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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    06/05/2008    3 recensioni
“Bill, mi senti?! Tutto a posto laggiù?”. Una voce di ragazzo tentava disperatamente di sovrastare il fragore del vento gelido della tempesta, scrutando febbrilmente nella voragine sotto di lui; una voce, seppur fievole, al confronto col vento, giunse alle sue orecchie: “Sono qui, non preoccuparti, sto abbastanza bene… Ma sento le gambe intorpidite.”, “Ok, ricevuto! Cerchiamo di uscire fuori da questo pasticcio!”." BUONASERA! Seconda storia della sezione Cantanti, questa volta tutta nuova! Vi presento la prima storia dove i protagonisti saranno solo i frontman dei due gruppi rivelazione dell’anno: I 30STM e i TH, nel dettaglio JARED LETO e BILL KAULITZ! Volevo dedicarla a due persone in particolare. Alla mia amica Ally, Ikki-sama, che mi ha fatto da consulente, e a kaulitz92 (spero di averlo scritto esatto), per avermi regalato emozioni con le sue fic!! Scusa, non ci conosciamo, ma volevo ringraziarti come si deve! ALLA PROSSIMA E SPERO DI NON AVER FATTO CASINO!! SHUN
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 30 Seconds to Mars, Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FREUNDSCHAFT

CAPITOLO 1

BENNO E THOMAS

“Bill, mi senti?! Tutto a posto laggiù?”.

Una voce di ragazzo tentava disperatamente di sovrastare il fragore del vento gelido della tempesta, scrutando febbrilmente nella voragine sotto di lui; una voce, seppur fievole, al confronto col vento, giunse alle sue orecchie: “Sono qui, non preoccuparti, sto abbastanza bene… Ma sento le gambe intorpidite.”, “Ok, ricevuto! Cerchiamo di uscire fuori da questo pasticcio!”.

Una tremenda tempesta flagellava le Alpi.

Due figure umane, solitarie, sballottate dal vento impetuoso e freddo, dalla neve e dal gelo, tentavano di raggiungere la cima del monte che stavano disperatamente scalando da parecchie ore.

Erano giovanissimi, uno sicuramente di età molto minore dell’altro, nemmeno 18 anni; l’altro doveva averne compiuti da poco almeno 30, forse qualcosa di più.

Si issavano il più rapidamente possibile, ma il vento e la tempesta limitavano terribilmente i movimenti, costringendoli a muoversi con prudenza e lentezza, non vedevano pressoché nulla. Neppure lo stato della loro corda

Improvvisamente, essa, a cui i due erano appesi, si spezzò, e i due ragazzi, con un urlo, caddero nel vuoto.

Tutto era accaduto così in fretta da non rendersene quasi conto.

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“Guarda, finalmente si stanno svegliando… Hanno fatto proprio un bel volo..”.

“Và a chiamare Andrea, subito!”.

Quando il minore tra i due ragazzi cominciò a riprendere conoscenza, si trovò disteso su un letto, caldo e soffice; su di lui, chini, alcuni visi sconosciuti.

Iniziò ad agitarsi, aveva paura.

“Ehi, calmo… Sei al sicuro… Tu e il tuo amico avete fatto proprio un gran bel volo, eh?”

Il ragazzino sbattè ripetutamente le palpebre: “A.. Amico..?” chiese, balbettando, proprio non lo ricordava…

“Ma si, il tuo compagno.. Adesso è nella stanza accanto.. Come ti chiami? Di dove sei?” domandò un donnone molto robusto dall’aria gentile, dalla lunga chioma bionda che rifletteva la luce dell’abatjour acceso sul comodino, unica fonte d’illuminazione, “Io… io..” cominciò il ragazzo, cercando di ricordare; poi, l’atroce certezza: “ Non lo so… Non lo ricordo..” ammise con un sospiro rassegnato.

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“E così, non ricordiamo chi siamo, eh? Un bel guaio…”.

I due ragazzi si erano ritrovati nell’ampio salottino, entrambi con vestiti puliti prestati da quei gentili uomini che li avevano salvati, davanti a loro un tavolino con sopra una teiera colma di fumante tè e tante tazze.

I loro erano talmente logorati dal freddo e dalla caduta che ormai erano irrecuperabili.

E comunque non avevano portato alcun indizio utile alla loro identificazione.

