Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: H o p i e    18/11/2013    3 recensioni
Chloe è una ragazza nata in America, ma di origini americane/coreane.
Un giorno, costretta a seguire i genitori, dovette partire in Corea del Sud, terra natia della madre.
Era un po' annoiata all'idea di trasferirsi, ma un incontro le cambiò la vita: un giovane cantante di cui lei si infatuò solo ascoltando la sua voce in radio. Cosa succederà tra l'umile ragazza e il giovane idol coreano?
"Cantavano una lingua a lei completamente sconosciuta, ma questo non le importava. Ci fu anche una parte rap che l’ammaliò. Quando la canzone finì quasi si sentì triste; pensò al fatto che non conosceva né il nome della band né il titolo della canzone. I pensieri però le si bloccarono a metà quando sentì pronunciare “Bangtan Boys”."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio fu lungo e stancante, ma una volta arrivata all’aeroporto di Seoul non riuscì a trattenere l’entusiasmo. Era curiosa, dannatamente curiosa. Non vedeva l’ora di uscire per ammirare Seoul dall’esterno e, soprattutto, dal vivo. Aveva spesso guardato qualche immagine su internet e non ne era rimasta delusa. Sembrava la città che aveva sempre desiderato. Non che l’America non le piacesse, ma quel posto aveva qualcosa in più. Persino i visi le sembravano degni della sua ammirazione.
Dopo aver recuperato i bagagli, si diresse, impaziente, insieme ai suoi genitori verso l’uscita dell’aeroporto.
Si guardò intorno, ma era comunque solo all’esterno di un aeroporto, non poteva aspettarsi granché. Attese quindi che i suoi zii si facessero vedere.
Ad un tratto un ragazzo si avvicinò a sua madre e iniziò a scambiare con lei qualche parola in coreano. In quel momento pensò che non sarebbe mai riuscita a imparare quella lingua ai suoi occhi tanto complicata quanto bella.
«  Vincent, Chloe, venite. Sono arrivati! » disse Katia, la madre di Chloe, al marito e alla figlia.
La ragazza suppose che quel ragazzo fosse suo cugino 17enne, quello di cui sua madre le aveva parlato negli ultimi giorni. Non era per niente il suo tipo. Non solo perché era suo cugino, dopotutto era anche un bel ragazzo. Era alto e aveva le spalle larghe. Il suo viso era liscio e pulito, le labbra carnose, le ciglia lunghe al punto giusto e degli occhi con una bellissima forma a mandola. Ma per quanto potesse essere bello era troppo musone per i suoi gusti. Non l’aveva nemmeno salutata. Anche dopo essere entrata in auto l’aveva completamente ignorata. Si era limitato semplicemente a mettere gli auricolari alle orecchie e a guardare fuori dal finestrino.
Lei, da ragazza bassa che era, era capitata al centro, in mezzo tra suo padre e il ragazzo, mentre sua madre era seduta al fianco del marito. Ringraziò il fatto che l’auto fosse abbastanza spaziosa, infatti non avrebbe sopportato di trovarsi spiaccicata contro quello che avrebbe dovuto considerare suo cugino.
Sporse la testa verso l’MP3 del ragazzo, curiosa di cosa stesse ascoltando. Ciò che lesse la lasciò di stucco: Bangtan Boys.
Si trattava della stessa band che le era capitato di ascoltare in radio.
Moriva dalla voglia di chiedergli se potesse ascoltare musica insieme a lui, ma sia perché temeva che non l’avrebbe capita sia perché temeva che le avrebbe detto di no, si stette zitta, cercando di trattenere, ancora una volta, la curiosità.
Di tanto in tanto suo zio le faceva qualche domanda in un inglese che Chloe considerava ancora inesistente e cercò di rispondere lentamente e scandendo bene le parole, ma la maggior parte delle volte sua madre dovette fare da interprete.
Suo padre invece non spiccicò parola, pentendosi di non aver dato ascolto alla moglie, la quale gli consigliò di iniziare a prender parte ad un corso di coreano.
