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Autore: jewellangela    26/04/2008    9 recensioni
A Jusendou, Akane ritorna in vita… ma a che prezzo?
ATTENZIONE: Questa storia appartiene ad Angela Jewell ed io la sto traducendo con il permesso dell’autrice. ChiuEs
WARNING: This story belongs to Angela Jewell, and I’m translating it with author’s permission. ChiuEs
Dal terzo capitolo, con il permesso di ChiuEs, la traduzione sarà portata avanti da Stray cat Eyes.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tre Giorni per Dire Ti Amo

di Angela Jewell



Sommario: A Jusendou, Akane ritorna in vita... Ma a che prezzo?

Disclaimer: Come la maggior parte delle persone sa, questi personaggi non mi appartengono (sfortunatamente!) e li sto semplicemente prendendo in prestito per questa storia. Contro la loro volontà... *Ranma e Ryoga stipati nel mio sgabuzzino*

Per i tre giorni, racconterò il giorno del Matrimonio Fallito come fosse la continuazione del primo giorno. Questo rende più facile mantenere il tracciato, visto che non siamo sicuri di quanto tempo sia trascorso tra Jusendou e il matrimonio fallito... e così facendo, non devo provare e mettere in scena il resto di questa storia su di una barca (o qualunque mezzo abbiano scelto per tornare a Nerima...).


[Questa storia appartiene ad Angela Jewell ed è tradotta con il permesso dell’autrice.]

Stray cat Eyes






Capitolo 3
La quiete prima della tempesta...


Ranma...

Akane aprì gli occhi per vedere il suo fidanzato inginocchiato davanti a lei, i suoi occhi pieni di incredulità; le sue guance, sporche e segnate dalle lacrime. Debolmente, sollevò una mano, desiderando di sfiorare il suo volto. Anche se non poteva dirlo a parole, poteva ancora cercare di farglielo capire in qualche altro modo...

... E Ranma continuava a fissarla, avendo paura di chiudere gli occhi - paura di battere le palpebre. La sua stretta attorno a lei era tesa come se lui l’avesse tirata più vicino, spaventato che lei potesse svanire da un momento all’altro. “A... Akane?” Domandò balbettando, speranzoso.
Infine, scostandosi, abbassò lo sguardo sul volto di lei e la sua bocca si spalancò dalla sorpresa. Akane lo stava guardando, sorridendo raggiante.

“Ciao, Ranma.” Disse dolcemente.

Il sollievo era chiaro sul viso di lui mentre la guardava, e lei vide che le sue lacrime avevano finalmente smesso di cadere.

“Akane...”

“Mi dispiace,” replicò lei, guardandolo da vicino. “Riuscivo a sentire tutto... Solo che non potevo muovermi per rispondere.” S’interruppe, valutando la sua reazione. Ranma impallidì, sgranando gli occhi terrorizzato.

“Eh? Tutto?” Chiese, arrossendo furiosamente.

Akane assentì con il capo. “Certo,” rispose. “Ogni parola.” Vide Ranma scostarsi, le mani sul volto. Non poteva esserne sicura, ma sembrava che fosse sprofondato nei suoi pensieri... benché non vi fosse alcun bisogno di guardarla con quell’aria così atterrita.

Beh, almeno non aveva negato nulla, pensò la ragazza con sollievo. Inoltre, probabilmente gli serviva soltanto un altro po’ di tempo per uscire allo scoperto e dirglielo... l’aveva colto alla sprovvista, dopotutto.

Akane si alzò a sedere, quando Ryoga si precipitò da lei, saltando su Ranma nel farlo.

“Akane!” gridò, raggiungendola. “Per fortuna stai bene!” Poteva vedere il sollievo e la preoccupazione sul suo viso; sentimenti che si erano riflettuti su quello di Ranma solo pochi istanti prima.

