Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: SonoDiversaDagliAltri    01/12/2013    7 recensioni
What If...? sui 75 Hunger Games. il Presidente Snow annuncia che, nella terza Edizione della Memoria, i tributi verrano scelti tra le persone care ai sopravvissuti, cioè ai vincitori.
E Katniss si trova di fronte ad un destino che le sembra peggiore della morte.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Madge Undersee, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bocce, biglietti, nomi.

 
Corro a sedermi sul divano. Mia madre ha appena acceso la televisione e preso posto davanti ad essa.
L’inno di Panem risuona. Vorrei tapparmi le orecchie perché mi ricorda così tanto l’Arena, quando i volti dei caduti venivano proiettati in cielo ogni sera… ma se basta una musica per farmi cadere a pezzi, come farò a fare da mentore ai ragazzi che verranno estratti alla mietitura?
Il rumore cessa e le telecamere zoomano sul volto del Presidente Snow. Mi sembra di sentire il suo alito di sangue in faccia e arriccio il naso in una smorfia.
Gli portano una cassettina contenente tantissime buste. So che ognuna di queste contiene una traccia diversa per ogni Edizione della Memoria. Estrae quella contrassegnata con il 3 ed io incrocio le dita e tendo le orecchie.
<<Affinché si ricordi che, anche le persone sopravvissute, hanno comunque subito perdite più grandi del beneficio di essere ancora in vita, nella terza Edizione delle Memoria i tributi verranno mietuti tra le persone care ai vincitori delle scorse edizioni.
Pertanto, verranno aboliti ogni limite di età massimo, l’obbligo di due tributi di sesso diverso e  l’immunità per i vincitori.>>.
Oh no.
Non può essere. Credevo di essere al sicuro, credevo che mamma e Prim fossero al sicuro, ma non lo siamo più. Possiamo finire dentro gli Hunger Games tutti, stavolta.
Mia sorella e mia madre si abbracciano terrorizzate e mi accorgo che ciò che ha letto il Presidente Snow è vero. Se perdessi loro, il danno sarebbe maggiore del beneficio ricavato vincendo la scorsa edizione. Non conosco le precise modalità con le quali si svolgerà la mietitura domattina, ma credo di pensare a ragione che Prim possa benissimo finire tra le “persone care” sia di Peeta che di Haymitch, oltre chealle mie. Ma non si tratta solo della mia famiglia: domani saranno estraibili i miei pochi amici e conoscenti e forse persino persone con le quali avrò scambiato sì e no due parole in tutta la mia vita.
Sento che le mie gambe si alzano senza un motivo preciso, e la mia voce farfuglia: << Io… io… devo andare… >>. Poi le mie ginocchia hanno uno scatto ed esco di casa correndo.
Corro come se dovessi attraversare Panem, ma in realtà sto andando solo a pochi metri di distanza. Irrompo in casa di Peeta piangendo, per di più senza bussare, cosa che fa infuriare sua madre. Lui mi prende gentilmente per mano e mi accompagna fuori.
Ci sediamo su una panchina senza parlare. Lui è impassibile ma ha visto la diretta di Snow e sa della richiesta altissima dell’Edizione della Memoria. Gli leggo negli occhi la preoccupazione: siamo entrambi di nuovo sorteggiabili e i nostri nomi finiranno sicuramente l’uno nella boccia dell’altra.
Restiamo abbracciati nell’aria fresca per almeno tre ore. Mi sono sembrate lunghissime, ma vorrei che fossero durate molto di più. Vorrei che la mietitura non arrivasse mai. Non vengo esaudita. E’ mattina in un soffio.
Quando i rintocchi di campana ci chiamano, vorrei fuggire nella direzione opposta ma mi limito a seguire il flusso di gente che si riversa in piazza. Guardo i loro volti: li conosco tutti. Sono miei concittadini. Ma chi di loro finirà tra gli estraibili per me? E per Peeta e Haymitch? Spero il più possibile, così è molto meno probabile che le persone a cui tengo davvero siano mietute.
