Anime & Manga > Yu degli spettri
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Autore: hinayuki    02/05/2008    4 recensioni
Quattro monili... una missione... una Tennyo...! Cosa succederebbe ai quattro ragazzi di Yu yu se, durante una missione per conto dei Koenma, finissero nel mondo reale..?
Chiara è una diciottenne che ama alla follia il manga di Yu degli spettri e più di una volta ha sognato di poter incontrare i suoi personaggi preferiti... E se... grazie a quattro oggetti e ad un'eclissi di luna il suo desiderio più grande potesse avverarsi? E se... grazie a ciò scoprisse che ciò che la circonda è diverso da come sembra?
Tutto ciò porterà i quattro Ragazzi e Chiara a scontrarsi con Demoni e situazioni di vita quotidiana. Passando per strane associazioni dirette da Angeli e creature fantastiche quali Elfi, Fate e Dee.
Riusciranno i quattro a tornare nel Loro Mondo? E siamo sicuri che sia desiderio di due di esse farvi ritorno?
Genere: Romantico, Fantasy, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hiei, Kazuma Kuwabara, Kurama, Nuovo personaggio, Yusuke Urameshi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 1 Daydream generation

*Era notte fonda. La luna era rossa a causa dell'eclisse e conferiva un'aria soprannaturale e tetra all'ambiente circostante. In una piccola radura circondata da alberi, due figure si distinguevano nell'oscurità.

Davanti ai suoi occhi c'era una specie d buco che brillava argenteo: un varco. Davanti a lei, e alla sua anima, al suo cuore, c'era rimasto solo lui. Sentiva gli occhi peni di lacrime, la vista annebbiata, mentre altre già le rigavano le gote rosee. Non avrebbe voluto piangere, anche perché sapeva che quel momento sarebbe arrivato, alla fine... però... sinceramente sperava che sarebbe giunto il più tardi possibile.

Alla fina trovò la forza di alzare il volto e lo sguardo ed incrociare il suo. Asciugò le lacrime con il dorso della mano e gli regalò uno degli ultimi sorrisi che poteva concedergli. Voleva scusarsi per come si era comportata in quei, per lei pochissimi, mesi di convivenza, ma non le vennero le parole. Una piccola sfera guizzò fuori dal varco, era di colore verde: era il segnale!

"E così, alla fine, devi andare anche tu..!" Sospirò mestamente lei. Lui annuì fissandola negli occhi. Quei pozzi castani, profondi che avevano sempre trasparito forza e sicurezza. E che ora erano così tristi.

"Gli occhi sono lo specchio dell'anima" quella frase gli riecheggiò nella mente. Chi gliel'aveva detta? Forse lei... in uno dei loro tanti litigi. Sorrise amaro, perché, in quel momento, l'anima di quella bambina, solitamente limpida e luminosa, era oscurata dalla tristezza... e la colpa era sua!

Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. Allungò una mano per asciugare una lacrima ribelle che solcava il bel visino di lei, ma si fermò. Anzi fu lei a fermarlo.

"Non toccarmi!... per favore..." Mormorò lei con gli occhi di nuovo rivolti al suolo. Ancora lacrime, copiose, calde, amare, cadevano sulle loro mani. Cercò di coprirsi gli occhi, ma pensò che quelle lacrime fossero il modo migliore per dimostrargli quanto gli sarebbe mancato. Se le parole non venivano era meglio lasciar parlare il corpo.

"E' un ordine?" Domandò lui catturando una goccia, un frammento, dell'anima di quella stella che pian piano si stava spegnendo. Lei non poté fare altro che annuire. Non aveva nemmeno la forza di parlare: la stava impiegando tutta per frenare i singhiozzi che volevano accompagnare il suo pianto.

Il giovane non esitò un attimo e la strinse a sé, affondando il viso tra i suoi capelli, morbidi, dolci, che profumavano di frutti esotici. Quanto gli piaceva quell'aroma. Quello del suo shampoo. Profumo di lei. La fanciulla sgranò gli occhioni. Incredula per il gesto di lui. Si lasciò coccolare, senza però ricambiare l'insolito slancio d'affetto di quello che nei confronti dell'intero mondo era sempre stato freddo, distaccato, taciturno e forte.

"Dovresti sapere meglio di chiunque altro... che non sopporto che mi diano ordini!" Le spiegò, intuendo la sua perplessità. Fu solo allora che la bimba si lasciò andare in un pianto liberatorio. Colmo di tristezza e di consapevolezza. Ma non ci riusciva proprio ad accettare il fatto che dovesse andarsene. Non voleva che se ne andasse! Si strinse disperatamente a lui, affondando il volto nel suo petto e bagnandogli la maglia.

"Io...- cominciò a dire lei singhiozzando-...io ti amo!" Gridò, affondano sempre più nel suo petto, mentre lui chiudeva sempre di più la stretta attorno alle sue spalle. Il cuore prese a battergli all'impazzata per la prima volta. Ma non voleva fermarlo, tutt’altro, sperava che lei riuscisse a sentirlo, perché era il modo migliore per dimostrarle che anche a lui faceva male la separazione imminente. E così fu. La ragazza sentì il cuore di lui battere prepotente sotto le sue dita. Sotto le sue orecchie e poco a poco si calmò.