Poco dopo arrivarono a casa.
Agli occhi di Chloe parve stupenda. Era una villa di forma rettangolare con delle grandi vetrate al posto delle finestre. Al retro dell’abitazione si trovava una piscina di forma esagonale, formata da piastrelle azzurre.
Una volta entrata quasi si dimenticò di togliere le scarpe dato che rimase incantata nel vedere l’arredamento. Era completamente bianco, con il parquet e qualche mobile di legno di noce. Una scala portava al piano superiore dove si trovavano le camere da letto.
La casa era completamente, o almeno al piano inferiore, senza porte e Chloe riusciva a intravedere com’erano le altre stanze. Riuscì persino ad intravedere un pianoforte nero lucido in una delle stanze a destra.
Sua zia e suo cugino si scambiarono qualche parola e, in seguito, il ragazzo si voltò verso di lei.
« Vieni, ti mostro la tua camera.  » le disse il ragazzo con un accento inglese assolutamente perfetto prima di strapparle la valigia dalle mani e si dirigersi al piano superiore.
Chloe lo seguì timidamente, sentendosi quasi di disturbo. Ad un tratto il ragazzo entrò in una delle camere da letto, posò la valigia a terra e si voltò verso di lei.
« Dormirai qui. Se hai bisogno di qualcosa… » terminò così la frase, lasciando intendere che avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa che le servisse. Chloe scosse la testa e, invece, si presentò cercando così di rompere il ghiaccio.
« Io mi chiamo Chloe comunque. »
« Certo, lo so. » rispose invece lui come se avesse sentito pronunciare quel nome almeno mille volte. Notò che la cugina aspettava una risposta, quindi si affrettò a rispondere « Io sono Hyun Woo. »
Poi, come se  volesse ignorarla, le passò di fianco e, tranquillamente e senza aspettarla, scese le scale e si diresse dagli altri.
La prima cosa che Chloe pensò fu che probabilmente non gli andava molto a genio. Voleva chiedergli qualcosa riguardo a quei “Bangtan Boys”, ma proprio a causa di questa situazione evitò di farlo. Inoltre c’era da ammettere che era rimasta anche un po’ delusa. Sua madre non aveva fatto che parlare di questo suo fantomatico cugino per tutto il tempo e si era fatta una strana idea di lui. Aveva creduto che si sarebbe innamorata vivendo così uno di quegli amori illeciti tra due persone dello stesso sangue che leggeva nei romanzi d’amore. Invece quell’Hyun Woo cominciava anche un po’ ad infastidirla. Non aveva fatto niente di male eppure la trattava come fosse completamente invisibile.
Diede una breve occhiata alla stanza. Non le sembrava una semplice stanza degli ospiti, era come se sua zia l’avesse appositamente arredata per lei. Le pareti erano di color violetto e quasi tutto l’arredamento era di quel colore, fatta eccezione per le lenzuola e le tende che erano color rosa cipria. Non poteva essere sicura che quella stanza fosse fatta così per lei, ma anche fosse non le sarebbe piaciuta. Chloe tollerava il color violetto/lilla, ma il rosa lo detestava. Ovviamente però sua zia non avrebbe potuto saperlo e l’ultima cosa che avrebbe voluto fare era proprio quella di andare a lamentarsi per il colore delle lenzuola della sua camera da letto.
Scese le scale e, seguendo le voci dei suoi parenti, arrivò in sala pranzo. Sua zia stava preparando qualcosa di veloce per farli mangiare dopo il lungo viaggio, anche se, nonostante la fame, Chloe avrebbe preferito andare a dormire. Lì in Corea era ora di pranzo, le 14:00 precisamente. In America però sarebbero dovute essere le 21:00.
Aveva molto sonno dopo il lungo viaggio, inoltre la differenza d’ora causata dal fuso orario la distruggeva. Quindi, dopo aver consumato il pranzo/la cena – ormai non sapeva nemmeno più come definire quel pasto – si alzò da tavola, ringraziò per il cibo e si diresse in camera sua per dormire. Avrebbe voluto andare a fare una doccia, ma era davvero distrutta, decise perciò di lavarsi dopo aver fatto un bel sonnellino. Lungo, decise.