“Mi spiace di avervi fatto preoccupare,” rispose lei, colpevole, accorgendosi di aver completamente dimenticato i suoi amici. Lanciò un’occhiata veloce a Ranma, che si era rigirato per scrollarsi Ryoga di dosso. Non aveva ancora detto una parola; ma, infondo, non se l’era aspettato così presto.

Akane sorrise con difficoltà. Lui l’avrebbe detto, giusto? Lo guardò allontanarsi da lei, dirigendosi verso le pozze dell’acqua che li aveva inondati.

E per un attimo, avrebbe potuto giurare di aver sentito la Hannya ridere.


*----------*----------*


Giorno 1
Il giorno del mancato matrimonio
Tentativo #1: L’Approccio Diretto

Il tempo era infine venuto, e il momento era perfetto. Né fidanzate né rivali erano lì ad interromperli; nessun membro della famiglia era lì vicino ad origliare, pronto a metterli in imbarazzo.

Per una volta, erano completamente soli.

E Ranma era là, seduto accanto a lei, che si agitava nervosamente.

Finalmente, dopo minuti di scomodo silenzio, lui si voltò a guardarla, arrossendo appena. “Perché quest’improvviso cambiamento?” Domandò curioso, per una volta del tutto serio. “Cosa ti ha fatto desiderare di procedere con il matrimonio?”
Akane avvampò, stringendo in grembo il bouquet di fiori. “Beh...” Cominciò a disagio, i suoi occhi fissi a terra con convinzione. Aveva deciso poco prima che chiederglielo a bruciapelo sarebbe stato il modo migliore - e giacché la Hannya non l’aveva menzionato, era sicura di non stare infrangendo nessuna regola.

Di certo, aveva ancora qualche problema nel raccogliere tutto il coraggio che le serviva per formulare le parole.

Prendendo un profondo, calmo respiro, Akane parlò. “Ranma,” disse infine, la sua voce più bassa e meno sicura di quanto volesse. “Tu mi ami. E’ vero?” Poi, alzò gli occhi per incontrare il suo sguardo...

E gli occhi di Ranma si allargarono. “Um... E’ vero?” chiese lui, sinceramente sorpreso. Inclinò la testa, confuso. “Cosa te lo fa pensare, Akane?”

Akane abbassò gli occhi al pavimento, troppo imbarazzata per guardarlo negli occhi. “Ma... quando stavi piangendo per me a Jusenkyo... Potrei giurare di averti sentito dire... sai, dire che mi amavi.”

Ranma la guardò perplesso, come se si stesse scervellando, cercando di ricordare. Poi, il suo volto divenne rosso. Agitando i pugni, si voltò verso di lei. “Sono sicuro di non averlo detto!” gridò arrabbiato. “So che non l’ho fatto! PER NIENTE!”

“Qual è la differenza?” Urlò lei di rimando, offesa più dalla sua reazione che dalle sue parole. “Sono ancora certa di averti sentito, in qualche modo!”

Ranma indietreggiò di un paio di passi, mettendosi in posizione da difesa. “Cosa?” domandò, spostando le mani in alto davanti a sé - pronto a schivare un attacco imminente. “Vuoi combattere?” Akane gli diede le spalle, infuriandosi in silenzio. Quello stupido, pensò adirata. Non avrebbe mai potuto rispondere ad una semplice domanda senza farla suonare come un insulto. Sospirò, portandosi una mano alla testa, costernata.

Una cosa era sicura. L’approccio diretto non era affatto il modo migliore...


*----------*----------*


Il matrimonio, naturalmente, era stato un fallimento. E nonostante lei fosse un po’ contrariata, non poteva dire di essere esattamente sorpresa.

Ma era sfortuna.

Una parte di lei si era accorta che sposare Ranma gli avrebbe forse dato quella spinta in più per dirle quelle parole... invece un’altra parte di lei ammetteva che così avrebbe potuto allontanarlo ancora di più...

Si accigliò all’idea. Non voleva affatto forzarlo a fare niente - soprattutto qualcosa di così importante. Ma che altro avrebbe potuto fare?

