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Autore: Evanne991    22/11/2013    2 recensioni
Due persone e mille persone, tante storie ed una sola, troppe parole e sette note musicali, a spegnere i pensieri, a crearne di nuovi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And so it is
The shorter story:
No love, no glory,
No hero in her skies
Invece di impiegare la pausa pranzo come dovrebbe, vale a dire mangiando una zuppa di farro ed una mela verde, bevendo una bottiglietta di acqua frizzante,  nella mensa dell’ospedale dove lavora, è al supermercato, a scegliere del vino. Questa sera andrà a cena dai suoi suoceri; lui e Vanessa, sua moglie, annunceranno la gravidanza di lei. Avevano aspettato di sapere il sesso del bambino prima di dare la lieta notizia alle famiglie. Una femmina. La chiameranno Anna, come la mamma di lui, venuta a mancare sette anni fa, subito dopo  il conseguimento della laurea di Francesco.  In realtà Vanessa e Francesco si sono conosciuti un anno dopo, in ospedale. Lei è un cardio-chirurgo. Molto carina, dolce. Si sono sposati due anni fa.
Osserva accigliato la teca dei vini esposti. Non ha idea di cosa scegliere. Il padre di Vanessa è un uomo elegante, dal palato viziato. Forse sarebbe dovuto andare in un’enoteca e lasciare che a consigliarlo fossero degli esperti. Il fatto è che la sua pausa pranzo è quasi giunta al termine, il supermercato è vicino all’ospedale e lui ancora non ha scelto nulla.
“La vedo indeciso. Posso consigliarle io un vino?”
Un ragazzo è comparso all’improvviso accanto a lui. Forse era lì già da qualche minuto, ma solo ora dava segno di presenza. Francesco alza un sopracciglio e lo guarda scettico. Cosa ne vuole sapere un ragazzino di vini? Probabilmente non avrà neanche diciotto anni. Gli fa cenno con la mano verso la teca ed aspetta, sempre meno convinto, la delucidazione del ragazzo.
“Immagino sia per un’occasione importante. Anche se il buon vino andrebbe bevuto sempre, senza eccedere.”
Il ragazzo ha una voce calda e la erre moscia, ed ha tutta l’aria si un’insopportabile so tutto io.
“Dunque. Non credo lei debba conquistare una donna, vedo che porta la fede. Né penso vada a cena dall’amante, altrimenti avrebbe acquistato in un’enoteca senza scegliere personalmente. Ad occhio e croce potrei azzardare che sia stato mandato qui da sua moglie e che sia anche piuttosto di fretta. Vuole fare bella figura ma non ha le competenze per farlo. È fortunato ad aver incontrato me!”
Francesco è allibito. Quel ragazzino deve avergli letto nel pensiero. Vorrebbe dirgli che lui non l’ha incontrato affatto, quanto più il ragazzo gli si è avvicinato. Il suo giovane interlocutore riprende a parlare, stavolta guardando la teca.
“Io direi che un Pinot Nero possa essere ideale per una cena intima, familiare.”
Francesco lo vede prendere una bottiglia dall’etichetta elegante e la denominazione scritta a caratteri dorati. Il ragazzo gliela porge. Ha biondi capelli ricci, occhi azzurri e grandi ed una accenno di barba sul mento.
“Andrea?”
Quella voce. Limpida. Un po’ stridula. Una donna si avvicina al ragazzo. Indossa un leggero vestito blu, delle belle scarpe col tacco, ha i capelli cortissimi, in un taglio maschile e gli occhi azzurri dietro gli occhiali grandi.
Non la vede da dieci anni.

And so it is
Just like you said it should be
 
Quella notte a casa di Anna la ricorda come la più lunga ed intensa della sua vita. Avevano parlato, si erano confidati, si erano spogliati delle proprie paure. Anna gli aveva raccontato del suo male, e lui le aveva parlato di sua madre. Si erano amati quella notte, con una purezza ed un dolore che mai ha più sentito Francesco. Avevano deciso che non sarebbe stato facile tra loro. Per Anna non sarebbe stato possibile mai con nessuno, nonostante avesse voluto avere Francesco in lei, nonostante avesse scelto di lasciare che lui baciasse le sue cicatrici e che entrasse in lei come già aveva fatto nella sua mente. L’aveva scelto come tante ragazze fanno con il proprio ragazzo, quando si sentono pronte. Anna non era mai stata pronta, ma con Francesco era sicura, si sentiva amata.
Decisero, quella notte, che si sarebbero amati per sempre, ma Anna non voleva dividere la sua vita con nessuno, doveva proteggere e crescere suo figlio, e  Francesco era troppo e troppo speciale per fare il padre ad un bimbo non suo. Non erano pronti, non era possibile. Si erano lasciati così come si erano presi, con un sorriso ed un caffè, quella volta nella cucina di Anna.
“Un giorno ci incontreremo, e ti presenterò Andrea e gli dirò che sei l’amore della mia vita, l’unico dopo di lui. Tu sarai sicuramente sposato, e ne rideremo, perché saremo felici entrambi della nostra vita.”
Avevano riso e scommesso quella mattina. Poi Francesco l’aveva salutata. Lei gli aveva detto che aveva intenzione di vendere l’appartamento e di tornare a casa della madre, per vivere Andrea, e sarebbe tornata in città solo per sostenere gli esami.
Sono passati dieci anni.