Quando si svegliò, la sveglia che si trovava nella sua camera segnava le 19:48. Aveva dormito un bel po’ a quanto pare.
A malincuore si tirò giù dal letto, prese il cambio dalla sua valigia e si diresse in bagno. Durante il tragitto si accorse del fatto che la camera di Hyun Woo era vuota, probabilmente era uscito. Una volta entrata in bagno si accorse che non c’era una vasca, bensì una cabina-doccia. Non aveva mai messo piede in una di quelle, preferiva di gran lunga le vasche, ma si sarebbe dovuta accontentare. Dopotutto in una casa moderna e bella come quella avrebbe dovuto aspettarselo.
Si lavò velocemente sia il corpo sia i capelli, si vestì, asciugò i capelli lasciandoli comunque un po’ umidi e poi uscì dal bagno.
Stava per tornare in camera sua, quando si ricordò del lettore MP3 di Hyun Woo. Sapeva che era meglio non farlo, ma non sapeva la password della rete internet della casa e non aveva altro modo per ascoltare i Bangtan Boys. Si guardò furtivamente attorno e, resasi conto che non c’era nessuno nei paraggi, si precipitò nella camera del cugino. La sua camera e la sua erano vicine, quindi anche ritornare nella sua stanza non sarebbe stato difficile. Iniziò a guardarsi intorno alla ricerca del lettore MP3 e finalmente lo individuò. Era sul comodino vicino al letto. Si avvicinò e, appena dopo che l’ebbe afferrato, sentì una voce dietro di lei.
« Che stai facendo? »
Si voltò con gli occhi spalancati. Era Hyun Woo. Era impassibile come sempre, quindi Chloe permise a sé stessa di rilassarsi.
« Io… » rispose insicura « …cercavo il tuo lettore MP3.»
« Ce l’hai in mano. »
Chloe lo poggiò nuovamente sul comodino e, rossa come un peperone, iniziò ad avviarsi verso la porta della stanza.
« Puoi prenderlo. » le disse, sorprendendola « Potevi anche chiedermelo direttamente senza intrufolarti nella mia stanza come una ladra. Te l’avrei prestato. »
Si avvicinò al comodino, prese l’MP3 e lo porse alla cugina, accennando un lieve sorriso. Lei lo prese e si inchinò. Se c’era una cosa che aveva imparato dalla madre sulla cultura coreana era proprio inchinarsi quando si salutava una persona e quando la si ringraziava. Stava per andarsene, ma Hyun Woo le parlò di nuovo.
« Cosa volevi ascoltare? »
Dalla sua espressione sembrava che non gli interessasse minimamente, ma probabilmente lo faceva solo per prendere un po’ di confidenza.
« I Bangtan Boys. » rispose insicura. « Non è che mi piacciano, non so nemmeno i loro nomi. Diciamo che più che altro mi incuriosiscono. Li ho sentiti in radio mentre mi dirigevo in aeroporto e non ho avuto modo di ascoltarli di nuovo, quindi quando ho visto che in auto li stavi ascoltando…  » poi si bloccò, iniziando a pensare che probabilmente stava iniziando ad essere un po’ noiosa. Dopotutto suo cugino le aveva rivolto solo una semplice domanda, mentre lei aveva iniziando a rispondergli in modo a dir poco esaustivo.
Seguirono attimi di silenzio che Hyun Woo decise di interrompere.
« Beh, divertiti allora. » poi entrò nella sua camera e chiuse la porta alle sue spalle.
In un primo momento Chloe rimase attonita,  poi, dopo essersi ripresa, si diresse in camera sua, si buttò sul letto, mise gli auricolari alle orecchie e selezionò una canzone a caso dei Bangtan Boys. Ancora una volta ne rimase affascinata, stavolta però aveva capito che la lingua che parlavano era quella coreana. Le voci erano tutte maledettamente stupende, eppure ce n’era una in particolare che l’affascinava più delle altre. Non sapeva di chi si trattava, non sapeva come si chiamava quella persona né che aspetto avesse, eppure si era completamente innamorata di quella voce. Le faceva tremare il cuore, le faceva sentire le farfalle nello stomaco e le faceva venire i brividi. Possibile che si fosse innamorata di una voce? Possibile che provasse le stesse sensazioni di una ragazza alle prese con il primo amore?