I suoi occhi caddero su di un libro posato sulla sua scrivania - libro che Nabiki le aveva dato come “ringraziamento” per aver reso il matrimonio così proficuo. Era intitolato Come sedurre il tuo uomo e mantenerlo sedotto. Onestamente, pensò, imbarazzante. A volte non riusciva a credere a Nabiki.

Spostandosi dalla scrivania, Akane guardò la piccola finestra dal suo letto - quella su cui Ranma era solito arrampicarsi ad ogni occasione. Non poteva far altro che desiderare di sapere cosa pensava lui di tutta la situazione. Sapeva che era ancora infuriato con Happosai per aver bevuto la Nanniichuan - quello era ovvio - ma come si sentiva per il matrimonio mandato all’aria? E ce l’aveva con lei per non avergli detto prima della Nanniichuan?

Spontaneamente, i suoi occhi si diressero nuovamente verso il libro sulla scrivania.

Sospirando, Akane si tirò giù dal letto. Sapeva che era inutile impuntarsi sul matrimonio fallito; specialmente quando c’erano cose più importanti di cui preoccuparsi.

Ma come poteva far sì che Ranma le dicesse di amarla?

Aveva già pensato di chiederglielo direttamente... e non era andata secondo i suoi piani. Lei non voleva allontanarlo, spaventandolo - voleva solo dargli una piccola spinta...

Di nuovo i suoi occhi si spostarono sul libro.

Beh, valeva la pena di tentare, decise, alzandosi dal letto e avvicinandosi alla scrivania. Lottando contro l’imbarazzo, e con diversi, veloci sguardi in entrambe le direzioni per assicurarsi che nessuno la stesse spiando, cominciò a sfogliare le pagine.

La seduzione dipende dal tuo atteggiamento, lesse, i suoi occhi che sondavano la pagina. Credi di essere sexy, e ti sentirai sexy. Si fermò, lasciando che l’informazione le s’imprimesse nella mente. Beh, per lei aveva perfettamente senso, si disse. Ogni volta che Ranma le aveva detto di non essere carina, neppure una lei l’aveva contraddetto o aveva cercato di provargli di stare sbagliando. Sicuro, si era arrabbiata e lo aveva colpito una volta o due, ma quello non aveva esattamente cambiato la sua opinione di lei...

Incoraggiata, continuò a leggere.

Sfortunatamente, molte delle cose che lesse non potevano essere applicate su di lei, così si ritrovò a saltarne la maggior parte, e indugiò solo sulle parti interessanti e utili. Infine, una volta deciso che avrebbe raccolto tutte le informazioni che le sarebbero servite, rimise velocemente il libro sulla scrivania.

Un piccolo sorriso si disegnò sul suo viso mentre guardava fuori dalla finestra.

Forse aveva un’idea, dopotutto...


*----------*----------*


Giorno 2
Tentativo #2: La Sottile Arte della Seduzione

La prima parte del suo piano era andata sorprendentemente bene. Un sottile cenno qui, una lamentela lì - e prima di saperlo, Ranma era stato costretto dai loro genitori a portarla fuori per un appuntamento. Ma non un’uscita qualsiasi: un vero appuntamento! Ma quello che la stupì di più fu il fatto che lui non aveva discusso né protestato nemmeno una volta!

Sapeva che era sciocco alimentare le proprie speranze - soprattutto dopo quanto lui aveva detto al matrimonio fallito - ma ancora non poteva fare a meno di sentirsi almeno in piccola parte speranzosa.

E per una volta, si sentiva come se ci fosse una buona ragione: l’appuntamento, finora, era stato perfetto.

Lei aveva tenuto a bada la sua rabbia - lui aveva tenuto la bocca chiusa - e non avevano né litigato né lottato. In qualche modo erano riusciti ad evitare il raggio d’azione dei loro pretendenti.

