cuore fece una capriola. Entrò velocemente in casa senza preoccuparsi di ricevere un invito. Sbuffai, e sbattei la porta. Voltandomi gli andai addosso, e mi allontanai il prima possibile. Harry però mi mantenne per gli avambracci, stringendomi addosso al suo petto. Il mio battito era esageratamente veloce, e l'aria faticava a uscire dai polmoni.
Lui invece sembrava tranquillo, come se avesse la sua vita in tasca, e sapesse già le perfette mosse da eseguire.

'Ci divertiamo?' Sussurrò avvcinandosi pericolosamente alla mia bocca. Volsi lo sguardo alla sua destra, deviando un bacio sulle labbra fino alla mia mascella.

'Che ti succede?' Mi chiese, allontanandosi di pochi centimetri. Non era abbastanza; non riuscivo ancora a regolarizzare il mio organismo.

'Lasciami.' Sibilai a denti stretti. Non potevo più stare vicino a lui.

'Mmh, qualche tempo fa non hai fatto tutte queste storie.' Disse, staccandosi completamente da me. Finalmente.
Feci qualche passo indietro per sicurezza. Una scintilla di rabbia innescò una reazione di nervosismo. Mi sporsi verso di lui, e gli lasciai uno schiaffo sulla guancia desta. Gli feci ruotare la testa, e mi complimentai da sola per la forza di quel gesto.
I suoi occhi erano confusi, ma anche arrabbiati.

'Ma ti è dato di volta il cervello? Dio, Valerie!' Urlò sbraitando come una scimmia.
Socchiusi gli occhi, e strinsi i denti.

'Non sono la tua puttana. Fuori da casa mia.' Girai i tacchi e tornai a sedere sul divano, facendo partire il film. Sapevo che Harry era ancora li in piedi, ma volevo a tutti i costi fare l'indifferente.
Di colpo il peso sul divano si sbilanciò. Era seduto accanto a me.

'Questo film è demenziale. Non ci credo che lo stavi guardando davvero.'

'non mi conosci, Styles.'

'Solo perche non me lo permetti.' Mi voltai di scatto verso di lui.
Aveva lo sguardo puntato sulle mie labbra, ma non appena i miei occhi inquadrarono i suoi lui ricambiò lo sguardo.

'Non mi sembrava ti importasse tanto conoscermi, visto il modo in cui mi hai scopata e non mi hai rivolto più la parola.' Dissi acida.
Mai quelle parole mi sembrarono più vere di così. La sua mano mi sfiorò la coscia, e sotto il suo tocco il mio corpo si irrigidì in modo evidente.

'Io.. io pensavo fosse quello che volevi, non sapevo fossi il tipo da "baciami piano e fammi sentire amata". Mi dispiace!' Urlò, mantenendosi però immobile.

'Beh, magari lo sono invece! Ti sei mai preoccupato di chiedermi quale tipo di musica ascolto? Qual è il mio colore preferito? Il mio film preferito, o se preferisco il dolce o il salato? Sono il tipo di ragazza che impazzisce per i ragazzi dolci, ma di polso; il tipo di ragazza che ti dice le cose in faccia e che non ha paura di litigare, ma che dopo aver attaccato qualcuno si pente di essersi ridotta ad avere un'amica in meno. Sono il tipo di ragazza che se la tieni per mano e le dici cose dolci, si innamora di te in un batter d'occhio. Ti sei mai preoccupato di conoscermi a fondo? Sei entrato nelle mie mutande e basta. Ecco cosa hai fatto di male.'

La mia voce si spezzò verso la fine. Sapevo di non poter reggere il segreto che mi portavo dentro a lungo, così cercai di mantenermi lucida per capire se era il caso o no di dirglielo. Il mio cuore pareva più leggero, dopo il discorso che avevo fatto ad Harry. Quest'ultimo era rimasto a fissarmi con la stessa espressione confusa di prima.
Aprii la bocca senza sapere neppure cosa dire, quando le sue labbra carnose premettero sulle mie con fare leggero, titubante.
Il mio cuore ebbe una scarica di adrenalina a quel contatto improvviso. Quando poi Harry prese ad accarezzarmi le guance capii di essere spacciata. Mi staccai velocemente da lui, e riaprii gli occhi solo poco dopo.