Chloe non riusciva a trovare una risposta a queste domande e, in quel momento, nemmeno le importava farlo. Decise semplicemente di lasciarsi trasportare dalle emozioni e di farsi cullare da quelle magnifiche voci.
Quando riportò l’MP3 a Hyun Woo, lui le fece una proposta che lei non seppe rifiutare.
« Ti sono piaciute le canzoni? »
« Tantissimo. » rispose lei ancora con il cuore che palpitava velocemente.
Il ragazzo aprì un cassetto del suo comodino e ne estrasse due biglietti, poi rivolse lo sguardo verso la cugina che lo guardava perplessa.
« Ho due biglietti per un loro concerto » le disse porgendogliene uno  « Ti va di venire con me? »
« Io? » chiese in evidente imbarazzo afferrando un biglietto e osservandolo. C’era scritto che  il concerto si sarebbe tenuto il 15 ottobre 2013.
« Avevo previsto di andarci con una mia amica, ma c’è stato un piccolo contrattempo.» aspettò qualche secondo, poi riprese a parlare « Si terrà tra due giorni. Dimmi ora se vieni, almeno cerco di trovare qualcun altro.»
Chloe finse di pensarci un po’ su per non sembrare troppo sfacciata, poi accettò, sorridendo a quarantadue denti.
I due giorni passarono più in fretta del previsto.
Chloe era elettrizzata. Era il primo concerto che andava a vedere e questo la rendeva eccitatissima. Durante quei due giorni trascorsi da quando era arrivata in Corea non era andata a scuola perché doveva, anzi i suoi genitori dovevano, sistemare delle cose a causa del trasferimento scolastico e, soprattutto, di domicilio. Quindi, dato che non aveva avuto un bel niente da fare oltre che a imparare qualche parola in coreano e relazionarsi un po’ con i suoi zii e suo cugino,  iniziò a guardare qualche video dei Bangtan Boys su youtube, scoprendo così che la voce che tanto le piaceva apparteneva ad un sedicenne di nome Jeon Jeongguk. Inoltre oltre la sua voce le piaceva anche il suo aspetto.
Erano quasi le 18:00. Il concerto iniziava alle 19:30, aveva ancora un quarto d’ora per prepararsi, poi avrebbe dovuto prendere l’autobus delle 18:25 insieme a Hyun Woo.
Indossò un paio di pantaloni rosso scuro con il motivo leopardato, una cinta con delle borchie, degli stivali neri, una maglietta bianca con un teschio fatto di strass e, sopra di questa, un chiodo. Decise di lasciare i capelli completamente sciolti. Il trucco non era affatto pesante. Non le piaceva molto truccarsi, infatti lo faceva raramente. Optò per un filo di matita e per dell’eyeliner che finiva a punta, a mo’ di occhi a mandorla.
Improvvisamente Hyun Woo fece irruzione nella sua stanza senza nemmeno bussare. Chloe si chiese cosa sarebbe successo se si trovasse a mutande e reggiseno e decide che da quel momento avrebbe sempre usato la chiave.
« Sei pronta? »
« Quasi. » rispose lei mentre si guardava un’ultima volta allo specchio.
« Io ti aspetto giù allora. » stava per chiudere la porta, quando sembrò ricordarsi di qualcosa e ricominciò a parlare « Non dimenticarti del biglietto. »
Poi se ne andò.