Ma una parte di lei continuava a preoccuparsi...

Dopotutto, aveva solo altri due giorni.

Akane scosse la testa risolutamente, cercando di mandar via quei pensieri. Sapeva che non avrebbe concluso niente se avesse continuato a indugiare sul suo patto con la Hannya.

E non aveva nessuna intenzione di rovinare il loro appuntamento con pensieri così deprimenti: specialmente quando le informazioni che aveva racimolato da quel libro la stavano ripagando così bene - non aveva mai visto il suo fidanzato così tranquillo e timido, prima. E non le aveva detto che non era carina neppure una volta sola!

Non che potesse, anche se avesse voluto.

Quella sera, lei era consapevole di non sembrare per nulla la ragazza priva di fascino, sex-appeal e maschiaccio che lui le diceva sempre di essere.

Indossava uno dei vestitini corti e neri di Nabiki - cosa che le era costata un po’ di yen in cambio. E nonostante quello non fosse il suo stile, sapeva che le stava bene. L’abito era stretto nei punti giusti; e le sue curve erano esaltate alla perfezione. E l’espressione incredula sulla faccia di Ranma quando lei era apparsa prima che lui potesse accertarsi che fosse vero, rafforzava la sua determinazione.

Akane sorrise al ricodo, abbassando lo sguardo sul fidanzato.

Improvvisamente, lui si voltò verso di lei, i suoi occhi blu pieni di sorpresa nell’accorgersi che lei lo stava fissando.

Arrossendo, lei guardò velocemente da un’altra parte.

Finalmente, dopo diversi istanti, la voce di Ranma ruppe quello scomodo silenzio. “Dunque, umm, ad ogni modo,” disse, prendendo un respiro profondo. “Volevo dire che mi... sai... dispiace.”

Akane lo guardò confusa. “Ti dispiace?” domandò. “Per cosa?”

“Sai... tutta la faccenda del matrimonio,” spiegò, guardandola con la coda dell’occhio. “Davvero non sapevo che sarebbero stati disposti a fare questo. Voglio dire, sì, okay, certo, sapevo che Shampoo l’avrebbe fatto - ma Ukyo. Non pensavo che si sarebbe abbassata al loro livello.”

Akane scosse tristemente la testa, nonostante, dentro di sé, stesse sorridendo. Lui si stava scusando per il matrimonio, pensò felice.

“E’ tutto okay,” rispose riluttante, accigliata. “Capisco perché l’abbiano fatto. Mi dispiace solo che tu abbia perso la Nanniichuan...”

Ranma scosse il capo, sorridendo affettatamente. “Sì, beh, so che non è stata davvero colpa tua,” replicò, fissandola. “Anche se avresti potuto dirmelo prima.”

“Scusami,” disse lei debolmente, il suo sguardo fisso a terra. “Stavo solo cercando di aiutare.”

Lui sorrise. “Sì, lo so.”

Con un sospiro, lei si voltò, i suoi occhi concentrati sugli alberi e i cespugli, prendendo a passeggiare. “Sarai sollevato dal fatto che il matrimonio sia stato rovinato, penso. Giusto?” gli chiese, cercando di mantenere la propria voce salda. “Infondo, so che non volevi veramente sposarmi.”

“Ah. Sei proprio una stupida,” replicò Ranma, tenendola per un braccio, fermandola. “Mi sono solo scusato perché è stato rovinato, no?”

Akane scostò la sua mano dal proprio braccio. “Anche se non fosse stato interrotto, tu non avresti voluto andare avanti,” scattò.

Uno sguardo venne dagli occhi di Ranma ai suoi; la sua espressione seria e rigida. “Avrei potuto farlo.” disse debolmente, la voce che perdeva gran parte della sua forza. “E’ solo che non voglio essere spinto a farlo - non voglio che noi siamo spinti a farlo. Voglio dire, non sei stanca del loro intromettersi di continuo, Akane? Perché io sono sicurissimo di esserlo.”

