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Autore: coldays    24/11/2013    1 recensioni
Una raccolta di lettere scritte da un personaggio della saga ipoteticamente morto in una guerra finale, recapitato ad un altro. Più lettere, più personaggi, nessun collegamento tra loro, ed i loro pensieri più nascosti.
Enjoy!
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Simon Lewis
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest
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Caro Jonath Caro J Ciao Jace,
spero tu non legga mai questa lettera. Lo spero con tutta me stessa.
Non sono pronta a morire, a lasciarti.
Domani ci sarà la battaglia finale, ed io sono così spaventata. E lontana da te.
Non posso sopportarlo, non stanotte. Non riesco a prendere sonno, continuo a sforzarmi di creare rune, ma non ottengo nulla. Ho bisogno di te. Di sentirti accanto, e sapere che andrà tutto bene. Dio, Jace, non possono dividerci, non di nuovo.
Ti ricordi quando, quello che sembra un secolo fa, ci sdraiammo insieme tenendoci per mano, come se quella fosse l’ultima notte al mondo?
Dio, pensavo tu fossi mio fratello. Ed il bello è che tu mi dicevi che non poteva essere vero, te lo sentivi. Eppure io insistevo dicendoti che tutte le storie sono vere, che era l’unica cosa che avevo capito in quelle settimane nel vostro mondo.
Beh, forse non l’unica; che ti amavo mi era chiaro.
Non mi sono mai fidata delle persone, eppure l’ho fatto di uno sconosciuto che pensavo biondo tinto, pieno di tatuaggi, vestito di pelle, armato come il peggiore dei killer e che aveva ucciso quello che credevo  un ragazzo la notte precedente. Strana la vita, vero?
Non sono mai stata brava con le parole, a differenza tua. Hai sempre saputo come usarle, io invece mi esprimo a disegni. Eppure con  te non ci sono mai riuscita, non sono mai riuscita a catturare la luce che si impiglia nei tuoi capelli o nei tuoi occhi. Per me è sempre stato come se il Fuoco Angelico ti scorresse nelle vene, al posto del sangue.
Non avresti potuto essere un demone, non per me, non per quello che sentivamo.
Lo sentivo anche io, nello stesso identico modo, il desiderio di stringerti, baciarti, e non lasciarti mai andare. Quel pomeriggio, da Taki, quando mi dicesti che saresti stato solo un fratello per me, io volevo dirti che era esattamente quello che non volevo. Non amarti è più difficile di ciò che pensi.
Come avrei mai potuto vivere vedendo te con qualcun’altra? Avere bambini, e vedere in loro il nostro futuro andato in frantumi?
Ma, Jace, adesso posso. Perché tu devi andare avanti con la tua vita, ed essere felice, e continuare ad essere la persona meravigliosa che sei sempre stata.
Non importa chi ti abbia cresciuto, ma chi tu scegli di essere. Ed hai scelto di essere Jace, il mio Jace, il nostro Jace. Sei un Lightwood ed un Herondale, non il figlio adottivo di Valentine Morgestern.
Jace ricordati sempre chi sei, e ricordati di me, perché più forte della morte è l’amore.
Ho così tanta paura di lasciarti, perché non voglio vederti soffrire. Non trovo neanche le parole. Non lasciare che il tuo cuore si spezzi, Jace.
Ho così tanto bisogno di te. Come quando, un’altra notte, non riuscivo a smettere di pensarti e poi ho visto la tua figura al centro della mia stanza, sorridente, ed il mondo si è fermato. E quello non eri neanche tu, ed io ho sbagliato così tanto con te, che non so come tu abbia potuto perdonarmi. Ma credimi, ogni singola cosa era per te. Tutto, era per te. Sebastian sarebbe potuto andarsene all’Inferno, anzi spero ci sia andato, quel maledetto bastardo. Non l’ho ucciso perché non avrei sopportato di perderti, ed ora faccio la predica a te. Il punto, Jace, è che con te avevo una speranza. Una sola, flebile speranza, che poi si è trasformata in un fuoco.
Ti ho visto morire, ed ho stretto il tuo corpo esanime tra le mie braccia, piangendo tutte le mie lacrime. Non c’era più nessuna battaglia, nessun Angelo che parlava con mio padre, nessuna runa che mi impediva anche di gridare il mio dolore. E pensavo che tu non avresti voluto che Valentine ci distruggesse tutti, ed essere morto per nulla.
Mi sentivo così responsabile, ero così responsabile. Tu mi hai dato la forza di agire, soltanto tu. Non avrei più potuto abbracciarti, sentire la tua voce tagliente, disegnarti mentre dormivi, proprio quando venivo a sapere che tutto stava tornando al giusto posto.
Ed io Jace non voglio essere morta per nulla, non voglio che quel bastardo ci disintegri tutti. Tu puoi fermarlo, amore mio, e lo farai. Perché io sono con te, sarò il fuoco che ti brucia all’interno, non ti lascerò mai. Ma tu, tu sii felice, e vivi la tua vita.
Sono le ultime cose che ho da dirti.
Sono le 11.30 pm, la notte prima della Grande Battaglia. Sto arrivando, Jace, non posso passare questa notte senza di te. Chi se ne frega di quanto si altererà mia madre? La casa di Luke è troppo fredda e vuota, stanotte. La tua ordinatissima stanza dell’Istituto, con te dentro, è l’unico posto in cui voglio essere. Questa volta sarò io a farti una sorpresa. E non importa nulla, perché sono tua in tutti i sensi, lo sono sempre stata.
Ti amo come non ho mai amato nessuno, e come mai avrei potuto amare altri, altre mille parole non potrebbero neanche bastare,
per sempre tua,
Clary.

autrice's corner.
okay, sono tornata.
Clace come annunciato, POV di Clary come mi avevate chiesto e, ve lo riconosco, idea geniale. Ringrazio infinitamente chi ha recensito, letto, ed inserito la storia tra le seguite. Siete fantastiche, ragazze!
Che ne pensate di questo capitolo?
Consigli sulla prossima lettera, chi vorreste?
Un bacione enorme,
coldays.
  
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