“Per chi mi ha presa?” si chiese sbuffando mentre prendeva il biglietto che aveva diligentemente custodito in un cassetto del suo comodino. Si guardò per l’ultima volta allo specchio, cosa totalmente inutile a suo parere, tanto nessuno l’avrebbe considerata minimamente, e scese le scale notando che Hyun Woo la stava aspettando vicino alla porta di casa. Salutò i suoi genitori e i suoi zii e poi uscì di casa e, insieme a suo cugino, si avviò verso la fermata dell’autobus, aspettandolo seduta su una panchina.
Durante l’attesa non parlarono molto, quindi Chloe si prese il disturbo di guardare meglio il biglietto del concerto, osservando tutti i caratteri in coreano, quasi come se ne sapesse il significato. Poi l’occhio le cadde su un particolare che non aveva notato fino ad allora.
« Umh, senti… cosa vuol dire questo “1” e questo “3”? » gli chiese con aria un po’ confusa.
Hyun Woo la guardò con l’aria di chi non aveva voglia di parlare molto, poi posò lo sguardo sul biglietto.
« Oh, quello. Prima fila, posto tre.»
« Oh, ok… » rispose come se nulla fosse, poi, dopo averci pensato meglio, sbarrò gli occhi « Prima fila?! »
« Dovresti esserne felice. » le disse lui.
« Lo sono, ma… non pensavo che…»
Facendo totalmente finta di non sentirla, Hyun Woo si alzò dalla panchina e si diresse verso l’autobus, mostrò il biglietto all’autista, il quale lo obliterò, e poi si sedette in uno dei posti vuoti. La stessa cosa fece Chloe e, in seguito, si sedette accanto a suo cugino. Forse non era la cosa più furba da fare, ma sentì che era quella più giusta.
Mezz’ora più tardi, passata tra sbuffi e sbadigli, arrivarono a destinazione. Per arrivare al locale del concerto avrebbero dovuto fare un po’ di strada a piedi, ma ne valeva la pena. Una volta arrivati notarono che il locale era ancora chiuso, c’era l’interminabile coda di fan a testimoniarlo.
Dieci minuti prima dell’inizio del tanto atteso concerto, finalmente aprirono il locale e tutti presero immediatamente il loro posto. La maggior parte dei fan erano provvisti di lightstick, ma né lei né Hyun Woo ne avevano uno. Tuttavia Chloe non ci diede tanto peso e attese trepidante l’inizio del concerto. Quando sentì l’inizio della base musicale il suo cuore fece un balzo. We are Bulletproof pt.2 . Aveva imparato a memoria quella canzone a furia di ascoltarla. Certo, di parola non ne azzeccava nemmeno una, ma le piaceva canticchiarla a modo suo. Le piacevano tutti e sette, eppure non riusciva a staccare gli occhi da JungKook. Anche quando non cantava rimaneva a fissarlo, quasi come se l’avesse ipnotizzata. Era forse uno di quegli “amori da fan”? Non aveva mai provato una cosa del genere.
Per un attimo distolse lo sguardo e si guardò attorno. La maggior parte dei fan era costituito da ragazze, probabilmente tutte nella sua stessa situazione.
Tornò a guardare il ragazzo e il suo cuore riprese a palpitare velocemente.
Si era forse innamorata?
Era forse questo l’amore impossibile che avrebbe vissuto in Corea?
Certamente non era illecito, ma impossibile sì.
Decise di smettere di pensare a cose inutili e continuò così a guardare il concerto. Stavano cantando un’altra canzone ora. If I ruled the world. L’aveva sentita, ma non le era piaciuta molto, quindi l’aveva scartata. In quel momento però le piacque un sacco. Forse perché l’ascoltava dal vivo o forse perché riusciva a vedere particolarmente da vicino le loro espressioni mentre cantavano.
Dopo una serie di canzoni, bis e discorsi, di cui Chloe non capì mezza parola, i Bangtan Boys, dopo aver salutato i fan, stavano per ritornare nel backstage, quando uno di loro si fermò e disse qualcosa alzando il dito indice.
Chloe, dopo che cominciò la base musicale di Coffee, capì che aveva detto che quella sarebbe stata l’ultima canzone.