Akane lo guardò sorpresa, le sue parole che le risuonavano nella mente.

Lui sarebbe andato avanti con le nozze...?

“Ranma...”

Lentamente, Akane riuscì a toccare il suo braccio - solo per vederselo portar via un secondo dopo da una certa Amazzone cinese. Lei ritrasse rapida la mano, stringendosela contro il petto e ignorando la piccola fitta di dolore che si espandeva ovunque nel suo braccio.

“Quindi essere vero dopotutto,” disse Shampoo, i suoi occhi che sondavano quelli del suo futuro marito. “Lanma esce con Akane per appuntamento.” L’Amazzone dai capelli lilla non aspettò una risposta. Voltandosi verso la sua rivale, con gli occhi che mandavano fiamme, sollevò i bombori in gesto di sfida. “Akane non tocca futuro marito di Shampoo.”

Akane non ebbe la possibilità di replicare. Una mano forte l’afferrò per un braccio e lei fu spinta bruscamente indietro. Poi Ranma le fu davanti, coprendola alla vista della giovane cinese.

“Dacci un taglio, d’accordo, Shampoo?” protestò. “Distruggere il nostro matrimonio non è stato abbastanza?”

Akane alzò lo sguardo dal punto in cui la sua mano era ferma sul braccio, verso il suo volto determinato e pronto, con il cuore che batteva. Sta affrontando Shampoo, pensò meravigliata.

La stretta di Shampoo sui suoi bombori non s’allentò. “Futuro marito non interferisce,” rispose, guardando torva Akane oltre le spalle di Ranma. “Essere cosa tra Akane e Shampoo.”

Ranma rise amaramente. “Oh,” replicò, scaldandosi. “Quindi suppongo di non avere voce in capitolo, huh?”

Shampoo abbassò i suoi bombori e fissò il Consorte confusa. “Lanma essere di Shampoo per legge - non avere bisogno di dire niente.” ribatté.

Akane poté sentire la stretta di Ranma aumentare appena sul suo braccio, alle parole dell’Amazzone. “Quindi è così?” fece lui, la sua voce fredda come il ghiaccio.

Detto questo, non si lanciò contro Shampoo - cosa che lei si era quasi aspettata - ma fece invece qualcosa che Akane sapeva non avrebbe potuto piacere di meno alle sue rivali.

Le voltò le spalle.

“Andiamo, Akane,” disse, prendendole saldamente una mano nella sua. “Continuiamo con il nostro appuntamento.”

“No finire qui!” gridò Shampoo, la sua voce dura. “Lanma essere di Shampoo per legge: donna che interferisce essere ostacolo!”

Veloce, Ranma si voltò nuovamente, gettando uno sguardo penetrante in direzione della cinesina. “Non avvicinarti a lei,” la ammonì, i suoi occhi incolleriti. “Non voglio dover combattere con te. Ma dovendo lo farò, Shampoo.”

Akane mosse un passo indietro, stupita. L’Amazzone la stava guardando in cagnesco, gli occhi freddi e duri. Non poteva ricordare l'ultima volta in cui l’aveva vista così arrabbiata. E poi, rapidamente, la giovane cinese si volse senza una parola, svanendo tra le ombre.

“Ranma” chiamò Akane improvvisamente, confusa. “Perché non mi ha attaccata e basta? Si sarebbe detto che volesse.”

“Stupida: non ti attaccherebbe quando ci sono io.”

Akane lo guardò, stranita. “Ma perché no? Lo faceva sempre.”

Uno sguardo indecifrabile partì da Ranma nel volgere gli occhi su di lei, e poi, veloce com’era venuto, scomparve. “Quello era prima di Jusendou.” disse piano. E Akane sentì la sua stretta sulla mano rinsaldarsi.

Il resto del loro appuntamento trascorse per lo più in silenzio.