'Ti... ti devo dire una cosa, Harry. Non so come la prenderai, e ho un brutto presentimento. Ma Non posso più portarmelo dentro da sola, tu-'

'tu mi piaci, Valerie Edward. Mi piaci dal primo giorno che ti ho incontrata.' Sentii una marea di farfalle nello stomaco, e una strana sensazione alla stessa altezza. La nausea mi pervase nuovamente. Stavolta però non era solo nausea, era un vero e proprio avvertimento.

Sgranai gli occhi e saltai in piedi. Corsi verso il bagno con Harry al mio seguito. Sperai che rimanesse fuori dal bagno, ma mi seguii anche davanti al water. Mi inginocchiai il più velocemente possibile prima che i conati di vomito si impossessassero di me.
La mano calda di Harry si posò sulla mia fronte. Per il mio cuore fu come se mi avesse regalato la luna, invece mi stava semplicemente aiutando in un momento come quello.

Finito il disgusto, mi sollevai in piedi. Avevo assolutamente bisogno della pasticca contro la nausea da primo mese di gravidanza. Evitai lo sguardo di Harry, che attento osservava ogni mio movimento da pochi metri di distanza. Mi sporsi verso il cassetto delle compresse, tirando fuori diversi pacchetti prima di trovare quello giusto. Con mani tremolanti estrassi una pillolina rosa e bianca e la mandai giù senza acqua. Poi posai lo scatolo sul lavandino e feci per lavarmi i denti.

finiti tutti i passaggi ormai abituali, legai i capelli in una coda alta e disordinata e mi voltai finalmente verso Harry.

Avevo il cuore in gola. La scena che mi si presentò davanti mi fece sconcertare. Il riccio guardava a bocca semi aperta lo scatolino di pasticche sul marmo. La scritta "gravidanza" e "nausea" in bella vista. Mi sentii svenire.

'Harry?' Lo chiamai titubante, con voce rotta.
Lui parve risvegliassi dallo stato schioccato, e i suoi occhi incontrarono nuovamente i miei. Era bianco in viso, quasi cadaverico, e gli occhi erano spalancati.

'Avrei dovuto dirtelo prima, lo so, ma...'

'Sei incinta?' Le sue parole quasi mi fecero ridere. Quanto poteva essere stupido?

'Si, Harry. Di un mese ormai.' Dissi sicura.

'E di chi è..Il bambino?' Abbassai lo sguardo, cominciando a torturarmi le mani. Incontrai nuovamente i suoi occhi subito dopo. era arrivato il momento.

'Non hai usato il preservativo e..-'

'Porca puttana, merda, oh merda merda merda.' Urlò Harry, ormai nel suo mondo.
Si era chinato in avanti e sembrava stesse sull'orlo di una crisi di panico. Ruotai gli occhi e gli andai vicino. Come se fosse lui quello destinato a partorire a 18 anni.
'Hai intenzione di abortire?' Mi chiese d'un tratto. Tornai immediatamente seria, più che seria.

'Mi prendi per il culo? Certo che no!' Urlai, allontanandomi da lui.

'Ma sarebbe la soluzione migliore..'

'IO NON UCCIDERÒ UN BAMBINO PERCHÈ NON TI SAI ASSUMERE LE TUE RESPONSABILITÀ, NO.'
Corsi fuori dal bagno e mi chiusi in camera mia. Il letto era d'un tratto freddo e scomodo, e l'aria troppo pesante.
Avevo il cuore a pezzi, e il cervello fumante.
Il padre di mio figlio mi aveva appena consigliato di abortire. Sentii la rabbia crescere e crescere sempre di più. Alla fine sentii il portone di casa sbattere violentemente.

'Vaffanculo.' 





Lord make me a rainbow, I'll shine down on my mother!

sono in ritardo, lo so.
avrei voluto davvero pubblicare prima, e non starò qui a dirvi scuse stupide tipo 'il cane mi ha magiato il computer.'
semplicemente avevo un grande dubbio su questo capitolo, ma alla fine l'ho sfornato dopo un travaglio di 4 giorni.
alluuuur.
 Harry adesso sa tutto. che avete da dire sul suo comportamento? 
ha perfino pensato all'aborto per facilitarsi tutto. recensite, voglio che mi indichiate quella che per voi è la retta via OuO.
RINGRAZIO COME SEMPRE CHI RECENSISCE, VISUALIZZA O SALVA. I LOVE YOUU.


questa è solo la prima parte, appena riuscirò metterò anche la seconda. Natale non è ancora passato. (:

Baci,
Vale xx


ANNABEL:








 
  
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