Durante gli altri brani non si avvicinavano molto al pubblico perché pensavano soprattutto a ballare, durante questo però si sedettero al bordo del palco. Molte ragazze allungarono le braccia per toccare le loro gambe, Chloe però rimase al suo posto, osservandoli ammirata.
Ognuno dei sette ragazzi guardava dritta negli occhi una sola ragazza del pubblico, come se stesse cantando appositamente per lei. JungKook durante la sua parte del ritornello guardava Chloe. Lei ricambiava lo sguardo, sapendo che una cosa del genere non le sarebbe capitata mai più nella vita. Decise così di godersi quel momento.
Il cuore però le si bloccò totalmente quando vide JungKook che, durante una parte che non toccava a lui cantare, scese dal palco con un balzo. Si fermò di fronte a lei e le fece cenno con la mano di avvicinarsi. Chloe scavalcò il muretto che teneva separato il pubblico dal palco e si avvicinò al ragazzo che, mentre iniziava a cantare il ritornello, le prese la mano e la portò sul palco insieme a lui. I Bangtan Boys, insieme, la circondarono e iniziarono a cantare guardandola. Quando la canzone terminò, Rap Monster le disse qualcosa che le risultò incomprensibile. Tutti la fissavano e, non sapendo cosa rispondere, Chloe rivolse lo sguardo verso JungKook che sorrise vittorioso e gli altri membri, dandogli delle pacche sulla spalla, lo spinsero verso di lei. Dopo essersi avvicinato le sussurrò un qualcosa all’orecchio con il microfono vicino alle labbra e poi le stampò un bacio sulla guancia.
Quel bacio sulla guancia e sentire la sua voce così vicina le fece salire i brividi lungo la schiena.
Ciò che le sussurrò fu “Saranghaeyo”.
Aveva imparato da sua madre che significava “Ti amo”. Non sapeva se essere felice o meno, dopotutto sapeva benissimo che si trattava di una semplice frase da copione, nonostante tutto però sorrise imbarazzata.
« I love you too. » rispose lei. Non aveva idea di come rispondere in coreano, quindi lo fece in inglese, tanto era pur sempre la lingua universale. L’avrebbe capita comunque.
Lui le sorrise e, dopo averle afferrato nuovamente la mano, si voltò verso i fan e sventolò la mano in segno di saluto. Tutti fecero la medesima cosa e, uno di loro, Jin, aggiunse un “I love you” rivoltò a tutti i presenti tra il pubblico.
Hyun Woo guardava, un po' invidioso, il palco mentre era seduto tra il pubblico. Non era geloso di Chloe, ma di JungKook. In cuor suo voleva essere al suo posto.
Chloe si ritrovò seduta insieme ai Bangtan Boys nel backstage. Era un po’ a disagio, non sapeva molto di loro, non era nemmeno una fan vera e propria dato che li conosceva solo da due giorni.
« Non sei di qui, vero? » le chiese Jimin in inglese.
Lei scosse la testa.
« Abitavo in America, ora però mi sono trasferita qui. Sono americo-coreana. » spiegò scendendo bene le parole in caso non la capissero.
« Qual è il tuo nome? »
Questa volta era stato Jin a parlare.
Chloe rispose imbarazzata e tutti e sette ripetettero il suo nome come per memorizzarlo. Senza farlo apposta, misero un leggero accento, quasi impercettibile, sull’ultima vocale, dandogli un suono, alle orecchie della ragazza, molto grazioso.
« Allora Chloe… » la chiamò JungKook « Domani ci sarà un fanmeeting, verrai? »
Chloe non aveva idea di cosa fosse un fanmeeting, ma intuì si trattasse di un raduno di fan.
« Dove si terrà? » chiese curiosa.
« All’esterno della JYP Entertainment, alle 17:30. »
Non sapeva dove si trovasse, ma decise che avrebbe chiesto a uno dei suoi zii di  farsi accompagnare – o se sapeva dove si trovasse, da sua madre – oppure avrebbe preso un autobus diretto in quei paraggi.
« Verrò. » rispose sorridendo.