*----------*----------*


Akane sorrise, stendendosi sul letto, ripensando agli eventi della giornata. Sapeva che non era stato un totale successo - l’opportunità di usare tutto quel che aveva imparato sulla seduzione era andata a rotoli, specialmente con l'interruzione di Shampoo... ma, in un certo senso, era quasi felice che le cose fossero andate in quel modo.

Se doveva far sì che Ranma ammettesse i suoi sentimenti, voleva che lo dicesse a lei - il maschiaccio privo di fascino - non a qualcuno che lei stava fingendo di essere.

E nonostante non ci fossero state dichiarazioni d’amore, il loro appuntamento era stato... bello. Perfetto, anche.

Era consapevole del fatto che le rimanesse solo un altro giorno, ma, per una volta, si sentiva come se tutto stesse andando per il verso giusto...

... Non c’era modo in cui potesse sapere che la Hannya stava osservando ogni sua mossa, un sorriso sul suo volto nell’aspettare il momento opportuno.



Fine del Capitolo 3



Note dell’autrice

Mi dispiace che vi sia sembrato che i primi due giorni siano passati troppo in fretta, ma sono sicura che la maggior parte di voi si saranno accorti che la vera azione non comincerà fino al terzo giorno. Pensavo a una sorta di riscaldamento per i primi due giorni - almeno, dopo che lei si era resa conto che l’approccio diretto non poteva funzionare.

E inoltre, sapete come si dice: Molte persone danno il meglio sotto pressione. ;)

Okay, se non ve ne eravate ancora accorti, questa storia è ambientata durante la saga di Jusendou - nel momento in cui Ranma sta cercando di prendere l’acqua fredda per Akane, e i suoi occhi si sono completamente chiusi...

Questa storia è totalmente basata sul manga, quindi se ho fatto riferimento a momenti che non avete ancora letto, o che magari avete confuso, allora sentitevi liberi di andare sul mio sito web e di leggere la sezione MANGA MOMENTS. **pubblicità senza vergogna, pubblicità senza vergogna**

In ogni caso, spero che questa storia vi sia piaciuta, fin qui... ^_^



Note della traduttrice

Salve a tutti! ^^
Bene, come avrete già capito, la traduttrice da questo capitolo in poi non sarà più ChiuEs, ma io (Stray cat Eyes); avendo lei dei problemi di tempo, mi sono proposta per continuare questa fanfiction, ed ho ottenuto il suo consenso. (Evviva! ^///^)

(A proposito, se stai leggendo: Grazie ancora, Ste! *__*)

Ora, so di non essere all’altezza di ChiuEs, o chissà quanto esperta, e che molte frasi possono sembrare tradotte un po’ alla lettera, ma vi giuro che ce l’ho messa e ce la metterò tutta perché la differenza tra la traduzione di ChiuEs e la mia non vi causi problemi!
Okay, forse la mia non rende vera e propria giustizia alla grande maestria di Angela Jewell, ma capirete anche voi che alcune cose (espressioni particolari o detti, per esempio) vanno interpretate, ed io non sono proprio una cima...

A questo proposito vi segnalo la frase di Ryoga da me tradotta con “Per fortuna stai bene!”: l’originale diceva in verità Grazie a Dio stai bene!”.
Il motivo per cui ho preferito cambiare questo particolare, è che quel “dio” stonava un po’; per intenderci, non si adattava molto bene alla realtà in cui vivono Ranma & Co., che sono - se non erro - shintoisti. E’ stato un mio cruccio, tutto qui.

Nel caso preferiate la versione originale, segnalatemelo pure e vi accontenterò! -_^
E non fatevi scrupoli nel farmi notare gli eventuali errori presenti nel capitolo: ve ne sarò grata! ^^

Un grazie va a ChiuEs, a tutti coloro i quali hanno recensito i precedenti capitoli, e a chi ha continuato a sperare che questa fanfiction fosse aggiornata.
Continuate a seguirci, mi raccomando!




  
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