I due ragazzi si fissavano, spaesati, sapevano che potevano contare solo su loro stessi per ritrovare i loro ricordi: “Calma, ce la faremo. Per ora, restiamo qui. Io parlo tedesco, quindi probabilmente sono originario della Germania, tu parli inglese, quindi dovresti essere americano, o inglese. È già qualcosa aver capito la nostra nazionalità. Vedrai, ce la faremo!” affermò fiducioso il minore, sorridendogli, “Chissà se c’è qualcuno che ci sta aspettando… Chissà se si saranno accorti della nostra scomparsa…” mormorò il più grande, incassando la testa tra le gambe, “Vedrai che ci staranno già cercando, non dobbiamo fare altro che aspettare, aspettare che ci vengano a prendere. E riacquisteremo la memoria.”.

Nella sala entrò il medesimo donnone biondo di prima: “Vedo che state meglio! Ne sono felice.”, parlava tedesco, con una leggera inflessione che il più piccolo riconobbe come del Sud, “Si, grazie. Dove siamo?” domandò lui, traducendo poi per il compagno, “Nel versante tedesco della Svizzera. Vi abbiamo trovati in un crepaccio poco lontano da qui, vi ha recuperato Alex, il nostro Sanbernardo, è addestrato per ritrovare le persone nella neve. È solo grazie a lui che vi siete salvati.” spiegò tranquilla la donna, sedendosi sul divano accanto al più grande, “Allora, cominciate a ricordare qualcosa?” chiese lei, versandosi una tazza di tè, “No, abbiamo solo capito, anche se sommariamente, da dove veniamo… Per il resto, nebbia totale.”, chinò il capo il minore, i lunghi capelli neri che gli coprivano il viso pallido come la Luna; “Ascoltate, non potete muovervi di qui, almeno finchè non vi sarete ripresi! Resterete con noi, ma dovremmo darvi dei nuovi nomi. Allora, te, con la frangia lunga e l’aria mogia,” ed ella indicò senza tante cerimonie il maggiore, “Sarai….. Benno, proprio come mio cugino!” esclamò trionfante, scoccandogli un occhiata furba, “E tu sarai Thomas!” affermò subito, indicando il più piccolo.

“Thomas….?”.

“Perché questo nome mi è così familaire?”.

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“Cazzo!! Dove è finito mio fratello??!! Dovete trovarlo!!!”.

Un ragazzo con lunghi capelli pettinati a rasta battè un pugno sul bancone della reception, sotto lo sguardo spaventato del maitre, “Mi dispiace, ma i sistemi GPS dei signori Leto e Kaulitz sono irreperibili, la tormenta deve averli mandati fuori sensori.” affermò con voce tremante; per tutta risposta, Tom Kaulitz lo prese per il bavero della sua livrea rossa e lo sbatté senza tante cerimonie contro la parete: “Stammi a sentire bene, damerino! Là fuori, da qualche parte, c’è mio fratello gemello, e c’è anche il fratello di un nostro caro amico!! Quindi, vedete di ritrovarli presto, o ve la farò pagare molto cara!!!” urlò il ragazzo appena diciottenne, poggiandolo a terra.

Seguito a breve distanza da altri due ragazzi, raggiunse il salottino comune.

Lì, seduti scomposti sui divanetti, c’erano altri tre ragazzi, più grandi di loro: “Nulla da fare, dicono che non si può fare nulla per ora, che i loro rilevatori GPS sono fuori uso.” sospirò Tom, rivolgendosi al ragazzo seduto alla sua sinistra, visibilmente preoccupato, “Shannon, vedrai che staranno bene! Saranno scesi dal versante svizzero, vedrai! Mio fratello è tedesco, non ci saranno problemi con la lingua.” Cercò di tranquillizzarlo.

Shannon alzò la testa: “Lo spero, Tom, lo spero tanto. Non me lo perdonerei mai se accadesse qualcosa a Jay…” mormorò, la testa tra le mani.

“Nemmeno io se accadesse a Bill… Non preoccuparti, li ritroveremo!”.

BUONASERA! Seconda storia della sezione Cantanti, questa volta tutta nuova! Vi presento la prima storia dove i protagonisti saranno solo i frontman dei due gruppi rivelazione dell’anno: I 30STM e i TH, nel dettaglio JARED LETO e BILL KAULITZ!

Volevo dedicarla a due persone in particolare.

Alla mia amica Ally, Ikki-sama, che mi ha fatto da consulente, e a kaulitz92 (spero di averlo scritto esatto), per avermi regalato emozioni con le sue fic!! Scusa, non ci conosciamo, ma volevo ringraziarti come si deve!

ALLA PROSSIMA E SPERO DI NON AVER FATTO CASINO!!

SHUN

   
 
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