Presto dovette andarsene, anche se con malavoglia. Aspettò un po’ all’uscita del locale, ma non c’era traccia di Hyun Woo, quindi pensò fosse già andato alla fermata dell’autobus senza aspettarla – cosa che fatta da lui non le sembrava nemmeno così strana -, ma nemmeno lì c’era traccia di lui. Gli scrisse un messaggio dove chiedeva dove fosse e dopo averglielo inviato provò a chiamarlo, ma non le rispose. Dopo un quarto d’ora l’autobus finalmente arrivò e lei, anche se si sentiva un po’ in colpa, ci salì. Temeva che Hyun Woo dovesse ancora arrivare, ma dato tutto il tempo che era passato, era un po’ improbabile.
Tornata a casa, suo cugino ancora non c’era. Ora iniziava davvero a sentirsi in colpa. Pregò sua zia di chiamarlo. Lei era piuttosto tranquilla, forse era abituata ad episodi del genere.
« Ha detto che tornerà a casa tardi. » la tranquillizzò.
Chloe non capì molto di ciò che disse. L’inglese parlato da sua zia era veramente pessimo, cercò quindi di intuire cosa ebbe detto.
Il giorno dopo la ragazza convinse sua madre ad accompagnarla al fanmeeting. Le riuscì facile perché a quanto pare la JYP Entertainment non era poi così lontana.
Si vestì molto più semplice e sobria del giorno prima. Jeans, felpa, capelli raccolti in una coda da cavallo, converse e un solo filo di matita.
Quando arrivò pagò e si mise in fila. C'erano in tutto sette interminabili file composte per lo più da ragazze. Sbirciò per capire quale fosse quella che portava a JungKook e, una volta trovata, si mise subito in fila.
Era molto impaziente. Non vedeva l’ora che fosse il suo turno.
Aspettò un bel po’. A quanto pare molte ragazze se la prendevano comoda. Tra foto, autografo e qualche parola scambiata passavano sempre più di cinque minuti.
Quando finalmente arrivò il suo turno, incrociò nuovamente i suoi occhi in quelli di JungKook e il suo cuore prese a battere più velocemente del solito, ancora una volta.
Lui sorrise e prese un nuovo cartoncino bianco su cui scrivere.
“With all my love, for a beautiful girl, Chloe”
Questa era la sua dedica. Sotto firmò. Persino la sua firma era bellissima.
« Mi fa piacere che sei venuta alla fine. » le disse mentre scriveva qualcosa su un foglio più piccolo, appena strappato, poi alzò lo sguardo verso di lei e, sorridendo, le diede il foglietto insieme al cartoncino bianco autografato « Ti aspettavo. »
Chloe si chiese cosa ci fosse scritto nell'altro foglio ed era così curiosa che quasi si dimenticò di chiedergli di fare una foto. Infatti fu lui a chiederle se volesse farne una.
Nella foto Chloe mostrava orgogliosa l’autografo. All'inizio aveva addirittura pensato di incorniciarlo, poi pensò che da incorniciare era la foto e che l’autografo era meglio conservarlo.
Dopo averlo salutato con un “arrivederci” – perché quello che sperava era proprio rivederlo – raggiunse sua madre e salì in auto.
« Hai aspettato un quarto d’ora solo per una foto e una frase ipocrita scritta su un cartoncino? Sarebbe stato meglio rimanere a casa, non trovi? »
Chloe non rispose e concentrò la sua attenzione su altro, ovvero quel misterioso bigliettino.
Lo aprì, scoprendo così il numero di telefono di JungKook.
 
 
Il mio angolino
Felice di rivedervi!
Alla fine il protagonista maschile si è rivelato essere JungKook. Ebbene sì, il mio bias è il bellissimo maknae ♥ Mi dispiace per il ritardo, ho avuto problemi di connessione çwç
Mi ha fatto piacere ricevere delle recensioni anche perché mi sono utili per migliorare e sapere se la storia è piaciuta o meno. Mi danno la forza di continuare :3
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto ^_____^
 
Ji Yong

PS: Ho deciso di dare un aspetto a Chloe:
 
   
 
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