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Autore: Lights    04/05/2008    16 recensioni
Trama: Una conclusione diversa della mia FF Badb...(ma la storia va da sè, non è collegata, ha giusto qualche accenno) e se non fosse finita in quel modo?, se Ziva avesse agito in modo differente?, come sarebbe andata la storia... non rimane altro che leggere per scoprirlo
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Timothy McGee, Ziva David
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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E se

Sono tornata… in questi giorni mi sono sempre chiesta come sarebbe andata se avessi portata avanti l’altro finale e così mi sono messa a computer ed è nata questa nuova storia…

 

A voi non rimane altro che scoprire che cosa succederà in questo filone di “what if” della mia FF Badb.

 

 

 

Buona lettura

 

 

Light

 

 

 

E se…

 

 

 

Gibbs era entrato proprio nell’attimo in cui Oskar Babd vedendo la collana con la stella di Davide al collo di Ziva gliela strappava con forza e prima che potesse farle del male gli aveva sparato e l’aveva ucciso.

Infilò la pistola nella fondina e si apprestò a liberare l’Agente David.

- Tutto bene?- Le chiese.

Lei non rispose, lo guardò fissa. I suoi occhi erano gelidi, vuoti, inespressivi.

- Andiamo!- Le disse Gibbs una volta slegata.

Si era fermata un attimo a guardare il corpo di Oskar Kane e poi aveva cancellato quel dolore che aveva sentito nel cuore e aveva raggiunto Gibbs.

Erano quasi all’uscita, Ziva si toccò il collo e si ricordò che non aveva più con sé la collana. Non poteva lasciarla nelle mani di quel lurido schifoso.

- Devo tornare indietro.- Gli disse seria.

- Ma che cosa ti salta in mente Agente David.- La guardò furiosa – Sei impazzita c’è ancora Angie Cros in giro.-

- Sai che paura Gibbs… semplice se la incontro la faccio fuori.- Rispose con ironia tenendo il tono serio.

L’uomo si avvicinò alla donna. La guardò dritta negli occhi. Non riusciva a capire che cosa le stava passando per la testa. Le espressioni del suo viso divennero tese. Assottigliò gli occhi e la guardò più severamente.

Ziva dal canto suo non levò mai lo sguardo e lo sostenne quasi come se lo volesse sfidare.

Si guardarono per qualche secondo, come se si stessero studiando.

- Vengo con te.- Gibbs le disse incamminandosi tornando indietro.

L’Agente David l’affiancò, lui senza guardarla sorrise tra sé. “Sei una testona! Quando questa storia sarà finita vedrai come te la faccio scontare!” pensò l’uomo.

Anche se non lo voleva ammettere, si era affezionata a quella donna, che aveva sostituito lei: Kate. La sua pupilla e chissà forse, qualcosa in più. Non c’era stato tempo per capirlo.

Non l’avrebbe mai creduto ma a poco, a poco, era riuscito a farsi quasi una ragione della sua morte.

Arrivarono alla stanza e Ziva iniziò subito a cercare mentre Gibbs rimaneva di guardia sorvegliando il corridoio semi buio.

- Mi vuoi dire che stai cercando?- Le chiese spazientito.

- La mia croce di Davide…- si fermò guardandolo – è importante per me, è un regalo di mia madre.- continuò distogliendo lo sguardo.

Era come cercare un ago in un paiaio. La stanza era grande e la poca luce che filtrava dentro non illuminava a sufficienza l’ambiente.

Ziva era sicura che l’avesse in mano Oskar Badb ma quando gli aprì la mano non la trovò. Si mise a cercare per terra. “Non è possibile” pensò mentre guardava il pavimento.

Sentirono un rumore.

- Vado a controllare!- Le disse Gibbs prima di sparire nell’oscurità.

La donna continuò a cercare.

- Posso essere di aiuto io? Forse stai cercando questa?- Le chiese Angie Cros uscendo dall’oscurità.

Ziva si voltò dalla sua parte e la guardò con disprezzo.

- Ti conviene ridarmela!- Le disse seria.

- Non darmi ordini!- Le gridò puntandole la pistola contro.

L’Agente David rimase ferma guardandola fissa negli occhi. La donna si avvicinò sorridendole in senso di vittoria.

- Sei pronta a raggiungere il tuo amico Oskar Kane?- Le chiese acida.

Ziva continuava a fissarla rimanendo ferma.

- Questa collana in fin dei conti non è un granché perché ci tieni così tanto da rischiare la vita tornando indietro. Eravate liberi e invece no allora vuoi proprio morire.- Rise sadica.

L’Agente David perse il controllo e si avventò su di lei cogliendola di sorpresa. Le due donne caddero a terra lottando. Ziva si ritrovò sotto Angie che cercava con tutta la forza che possedeva di puntarle la pistola contro per spararle. Accadde tutto in un attimo, la pistola si ritrovò in mezzo ai due corpi e il colpo partì.

Due occhi sbarrati, un rivolo di sangue che scende dalla bocca e un corpo che si affloscia a terra senza vita.