Salgo come un automa sul palco allestito davanti al Palazzo di Giustizia e mi lascio cadere su una sedia a caso. Noto che sul palco ci sono quattro bocce, una spostata in avanti e tre più indietro. La mia mente avrebbe voglia di mettersi a ragionare e a fare più congetture possibili su quest’Edizione della Memoria, ma la devo tenere staccata, mandarla in un altro luogo, perché se mi concentrassi su qualcosa, il dolore mi sopraffarebbe.
Ritorno alla realtà solo quando Effie si posiziona davanti al microfono, dopo il solito discorso del sindaco. Batte due colpetti sopra di esso, per richiamare l’attenzione di tutti, poi comincia a spiegare: << La mietitura si svolgerà in questo modo: estrarrò il nome di due dei vincitori, i quali poi si posizioneranno ognuno davanti alla propria boccia ed estrarranno a loro volta i nomi dei due tributi del Distretto 12. >>.
Detto questo Effie ci lancia uno sguardo speranzoso, che io ricambio, e si piazza davanti alla boccia più avanzata, quella con meno biglietti, che ha solo tre nomi dentro. Siamo noi. Ma ne verranno estratti solo due. Se io non venissi pescata le mie “persone care” sarebbero salve. Mi sporgo in avanti per sentire meglio ciò che Effie dice, fiduciosa, ma vengo smentita subito: << Katniss Everdeen! >>. La sua voce trema nel dire il mio nome. Mi fa cenno di accomodarmi davanti a una delle tre bocce più indietro, quella all’estrema destra. È contrassegnata con il mio nome e non ha molti biglietti dentro. Quella di Peeta, al centro, invece ha molti nomi che possono essere mietuti. La boccia restante è di Haymitch ed ha al suo interno non più di dieci striscioline di carta. Non mentiva quando ha detto che Capitol City gli ha portato via tutto.
Torno a guardare la mia postazione: con quale criterio Capitol City ha scelto le persone che sono lì dentro? Sicuramente in un modo molto simile alla realtà.
Non mi accorgo che Effie ha chiamato il secondo nome. Peeta raggiunge la sua boccia. Peggio di così non poteva andare, adesso sì che sia io che lui siamo entrambi in pericolo. In un certo senso, però, sono contenta per Haymitch. Se gli sono rimaste così poche persone a cui voler bene, è meglio che non le metta a rischio.
Effie scandisce: << Prima le signore >> e capisco che è arrivato il mio momento di estrarre. Non esito un secondo, caccio la mano dentro e, senza rimescolare i bigliettini, prendo il primo che mi capita in mano. Mentre me lo porto davanti al viso per leggere il nome mi faccio mentalmente l’elenco di chi non deve essere quella striscia di carta. Né Prim, né mamma, né Peeta, né Gale… non faccio in tempo a finire la lista che mi ritrovo a leggere il nome. Il mio cuore perde un colpo. Quel nome non avevo fatto in tempo a pensarlo, ma era il prossimo della mia lista.
<< Madge Undersee. >> farfuglio. Mentre suo padre scoppia in lacrime vedo lei che si fa strada in mezzo alla folla, gettandosi all’indietro i boccoli biondi e camminando a testa alta, salda sulle gambe, come se non temesse nulla. Per un attimo la invidio, perché invece le mie gambe stanno tremando, perché lei non teme di poter morire più di quanto io non tema il doverle fare da mentore.
Quando arriva sul palco mi abbraccia. Poi viene il turno di Peeta.
Anche lui, come me, pesca senza indugi. Ma quando arriva ad aprire la strisciolina di carta strabuzza gli occhi e indietreggia qualche passo come per stabilizzarsi. Deve essere andata male anche a lui. Si volta verso di me e mi sembra che i suoi occhi siano pieni di lacrime.
Ok, sono io.
Le labbra di Peeta si schiudono e legge ad alta voce il nome del secondo tributo del Distretto 12: << Gale Hawthorne. >>.
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: SonoDiversaDagliAltri