Una seconda sfera, questa volta arancio, uscì veloce dal portale. Avevano ancora qualche decina di minuti per stare assieme. Entrambi la guardarono con odio e rassegnazione. La ragazzina affondò di nuovo nella maglia di lui, mentre questi la osservava intenerito. Non le aveva dato una risposta... d’altronde non ci sperava nemmeno... eppure qualcosa accadde... qualcosa che valeva più di mille parole.

Le fece sollevare il viso e iniziò ad asciugarle le lacrime con dei piccoli baci. L'eclisse stava terminando e ad illuminare il tutto c'era solo la luce fredda, eppure magica, del varco. Le labbra di lui incontrarono e sfiorarono quelle del cucciolo che teneva tra le braccia, con semplicità, senza pretese.

Si fermò ad osservare la reazione di lei. Era imbarazzata. Tenera come non l'aveva mai vista, con le guance rosse e gli occhi brillanti, come le stelle nelle notti di novilunio. Scostò un ciuffo di capelli, castani, setosi, dal viso di quella creatura innocente ed ingenua. La baciò a fior di labbra.

"Anche io... credo di averti amata da subito...- confessò con un sorriso mesto, leggermente rosso in volto -ma non si può..." Continuò ad accarezzarle il volto con le dita. Lei annuì, consapevole, ma questa volta sorrideva con tutto il suo cuore e la sua anima. Era contenta ora. Poteva lasciarlo andare, perché erano uniti. Una strana gioia li avvolse assieme ad una certezza: si sarebbero incontrati nuovamente, prima o poi, se l'avessero desiderato davvero. Anche lui le regalò un raro e preziosissimo sorriso. Vero e sincero.

"Va bene anche così... mi è bastato questo!" Affermò lanciandosi al suo collo, facendolo così barcollare un poco e arrivare all'orlo del portale. E lo baciò con tutta la passione di cui era in possesso. Quando ebbe recuperato la stabilità, lui la ricambiò con pari intensità.

Ormai senza fiato sciolsero la magia. La ragazza gli diede un piccolo bacio sul collo. Lui, senza lasciarla andare, frugò nella tasca dei pantaloni e ne estrasse un pacchettino. E glielo consegnò, prima che questa lo spingesse nella luce lattea del varco. Non si sarebbe mai aspettata un regalo da lui... ma quella notte erano successe tante cose che non si sarebbe mai aspettata da quel giovane.

"I won't forget you!" Sussurrò mentre lasciava definitivamente la presa. Lui la guardò un po' sbigottito, ma felice. Era tornata quella di sempre: la bambina forte che tanto amava.

"Me too! Sayonara!" Disse mentre scompariva in quel bianco che pareva infinito. Dopo di lui, anche il portale scomparve nel nulla, lasciando solo l'oscurità della notte ad assistere alla tristezza di quella fanciulla forte e fragile assieme.

"Aishiteru!" Gridò al nulla. Nessuno le rispose nel silenzio surreale della radura. Tornò a lacrimare mentre apriva il pacchetto che il suo amore le aveva lasciato. Dentro c'era...*

< Chiara... Chiara, svegliati..! Il prof... > Un libro sbattuto su un banco la fece sussultare e risvegliare da quel sogno, troppo bello per essere vero, e incompleto.

< Uhm... > Si guardò un attimo attorno, spaesata. Era in classe? Che fine avevano fatto la radura e gli alberi? Che fosse stato tutto un sogno? Evidentemente sì, perché nelle sue mani non c'era nemmeno il sacchettino che le aveva lasciato lui. Ma chi era "Lui"? In sogno lo aveva visto chiaramente eppure in quel momento non riusciva proprio a ricordare chi fosse..!

Il professore la guardò tra lo stralunato e l'imbestialito. Come guardava chiunque lo irritasse.

< Ops... > Si lasciò sfuggire la ragazza diventando color porpora, mentre osservava l’uomo.

< Dormiamo durante le mie lezioni? > La domanda era retorica vostro che era palese che stava dormendo... anche se ad occhi aperti, effettivamente. Da lì partì un predicozzo che durò ben mezz'ora e del quale Chiara se ne fregò altamente, era abituata alle prediche... e poi lei non avrebbe mai smesso di SOGNARE AD OCCHI APERTI..!

**I hold close to me only those dreams that I can open my eyes to see

Even if my heart is swayed by the blowing howling wind and battering rain

I can endure the pain for dreams that I can open my eyes to see

As long as the sky has its way, I can be honest**

(Tengo stretti vicino a me solo quei sogni che posso vedere aprendo i miei occhi

anche se il mio cuore viene scosso dal vento che soffia lamentoso e dalla pioggia battente

posso sopportare le sofferenze per quei sogni che posso vedere aprendo i miei occhi

fino a che il cielo avrà il suo corso(tagliando corto: per sempre), potrò essere sincero.

(Yu yu hakusho 3° opening)

  
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