I can't take my eyes off of you
 
Solo ora rivolge lo sguardo all’uomo con cui suo figlio stava parlando. Le è  bastato sentire la sua voce per riconoscerlo. Ha i capelli leggermente stempiati sulla fronte, qualche capello brizzolato. Indossa una camicia azzurra e dei pantaloni scuri, dei mocassini marroni e tiene una ventiquattrore nella mano destra. Porta al polso sempre lo stesso orologio.
“Ciao…”, gli dice senza distogliere lo sguardo dagli occhi di lui. Sente, d’altro canto, lo sguardo indagatore di Andrea spostarsi su di lei e su Francesco.
Chiacchierano del più e del meno. Anna gli dice che è in città per qualche giorno, a seguire un master, e che Andrea ha voluto seguirla facendo delle assenza a scuola. Gli dice che lei insegna nel liceo che aveva frequentato da ragazza, e che suo figlio invece ha scelto lo Scientifico. Lui le dice che lavora nel reparto Alzheimer della struttura ospedaliera lì vicino. Poi non sa cosa aggiungere. Non sa come dirle che si è sposato. Che sarà padre. Ora che rivede quella giovane donna che tanto ha amato ed a cui aveva promesso amore eterno, non sa come dirle che in realtà ha mantenuto fede alla promessa, pur avendo sposato un’altra. Pur avendo giurato a Vanessa che è lei e solo lei. Vorrebbe mollare tutto. Poi il pensiero di Anna, sua figlia, gli fa provare vergogna.
“Vi conoscete?”
Andrea interviene, curioso.
Anna sospira, poi prende sottobraccio il figlio e gli dice, guardando però sempre e solo Francesco:
“Lui è Francesco, amore.”
Francesco non sa che Andrea sa benissimo, ora, chi è. Come poteva essere prevedibile, un giorno, non molto tempo prima, Andrea aveva chiesto a sua madre chi fosse suo padre. Anna gli ha detto la verità e poi gli ha raccontato di un amore puro provato per un ragazzo, ai tempi dell’università.
Dopo aver sorriso educatamente, Andrea si congeda, con la scusa di andare nel reparto dolciumi. Facendo la parte del bambino viziato che non è.
Anna sorride, quel suo sorriso triste. Quelle sue fossette.
“Ti sei sposato.”
Non è una domanda. Non cerca risposta.
“Spero che tu sia felice. Ti penso spesso. Resti l’amore della mia vita.”
Ogni parola è una pugnalata per Francesco. Si sente estremamente attratto da Anna e si vergogna. Sente di essere un uomo orribile.
“Non voglio metterti in crisi. Immagino che le mie parole siano fuori luogo. Perdonami. Sii felice, Francesco. Io lo sono, sai? Andrea è eccezionale.”
“Stai con qualcuno?”
Non sa perché glielo chiede. In realtà non vuole saperlo.
“No, non sto con nessuno. Non ho avuto nessuno. Sei stato l’unico.”, abbassa lo sguardo, imbarazzata, quasi fosse di nuovo l’universitaria di un decennio prima, poi riprende a parlare, divertita: “Dai, siamo in un supermercato, davanti una teca di vini e non ci vediamo da secoli, ed è splendido, e vorrei abbracciarti…”, poi di nuovo triste: “E non lo faccio, perché se lo facessi non ti lascerei più andar via. E vado via io adesso. Come allora. È stato bello rivederti. Sii felice, Francesco.”
Lui è fermo. Sente le tempie pulsargli. Sente la voce di lei quasi come un eco lontano. Ed è lì, di fronte a lui. E sta andando via. Lei gli porge la mano, in un saluto educato.
Lui la stringe. Non vuole lasciarla andare.
“Sarò padre.”
Lei gli sorride. Non poteva egoisticamente pensare che lui non avesse avuto più nessuno.
“Sono contenta. Sarà un maschio bello come te?”
“Una femmina. La chiamerò Anna.”
“Auguri, Francesco. Sarai un ottimo padre. Tua moglie è fortunata.”
Lei si volta, e cammina lenta verso Andrea che ora l’aspetta a qualche metro.
“Ti amerò sempre.”, sussurra Francesco, sperando che lei possa sentirlo.
È che certe cose non le senti solo se vengono dette. Certe cose le senti dento. Come un vizio. Credi di aver smesso, lo dici a tutti, ne vai fiero. Poi basta un attimo e ci ricadi. Loro non ne sono mai usciti.

I can't take my mind off of you
 
http://www.youtube.com/watch?v=5YXVMCHG-Nk
 

NOTE DELLA (PSEUDO) AUTRICE:
Ok. Sto piangendo, lo ammetto. Nulla da aggiungere. Certe scelte le fai quasi per gioco e poi ti restano sempre. La storia finisce qui. Questa storia. Voglio ringraziare DanceofUnicorn, la mia adorata musa: non odiarmi se non è finita come speravi!
Spero di avervi lasciato qualcosa. Anche un po’ di malinconia. Mi congedo. Un bacio a tutti e grazie a chi ha letto ed apprezzato. Evanne
  
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