Non riesce a muoversi, non riesce ancora a crederci. Solo un istante poi riprende lucidità. Sposta il corpo da se stessa. È macchiata del suo sangue, le mani sono sporche del suo sangue.

In un istante tutta una vita le passa davanti agli occhi. Sorride alzandosi in piedi.

Si pulisce la mani sui pantaloni, guarda il corpo di Angie senza vita sul pavimento.

“E’ finita!” pensa osservando i corpi nella stanza.

Una mano si appoggia sulla sua spalla.

Si volta ma sa già chi è. Incontra i suoi occhi azzurri, glaciali e freddi, ma che sanno infondere sempre calore.

- Andiamo!- Le disse Gibbs solamente prima di andare.

 

Erano in macchina da un po’ entrambi in silenzio. Nessuno dei due parlava. Ziva guardava fuori dal finestrino. I pensieri riempivano la sua mente. Troppi errori erano stati commessi in quella missione. Un uomo innocente era morto e l’uomo che amava aveva rischiato di perdere la vita solo perché lei era stata così stupida da lasciarsi andare, di abbandonarsi ai sentimenti, e così, aveva abbassato la guardia. No questo non era da lei.

Strinse le mani a pugno forte sulle gambe. Il viso si contrasse. Gibbs la guardò con la coda nell’occhio e vide la donna combattere con il passato e il presente.

Non poteva fare niente solo lei doveva trovare la strada giusta.

Arrivarono all’Ncis.

- Gibbs io…- disse ad un tratto Ziva quando entrarono in ufficio.

- Vai a farti una doccia Agente David!- Le disse duro come il suo solito mentre si dirigeva alla sua scrivania.

La donna rimase ferma in mezzo al corridoio spiazzata dalla reazione del capo. Lo odiava quando la trattava in quel modo di indifferenza.

- Si Capo!- Disse dura. Prese il cambio che teneva nel cassetto della sua scrivania e si diresse verso lo spogliatoio femminile.

 

L’acqua calda scendeva sul corpo. Le mani appoggiate alla parete e la mente vagava sugli ultimi giorni. Ripercorse tutti i momenti. Un sorriso comparve sul suo viso ricordando gli attimi passati con Tony. La sua testa appoggiata a quella di lui e la sua voce che le dice di amarla. Riprovò le stesse sensazioni di quel momento, il cuore che batte all’impazzata e si ferma nell’attimo preciso che sente quelle due parole “ti amo” e poi…

Il buio, il dolore, il colpo di pistola e la vita che se ne va.

Chiude la mani a pugno con rabbia. “Mai più!” pensa promettendosi a se stessa “Mai più mi lascerò andare”.

Chiuse i rubinetti, prese l’accappatoio, lo indossò e si guardò allo specchio.

Rimase ad osservare la sua immagine riflessa nello specchio per un po’. I suoi occhi divennero più scuri e freddi.

- Mai più… io sono Ziva David Agente del Mossad!-

La decisione era stata presa. Niente ripensamenti. La lezione l’aveva imparata. Niente più coinvolgimenti. La sua vita era stata decisa fin da piccola, non l’avrebbe più contrastata, non si sarebbe più ribellata al suo essere killer del Mossad.

Indossò gli abiti puliti, prese il cellulare fece una breve telefonata.

- Torno. Alla fine avevi ragione tu. Io appartengo a te. Parto sta sera. Agli ordini, sempre come vuoi tu!- Chiuse la telefonata.

Prese le sue cose e si diresse verso l’ufficio del direttore.

 

Jenny la osservò un momento prima di iniziare a parlare. Era strana. I suoi occhi erano inespressivi, non lasciava trasparire niente. “Sembra di tornare indietro nel tempo, agli inizi prima che legassimo” pensò la donna osservando l’altra che rimaneva in piedi in attesa di un suo cenno.

- Siediti pure Ziva.- Le disse Jenny cordiale.

- Rimango in piedi. Sarò breve.- Si fermò e la guardò dritta negli occhi – Torno al Mossad.-

Jenny rimase in silenzio, non ci poteva credere.

- Che cosa stai dicendo? Io non te lo permetto.- Disse dura.

- Non sono alle sue dipendenze Direttore Sheppard. Il direttore David le spedirà il fax del mio reintegro nell’organico degli agenti del Mossad.- Disse con tono serio senza lasciare trapelare nessuna emozione.

Bussarono alla porta ed entrò Cinthia che le porse il foglio di carta. Jenny indossò gli occhiali e lo lesse attentamente.

- Non ha perso tempo!- Si lasciò sfuggire con disprezzo. La guardò non capendo il suo gesto.

Si alzò e le andò vicina. La guardò dritta negli occhi.

- Perché?- Le chiese dopo un attimo.

- E’ la mia vita.- Rispose dura prima di andarsene.

 

 

Continua…

 

 

 

Spero che mi seguirete anche in questa nuova avventura… aspetto i vostri commenti come al solito

 

Come reagirà Gibbs?

Che farà Tony?

Che succederà?

A saperlo XD

   
 
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