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Autore: JunJun    24/11/2013    3 recensioni
Castiel è un essere umano e vive nel bunker insieme a Dean, Sam/Zeke e Kevin.
[Raccolta di flashfic parecchio a caso, ambientate dopo l'episodio 9x03]
[Contesto generale, ma in alcune flashfic c’è qualche richiamo alla mia fanfic “Lusus sanguinis”.]
Genere: Demenziale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Kevin Tran, Sam Winchester
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Questa è una specie di AU che avevo iniziato a caso per sfogarmi (?) quando non riuscivo a descrivere bene le scene drammatiche/violente/depressive della mia fanfic diciamo "principale" (cioé tutte).
So già che finirò per scriverne parecchie di questo tipo (ugh!), per cui ho pensato di inserirle in una raccolta a parte.
Suppongo che il livello di non-sense crescerà col mio esaurimento. °-°

Titolo: Heaven can wait
Ispirata a: Episodio 9x06
Personaggi: Dean,  Castiel, Kevin.
Parole: 500


* * *


Dean non poteva credere di dover davvero aiutare Kevin a tradurre la dannata Tavoletta degli Angeli.
Perché doveva farlo?
Era lui il Profeta, insomma!
Quando Kevin gli aveva chiesto aiuto il cacciatore aveva cercato, ovviamente, di defilarsi. Ma Sam, con noncuranza, aveva afferrato per primo le chiavi dell’Impala ed era uscito, incastrandolo nel bunker.
Dean si costrinse a sedersi al tavolo della Sala. Annoiato a morte ancor prima di iniziare, fissò Kevin che, a poca distanza da lui, stava spiegando a Castiel come era riuscito a tradurre gli scarabocchi di Metatron in un antico linguaggio cuneiforme blah blah.
A differenza di Dean, l’ex-angelo sembrava molto interessato all’argomento. Dean approfittò della sua distrazione per osservarlo: da quando aveva iniziato a vivere con loro, Castiel aveva abbandonato il trench e i completi, passando ad uno stile molto più semplice, da cacciatore.  
In quel momento era in piedi accanto a Kevin e indossava dei jeans e una camicia a quadri azzurri e blu sopra una maglietta bianca. Al polso aveva un braccialetto di metallo, comprato chissà dove, da cui pendeva un ciondolo a forma di due ali nere.

I suoi capelli erano spettinati e il bel viso era teso in un’espressione concentrata. 

Dean notò il modo in cui si mordicchiava il labbro inferiore mentre cercava di afferrare i ragionamenti del Profeta, e deglutì. 

“Cas,” lo chiamò, interrompendo Kevin e facendo voltare entrambi nella sua direzione. “Mi passi la tavoletta, per favore?”
Castiel e Kevin si guardarono un attimo, confusi. Poi, senza pensarci troppo, Castiel fece come Dean gli aveva chiesto. 
Non appena il cacciatore ebbe la tavoletta fra le mani, storse le labbra in un’espressione indecifrabile.
“Dean..?” chiese Castiel, preoccupato. “Che succede?”
“E’ che… è strano vedere che mi consegni la tavoletta degli Angeli senza batter ciglio,” spiegò lui, serio. “O, sai, tentare di uccidermi...”

Castiel lo guardò, accigliato, cercando di capire se stava scherzando o meno. 

Alla fine scosse la testa, sospirando. “Devi rinfacciarmi questa storia ancora per molto, Dean...?”
 Si riprese la tavoletta e la riportò a Kevin.
“Da quando sei diventato così sfacciato, tu?” ribatté il cacciatore, un lampo sadico negli occhi.

“Ragazzi…” provò Kevin.

Castiel fulminò Dean con lo sguardo. “Da quando ho notato che ogni volta che è il mio turno tu casualmente sfrutti i miei sensi di colpa per convincermi a—“

RAGAZZI!” gridò Kevin, interrompendoli. “I-Io…io non voglio sapere!” disse, nell’imbarazzo più totale. “Possiamo…possiamo tradurre la tavoletta, per favore?”

Dean sospirò in direzione di Castiel. “Mi hai scoperto,” disse, fintamente dispiaciuto. 
Castiel lo ignorò e, raccolto un pesante volume dalla libreria, glielo lanciò davanti.
“Cos’è questa roba?” chiese Dean.

“Il primo volume dell’Enciclopedia Zimmerman delle Lingue Estinte.”

“E quanti sono in tutto?”

“Ventiquattro,” spiegò Castiel. “Non preoccuparti… li abbiamo tutti.”

La voce dell’ex-angelo era bassa e roca come al solito ma, mentre parlava, i suoi occhi brillarono di una luce così divertita che Dean passò la successiva mezz’ora a sfogliare a caso quella pallosissima enciclopedia, immaginando tutti i modi in cui gliel’avrebbe fatta pagare quella notte. 

  
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